San Zenone Po - Pavia - Italy - Lombardia - Italia - city tour
I primi dati storici che attestano l'esistenza di San Zenone risalgono al secolo X e sono rintracciabili in un diploma dell'Imperatore Lodovico il Pio, indicante i confini dei territorio di pertinenza del Monastero di Santa Cristina de Olona (oggi Santa Cristina). In questo documento la località è ricordata per la prima volta con il nome di Novi Portus (Porto Nuovo), per la presenza di un porto o di un passaggio sul fiume, mentre in altri documenti è ricordata più frequentemente come Portus Arenae (Porto di Arena), per la sua ubicazione sulla sponda opposta del paese di Arena Po.L'insediamento prese presto il nome di San Zenone, secondo alcuni dal nome del Santo, vescovo di Verona morto verso il 372.
Il primo atto che testimonia l'avvenuta separazione risale, infatti, al 1014, data in cui l'Imperatore di Germania Enrico II, con un placito del 4 maggio, tenuto in Pavia, concesse un fondo di questa località al Monastero pavese di San Salvatore.
Questa autonomia è confermata successivamente da un diploma dei 1129 in cui è ricordato che i Canonici della chiesa di San Giovanni Domnarum di Pavia ottennero un manso di terreno e da un documento del 1181 in cui San Zenone è annoverato tra le terre che pagavano tassa di fodro e giogatico al Comune di Pavia.
Nel 1374 fu aggregato al Vicariato o distretto amministrativo di San Colombano al Lambro e nel 1475, con diploma del duca Galeazzo M. Sforza, fu assegnato, con il Vicariato di Belgioioso, alla Casa d'Este.
Nel secolo XIII in mezzo alle fiere lotte comunali, la navigazione sul Po cominciò a prendere un carattere militare e guerresco. Diventata Pavia la prima stazione navale della Lombardia, si armò a questo fine di una flotta così numerosa e potente da rivaleggiare, al tempo dei Visconti e degli Sforza, non solo con quella di Venezia, ma anche di sconfiggerla più volte. Questa flotta, spinta da valenti nava roli o paroni, arruolati in maggior parte, come si rileva dalle liste dei navaroli del tempo, a Caselle (ora Badia Pavese), Spessa, Arena Po, Portalbera, Pieve Porto Morone e S. Zenone, guidata da esperti capitani quasi sempre pavesi ( il più celebre fra tutti, Pasino degli Eustacchi, fu capitano della flotta per quasi mezzo secolo, cioè dal primi del 1400 al 1449). Affreschi all'interno del Palazzo Comunale
Le navi della flotta fluviale erano le seguenti: galeone con 48 o 52 navaroli, spinto a forza di remi e qualche volta a corda; galeoncello con 24 navaroli, balestrieri ecc.; redeguar do con 18 navaroli; ganzerra, nave sottile e leggera, atta, ad assalire e a fuggire; in pace perlustrava le rive e faceva la guardia. Poi altre barche di diversa forma e grandezza. Incessanti furono le fazioni e le battaglie navali di questa flotta con quella veneta e piacentina sul Po dal tempo dei Visconti fino al secolo XVII Memorabile fu poi l'assalto vittorioso del 7 settembre 1655 dato nelle acque di S. Zenone da una flottiglia di 80 galeotte pavesi e barconi armati al convoglio i barche modenesi che recavano artiglierie, viveri e munizioni di guerra al loro Duca Francesco, durante l'assedio di Pavia fatto dai francesi. Le rive erano tenute in comunicazione mediante porti o passaggi, erano dei ponti di barche o più comunemente delle semplici navi giranti che traghettavano da una riva all'altra. Nel Medio Evo tali porti tenevano i luoghi dei ponti di ferro, di pietra e di barche dei giorni nostri.
Per il suo porto o ponte o passaggio, in questo luogo transitarono numerosi eserciti, fra cui la Compagnia di ventura del tedesco Costanzo Lando (Secolo XIV). Fu pure teatro (secoli XVII e XVIII) di alcune vicende belliche, per la sua vicinanza al fortissimo e potente castello dei Conti Beccaria di Arena. Nel Liber Baptizatorum (anno 1635 - 1664) dell'Archivio parrocchiale è narrato, infatti, che il 13 luglio 1655 la maggior parte della popolazione fuggì a Castello San Giovanni Piacentino e vi rimase sino al 17 settembre poichè i nemici francesi e modenesi, impegnati nell'assedio della città di Pavia, scesero verso Arena, dove gli spagnoli avevano occupato il castello (13 settembre 1655). Nel 1796, durante la prima Campagna d'Italia, San Zenone ed il vicino paese di Pieve Porto Morone furono messi a ferro e fuoco da Napoleone, a punizione della partecipazione alla rivolta contro i francesi.
All'inizio dei secolo XIX, dopo il Congresso di Vienna (1814-15), San Zenone si trovò in una posizione strategica, al confine di tre Stati: Lombardo - Veneto, Regno di Sardegna e Ducato di Parma e Piacenza. Si sviluppò, così, una fiorente attività di contrabbando e di barcaioli, che traghettavano clandestinamente i perseguitati politici. Nel 1855 la popolazione fu decimata da una violenta epidemia di colera. Infine, con la guerra del 1859 entrò a far parte del Regno d'Italia. Con decreto del Re Vittorio Emanuele II del 15 marzo 1863 il paese cambiò il nome di San Zenone in San Zenone al Po.