Walk around Rome Italy 4K. Porta San Giovanni - Colosseum - Piazza del Campidoglio.
This walk through the capital of Italy, Rome, starts from Porta San Giovanni and passes Colosseo to Piazza Venezia and Piazza del Campidoglio.
0:00 Piazzale Appio Porta San Giovanni
4:10 Giardini Viale Carlo Felice
4:30 Monumento a San Francesco d’Assisi Giardini Viale Carlo Felice
7:45 Basilica di San Giovanni in Laterano
8:40 Chiesa di San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum
21:00 Scala Santa
23:45 Piazza Giovanni Paolo II Fontana dell’Obelisco Lateranense Battistero Lateranense di San Giovanni in Fonte
26:55 Via dell'Amba Aradam
29:45 Via di S. Giovanni in Laterano
36:45 Basilica di San Clemente
39:36 Ludus Magnus
40:40 Piazza Del Colosseo
41:10 Via Labicana
41:35 Parco del Colle Oppio
41:40 Colosseo
49:00 Viale di Parco del Celio
1:01:35 Arco di Costantino
1:02:00 Via Sacra Foro Romano
1:07:18 Clivo di Venere Felice
1:10:30 Via dei Fori Imperiali
1:16:10 Foro Romano
1:19:30 Foro di Augusto
1:24:55 Foro Traiano Mercati di Traiano Torre delle Milizie
1:28:45 Colonna Traiana
1:30:22 Chiesa di Santa Maria di Loreto
1:31:20 Altare della Patria
1:33:20 Piazza Venezia
1:48:00 View of Piazza D'Aracoeli
1:59:50 Piazza D'Aracoeli
2:04:00 View of Teatro Marcello
2:04:50 Explanada al Campidoglio
2:06:00 Piazza del Campidoglio
2:06:50 Palazzo Senatorio Statua equestre di Marco Aurelio
2:06:55 Palazzo Nuovo
2:07:32 Palazzo dei Conservatori
2:08:20 Via del Campidoglio
2:09:11 View of Foro Romano
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Museo Storico dei Bersaglieri a Porta Pia - www.HTO.tv
Il Corpo dei Bersaglieri nasce in forza di un Regio Viglietto, il 18 giugno 1836 dopo la costituzione, nella Caserma “Ceppi” di Torino, della 1^ Compagnia, ad opera dell’allora capitano del Reggimento Guardie (oggi Granatieri) Alessandro Ferrero de La Marmora(Torino,27 marzo 1799 – Crimea,7 giugno 1855). La Marmora voleva formare reparti celeri di carabine che dovevano avere una notevole possibilità di rapidi spostamenti caratterizzati da un fuoco preciso ed utile alle piccole distanze; in poche parole, l’intento era quello di avere a disposizione reparti di fanteria celere. I bersaglieri dovevano avere grande resistenza alle fatiche, per effettuare tanti e rapidi spostamenti, ottima mira con la carabina e intelligenza per trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.
Girando per l'Europa a proprie spese, La Marmora si accorse, infatti, che si stavano formando corpi di fanterie leggere per scontri sciolti in terreno vario (come quello piemontese montuoso e ricco di corsi d'acqua). Le denominazioni erano Alpen/ Kaiser/ Feld/ Land - jaeger (cacciatori), Schuetzen, Riflemans tutti da impiegare fuori dal tradizionale quadrato di fanteria. Dopo la soppressione dei cacciatori della guardia, anche da noi era apprezzabile tale nuova formazione.
Il nuovo corpo doveva esprimere la spigliatezza e l'impeto latino e accoppiare alla abilità del tiro la massima mobilità. La bellezza di chi corre senza tregua e senza stanchezza verso una meta raggiante, di vittoria e di sacrificio, che vive dell'orgoglio d'arrivar sempre primo; e vi arriva cantando allegramente, come un soffio di primavera, mentre le trombe squillano e i ritornelli segnano il ritmo.
Nasceva così la proposizione. Sul cadere del 1835, il maggiore dei Granatieri Guardie Alessandro La Marmora, presentò il programma e il suo furiere Vayra nella nuova divisa con un insolito cappello piumato, dove troneggiano le penne del gallo cedrone, che caratterizza tutt’oggi questi soldati. Dalla nascita del Corpo dei Bersaglieri all’inizio della guerra del 1848 contro l’Austriale compagnie diventarono sei, più una di studenti volontari. Furono suddivise in due battaglioni, il primo formato da quattro compagnie, compresa quella degli studenti, e il secondo formato da tre compagnie. Il loro battesimo sul campo avviene nella battaglia di Ponte Goito l’8 aprile del 1848, nel corso della Prima Guerra di Indipendenza dove lo stesso La Marmora rimane gravemente ferito. Nel 1855 il generale assume il comando della seconda divisione del corpo di Crimea per quella che sarebbe stata la sua ultima fatale spedizione. Dopo l’unità d’Italia, i bersaglieri vengono inviati nel Meridione per sconfiggere il brigantaggio.
Questa è solo una parte della lunga storia del Corpo dei Bersaglieri che è ben condensata e documentata nel Museo Storico dei Bersaglieri di Roma a Porta Pia. L'ideatore del Museo fu l'Ispettore dei Bersaglieri Edoardo Testafochi. Il Museo Storico dei Bersaglieri venne inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 18 giugno 1904, presso la Caserma La Marmora in Trastevere. Il Museo, assurto nel frattempo al rango di Ente morale con il Regio Decreto del 27 dicembre 1921, venne trasferito - per una intuizione del Commissario Straordinario, generale Martinengo di Villagana - nei locali di Porta Pia. Il Comune di Roma mise a disposizione i locali nel 1931 e il 18 settembre 1932 avvenne l'inaugurazione, in concomitanza con quella del monumento al Bersagliere nella piazza antistante. Passando sotto il grande arco della michelangiolesca Porta Pia si notano immediatamente ai due lati del Museo i busti in bronzo dei più illustri rappresentanti del Corpo, unitamente al monumento ad Enrico Toti. Il Museo, oggi diretto dal Col. Nunzio Paolucci, è su due piani e consta di cinque sale. Al momento, per ristrutturazione, sono visitabili solo le due ampie sale al pian terreno.
L’ala nord è dedicata ai cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione e all'evoluzione del Corpo, seguendo il filo logico delle vicende alle quali parteciparono reparti di bersaglieri: la saletta La Marmora, il Salone d'Onore ed il Sacrario. Nella saletta La Marmora, sono esposti il busto del Fondatore, il Decalogo del Bersagliere e due carabine, da lui ideate prima del 1836. Nel Salone d'Onore tra i diversi prezioni cimeli c'è la Proposizione originale, uno scritto di pugno da La Marmora per ottenere dal re Carlo Alberto la Costituzione del Corpo; l’uniforme del Colonnello Vayra, primo Bersagliere dal quale prese il nome del cappello piumato; i labari storici dei primi Reggimenti ed al centro due teche con cimeli riguardanti le tre guerre d’Indipendenza. L’ala si conclude con il Sacrario dedicato agli oltre centomila Caduti per la Patria; la sala, al cui centro è esposta la sciabola che La Marmora impugnò l'8 aprile 1848 a Goito, ha nella parete di fronte un ritratto ad olio del
L'intero articolo è sul sito: HTO.tv
Walk around Rome Italy 4K. Termini - Palazzo del Quirinale - Piazza San Pietro.
This walk through the capital of Italy, the city of Rome, begins at Termini Train Station and continues first to Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, then to Palazzo del Quirinale and Fontana di Trevi, then via Piazza di Spagna to Piazza San Pietro and Basilica di San Pietro.
0:00 Termini Piazza dei Cinquecento
1:15 Via Giovanni Giolitti
3:30 Via Gioberti
7:15 Piazza di S. Maria Maggiore
9:40 Basilica Papale di Santa Maria Maggiore
30:00 Via dell'Esquilino
31:45 Piazza dell'Esquilino
35:40 Via Cavour
39:30 Termini Piazza dei Cinquecento
43:45 Viale Luigi Einaudi
45:10 Piazza della Repubblica
47:35 Fontana delle Naiadi
48:15 Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
57:15 Via Vittorio Emanuele Orlando
57:25 Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano
58:10 Fontana del Mosè
58:20 Chiesa di Santa Maria della Vittoria
59:00 Via Venti Settembre
1:03:25 Le Quattro Fontane
1:04:20 Via del Quirinale
1:08:10 Villa Carlo Alberto al Quirinale
1:09:30 Piazza del Quirinale
1:10:05 Fontana dei Dioscuri
1:11:30 Palazzo della Consulta - Constitutional Court of Italy
1:12:10 Palazzo del Quirinale
1:16:10 Via della Dataria
1:18:40 Via di S. Vincenzo
1:20:20 Fontana di Trevi
1:29:50 Via della Stamperia
1:31:40 Via del Tritone
1:37:00 Piazza Barberini Fontana del Tritone
1:43:55 Via Sistina
1:49:25 Piazza della Trinità dei Monti Obelisco Sallustiano Trinità dei Monti
1:51:55 Scalinata di Trinità dei Monti
1:55:30 Piazza di Spagna Fontana della Barcaccia
1:56:25 Piazza Mignanelli Colonna dell'Immacolata
2:05:08 Via dei Condotti
2:08:20 Largo Carlo Goldoni
2:09:20 Via Tomacelli
2:13:15 Ponte Cavour
2:16:30 Via Vittoria Colonna
2:19:00 Corte Suprema di Cassazione
2:19:20 Piazza Cavour
2:22:50 Monumento statua Camillo Benso Conte di Cavour
2:23:40 Chiesa Valdese Cinema Adriano
2:27:20 Procura Generale della Repubblica Italiana presso la Corte di Appello di Roma
2:27:55 Piazza Adriana Parco della Mole Adriana
2:31:30 Castel Sant'Angelo Lungotevere Castello
2:33:55 Ponte Sant'Angelo
2:41:15 Via della Conciliazione
2:48:45 Vatican Piazza San Pietro Basilica di San Pietro
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MILANO - Chiesa di San Bartolomeo - via Moscova
LA STORIA - Per avere un quadro completo della Storia della Chiesa di S. Bartolomeo è necessario conoscere alcuni precedenti storici. Nei secoli antecedenti il XIX secolo la Chiesa di S. Bartolomeo si trovava presso il Naviglio e precisamente alla confluenza delle attuali via Manzoni, Fatebenefratelli e Piazza Cavour, accanto agli Archi di Porta Nuova ancora visibili. Ne dà testimonianza di questa stupenda veduta Marcantonio del Re.
Di questo periodo rimangono scarsissime testimonianze di quanto S. Carlo Borromeo prima e il Cardinale Federico Borromeo poi dedicarono la loro illuminata e concreta attenzione per l'ampliamento e la crescita di quel tempio.
Occorre tuttavia tenere presente alcune date che rivestono una certa importanza e che mettono in evidenza l'importanza di questa Chiesa
Fino al 1805 questa Chiesa fu Parrocchia sempre bene frequentata ed amata. Diverse famiglie nobili infatti vollero, per la loro ultima pietosa dimora, monumenti funebri e lapidi in questa Chiesa. Tra i vari casati significativi di quell'epoca si ricordano in modo particolare quelli di Bascapè, Bodio, Brivio, d'Adda, Fagnani. Lattuada, Meda, Melzi, Porta, Recalcati, Simonetta, Zanardi. In particolare viene ricordato la posa di un monumento di un nobile tirolese il Conte Carlo di Firmian, che fù Ministro Plenipotenziario di Milano di Maria Teresa D'Austria presso il Governo della Lombardia.
Nel 1683 la Contessa Teresa Godrone Serbelloni, pochi mesi dopo la vittoria contro i Turchi, attribuita alla intercessione di Maria, donò a questa Chiesa l'icone della Madonna del Buon Aiuto, che fu collocata all'altare laterale di S. Isidoro.
Questo quadro era una copia del quadro originale attribuito a Luca Muller de Kranack, pittore aulico di Federico III di Sassonia, che fu posto all'altare principale della Chiesa Cattedrale di Insbruck.
Le cronache di quel tempo raccontano che nell'archivio di quella Cattedrale, esistono 4400 certificati di favori spirituali e temporali ottenuti per l'intercessione della Beata Vergine dell'Aiuto.
Anche nella nostra Chiesa questa icone destò sempre molta devozione. Nacque un Pio Consorzio della Beata Vergine dell'Aiuto che raggruppava devoti e che in seguito fu chiamato Associazione della B. V. dell'Aiuto nel cui statuto venivano precisati alcuni doveri diretti a tenere viva la devozione ed al ricordo vicendevole dei partecipanti.
Continuando l'analisi di quei tempi è rimasto noto un episodio che si è verificato nel periodo delle Cinque Giornate di Milano per la presenza degli Austriaci, che merita di essere particolarmente ricordato.
Un reparto di soldati agli ordini di un certo Tenente Wolf aveva sfondato la porta della canonica della Chiesa di S. Bartolomeo alla ricerca di un noto antiaustriaco. Non avendolo trovato un soldato volle salire al primo piano di quella casa dove abitava un Sacerdote di nome Don Marino, noto in città perché considerato un ottimo quaresimalista e come Sacerdote dal carattere molto mite.
Non si seppe mai cosa realmente fosse successo. Forse si era soltanto rifiutato di dare le informazioni richieste riguardante la persona che veniva ricercata. Di fronte a questo rifiuto, quel soldato si era forse imbestialito. Conclusione Don Marino fù trovato sul pavimento esanime. L'austriaco non si era fermato nemmeno di fronte alla sacralità della veste talare.
In seguito e cioè dal 1805 per varie ragioni fu aggregata alla Chiesa vicina di S. Francesco da Paola come sussidiaria.
Fu in concomitanza con l'unità di Italia e cioè col 1861 che si decise, unicamente per sole ragioni di ristrutturazione urbanistica , l'abbattimento dell'antica chiesa che venne ricostruita nella attuale posizione di Via della Moscova, 6. L'architetto di questo tempio fu Maurizio Garavaglia che diede un taglio architettonico egregio. Nel recente restauro sono stati messi in evidenza ornamenti particolari che sono stati trattati dai restauratori con speciali attenzioni. Tra l'altro questa Chiesa viene molto apprezzata per la particolare acustica, che rende gradevole anche l'ascolto dei vari concerti.
Nel 1901 la Chiesa di S. Bartolomeo Ap. fu riconfermata Parrocchia. Il presente sito è stato voluto anche per ricordare questo centenario.
Monsignor Cesare Boga
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video prodotto da TELENOVA
testo da chiesadimilano.it
Milano from the Top - Palazzo della Regione
Splendida visita al 39° piano del Palazzo della Regione Lombardia di Milano, con un belvedere a 360 gradi sulla città.
Awesome landscape view from the top of Palazzo della Regione Lombardia, beautiful view on Milano from the Top @ 360°.
Music : Royalty Free Music from Bensound
PORTA VITTORIA/PIAZZA 5 GIORNATE (MILANO, ITALY)
Porta Vittoria (già porta Tosa)/Piazza 5 Giornate, Milano, Lombardia, Italia. Porta Vittoria, già Porta Tosa, è la più orientale delle porte delle mura spagnole di Milano. Il 22 marzo 1848, durante la ribellione delle Cinque Giornate, fu la prima tramite l'uso di barricate mobili ad essere espugnata dagli insorti, fra i quali si distinse il patriota Manara. Dopo l'Unità d'Italia (1861) per ricordare la vittoria Porta Tosa venne ribattezzata Porta Vittoria e nel 1881 venne indetto un concorso per il progetto di un monumento celebrativo da edificare in luogo della porta. Risultò vincitore Giuseppe Grandi che progettò un obelisco a simboleggiare lo sforzo unitario del popolo per la libertà. Il monumento fu inaugurato il 18 marzo 1895. Le vie circostanti sono state dedicate negli anni ai più importanti patrioti milanesi. L'arco dell'antica porta venne abbattuto e oggi l'obelisco si può ammirare circondato da una piazza intitolata alle Cinque Giornate. Le Cinque giornate di Milano rappresentarono un'insurrezione popolare avvenuta tra il 18 e il 22 marzo 1848, per mezzo della quale i cittadini milanesi si liberarono dal dominio austriaco. Fu questo uno dei maggiori episodi della storia risorgimentale italiana del XIX secolo, oltre che dei moti liberal-nazionali europei del 1848/49. Quasi contemporaneamente ai moti popolari del 1848, che si diffusero nel Regno Lombardo-Veneto, insorgeva, il 18 marzo di quell'anno la città di Milano: fu questo il primo episodio a testimonianza dell'efficacia dell'iniziativa popolare, che guidata da uomini consapevoli degli obiettivi della lotta, poteva rivelarsi in grado di influenzare le decisioni dello stesso re di Sardegna Carlo Alberto, che dopo aver a lungo esitato, approfittando della debolezza degli austriaci in ritirata, dichiarò guerra all'Impero asburgico (Prima guerra d'indipendenza). Il suo ambiguo atteggiamento rivelò però che l'unico suo vero interesse era l'opposizione all'instaurazione di un regime repubblicano rivoluzionario a Milano, con la sua apatia verso gli ideali indipendentisti nazionali, di cui invece si servirono abilmente i suoi successori per fini espansionistici personali.
MILANO 1966 / WWII IN MILAN, ITALY (1 of 2)
TESTIMONIANZE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE A MILANO. Filmato originale in 8 mm muto (1966).
Alcune lapidi dei caduti, segnalazioni di idranti ed uscite di sicurezza, i rifugi antiaerei della Innocenti (le piramidi) e dello scalo ferroviario di Porta Garibaldi, spezzoni incendiari conficcati nel selciato (esagoni), resti di case bombardate, la scuola di Gorla, scheggiature di proiettili sui muri, alberi scheggiati dalle bombe, il Monte Stella, i fasci del cinema Tonale, la Fiera di Sinigaglia e un camion USA tipo Dodge.
NutrireMilano.m4v
Nutrire Milano, energie per il cambiamento è un progetto promosso da Slow Food Italia, con la collaborazione di Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano. Il progetto è finanziato da Fondazione Cariplo, Comune di Milano e Parco Agricolo Sud Milano.
Il progetto è ufficialmente partito nel mese di ottobre 2008.
Nutrire il pianeta, energia per la vita, il motto dell'Expo 2015 descrive uno stimolo preciso rispetto a quello che sarà il destino della terra nel futuro prossimo. Ma come possiamo immaginare di diventare un riferimento su queste tematiche quando il contesto milanese rappresenta un cattivo esempio rispetto agli argomenti che verranno discussi nel 2015?
Il Parco Agricolo Sud Milano è oggi un'area di 47.000 ha, coltivati prevalentemente in modo intensivo e convenzionale, a dispetto di una percentuale irrilevante (3-4 %) dedicata alla policoltura e ai sistemi ecocompatibili. L'agricoltura della zona non è, se non in minima parte, al servizio della città e dei cittadini.
I milanesi che oggi cercano prodotti di qualità riescono a reperirli soltanto al di fuori del contesto cittadino, spesso con servizi porta a porta provenienti da altre regioni.
Inoltre, il territorio periurbano agricolo è sottoposto a forti spinte verso la cementificazione. Occorre quindi trasformare, e rendere redditizia, l'agricoltura secondo concetti di sostenibilità e innovazione al servizio di produttori e cittadini (co-produttori): pensare e implementare un cambiamento sistematico e radicale del modo in cui si concepisce la relazione fra l'agricoltura periurbana e la città.
Il progetto Nutrire Milano, energie per il cambiamento consegnerà alla città un nuovo assetto infrastrutturale e di servizi per creare relazioni dirette di scambio con il Parco Agricolo Sud Milano e le sue risorse, che definirà un modello agroalimentare metropolitano di eccellenza, un vero e proprio monumento territoriale per celebrare e rappresentare la città, non solo in funzione dell'Expo 2015.
nutriremilano.it
TORINO - Palazzi del centro storico
Palazzi lungo via Cernaia e il Giardino Lamarmora con il monumento dedicato al Generale Lamarmora. Altri palazzi storici lungo via Pietro Micca la quale conduce in Piazza Castello.
CRESCENZAGO, 25 APRILE 2010, MILANO, ITALY (3 of 3)
CRESCENZAGO (MILANO ZONA 2).
Domenica 25 aprile 2010: tradizionale corteo dalla sede della sezione ANPI di Crescenzago di piazza Costantino, lungo via Padova, fino al Monumento ai Caduti di via Don Orione. A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani Italiani, sezioni della Zona 2. Video realizzato per la sezione ANPI Luigi Viganò di Precotto (Milano) alla memoria della compagna Paola Mognaschi, recentemente scomparsa.
Arona (Novara) - Borghi d'Italia (Tv2000)
Il sesto appuntamento stagionale di Borghi d’Italia ci porta sulle sponde del Lago Maggiore ad Arona (Novara), paese natale di San Carlo Borromeo. Il Comune, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e Bandiera Blu per la qualità delle sue spiagge ed acque, presenta tanti itinerari interessanti. Nel corso del programma incontriamo il sindaco, il parroco e gli altri protagonisti del territorio. Visitiamo il centro storico, le chiese, la rocca e il museo archeologico dove è racchiusa la storia di Arona dal Neolitico al Medioevo. In evidenza anche il suggestivo lungolago, le ville storiche e la colossale statua di San Carlo (altezza totale 35 metri) ultimata nel 1698 per tramandare nei secoli la grandezza della figura del Santo Arcivescovo di Milano. Il monumento, oggi definito il “San Carlone”, ha ispirato nel 1875 la costruzione della Statua della Libertà di New York. La puntata racconta anche le manifestazioni, i piatti tipici e il dialetto locale. Passate Parola e Buona visione!
La Certosa di Garegnano Milano
Fondata il 19 settembre 1349 da Giovanni Visconti, arcivescovo e signore della città, la Certosa di Garegnano ebbe l'onore, nell'estate del 1357, di ospitare anche Francesco Petrarca. La struttura sorgeva a soli quattro chilometri a ovest dalle mura cittadine di Milano nell'allora borgo rurale di Garegnano e venne realizzata - spiega l'atto di fondazione - col preciso intento di consentire ai monaci che l'amministravano di vivere in ritiro solitario e pregare anche per l'arcivescovo il quale, divenuto anche signore temporale, non poteva badare adeguatamente agli aspetti ecclesiastici che il suo ruolo gli imponeva. A tale scopo il Visconti la dotò di ampie proprietà terriere e immobiliari, campi, vigne e boschi siti nella Pieve di Trenno, le cui rendite potevano garantire il sostentamento dei monaci, e la esentò da ogni tassa e dazio, essendo l'ordine certosino un ordine dedito esclusivamente alla preghiera e alla contemplazione.
I lavori per la costruzione del monastero vennero in gran parte completati dal 1352, anche se la chiesa venne ufficialmente consacrata solo nel 1367. Uno dei priori di questa certosa fu Stefano Maconi che, su suggerimento della moglie del duca Gian Galeazzo Visconti, sarà uno dei primi priori della Certosa di Pavia. Nel corso del Trecento, Luchino Visconti fece cospicue donazioni alla fabbrica della certosa perché venisse ampliata e vi venissero costruiti nuovi altari.
Il complesso, dedicato alla Madonna, era inserito all'interno del Bosco della Merlata, una zona molto frequentata da briganti e banditi i quali, nella notte del 23 aprile 1449 penetrarono nella certosa e compirono razzie impadronendosi di oro e preziosi. Della struttura antica risalente al Trecento e Quattrocento si conserva poco, in particolare il chiostro piccolo, o Claustro Parvo, sul lato destro della chiesa, e l'abside quadrangolare di questa con il tiburio ottagonale.
Il complesso della certosa fu pressoché completamente riedificata sotto la direzione dell'architetto Vincenzo Seregni, già a capo della Fabbrica del Duomo, a partire dagli anni settanta del Cinquecento. Al Seregni spettano in particolare il Cortile dell'Elemosina, il Cortile d'Onore, il Grande Chiostro, Il Chiostro della Foresteria e la ristrutturazione della chiesa, un tempo divisa nettamente in due aree, una destinata ai monaci, l'altra ai conversi.
In tempi successivi la certosa ospitò personaggi illustri della vita politica e religiosa del tempo come San Bernardino da Siena, San Carlo Borromeo e Filippo IV di Spagna.
Essa rimase in auge sino alla soppressione degli ordini contemplativi nel 1779 voluta da Giuseppe II. Utilizzata come caserma durante l'occupazione napoleonica, venne ripristinata al culto con la restaurazione austriaca. Durante l'Ottocento venne visitata da Lord Byron il quale fu particolarmente colpito dai suoi affreschi che descrisse in una sua lettera.
Con la trasformazione in parrocchia del borgo di Garegnano, fu eliminato il tramezzo che suddivideva in due la chiesa, rimossi gli stalli e negli anni trenta del Novecento fu costruito l'altare maggiore.
Pur mutilata del chiostro grande (distrutto all'epoca della secolarizzazione napoleonica), e lambita dal cavalcavia che collega alle autostrade dei Laghi e alla Torino Venezia, resta un monumento di notevole interesse.
Inaugurazione della linea aerea Milano-Bucarest
Giornale Luce C0268 del 05/08/1942
Descrizione sequenze:bandiere sventolano all'aeroporto ; gli aerei pronti al decollo, bagagli dei passeggeri ; i passeggeri salgono a bordo di aerei, salutano amici ; una famiglia nell'aereo, il decollo ; l'aereo sorvola il Danubio ;
Archivio Storico Luce .
Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi più belli di come eravamo, rivissuti attraverso i film, i documentari e i video che hanno fatto la storia del nostro Paese.
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Monumento ai Ferrovieri caduti sul lavoro (Stazione Ferroviaria di Fidenza)
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Turin,Italia día 3 la Molle monumento de Turin
de viaje con Erika Raven en Italia
#europa #turin #italia #torino #museo #torre
Milano da scoprire, Parco Marinai d'Italia e Palazzina Liberty
Settantaduemila metri quadrati , anticamente occupati da un fortilizio austriaco (sino alla cacciata nel 1848 durante le Cinque Giornate), quindi ospitarono, dal 1911, il Verziere (mercato ortofrutticolo) sfrattato dalle zone più centrali della città (si trovava nell'attuale largo Augusto). Nel 1967 vi fu inaugurato il Monumento al Marinaio d'Italia, opera di Francesco Somaini, quindi completato con un parco ricco di specie arboree. Per sei anni presso la Palazzina Liberty (1974-1980) vi fu la sede del Collettivo Teatrale La Comune di Dario Fo e Franca Rame. La Palazzina, ai tempi del Verziere, era la sede del bar-ristoro. Attualmente dopo i restauri è sede di una scuola musicale e di varie attività culturali. Da ricordare anche il monumento alle Vittime del Lavoro e quello ai Donatori di Sngue. Il Parco, nel 1987, venne intitolato al dottor Vittorio Formentano fondatore dell' A.V.I.S..
Milano da scoprire, S Pietro in Gessate
Monumento del '400 Lombardo. Venne commissionato dalla famiglia Portinari, banchieri fiorentini rappresentanti del Banco a Milano. Fu costruita sull'area di una preesistente chiesa degli Umiliati risalente al 1300. Architetto fu Guiniforte Solari, il medesimo progettista di Santa Maria delle Grazie. Sita in corso di Porta Vittoria, di fronte al Tribunale. All'interno affreschi (in parte rovinati dalle intemperie e soprattutto dal bombardamento del 1943) del Montorfano, del Butinone, dello Zenale, di Gian Battista Secchi, di Francesco del Cairo. Notevole anche la sepoltura di Ambrogio Grifi. Fu anche, dal 1772 al 1933 sede dei Martinitt (i trovatelli milanesi).
CIMITERO MONUMENTALE, MILANO, ITALY (2 of 2)
Cimitero Monumentale, Milano, Lombardia, Italia. Il Cimitero Monumentale è il grande cimitero situato vicino al centro di Milano nella piazza omonima. Progettato dall'architetto Carlo Maciachini (1818-1899) è stato aperto nel 1866 e da allora è stato arricchito da molte sculture italiane sia di genere classico che contemporaneo, come templi greci, elaborati obelischi e altri lavori originali come una versione ridotta della Colonna di Traiano. Il Famedio (dal latino famae aedes: Tempio della Fama) è l'entrata principale del cimitero monumentale. Consiste in una voluminosa costruzione in stile neo-medievale di marmo e mattoni. Il Famedio venne inizialmente ideato per essere una chiesa, mentre dal 1870 venne utilizzato come luogo di sepoltura degli italiani più onorati come Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo. Sono rappresentate nel Famedio altre importanti figure legate a Milano che sono sepolte in altri luoghi, come ad esempioGiuseppe Verdi, che si trova nella non lontana casa di riposo per musicisti da lui fondata. Il Civico Mausoleo Palanti, opera dell'architetto Mario Palanti, è una tomba destinata ad ospitare defunti milanesi non abbastanza celebri per l'ammissione al Famedio, ma rappresentativi per qualche merito avuto in vita. Il monumento commemorativo dei circa 800 milanesi uccisi nei campi di concentramento nazisti si trova invece nell'area centrale, subito scesi dalla scalinata interna del Famedio, ed è opera del gruppo BBPR, formato da importanti esponenti dell'architettura razionalista italiana, uno dei quali (Gianluigi Banfi) morì a Mauthausen nel 1945. Il cimitero ha una sezione speciale per coloro i quali non appartengono alla religione cattolica.
IL BERSAGLIERE HA 100 PENNE (C.C. “CONCETTO MARCHESI” DI MILANO)
MUSICA E CANTI PARTIGIANI CON IL QUARTETTO GIULIANA CECCHERINI, NARCISO MOSCHINI, EZIO CUPPONE E MARCO DAL TOSO.
Sabato 21 aprile 2018, presso il Centro Culturale “Concetto Marchesi” di via Spallanzani 6 a Milano (zona di Porta Venezia), Lombardia, Italia, in occasione del 73esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo e per ricordare i 100 anni dalla nascita del Comandante dei GAP Giovanni Pesce (“Visone”), convegno sul tema “Le destre in Italia e in Europa” con la partecipazione di Saverio Ferrari, Tiziana Pesce, Onorio Rosati, Massimo Gatti e Carlo Parascandolo.
Intermezzo musicale con il quartetto composto da Giuliana Ceccherini, Narciso Moschini, Ezio Cuppone (Coro ingrato) e Marco Dal Toso.
Il repertorio ha compreso i brani Ti ricordi, La Brigata Garibaldi, Il bersagliere ha 100 penne, Dalle belle città, Fischia il vento, Marciam marciam e Bella ciao.
Video realizzato per la sezione dell’ANPI “Nicolai Bujanov” (partigiano sovieticodi 19 anni caduto in combattimento nel luglio del 1944 nella zona di Cavriglia in provincia di Arezzo).
La 'Croce di Carlo V' tra leggende e realtà
Sulla cosiddetta 'Croce di Carlo V 'esistono molte leggende e ancora oggi l'origine del manufatto è fonte di un acceso dibattito tra gli storici di professione e gli appassionati che nella nostra città certo non mancano . Secondo la aneddotica più diffusa, infatti, la croce sarebbe un monumento alla vittoria del marzo del 1528, quando Foggia fu teatro di un violento scontro tra Carlo V e Francesco I, Re di Francia, aspiranti al trono di Napoli. Secondo altre fonti invece, l'opera venne commissionata da Carlo V in onore della battaglia del 1530 vinta dal suo esercito nella campagne tra Cerignola e Canosa. In entrambi i casi, il vincitore del conflitto volle erigere a imperituro ricordo di questo avvenimento, fuori Porta Arpana, la famosa croce che oggi possiamo ammirare al Museco Civico cittadino e dinanzi la chiesa di San giovanni Battista.
A spiegare come stanno realmente i fatti ed a sfatare il mito della croce ci ha pensato Saverio Russo. Il presidente della Fondazione Banca del Monte, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Foggia nonché ordinario di Storia Moderna, intervenuto durante la cerimonia di ricollocamento del calco della croce lunedì scorso, 30 giugno 2014, ha spiegato che non esistono fonti in grado di attribuire la commissione dell'opera a Carlo V. Al contrario, è certo che la battaglia vinta dalle truppe spagnole tra Cerignola e Canosa è del 1503 (e non del 1530) e che a marzo del 1528 quella tra truppe francesi e imperiali nel centro di Foggia fu una scaramuccia in cui, ad ogni buon conto, ebbero la meglio i francesi di Francesco I (come rileva il Di Cicco ne il Libro rosso della città di foggia, p. 17 nota). I mancanza di altri documenti, secondo il professor Russo, la croce va considerata come un segno devozionale, probabilmente eretto nel 1544 dal mastrogiurato Prospero della Bastia, uomo eminente dell'amministrazione cittadina del tempo (e che fu mastrogiurato, cioè sindaco della città, in diversi momenti dal 1539 al 1557).