santi romeni
san gervasio e protasio sabato 28 giugno 2009 la chiesa romena ortodossa a pavia riceve in dono le reliquie dei santi gervasio e protasio martiri e dona alla diocesi di pavia un crocefisso e due icone.
prima chiesa ortodossa romena in italia si trova a pavia via della repubblica 50, chiesa di san siro ora divenuta santi romeni parroco don nicolae pope.
presente il vescovo romeno siluan span e il vescovo di pavia s.e.giovanni giudici e il neo sindaco della citta' alessandro cattaneo che ha voluto partecipare come segno della cittadinanza.
Campane di Cortenova (LC) - Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Distesa di cinque campane ambrosiane, do3, re3, mi3, fa3 e sol3, della ditta Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1907 - Cfr. - Se ami la musica barocca o liturgica, visita anche
Le campane di Pavia - Parrocchia di Santa Maria del Carmine
Pavia, Parrocchia di Santa Maria del Carmine
Diocesi di Pavia
Concerto di 5 campane in Re3
Fuse da Barigozzi nel 1843
Sagoma: Normale
Sistema: Ambrosiano
Allegrezza e Concerto Solenne a 5 campane per la Santa Messa Festiva delle ore 10.30 nella XXVII Domenica di T.O. (Ore 10.15)
- Suona: Paolo Branchi, a cui vanno i miei più vivi complimenti! -
Ed ecco finalmente il concerto di queste campane! Dato che per la messa fanno una misera distesina, avevo pensato già da molto di ri-riprenderle e domenica si è presentata l'occasione.. dovendo andare a Pavia per incontrare Paolo gli ho proposto di chiedere al Sacerdote se si poteva suonare le campane ed egli ha accettato! Avrei voluto suonare anch'io ma non essendoci nessuno, ho dovuto guardare le video.. pazienza, gustatevi il solenne di Paolo che è belissimo! :D A presto!
Basilica di Sant'Ambrogio in Milano
La basilica di Sant'Ambrogio è una delle più antiche chiese di Milano e si trova in piazza Sant'Ambrogio. Essa rappresenta ad oggi non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e medioevale, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. Edificata tra il 379 e il 386 per volere dello stesso vescovo Ambrogio, che la dedicò ai santi martiri in essa sepolti (ovvero i santi martiri Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio).
Preghiera a San Siro di Pavia
Preghiera a San Siro di Pavia
Glorioso San Siro di Pavia, illustre messaggero del Signore, amante e difensore della Chiesa di Cristo dai suoi nemici, ispira anche a noi quel sentimento cristiano che fece della Tua vita un continuo adoperarsi per il Vangelo, e che ora Ti fa godere della visione di Dio in Cielo. Benedicici, vescovo Siro, perché possiamo fare sempre la Volontà del Padre.
Amen.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Amen.
L' Altare d'oro della Basilica di Sant'Ambrogio ed il Sacello di San Vittore in ciel d'or Milano
La forma di grande parallelepipedo doveva ricordare sin da allora una cassa-sarcofago, ma non venne progettato per contenere i resti dei santi. Le quattro facce laterali sono decorate da pannelli a loro volta suddivisi in storie più piccole.
Le storie sono divise da ricche cornici con motivi a filigrana e pietre incastonate, e anche in altri punti sono sparse una gran quantità di gemme e placchette policrome in smalto cloisonné. La tecnica di realizzazione dei rilievi è quella dello sbalzo.
Lato anteriore Modifica
Il lato anteriore, in oro, è rivolto verso i fedeli e diviso in tre pannelli di uguale grandezza. Quello centrale contiene una croce detta clipeata, per la presenza al centro di un ovale che contiene il Cristo Pantocratore in trono. In corrispondenza dei bracci è raffigurato il tetramorfo, ossia i simboli dei quattro evangelisti (in alto l'aquila di Giovanni, a sinistra il leone di Marco, a destra il bue di Luca e in basso l'angelo di Matteo); nei quattro pannelli d'angolo sono raffigurati a gruppi di tre gli apostoli.
I due pannelli laterali presentano sei riquadri ciascuno. Vi sono raffigurate le Storie di Cristo, con una disposizione delle scene che inizia sul lato sinistro, nell'angolo in basso esterno e prosegue in colonna verso l'alto, per poi riprendere in basso nella colonna successiva. Poi la lettura prosegue sul lato opposto, sempre iniziando dall'esterno, per convogliare comunque l'osservatore verso la croce al centro, simbolo di Salvezza.
Lato posteriore Modifica
Il lato posteriore, in argento e rivolto verso l'abside, quindi riservato al clero e a coloro ai quali era concesso di vedere la tomba del santo titolare, presenta la stessa tripartizione, però al centro vi sono i due sportelli che chiudono la finestrella (fenestrella confessionis), ciascuno decorato da due tondi con un arcangelo (Michele a sinistra e Gabriele a destra) e una scena di omaggio: Ambrogio che incorona Angilberto che gli presenta l'altare a sinistra e Ambrogio che incorona Vuolvino magister phaber, che lo venera a destra.
I pannelli laterali rappresentano dodici scene con le Storie di Sant'Ambrogio, ma questa volta la lettura procede, sempre partendo dal basso, da sinistra a destra saltando da un pannello all'altro e riprendendo nella fila superiore a destra.
Lati minori Modifica
I due lati minori presentano un'intelaiatura geometrica formata una grande croce gemmata al centro con clipei all'estremità dei quattro bracci e chiusa in una losanga; intorno alla losanga vi sono dei piccoli triangoli che incorniciano angeli adoranti; nei vuoti lasciati dai bracci della croce e nei clipei figure di santi prostrati adorano la croce, simbolo della consustanziazione di Cristo (insieme uomo e Dio) e della lotta contro l'Arianesimo ripresa anche in alcune scene dei pannelli posteriori (Conversione di un ariano, funerali di san Martino). Placchette di smalti policromi e gemme
Ospita la salma di san Vittore il Moro ed è stato voluto dal vescovo Materno nela prima metà del IV secolo. È precedente alla basilica di Sant'Ambrogio di Milano. Vittore era un soldato di stanza a Milano per conto dell'imperatore Massimiano che lo punì per non aver rinunciato alla sua fede cristiana. Accanto al corpo del martire Sant'Ambrogio farà seppellire quello del fratello San Satiro.
La volta del sacello è interamente in oro. Al centro il ritratto di Vittore, in corrispondenza della sua tomba, è circondato da una corona di spighe (estate) e frutti (autunno) simboli pagani del succedersi delle stagioni e quindi dell'eternità. Sui muri laterali della cupola sono raffigurati per intero sei santi: Protasio e Gervasio, i vescovi milanesi Ambrogio e Materno, i martiri Nabore e Felice. Ambrogio è rappresentato in abiti civili. Pur non avendo l'aureola, a differenza degli altri santi, ha tessere più chiare intorno al capo. Alla base della cupola coppie di colombe con ventiquattro piccoli cammei raffiguranti figure intere di santi.
Nella cupola emerge una accettazione completa della superficie sferica ma nel contempo questa viene smaterializzata, soffusa di luce ed il santo collocato in una sfera dorata sembra appartenere ad un altro mondo.
Sulla datazione dei mosaici del sacello si è molto discusso. Verdelli sostiene che la volta sia precedente rispetto ai mosaici delle pareti, causa la rigidità stilistica che caratterizza i santi laterali rispetto al ritratto del martire nella cupola. Questo criterio risulta però poco valido se si considera che in un composizione possano intervenire diverse maestranze.
Julian McKie afferma invece che i mosaici delle pareti sono di poco posteriori alla morte di Ambrogio in quanto il suo ritratto non è corredato dall'aureola né dall'epiteto sanctus. I monogrammi criptici di Cristo presenti nel ritratto di Vittore indicherebbero un periodo precedente all'anno 313 per quanto riguarda la cupola in quanto questi simboli erano utilizzati dai cristiani quando il loro culto non era ancora stato liberalizzato.
Restauro organo del 1892 Pacifico Inzoli Chiesa dell'Immacolata Nicotera (VV)
organo meccanico collocato in cantoria sopra il portale di ingresso.
Un manuale di 56 tasti Do1-Sol5 ,diatonici in avorio,cromatici in ebano.prima ottava cromatica.
reg.
Principale 8 p,Bordone 8p,Salicionale 8p,Ottava 4p,Undamaris 8p,Decimav 2p,Viola, Ripieno 2 file,Flauto 4p,Bordone 16p.
Pedaliera a leggio Do1-Re3.
Restauro di Esposito Roberto.bottegaorganaria.com
Al via i lavori di restauro dell'organo della chiesa del Collegio a Caltagirone
L'organo, di grande pregio, ha subito danni dovuti all'incuria. “Al tempo dei lavori di restauro del tetto - denuncia don Antonio Parisi, rettore della chiesa - la cantoria fu ridotta a discarica, il materiale di risulta gettato sull'organo. Alcune canne risultano persino calpestate e il motore trafugato”. La Cei ha finanziato il 40%; si conta sulla generosità dei calatini.
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Campane della Parrocchia di San Mauro Martire in Noventa di Piave (VE) v.424
Suonate domenicali per la Messa festiva delle 11:00 riprese domenica 13 ottobre:
[05:52]: battiore e distesa delle tre campane maggiori (dura 2 minuti e mezzo) ripresa dalla cella campanaria;
[10:36]: distesa del sonello (dura 2 minuti e mezzo) delle 11:57;
Per la Messa festiva delle 11:00 di domenica 13 ottobre.
Concerto di 3 campane in Reb3 + 1 sonello in Do4 fuse da fonditori ed in epoche diversi ed elettrificate alla trevigiana sincronizzata dalla Vanin di Trebaseleghe (PD).
Dopo le riprese dalla cella fatte nel video precedente a Quarto d’Altino, siamo nuovamente su un campanile sempre in provincia di Venezia.
Siamo a Noventa di Piave, bel paese il cui Comune confina con quello di San Donà.
Noventa è molto conosciuta per l'Outlet di moda che si trova alla sue porte a ridosso dell’autostrada (la cui uscita indica San Donà - Jesolo, dato che è la più vicina alla nota località balneare), rendendo il paese ancora più noto e vivo.
Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019, in tutta Italia si sono svolte le giornate FAI d’Autunno.
Per chi non sapesse cosa siano, si tratta di un week-end in cui il FAI (Fondo Ambiente Italiano) si occupa di aprire al pubblico alcuni luoghi che normalmente non sarebbero visitabili.
La maggior parte delle volte le visite sono guidate e ad essere coinvolti sono ragazzi delle scuole.
Guardando il sito del FAI per vedere quali erano i luoghi aperti nelle mie zone, mi è subito balzata all’occhio la visita al campanile di Noventa (oltre a questo erano aperti altri luoghi di Noventa tra i quali anche l’area archeologica con gli scavi archeologici dell’antica chiesa di San Mauro).
Appena ho letto della salita al campanile, ho deciso che quel giorno sarei andato a Noventa dato che si era presentata l'occasione ideale per salire.
Una volta arrivato, mi sono diretto in campanile dove mi sono messo d'accordo con i ragazzi del Liceo che organizzavano le salite per rimanere in cella durante la suonata.
L'interno del campanile è veramente bello e sicuro (è stato restaurato di recente tra l'altro).
Al piano terra e al primo piano è presente una mostra che inizia con dei pannelli con la storia e le foto della chiesa e del campanile, mentre al primo piano è custodita l'vecchia macchina meccanica dell'orologio e sui muri si trovano varie foto e spiegazioni sul restauro della torre del 2009.
Le scale sono veramente sicure e comode, botola compresa: l'accesso in cella è davvero facile e piacevole.
Veramente un campanile sicurissimo e accessibile a tutti.
Una volta arrivato in cella, mi sono trovato davanti a questo imponente concerto: un po'particolare musicalmente, in particolare la grande che ha un suono poco piacevole, consideriamo però che è antica.
Inoltre la disposizione delle campane risulta essere molto insolita, la piccola infatti è al centro (cosa molto inusuale in zona).
Qualche minuto prima della suonata, mi sono preparato accendendo le attrezzature e mettendomi le cuffie.
Puntuale il battiore e poi, eccole partire.
Veramente belle dalla cella, rendono meglio rispetto al basso e anche nel video potete sentire come non siano male.
Nonostante la struttura esile e slanciata il campanile non oscillava.
Dopo la suonata ho fatto le due panoramiche in cella, una in cui faccio vedere le campane e una in cui mostro i panorami (anche se purtroppo quel giorno c'era nebbia e non si può godere tutto ciò che offre questo campanile.
Una volta sceso, ho fatto le panoramiche in chiesa e poi mi sono posizionato per la seconda suonata.
Seguendo gli altri video sarebbe suonata la piccola, invece, con mia sorpresa, sento partire il sonello.
Direi ottimo, era ora che il sonello venisse utilizzato...ottima scelta.
Dopo la piacevole sorpresa ho fatto le altre riprese e sono rientrato, soddisfatto della mattinata.
Le sorprese però non sono finite, altri video attendono di essere caricati...
I: Reb3, fusa probabilmente da Angelo Vicentino nel 1741 (l'iscrizione non è chiara e non permette di capire se Angelo Vicentino è il fonditore o il donatore/committente della campana), diametro 135,4 cm, spessore 9,5 cm.
Reca scritto: LAUDO DEUM VERUM PLEBEM VOCO CONGREGO CLERUM
DI BAPTISTA CIMITAM ANGELO VICENTINO MDCCXLI - IO BAPTISTA SEGATTI.
II: Mib3, fusa da Pietro Colbachini di Bassano del Grappa (VI) nel 1879, dametro 120,4 cm, spessore 8,9 cm.
Reca scritto: VENTE FILI AUDITE ME PROPERATE GENTES AUDITE VERBUM DEI - OPUS PETRI COLBACHINI DUOMDAN IOANNI BASSANI 1879;
III: Fa3, fusa da Pietro Colbachini di Bassano del Grappa (VI) nel 1885, diametro 106,9, spessore 8,9 cm.
Reca scritto: AUDI DOMINE VOCEM POPULI TUI ET LIBERA EUM AB OMNI MALO - OPERA PIETRO COLBACHINI FU GIO DI BASSANO ANNO 1885 - VENITE ADOREMUS.
Sonello: Do4, fuso da Capanni di Castelnovo ne'Monti (RE) nel 1923, diametro 68 cm, spessore 5,6 cm.
Reca scritto: PREMIATA FONDERIA CAPANNI E BENEVELLI - CASTELNOVO MONTI REGGIO EMILIA - NOVENTA DI PIAVE 1923 - ME FREGIT FUROR HOSTIS AT HOSTIS AB AERE REVIXI ITALIAM CLARA VOCEM DEO QUE CANENS.
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