Torino Porta Palatina e Parco Archeologico
Già nota come Porta Doranea nell'XI secolo, il nome Porta Palatina è da considerarsi sicuramente successivo all'epoca romana e deriva dal latino Porta Palatii. L'origine di tale termine può essere riconducibile a diverse ipotesi. La prima e più attendibile di queste, suggerisce che sia da attribuire alla contiguità del Palatium, ovvero l'edificio che fu sede imperiale dei sovrani Longobardi. Una seconda ipotesi potrebbe ricondurre alla contigua presenza di un presunto anfiteatro edificato nei pressi dell'attuale Borgo Dora. La rapida caduta in rovina dell'ipotetica struttura circense, potrebbe averle valso l'attribuzione del nome Palatium.
PARCO ARCHEOLOGICO TORRI PALATINE, TORINO, ITALIA. McD'AGO
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Parco archeologico di Liternum
Seconda Università degli Studi di Napoli
Dipartimento di Architettura
Tesi in restauro ''Parco archeologico di Liternum''
Candidato: Giovanni D'Alterio
Relatore: Prof. Saverio Carillo
Correlatori: Prof. Andrea Buondonno Prof. Mario Pisani
TORINO ( Italy ) - PARCO STORICO ARCHEOLOGICO DI TORRE PALATINA-The Archaeological Historical Park -
La Porta Palatina, ancora oggi uno dei monumenti simbolo di Torino, è uno degli esempi meglio conservati di porta urbica edificata all’inizio della nostra era.La struttura è del tutto simile a quella della porta ”Decumana” inglobata in Palazzo Madama: due torri a sedici lati, alte ancora oggi più di trenta metri, erette su una base quadrata, affiancano un corpo centrale lungo circa venti metri nel quale si aprono due fornici carrai centrali e due più piccoli fornici pedonali laterali. Nel corpo centrale (interturrio) si trovano due ordini sovrapposti di finestre, ad arco il primo e con piattabanda piana il secondo. Le torri, oggi vuote, conservano all’interno le tracce dei solai originali in legno; quattro ordini di finestre ad arco si aprono su lati alterni. Sulle pareti interne dei passaggi sono ancora visibili le guide di scorrimento delle grate di chiusura delle porte, che venivano manovrate dal piano superiore.
La muratura ha paramenti esterni in mattoni sesquipedali e un conglomerato interno di ciottoli e malta; a intervalli regolari il piano è segnato da un corso di mattoni. Mentre la facciata interna è liscia, motivi decorativi architettonici movimentano quella esterna: i fornici sono delimitati in alto da una fascia di pietra chiara e da una cornice aggettante con gocciolatoio a dentelli; nel primo ordine leggere paraste inquadrano le finestre, mentre nel secondo, sottolineato da un’altra cornice con gocciolatoio a dentelli, le finestre sono profilate da una elaborata piattabanda con archetto di scarico.
Alla facciata interna era addossato il cavaedium, l’avancorpo quadrato a corte interna aperta che monumentalizzava l’ingresso in città; le poche tracce superstiti fanno ipotizzare una profondità di circa dodici metri.
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Parco Archeologico delle Porte Palatine a Torino in Video 360
Parco Archeologico delle Porte Palatine a Torino in Video 360. Naviga all'interno del video utilizzando il mouse.
Maggiori informazioni su:
Parco archeologico, non parking - 19 agosto 2015
Presidio alla Cittadella di Torino. Servizio di Rai 3 Piemonte del 19 Agosto 2015.
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE URBANA - Parco Dora Torino
Il Parco Dora è un parco postindustriale della città di Torino di 456.000 m² di estensione, situato nell'area di Spina 3 dove fino agli anni Novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin. Prende il nome dal fiume che lo attraversa, la Dora Riparia
TORINO - Porta Palatina
La Porta Palatina era la Porta Principalis dextera che consentiva l'accesso da settentrione alla Augusta Taurinorum, ovvero la civitas romana oggi nota come Torino.
Essa rappresenta la principale testimonianza archeologica dell'epoca romana della città, nonché una delle porte urbiche del I secolo a.C. meglio conservate al mondo.
Inaugurato il Parco Archeologico di Montalto Dora
Una palafitta dell'era Neolitica, una staccionata, gli attrezzi da lavoro e di vita quotidiana di quasi settemila anni fa: sono gli ingredienti del Parco Archeologico del lago Pistono inaugurato a Montalto Dora, seconda tappa di un progetto culturale e turistico avviato nel 2005 e che ha visto nel 2012 l'inaugurazione dell'area espositiva dei reperti recuperati con gli scavi promossi dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte.
Due passi per Torino
Torino, 2012, Il Duomo. Porta Palatina. Palazzo di Città. Via Milano. Via Cernaia. Piazza Solferino. Piazza San Carlo.
Driving to Parco Archeologico Selinunte
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GLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI SIBARI (CS) CON XIAOMI MI DRONE 4K
UN PO' DI STORIA
La zona della Sibaritide fu il centro della civiltà degli Enotri, che ebbe la massima fioritura nell'Età del ferro, prima di essere spazzati via dai coloni greci giunti dall'Acaia nel 730-720 a.C. circa. I Greci sconfissero e ridussero i locali alla schiavitù, quindi fondarono Sibari (Sybaris), il centro della zona dove transitavano le merci provenienti dall'Anatolia, in particolare da Mileto. Nell'Antichità la ricchezza di Sibari era proverbiale, ma la sua sorte fu segnata, dopo la vittoria contro Siris (alleata a Crotone e Metaponto), dalla guerra contro Crotone. Il conflitto nacque probabilmente per ragioni di contese commerciali e culminò con la battaglia del Traente (510 a.C.), che vide la vittoria dei crotoniati, l'assedio di Sibari e, settanta giorni dopo, la sua distruzione, per la quale venne anche deviato il fiume Crati affinché passasse sopra le rovine della città sconfitta.
I sopravvissuti di Sibari partirono per la madrepatria, dove ottennero l'aiuto di Atene per tornare in Calabria e fondare, nel 444 a.C. con altri nuovi coloni ateniesi, una nuova colonia sullo stesso sito, chiamata poi Turi. Il nuovo impianto della città fu progettato dal famoso architetto e urbanista Ippodamo. I conflitti però tra sibariti e ateniesi portò a un conflitto interno, che culminò con la cacciata dei sibariti.
Nel 194 a.C. la città fu fondata nuovamente come colonia romana con il nome di Copiae, che fu presto cambiato nuovamente in Thurii. Continuò ad essere in un certo qual modo un luogo importante, posta in una posizione favorevole e in una regione fruttifera, e sembrerebbe che non sia stata completamente abbandonata fino al Medioevo.
Dimenticata in seguito, i suoi resti vennero individuati scavati a partire dal 1932 e con particolare intensità dal 1969. Tutt'oggi sono aperti vari cantieri, per cui lo scavo è ancora lontano da essere esaurito.
Il 18 gennaio 2013 una forte alluvione ha provocato un allagamento all'area archeologica di Sibari, a causa anche dell'incuria dell'uomo. 20 mila metri cubi d'acqua hanno coperto interamente il parco archeologico.
Le esplorazioni archeologiche nella prima metà del Novecento si erano limitate ad alcuni sopralluoghi da parte di Umberto Zanotti Bianco e, in seguito, anche di Paola Zancani Montuoro, che avevano consentito di mettere in luce resti di strutture antiche (essenzialmente di età romana, risalenti alla colonia latina di Copia, sorta sul sito di Thurii) nell'area di Parco del Cavallo. Campagne di scavo estensive e in profondità erano rese difficili dalle condizioni del terreno acquitrinoso e dalla falda affiorante, tale da richiedere un consistente supporto tecnico per l'aspirazione e il drenaggio dell'acqua. Solo alla fine degli anni Sessanta del Novecento si riuscì a varare un programma sistematico di scavi a Sibari e fra il 1969 e il 1974 vennero condotte regolari campagne di scavo, con saggi nelle località di Parco del Cavallo, Stombi, Prolungamento strada e Casa Bianca.
Esse misero in luce, oltre ai noti resti di età romana, strutture risalenti all'età arcaica e classica, riferibili pertanto sia alla Sibari arcaica che ai successivi insediamenti fino a Thurii. I materiali, in massima parte soggetti a processi di fluitazione e dilavamento, corrispondevano a queste fasi cronologiche ma permettevano anche di risalire all'ultimo quarto dell'VIII secolo a.C. e, quindi, all'epoca della presunta fondazione di Sibari, ovvero, ~720 a.C. Essi trovavano conferma e, in seguito, furono ulteriormente supportati dai ritrovamenti fatti nelle aree immediatamente a ridosso della piana di Sibari, come Francavilla Marittima (Timpone della Motta) e Torre del Mordillo.
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Confiscati 200 reperti archeologici a Torino
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Musei italiani. Sistema nazionale - Parco archeologico di Ercolano
In occasione del quarto incontro del ciclo organizzato dalla Direzione generale Musei per promuovere il Sistema museale nazionale, venerdì 21 luglio Francesco Sirano presenta il Parco archeologico di Ercolano, tra i più recenti istituti dotati di autonomia speciale del MiBAC.
Per maggiori informazioni musei.beniculturali.it
Torino, Il Nilo a Pompei: quando l'Egitto incontra la romanità
Torino (askanews) - Trecentotrenta reperti provenienti da 20 musei italiani e stranieri che raccontano le tappe della diffusione di culti e contaminazioni artistiche dall'antico Egitto all'Italia del periodo romano. È il senso della mostra Il Nilo a Pompei - Visioni d'Egitto nel mondo romano, aperta sino al 4 settembre al Museo Egizio di Torino.
Nove le sezioni espositive che portano idealmente in viaggio da Alessandria d'Egitto alla greca Delo fino a Pozzuoli, Cuma, Benevento, con un particolare focus su Pompei ed Ercolano. Per la prima volta vengono esposti a Torino reperti di grande valore provenienti da Pompei, come gli affreschi del Tempio di Iside o quelli della Casa del Bracciale d'Oro.
È la prima tappa del progetto Egitto - Pompei, frutto della collaborazione tra il Museo Egizio, la Soprintendenza di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il direttore generale della Soprintendenza di Pompei, Massimo Osanna, a Torino per tenere a battesimo la mostra si è detto molto lieto di questa collaborazione, perché Pompei sta vivendo un momento di grande dinamismo.
Questa mostra fa vedere in maniera nuova come Pompei sia uno dei nodi di questo network mediterraneo che a Pompei abbiamo documentato con moltissimo materiale, spiega Osanna. Non solo i culti come quello di Isis, di cui Pompei è una testimonianza significativa, ma anche con materiali legati al commercio come il trasporto delle merci che arrivavano a Pompei dall'Egitto, da tutto il Nordafrica e dal vicino Oriente e qui raccontiamo proprio queste connessione mediterranee, ha concluso il soprintendente di Pompei.
Si parte da Pompei, il sito archeologico più importante d'Italia, per osservare come l'Egitto abbia profondamente influenzato il nostro paese, ha aggiunto il direttore dell'Egizio Christian Greco. La globalizzazione non è un invenzione del XX secolo, nel Mediterraneo esisteva già nei tempi antichi, ha sottolineato Greco.
Kronomakia - Parco archeologico Porta Palatina
Passeggiata attorno all'intervento di sistemazione area archeologica Porta Palatina a Torino.
La musica di sottofondo è una versione del pezzo dei Bee Gees con testo in latino, eseguita dall'Ensemble Micrologus (gruppo di musica antica) e Daniele Sepe con la Rote Jazz Fraktion, dall'album Kronomakia - 2008 - Manifesto Dischi
Polo Reale di Torino
Il Polo Reale riunisce in un unico complesso architettonico la Biblioteca Reale, l'Armeria Reale, il Palazzo e i Giardini Reali, la nuova Galleria Sabauda, il Museo Archeologico con il Teatro Romano e Il Palazzo Chiablese.
Il collegamento delle strutture museali offre lungo quasi tre chilometri uno straordinario percorso di visita fra storia, cultura, arte e paesaggio, per rivivere l'intera storia della città, dal primo insediamento romano all'Unità d'Italia. INFO: poloreale.beniculturali.it
Turismo Italia: boom di visite nel 2017 in Musei e Parchi archeologici
Turismo Italia: boom di visite nel 2017. Servizio di Marco Burini