ROMA - IL MASCHERONE DI SANTA SABINA
FONTANA DI SANTA SABINA
Fontana del mascherone ( roma )
La fontana, addossata al muro che separa via Giulia dal Lungotevere, non lontano dal prospetto posteriore di palazzo Farnese, venne realizzata - presumibilmente nel secondo quarto del XVII secolo - a spese dei Farnese (come dimostrerebbe il giglio del coronamento) da Girolamo Rainaldi (1570-1655), lo stesso architetto che in quegli anni realizzava le fontane gemelle su piazza Farnese.
Datazione: XVII secolo (secondo quarto).
Materiali: granito bigio, marmo bianco, travertino, metallo.
Alimentazione originaria: acquedotto Paolo.
Già nel 1570 la “Congregazione sopra le fonti” aveva destinato una fontana alla “Strada Giulia” (la via aperta all’inizio del Cinquecento da papa Giulio II) e ne aveva prevista l’alimentazione con l’acqua Vergine. Tuttavia fu necessario attendere la canalizzazione dell’acqua Paola (1612) per garantire la nascita dell’opera.
La fontana, originariamente isolata al centro di un piccolo slargo, che ospitò nel 1660 un teatro all’aperto (il muro retrostante fu edificato infatti alla fine dell’Ottocento), è composta da una antica vasca termale in granito, collocata al centro di un bacino leggermente incassato nel livello stradale e lastricato con frammenti di marmi policromi. Il fondale della vasca è costituito da un prospetto marmoreo, coronato da un giglio in metallo; al centro si trova il celebre mascherone antico che versa l’acqua.
La fontana del mascherone all'Aventino, storie e misteri di Roma 1997
La fontana del mascherone all'Aventino, storie e misteri di Roma 1997 - Parco degli Aranci - Servizio di Emanuele Carioti Teleregione 9
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Basilica di Santa Sabina - Carlo Manni
Video Maker - Carlo Manni
Santa Sabina all'Aventino è una basilica di Roma, costruita nel V secolo sull'Aventino e dedicata a santa Sabina. Oltre che una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto, sebbene pesantemente restaurata, è sede della curia generalizia dell'Ordine dei Frati Predicatori. È una delle basiliche minori di Roma.La chiesa fu costruita dal prete Pietro di Illiria tra il 422 e il 432, sulla casa della matrona romana Sabina, poi divenuta santa. Sulla controfacciata della chiesa esiste un mosaico che riporta in esametri latini la dedica della chiesa. Come risulta da alcune iscrizioni ritrovate nei pressi della basilica (CIL VI, 364 e CIL VI, 364), vicino alla chiesa era presente il tempio di Giunone Regina, 24 colonne del quale furono utilizzate per l'edificazione della chiesa.
Nel IX secolo, la chiesa venne inglobata nei bastioni imperiali. L'interno fu profondamente rimaneggiato nel corso dei restauri di Domenico Fontana nel 1587 prima e di Francesco Borromini nel 1643 poi. I restauri di Antonio Muñoz, condotti in due fasi: 1914-19 e 1936-37 riportarono la chiesa - trasformata in lazzaretto a partire dal 1870, in seguito alla soppressione dei monasteri - alla struttura originaria.
Il campanile attuale risale al X secolo.
Nel 1219 la chiesa fu affidata da papa Onorio III a Domenico di Guzmán e al suo ordine di frati predicatori, che da allora ne hanno fatto il loro quartier generale.
E al ricordo di Domenico sono legate due curiosità relative a questa chiesa. Nel chiostro si trova una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da Domenico, che in questa chiesa visse ed operò e nella quale ancora oggi si conserva la cella, trasformata in cappella. Si racconta che Domenico avesse portato con sé un pollone dalla Spagna, sua terra d'origine, e che questa specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia. L'arancio - visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo - è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta seccato. La leggenda vuole che le cinque arance candite, donate da Caterina da Siena a papa Urbano VI nel 1379, siano state colte dalla santa proprio da questa pianta.
Sempre a Domenico è legata, in un certo qual modo, anche la storia della pietra nera di forma rotonda su una colonna tortile a sinistra della porta di ingresso: è chiamata Lapis Diaboli, ossia pietra del diavolo perché, secondo la leggenda, sarebbe stata scagliata dal diavolo contro Domenico mentre pregava sulla lastra marmorea che copriva le ossa di alcuni martiri, mandandola in pezzi. In realtà la lapide fu spezzata dall'architetto Domenico Fontana durante il restauro del 1527 per spostare la sepoltura dei martiri. Egli poi gettò via i frammenti, successivamente ritrovati e ricomposti, oggi visibili al centro della schola cantorum.
Nel 1287 la chiesa fu sede di conclave: qui, nell'aprile di quell'anno, si riunirono i cardinali alla morte di papa Onorio IV per eleggere il successore. Quell'anno Roma fu colpita da una terribile epidemia di malaria, che fece sei morti anche tra i cardinali in conclave. Gli altri porporati, presi dal terrore del contagio, abbandonarono la chiesa. Solo uno rimase a Santa Sabina: il cardinale Gerolamo Masci. I cardinali tornarono a riunirsi a Santa Sabina solo il 22 febbraio 1288 e quello stesso giorno elessero - forse come premio allo stoicismo del cardinale che da quel palazzo non si era mai mosso - Gerolamo Masci che prese il nome di papa Niccolò IV.
Santa Sabina è la prima stazione quaresimale. Qui i pontefici pronunciano la loro omelia il mercoledì delle Ceneri. Non si conoscono con precisione i motivi per cui sia stata scelta Santa Sabina: alcuni pensano che il papa, in vista delle fatiche quaresimali, si ritirasse lassù per alcuni giorni di riposo. La scelta potrebbe anche essere riconducibile alla forte salita - simbolo degli sforzi necessari alla salita verso la perfezione spirituale dell'anima - che doveva percorrere, per raggiungerla, la processione che partiva dalla basilica di Santa Anastasia.
Giardino degli aranci - parco savello ( roma )
Il Giardino degli Aranci è il nome con cui si indica Parco Savello, un parco di Roma di circa 7.800 m², posto sul colle Aventino, nel rione Ripa, da cui si gode un'ottima visuale della città.
Il giardino, il cui nome deriva dalla presenza caratteristica di numerose piante di aranci amari, si estende nell'area dell'antico fortilizio eretto dalla famiglia dei Savelli (da cui il nome Parco Savello) tra il 1285 e il 1287 nei pressi della Basilica di Santa Sabina sull'Aventino, su un preesistente castello fatto costruire dai Crescenzi nel X secolo.
Il giardino, come si presenta attualmente, fu realizzato nel 1932 dall'architetto Raffaele De Vico, dopo che, con la nuova definizione urbanistica dell'Aventino, nell'area che i padri Domenicani della vicina chiesa tenevano ad orto, era stato previsto di destinare a parco pubblico, in modo da offrire libero accesso alla vista da quel versante del colle, creando un nuovo belvedere romano, da aggiungere a quelli già esistenti del Pincio e del Gianicolo.
Il giardino ha un'impostazione estremamente simmetrica, con un viale mediano in asse con il belvedere, che è stato intitolato a Nino Manfredi dopo la morte dell'attore, ciociaro di origine ma romano di adozione. Il viale si apre in due slarghi: in quello di destra era in origine collocata la fontana realizzata da Giacomo della Porta per piazza Montanara, e dal 1973 trasferita a piazza San Simeone ai Coronari, all'ingresso del parco stesso, addossata ad una nicchia del muro di cinta. La piazza centrale prende il nome da un altro attore simbolo della romanità, Fiorenzo Fiorentini.
La fontana è composta da due pezzi di spoglio: una vasca termale romana ed il monumentale mascherone marmoreo scolpito per ornare una fontana costruita nel 1593 nel Campo Vaccino.
L'antica vasca in granito, adorna di maniglioni a bassorilievo, è collocata al centro di un bacino rettangolare leggermente incassato rispetto al livello stradale, bordato da una fascia in travertino. Sopra di essa, poggiato su un parallelepipedo, si trova il monumentale mascherone marmoreo dalle ciglia aggrottate e dai folti baffi, raccolto in una grande conchiglia.
Il mascherone vanta una lunga storia: dopo lo smontaggio nel 1816 della fontana di Giacomo della Porta, venne recuperato e, a partire dal 1827, fu nuovamente utilizzato per decorare una fontana eretta sulla riva destra del Tevere, in corrispondenza del porto Leonino. Demolita anche questa fontana intorno al 1890, la scultura venne ricoverata presso i depositi comunali, dove rimase per alcuni decenni, fino all'attuale collocazione.
Attualmente il parco dispone di tre ingressi: il principale, in piazza Pietro d'Illiria, fu arricchito nel 1937 dal portale proveniente da Villa Balestra, uno in via di Santa Sabina ed il terzo sul clivo di Rocca Savella.
Nel 2005 è stato fatto un intervento di restauro vegetazionale
Matrimonio La Collinetta
Trailer Matrimonio a Roma
La collinetta
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio
Emiliano Allegrezza Fotografo
emilianoallegrezza.it
ROMA / ROME, ITALY (3 of 11)
Roma, Lazio, Italia. Roma antica ed immagini dell'aprile 2009.
Rome, Italy. Old Rome and views of April 2009.
Roma antica, Tevere, Basilica di S.Paolo fuori le mura, Porta S.Paolo, Piramide di Caio Cestio, Gianicolo, Terme di Caracalla, Circo Massimo, Arco di Costantino, Colosseo (Anfiteatro Flavio), Foro Romano, Via dei Fori Imperiali, Basilica di Massenzio, Palatino, Basilica di S.Francesca Romana, Basilica di S.Cosma e Damiano, Foro di Cesare, Vittoriano, Carcere Mamertino, Arco di Settimio Severo, Campidoglio, Marco Aurelio, Piazza Venezia, Teatro di Marcello, Palazzo Venezia, Colonna Traiana, Mercati Traianei, Piazza Navona, Castel S.Angelo, Vaticano, Via della Conciliazione, Basilica di S.Pietro, guardie svizzere, Carcere di Rebibbia, Isola Tiberina, Ponte Rotto, Arco di Giano, Tempio di Portuno, Tempio di Ercole, S.Maria in Cosmedin, Bocca della Verità, Piazza Romolo e Remo, Piazza Albania, EUR, Porta S.Sebastiano, Via Appia antica, Tomba di Cecilia Metella, Campo de' Fiori, Giordano Bruno, S.Marco, Via del Corso, Quirinale, Fontana di Trevi, Piazza Colonna, Colonna di Marco Aurelio, Via Condotti, Piazza di Spagna, Trinità dei Monti, Pincio, Villa Borghese, Piazzale Flaminio, Porta del Popolo, Piazza del Popolo, Res Gestae Divi Augusti, Mausoleo di Augusto, Montecitorio, Pantheon, Piazza Rotonda, Largo di Torre Argentina, Ghetto Ebraico, Portico di Ottavia, Sinagoga, Palazzo della FAO, S.Giovanni in Laterano, Via Labicana, S.Sabina, S.Anselmo, Ponte Fabricio, Viale Aventino, Parco della Resistenza, Trastevere, S.Maria in Trastevere, ecc.
Roma, Chiesa di S Gregorio della Divina Pietà al Ponte Quattro Capi (manortiz)
Chiesa di S.Gregorio della Divina Pietà al Ponte Quattro Capi
Al limite settentrionale della piazza, di fronte a ponte Fabricio (detto anche ponte dei Quattro Capi), sorge una piccola chiesa denominata S.Gregorio della Divina Pietà, anche se in passato era detta, per la vicinanza al suddetto ponte, S.Gregorio de quattro Capora o anche ad quatuor capita. La tradizione vuole che sia sorta sulle case della famiglia Anicia, dove sarebbe nato S.Gregorio Magno (IV secolo). Menzionata fin dal XII secolo, fu riedificata quasi completamente nel 1729 da Filippo Barigioni per volontà di papa Benedetto XIII, il quale la cedette poi alla Congregazione degli Operai della Divina Pietà, che raccoglievano i fondi per aiutare le famiglie un tempo particolarmente agiate e poi divenute bisognose: di particolare interesse sono due buche per le elemosine, una posta sul lato destro, verso il Tevere, con la scritta Elemosina per povere onorate famiglie e bisognose e l'altra, sul lato opposto, identica alla precedente ma con la semplice scritta Elemosina per la Madonna SS. della Divina Pietà.
In occasione della riedificazione venne apposto, sulla facciata, il dipinto ovale raffigurante la Crocifissione , un'opera di Etienne Parrocel, con S.Gregorio genuflesso. La chiesa fu poi nuovamente restaurata nel 1858. L'interno, ad una sola navata, presenta una volta di copertura affrescata con opere di Giuseppe Sereni; sugli altari di destra e di sinistra si trovano dipinti risalenti alla metà del Settecento, mentre sull'altare maggiore vi è una seicentesca Madonna della Divina Provvidenza di Gilles Hallet. La chiesa sorge nelle immediate vicinanze del Ghetto e per questo motivo, sullo spiazzo antistante, si tenevano le prediche obbligatorie che venivano imposte agli ebrei (come anche dinanzi a S.Angelo in Pescheria o al Tempietto del Carmelo) per tentare di operarne la conversione.
Una conferma esplicita dell'intolleranza religiosa che il luogo anticamente simboleggiava è rappresentata dall'iscrizione che tuttora appare sulla facciata della chiesa, tra il portale ed il dipinto della Crocifissione, che qui venne apposta in occasione della ricostruzione del 1729, inizialmente soltanto dipinta, poi sostituita dall'attuale lapide marmorea durante il restauro del 1858 per espressa volontà di papa Pio IX. L'iscrizione bilingue, in ebraico (a sinistra) ed in latino (a destra), si riferisce ad un passaggio del profeta Isaia e così recita: EXPANDI MANUS MEAS TOTA DIE AD POPULUM INCREDULUM QUI GRADITUR IN VIA NON BONA POST COGITATIONES SUAS POPULUS QUI AD IRACUNDIAM PROVOCAT ME ANTE FACIEM MEAM SEMPER CONGREGATIO DIVINA PIETATIS POSUIT, ovvero Tutto il giorno ho teso le mie mani ad un popolo incredulo, che procede lungo una strada non buona, seguendo le proprie idee. Un popolo che sempre mi provoca all'ira, proprio davanti al mio volto. La Congregazione della Divina Pietà pose.
Roma, Icone in mostra a santa Caterina ai Funari manortiz
IL DIVINO E LA BELLEZZA REDENTA
Mostra del Laboratorio di Spiritualità
e Tecnica dell'Icona La Glikophilousa
Roma 16 - 23 ottobre 2016
Chiesa di S. Caterina della Rosa ai Funari
Via dei Funari
Bocca della verità ( roma )
La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.
Il mascherone rappresenta un volto maschile barbato; occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno. Nel periodo della Roma Antica, la Bocca della Verità era un tombino[1]. I tombini, nella Roma Antica, riportavano spesso l'effigie di una divinità fluviale che inghiotte l'acqua piovana.
Quel che è certo è che il mascherone gode di fama antica e leggendaria: si presume sia questo l'oggetto menzionato nell'XI secolo nei primi Mirabilia Urbis Romae[2] (una guida medievale per pellegrini), dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli. In essa si dice Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum (Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno; tale simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò).
Un testo tedesco del XII secolo racconta un mito avverso all'imperatore che fu ritenuto restauratore del paganesimo, anche se ne fu solo seguace e assertore: descrive dettagliatamente come, da dietro quella bocca, il diavolo - qualificatosi come Mercurio (non a caso protettore dei commerci e anche degli imbrogli) - trattenesse lungamente la mano di Giuliano (che aveva truffato una donna e su quell'idolo doveva giurare la propria buona fede), promettendogli infine riscatto dall'umiliazione e grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità pagane.
Mario Airò, Surplace, Sant’Alessio all’Aventino, Roma
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Aventino. I residenti denunciano un abuso edilizio
Roma. Dopo il sottotetto irregolare realizzato in un palazzo a San Saba ci siamo spostati nel quartiere Aventino per denunciare un altro abuso edilizio. Servizio di Angela Nittoli
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Giaveno (TO) Il Mascherone Borbottone Racconta...
Aventino nel 2001, alla scoperta del Colle Magico di Roma con Emanuele Carioti T9
Aventino nel 2001, alla scoperta del Colle Magico di Roma con Emanuele Carioti T9
Emanuele Carioti - Giornalista & Blogger
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Arco Del Lauro
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Campo de' Fiori, a stop during the tour of Rome with Paolo Apolloni www.drivinguide.com
drivinguide.com - I've been taking people on tours of Rome for 40 years now and I've always tried to make my customers feel at home introducing them to the local customs and habits, like drinking from a one of the fountains you find as you walk the streets of Rome.
This video was filmed by my clients as we were strolling through the market of Campo de' Fiori, in the center of the city of Rome.
Ponte Sisto Roma 23/02/2014