Calusco il Ponte sull'Adda
Il ponte sul fiume Adda a Calusco
Il ponte misto ferroviario-stradale è una spettacolare struttura a campata d'arco detto Ponte San Michele, tutto in ferro è alto 88 metri sul livello delle acque del fiume Adda.
Cammoro - Sellano
Il castello di Cammoro con il suo abitato, rappresenta una importante frazione del comune di Sellano.
Posto a 958 m s.l.m., nella parte occidentale del territorio comunale e sulle pendici dell'omonimo monte, è all'incirca equidistante da Foligno, Spoleto e Norcia.
Il castello, documentato dal XIII secolo, fu oggetto di contesa fra Trevi, Spoleto e Foligno per la sua strategica posizione a ridosso della via della Spina, rilevante asse di comunicazione sin dall’epoca protostorica, e per la ricchezza delle sue risorse naturali.
All’ingresso del castello sorge la chiesa di Santa Maria Novella, costruita al di sopra di un ampio arco posto a copertura di un’antica via.
L’asimmetria della facciata è sottolineata dalla mole della torre campanaria, che si leva sul lato sinistro. Più recente è la scalinata d’ingresso.
L’edificio rappresenta un un raro esempio di chiesa pensile, costruita sopra una via coperta di cui possono ancora oggi riconoscersi i due accessi, uno ostruito dalla scala d’ingresso e un altro, non praticabile, in corrispondenza dell’accesso al castello. L’aspetto trecentesco è stato modificato e alterato da numerosi interventi occorsi nei secoli. Anche la torre campanaria fu ricostruita nel corso del XVII secolo riutilizzando i resti della precedente torre, probabilmente andata distrutta.
L’interno, a navata unica, conserva due altari barocchi in legno intagliato. In quello di destra, che reca un’iscrizione con la data 1759, è posta una tela raffigurante l’Annunciazione tra i santi Francesco e Antonio da Padova con in basso il committente; in alto una teletta raffigurante Cristo benedicente. Dietro l’attuale altare maggiore si trova una modesta tela raffigurante la Madonna col Bambino tra Santi. L’altare della parete sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario, raffigurata tra i Santi Caterina da Siena e Domenico; lungo la parete è presente un’altra tela con la Madonna incoronata fra i santi Biagio e Giuseppe.
Scendendo lungo il Borgo, si incontra la chiesa di Santa Maria del Rosario. All’interno sono conservate tracce di affreschi cinquecenteschi, tra i quali una Madonna di Loreto datata 1523, riconducibile al pittore Paolo Bontulli da Percanestro.
Fuori dal castello, sorge la chiesa di Santa Lucia, che risale al XII secolo ed è la più antica del complesso di Cammoro. La chiesa è raggiungibile attraverso un sentiero nel bosco e conserva una decorazione pittorica di particolare interesse, databile prevalentemente al XIV secolo. Di particolare interesse artistico e architettonico risulta una cappella ottagonale risalente al XIV secolo e costruita a ridosso dell’edificio principale. Sull’arco trionfale sono raffigurati l’Angelo Annunziante e la Madonna Annunziata; nell’abside, compare il Cristo Pantocrator in trono tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Nel registro inferiore si vede una decorazione con motivi geometrici e, a destra, una Madonna col Bambino dei primi del XV secolo. Sulla parete sinistra della chiesa è rappresentata una Crocifissione cinquecentesca con un’interessante veduta della città di Trevi sullo sfondo. Sulla parete destra, un’ampia apertura ad arco ribassato immette in una cappella a pianta ottagonale decorata da altre pitture murali: da sinistra a destra, si riconoscono una Crocifissione, San Leonardo, Arma Christi (cioè gli strumenti della Passione di Cristo) e un’Ultima Cena (con l’inconsueto particolare della figura della Madonna accanto a Gesù); nella calotta absidale, entro un tondo, è raffigurato Cristo benedicente, mentre intorno compaiono, assai deperiti, i quattro Evangelisti.
A Piedicammoro, poco lontano dal castello, lungo la via della Spina, sorge l’edicola della Madonna della Pace, con affreschi di Paolo Bontulli da Percanestro. Sopra l’altare sono raffigurati la Madonna di Loreto tra i santi Sebastiano e Antonio da Padova; sulla parete destra un’altra Madonna di Loreto affiancata da una Santa Lucia; sulla parete sinistra una Crocifissione con san Rocco e un Sant’Antonio Abate, che reca la data 1515; sulla volta compare l’Agnus Dei.
Poco lontano, scendendo verso la frazione di Le Vene in direzione Campello, si incontra sulla destra la Chiesa di Santa Chiara, piccola chiesa campestre romanica che sorgeva a ridosso di un antico monastero femminile abbandonato in epoca medievale. L’edificio, è stato recentemente restaurato e recuperato dallo stato di abbandono in cui versava.
Sospeso tra cielo e terra: il Santuario della Madonna della Corona, una meraviglia tutta italiana
Il Santuario della Madonna della Corona è situato a Spiazzi, sul confine fra Caprino Veronese e Ferrara di Monte Baldo in provincia di Verona, in un incavo scavato nel monte Baldo. Sospeso tra cielo e terra, a 774 metri sul livello del mare, è a strapiombo sulla valle dell’Adige. Meta di pellegrinaggio e luogo di silenzio e di meditazione, è l’ideale per chi cerca un momento di serenità interiore e al tempo stesso desidera godere dello spettacolo della natura.
Fonte video:
Exploring Bell Tower | Mondovi Cuneo Italy
I Giardini del Belvedere, nati per l’Esposizione Floreale del 1903, offrono uno spettacolare panorama semicircolare che va dalle Alpi Liguri fino al Monviso in fondo alla pianura, e accompagna le colline monregalesi perdersi nella Langa. La vista si fa a 360° in cima alla torre simbolo di Mondovì.
Alta oltre 29 metri, con monofore ogivali, merlature e un grande orologio mono-lancetta su ogni lato, la Torre Civica (detta Dei Bressani) in origine era il campanile della Chiesa di Sant’Andrea, che qui sorgeva,domina la collina e caratterizza il profilo della città dal XIII-XIV secolo.
Nel 1759 Giovanni Battista Beccaria la utilizzò come punto trigonometrico per calcolare l’arco meridiano tra Andrate (Novara) e Mondovì. I Giardini e la Torre ospitano il Parco del Tempo.
L’automa di un moro che batte le ore e una torre con l’orologio tra i simboli di una città disseminata di meridiane: il contesto migliore per tracciare una storia della misurazione del tempo! Raccoglie l’invito il Parco con i suoi tre percorsi:
uno nella torre (risalendo, si va a ritroso dagli orologi elettronici fino al meccanismo a una lancetta della torre realizzato, nel 1895, dalla celebre fabbrica monregalese di orologi da torre Fratelli Jemina; nel loggiato, la “voce del tempo”, ovvero le campane);
uno nei giardini (dove, oltre alle meridiane a lato torre, sono stati installati 3 orologi solari orizzontali in pietra);
e uno attraverso la città (con la mappa di tutte le meridiane presenti nel centro urbano esposta su un lato esterno della Torre Civica e illustrata all’interno della nuova Guida di Mondovì “MondoVìGuida”, disponibile presso l’Ufficio Turistico e le librerie cittadine).
All’interno del percorso di scoperta delle numerosissime meridiane presenti in Città, merita una sosta particolare il complesso gnomonico affrescato sulla parete esterna del Tribunale (Ex Collegio dei Gesuiti). Si tratta di un vero e proprio osservatorio astronomico con dodici meridiane affrescate probabilmente verso il 1716 dal pittore Gian Battista Rocca e contornate da maestose cornici barocche e composizioni pittoriche, fatte di scenografie e di finte prospettive.
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Track: Doing Nothing — sakura Hz [Audio Library Release]
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Title: Doing Nothing by sakura Hz
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Title: Flying High by Declan DP
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***** Grado (2/2) GRADO VECCHIA: Basilica di S. Eufemia Battistero, Basilica di S. Maria d. Grazie
La basilica paleocristiana di Sant'Eufemia venne costruita su di una chiesa preesistente, la Basilichetta di Petrus, di cui si possono osservare alcuni resti all'interno dell'edificio. I lavori di costruzione iniziarono all'inizio del V secolo per interessamento del vescovo Niceta e vennero portati a termine nel 579 ad opera del vescovo Elia che dedicò la basilica a Santa Eufemia, martire di Calcedonia. Lo stile semplice, lineare e severo della costruzione viene esaltato dai mattoni chiari a vista che la ricoprono.
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate da due file di colonne, tutte diverse tra di loro. Notevoli sono i mosaici della pavimentazione, che per il prevalere dei motivi geometrici testimoniano l'influenza bizantina su Grado.
Una volta nella Basilica era conservata una stupenda cattedra vescovile in avorio molto probabilmente donata alla città da Alessandria d'Egitto per ordine di Eraclio II, e le cui tavolette eburnee, note come Avori di Grado, andarono disperse nel XV secolo; le poche rimaste sono oggi divise tra alcuni importanti musei, italiani e non.
Sul lato destro della chiesa si eleva il campanile, visibile a distanza, sormontato dall’anzolo, una statua in rame di San Michele Arcangelo che i veneziani donarono alla città nel 1462.
A sinistra, staccato dal corpo della chiesa, sorge il Battistero (V secolo), a pianta ottagonale, al cui interno è collocata una vasca battesimale esagonale. Davanti al Battistero, in un piccolo giardino, sono conservati alcuni sarcofagi romani risalenti al II e III secolo d.C.
A breve distanza dalla basilica, al limite meridionale del castrum romano, sono visibili tramite un sistema di passarelle i mosaici e i resti di muratura della più antica Basilica della Corte, la cui prima costruzione risale alla metà del IV secolo.
La Basilica paleocristiana di Santa Maria delle Grazie si affaccia sul campo dei Patriarichi, a pochi passi dal Battistero e dalla Basilica di Santa Eufemia. La prima edificazione risale alla metà del V secolo ed è oggi testimoniata dal pavimento musivo della navata destra e dell'abside, decorato con motivi geometrici. La chiesa è stata quindi riedificata, a un livello rialzato di circa un metro, alla fine del VI secolo dal Patriarca Elia.
La facciata in pietra e mattoni è ingentilita da una trifora. L'interno a tre navate ha un forte slancio verticale ed è diviso da due file di cinque colonne marmoree di provenienza diversa. Nella navata sinistra è custodita una statua lignea della Madonna delle Grazie.
GIULIANOVA, LA CHIESA DI SAN FLAVIANO DALLE ORIGINI AI RESTAURI DEL SECONDO DOPOGUERRA
Il prossimo 17 settembre, a partire dalle ore 18 al Kursaal, verrà presentato il volume di Ottavio Di Stanislao
Lago d'Iseo - Tavernola Bergamasca
Proseguendo sulla Statale Sebina Occidentale, da Predore verso Lovere oltrepassiamo la galleria, la strada continua un susseguirsi di romantici angoli di natura incontaminata, si va oltre il primo gruppetto di case di Gallinarga frazione di Tavernola, rinomata per la sua chiesetta romanica ed il pozzo glaciale.
Pochi chilometri più avanti arriviamo fino a Tavernola Bergamasca svetta la torre con l'orologio o Torre dei Fenaroli del XIV sec. che un tempo faceva parte della fortificazione che proteggeva il paese.
Dall'alberato lungolago con attracco dei battelli risaliamo una breve scalinata fino ad una terrazza panoramica, ai piedi dell'alta torre, prospiciente il porto turistico.
A pochi passi si trova la porta antica con arco in conci di pietra, sovrastata da tre merli guelfi, appartenuta alla fortificazione del paese.
Oltrepassata la porta antica ci si trova nel centro storico, qui sorge la chiesa barocca di Santa Maria Maddalena costruita sulle rovine del castello.
Nella contrada si trova il caratteristico ristorante pizzeria La Trattoria, il posto giusto per un gustare un piatti a base di pesce di mare o pizza gigante al tagliere.
In bella posizione panoramica, adiacente il cimitero, la chiesa di San Pietro Apostolo del XIII - XVI secolo, sulla cui facciata rivolta verso il lago è disegnata una grande croce rossa. Il campanile è snello e a pianta quadrata con bifore sui lati.
A Tavernola ci sono antiche ville che appartennero a famiglie nobili: Villa Pietro Fenaroli del XVI sec. con importante giardino botanico, Villa Caprioli, Villa Camilla Fenaroli del settecento, Villa Capuani, Villa Poma, Villa Sina, Villa Longari.
Tornati sulla statale Sebina raggiungiamo la frazione Cambianica per visitare la Chiesetta romanica del XII secolo dedicata a San Michele Arcangelo oggi monumento nazionale. Sulle pareti esterne si trovano pregevoli affreschi.
In località Cortinica, sulla strada che anticamente portava a Bergamo, vi è il Santuario della Visitazione con interessante affesco del '500.
Il clima di Tavernola è mite in inverno grazie alle montagne circostanti e fresco in estate. Il luongolago è ideale per lunghe passeggiate ammirando la costa della vicina Montisola. All'estremo nord del paese vi è un attrezzato parco giochi per i più piccoli e una spiaggetta per una giornata spensierata al sole. A poca distanza si trova l'imbarcadero per i collegameni con le atre località del lago.
20 Anni fa l'ultima Grande Sfilata del Carnevale di Garda
AOSTA SANT'ORSO Collegiata e chiostro - Ss. Pietro e Orso / Collégiale des Saints Pierre et Ours
La chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso (in francese, Collégiale des Saints Pierre et Ours) è un edificio religioso di Aosta, in Italia settentrionale. Costituisce, assieme alla cattedrale di Aosta, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell'arte sacra in Valle d'Aosta. Uno specifico interesse rivestono gli antichi affreschi ottoniani conservati tra il tetto e la copertura della navata centrale, e il chiostro con i suoi capitelli medievali.
Esterno.
Il complesso che si affaccia sulla piazzetta di Sant'Orso, costituisce un angolo della città di notevole interesse storico e di grande suggestione artistica.
La piazzetta è dominata dall'imponente campanile romanico a pianta quadrangolare, con la parte inferiore (quella del XII secolo) formata da enormi massi squadrati , nei quattro piani più alti si aprono rispettivamente tre eleganti trifore sovrapposte ed una quadrifora finale, con colonnine e capitelli a gruccia. La cuspide piramidale che lo sormonta è del XV secolo.
La facciata ha la classica forma a salienti, che si presenta tuttavia asimmetrica verso Nord per effetto dell'inglobamento del vecchio campanile (reso ancora visibile da archetti pensili e da quanto resta di una bifora tamponata) demolito nel XV secolo. Essa si presenta in forme tardogotiche per effetto del portale ad ogiva contornato da un'alta ghimberga con cornice in cotto, sormontata a sua volta da un pinnacolo che arriva quasi al colmo del tetto. Un piccolo campanile e due ulteriori pinnacoli in cotto, posti rispettivamente sul colmo ed agli estremi del tetto, ne aumentano ulteriormente lo slancio verticale.
Vista dal lato orientale la chiesa mostra l'abside semicircolare che chiude la navata maggiore e due absidi quadrate che chiudono le navate minori.
Interno.
Le volte e gli affreschi di fine Quattrocento.
Le tre navate segnate da robusti pilastri a sezione quadrangolare, mettono in evidenza un'architettura tardogotica,
Allo stesso atelier si deve l'esecuzione degli affreschi dell'altare di San Sebastiano, posto al termine della navata destra, all'esterno del coro.
Un tramezzo barocco in marmi policromi con tre archi sormontato da una balaustra traforata separa la navata centrale dal coro
Più in basso rispetto al pavimento, si osserva un mosaico a tessere bianche e nere con alcuni inserti di tessere di colore marrone chiaro riportato alla luce durante gli scavi del 1999. Il tappeto musivo che risale al XII secolo ha forma quadrata, di lato pari a 3 metri, con gli spigoli disposti secondo i quattro punti cardinali;Meritano particolare attenzione gli stalli lignei posti sui due lati del coro realizzati verso il 1487. Si tratta di un lavoro di notevolissimo livello, sia per l'architettura complessiva nello stile gotico , sia per il dettaglio degli intagli lignei; Volgendo lo sguardo verso le finestre dell'abside, il visitatore è colpito dai colori delle cinque vetrate, opera di notevole qualità artistica realizzate tra il 1494 ed il 1503.
Al termine le navate laterali, una scala consente di scendere nella cripta: è questa la parte più antica della cattedrale, testimonianza della basilica anselmiana che si è quasi integralmente conservata, con la sua aula sotterranea divisa in cinque navatelle con tre absidiole semicircolari disposte a raggiera.
Gli affreschi ottoniani.
Del periodo della chiesa anselmiana rimangono nello spazio tra il tetto e le volte quattrocentesche
L'ambito culturale dell'atelier che ha realizzato gli affreschi è quello cosiddetto lombardo; ad esso possono essere stilisticamente collegati i cicli della basilica di San Vincenzo a Cantù e del battistero del Duomo di Novara.
Organo a canne.
Nell'abside, dietro l'altare maggiore barocco, si trova l'organo a canne costruito nel 1901 da Giuseppe Mola, restaurato nel 1983 dalla ditta Krengli di Novara. Esso presenta due tastiere di 61 note e una pedaliera concavo-radiale di 32 note.
Il chiostro.
Il chiostro, con le sue arcate a tutto sesto, le sue colonnine e i capitelli istoriati, costituisce un esempio di arte romanica lombardo-catalana-provenzale.
Rimaneggiato nel XV e nel XVIII secolo, conserva 37 degli originali 52 capitelli in marmo bianco, molto utilizzato in epoca imperiale romana per la copertura degli imponenti monumenti. Ai capitelli, per impermeabilizzarli, venne data una mano di un composto colloso trasparente misto a cenere, che ossidandosi con il tempo li ha definitivamente scuriti.
il sentiero nella roccia per san romedio
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La Chiesa di San Giovanni Battista a Dobbiaco
Foto di Giulio pubblicate su fotopaesaggi.it
La chiesa di San Giovanni Battista è il principale edificio religioso di Dobbiaco. Sorge sui resti, oggi non più visibili, di quella costruita dai benedettini nella prima metà del IX secolo. L'attuale struttura, progettata dall'architetto dobbiacense Rudolf Schraffl, risale al 1764-1774. La torre campanaria, che si trova sul lato nord-ovest della navata centrale, fu completata soltanto nel 1804. La parrocchiale di Dobbiaco è considerata la più importante e riuscita chiesa barocca della val Pusteria. Risparmiata dagli appesantimenti, dagli orpelli indiscriminati e dagli svolazzi rococò che affliggono molte chiese dell'Alta Pusteria edificate nel medesimo stile, il suo impianto offre all'esterno linee leggere e forme ben proporzionate. Gli affreschi del soffitto, raffiguranti la storia di San Giovanni Battista, così come la pala dell'altare e la maggior parte degli altri dipinti, sono opera di Franz Anton Zeiller. A Johann Perger si devono invece i bei complessi scultorei dell'altare maggiore e del tabernacolo. Tre sono i San Giovanni rappresentati: infatti oltre al Battista sono raffigurati San Giovanni Nepomuceno (nella statua antistante alla chiesa) e San Giovanni evangelista. La scelta di San Giovanni Battista come patrono della chiesa è attribuibile alla profonda devozione che per questo santo aveva l'Ordine dei Benedettini, che fin dall'VIII secolo era presente nella vicina San Candido. Il 7 luglio 1916 una granata austriaca cadde sul luogo di culto, causando gravi danni. In memoria di questo avvenimento, l'ordigno venne in seguito incassato nella parete laterale destra della chiesa.
***** Guastalla DUOMO INTEGRALE e Statua di Ferrante I Gonzaga / Italian Baroque Masterpiece
Iniziata nel 1569 per volere del conte Cesare Gonzaga su progetto di Francesco Capriani venne ultimata nel 1575 dall'architetto mantovano Pompeo Pedemonte e consacrata il 18 febbraio dello stesso anno da San Carlo Borromeo, giunto a Guastalla a causa della morte del cognato Cesare. Dotata originariamente di una facciata semplice e poco elaborata, allineata con le torri campanarie, si è giunti a quella attuale (1716) più elaborata che richiama uno stile di tipo barocco. Nel 1670 l'architetto reggiano Antonio Vasconi intervenne internamente per restaurare ed abbellire di ornamenti e affreschi la cappella del SS. Sacramento. Nel 1841 l'interno della chiesa viene sottoposto nuovamente ad un pesante restauro su progetto di Giuseppe Rizzardi Polini di Parma con variazioni alle cornici, al pavimento e alle grandi finestre della cupola. Nel 1858 vengono ristrutturate le due torri campanarie e la volta del tetto. Nel 1889 viene ristrutturata la facciata su progetto dell'architetto Pancrazio Soncini.
Il 2 ottobre 2016, con una solenne cerimonia presieduta dal vescovo Massimo Camisasca, la concattedrale è stata riaperta al culto dopo il Terremoto dell'Emilia del 2012.
Facciata.
La facciata, prospiciente piazza Mazzini, è suddivisa in due ordini sovrapposti da un cornicione. In quello inferiore, fra le statue dei due santi patroni Pietro e Paolo, si aprono tre arcate intervallate da lesene. In quello superiore, invece, vi sono ai due lati due finestre ad arco e, al centro, un gruppo scultoreo raffigurante la Madonna in trono col Bambino fra due santi. In alto, nel timpano, vi è il quadrante dell'orologio. Ai lati della facciata vi sono le due torri campanarie, innalzate nel 1716.
Interno.
All'interno sono conservate numerose opere sacre di valore storico ed artistico: il San Francesco riceve le Stimmate di Ludivico Cardi (fine XVI secolo, olio su tela); la statua di San Giuseppe con Gesù Bambino di Girolamo De Giovanni (legno policromo, fine XVII secolo); la Madonna col Bambino di Gianbattista Crespi (olio su tela, metà XVII secolo); un gruppo scultoreo denominato il Sepolcro (legno policromo, XVII secolo); l'altare della Madonna del Castello, una statua collocata probabilmente nell'antica rocca quattrocentesca; una raffigurazione di San Francesco Saverio (olio su tela, XVIII secolo); la Madonna del Pilar (olio su tela). Tra gli stalli del coro è ancora visibile lo stemma dei Gonzaga di Guastalla.
Organo.
Nella chiesa, sulla cantoria in controfacciata, vi è un organo Serassi, costruito fra il 1790 e il 1794 su due tastiere e pedaliera a trasmissione meccanica. Lo strumento, restaurato più volte nel corso del secolo successivo, è stato ripristinato nel 1979 dalla ditta Mascioni di Cuvio.
Spettacolo di fuochi d'artificio Incendio del campanile a Sant'Angelo a Scala (Av) 10 Agosto 2019
Spettacolo di fuochi d'artificio Incendio del campanile a Sant'Angelo a Scala (Av) - 10 Agosto 2019 - X Edizione Pellegrinaggio alla chiesa rupestre di San Silvestro Papa con fonte miracolosa e incendio del Campanile. L'incendio al campanile è stata la stupenda conlusione di un'intensa giornata trascorsa all'insegna della volontà di tener vive antiche tradizioni. Il percorso Cai che conduce alla chiesa rupestre di San Silvestro Papa, la fonte dell'acqua miracolosa, la piccola chiesa incastonata nella roccia, la fede, la speranza, la tradizione, quello che non tutti hanno avuto modo di vedere, abbiamo riassunto in questo video...La versione completa è disponibile presso l'Associazione il Girasole di Sant'Angelo a Scala (Av).
Milano e i suoi Monumenti in un Video #milano
Qui c'è un video con i monumenti di Milano.
Potete vederne una carrellata.
Video di Iaphet Elli
I Castelli di Grosio ripresi dal Drone
Drone Aquila 1 in sorvolo sui castelli di Grosio.
Nella provincia di Sondrio, in località Grosio, sorgono a quota collinare Il Castello Vecchio, meglio conosciuto col nome di San Faustino che è quello più antico risalente al X/XI secolo e il castello nuovo, il meglio conservato, fu di proprietà dei Visconti Venosta e fu costruito nel 1350.
Accanto ai castelli, si può ammirare la Rupe Magna, una gigantesca roccia sulla quale sono state rinvenute delle incisioni rupestri risalenti tra la fine del Neolitico (IV millennio a.C.) e l’età del Ferro (I millennio a.C.). La Rupe Magna è una delle rocce incise più grandi dell'intero arco alpino.
Sito di riferimento:
La Visita ai Castelli è libera ma consiglio di effettuare la visita guidata della durata di circa 50 minuti che comprende la visita alla Rupe Magna, la visione delle incisioni rupestri e, soprattutto, l'ottima spiegazione della guida che racconta alla perfezione la storia di quelle meraviglie. Nel mio caso fu Alessandro, una persona molto preparata e appassionata all'argomento.
Una visita merita anche il piccolo museo situato insieme alla reception dove si acquistano i biglietti. Il prezzo di 5 euro è davvero irrisorio per l'ottima visita e l'ottima spiegazione.
A novembre le visite erano due: alle ore 11 e alle 14.
Consiglio sicuramente la visita completa.
Contatti:
Telefono +39 0342 847233
Fax +39 0342 847233
Mobile +39 346 3331405
mail: info@parcoincisionigrosio.it
Places to see in ( Perugia - Italy )
Places to see in ( Perugia - Italy )
Perugia is an Italian city and the capital of the Umbria region. It’s known for its defensive walls around the historic center. The medieval Priori Palace exhibits regional art from the 13th century onward. Looking onto Piazza IV Novembre, the Gothic cathedral houses Renaissance paintings and frescoes. In the square's center, Fontana Maggiore is a marble fountain with carvings of biblical scenes and zodiac signs.
Lifted by a hill above a valley patterned with fields, where the river Tiber runs swift and clear, Perugia is Umbria's petite and immediately likeable capital. Its centro storico (historic centre) rises in a helter-skelter of cobbled alleys, arched stairways and piazzas framed by magnificent palazzi (mansions). History seeps through every shadowy corner of these streets and an aimless wander through them can feel like time travel. Back in the 21st century, Perugia is a party-loving, pleasure-seeking university city, with students pepping up the nightlife and filling cafe terraces. The hopping summer event lineup includes one of Europe's best jazz festivals.
Perugia has an important university that attracts many foreign students, is a major center of medieval art, has a stunningly beautiful central area and is home of the Umbria Jazz Festival. The city is a major producer of chocolates. Perugia is a large hill town. Most major attractions are at the top of the hill in the Centro Storico (historic center). It is almost impossible to access the Centro Storico by car unless you have a confirmed hotel booking. Even outside the very centre you will drive very slowly over the many cobblestoned one-way streets and may very well end up driving around in circles several times as traffic signs are very confusing. You are best advised to do as little driving as possible, and get around on foot. The main car park for tourists is at Piazza Partigiani. From there you can take a series of escalators (hopefully most of them will be working!) up into the old town. There are lots of interesting things to see on the way up as the route was dug through the Rocca Paolina, a medieval citadel.
Undergound Perugia. The escalators from the lower town lead up through the remains of Rocca Paolina which was a 16th-century fortress. This was built on top of medieval streets, which were used as foundations, and before coming out into daylight at Piazza Italia you go through some of these medieval streets covered with brick ceilings when the fortress was built. Little now remains of the fortress itself.
Fontana Maggiore. This large medieval fountain is found between the cathedral and the Palazzo dei Priori. Cathedral of San Lorenzo. This has an unusual layout for Italian churches in that the side rather than the front entrance faces the main square. Palazzo dei Priori (Town Hall), (Opposite the side of the cathedral, with its main entrance on Corso Vannucci).
Galleria Nazionale dell’Umbria (National Gallery of Umbria), (in the Palazzo dei Priori on Corso Vannucci). Etruscan Well (''Pozzo Etrusco''), Piazza Danti 18 (To the right, just past the front entrance of the cathedral). San Domenico is on Corso Cavour, down the hill to the southeast of Corso Vannucci. San Pietro. About 600mt further along Corso Cavour after San Domenico, this church and abbey is well filled with fine works of art, including by Perugino.
( Perugia - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Perugia . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Perugia - Italy
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Le campane di Orvieto (TR) Chiesa di San Giovenale
Orvieto, Chiesa di San Giovenale
Diocesi di Orvieto-Todi
2 Campane:
l = Reb4
ll = Mib4
Fuse da: ??
Sistema:
1^: Slancio
2^: Fissa (con ceppo in legno)
Rindoppio con la 1^ a distesa e la 2^ a martello per la Santa Messa Festiva delle ore 11.00 nella XX Domenica di T.O. (Ore 10.55)
- Ringrazio il Sacrestano per la gentile disponibilità! -
Ed ecco delle altre campane di Orvieto, quelle della chiesa di San Giovenale, una tra le più antiche di Orvieto. Dopo Sferracavallo, mi sono recato verso questa chiesa che non è molto distante e non ho sentito le campane, quindi ho pensato che venissero suonate all'ultimo come ho sentito fare in alcune chiese là... infatti arrivo alle 10.55, entro in sacrestia e chiesto al sacrista, il quale mi dice che le avrebbe subito suonate, gli chiedo se puó aspettare due minuti, egli acconsente e me le fa partire. A presto!
R Raimondi Pifferata montanara per organo
Alpignano Chiesa San Martino
dal concerto Magnificat
Musica e culto mariano nella
Torino di Don Bosco
R. Raimondi Pifferata montanara op. 67 per organo
organista Bruno Bergamini
Lombardia-Cai Muggiò-Lago d'Iseo-trekk Montisola Santuario della Madonna della Ceriola (HD)
Qualche breve cenno del nostro trekking turistico-culturale effettuato con un gruppo Caì di Muggiò che ci condurrà sul lago d'Iseo o Sebino che è un bacino lacustre situato in Lombardia.
Ha come principale immissario ed emissario il fiume Oglio. Ha una superficie di 65,3 km² e una profondità massima di 251 metri (5° per profondità in Italia). È situato a 180 m di quota nelle Prealpi, posto in fondo alla Val Camonica; si incunea tra le province di Bergamo e di Brescia e ospita la più grande isola lacustre naturale dell'Italia nonché la più alta isola lacustre d'Europa: Monte Isola, cui fanno da satelliti a nord e a sud i due isolotti di Loreto e di San Paolo. Inoltre contiene più di 500 specie animali differenti.
Da Sulzano prendiamo il battello diretto a Montisola- Peschiera Marasino.
Montisola o Monte Isola è la perla del lago d’Iseo, inevitabilmente chi arriva a Montisola rimane affascinato dai borghi dei pescatori che il tempo ha gelosamente custodito preservandolo dalle abitudini di chi vive freneticamente le città vicine. Si è colti subito dal desiderio di guardarsi intorno, di inoltrarsi nei vicoli, di ascoltare l’acqua che dondola dolcemente i naet le antiche barche dei pescatori. Il perimetro costiero dell’isola misura 11 chilometri e conta ben 12 centri storici: il capoluogo Siviano, Carzano, Masse, Cure, Menzino, Novale, Olzano, Peschiera Maraglio, Porto di Siviano, Sensole, Senzano, Sinchignano. A Montisola non sono ammesse le auto, l’unico modo per visitare l’isola è in bicicletta o in bus. Chi ha glutei e gambe ben allenate potrà percorrere la litoranea a piedi godendo del verde silenzioso e delle spettacolari viste panoramiche sulla costa bresciana e sulla costa bergamasca. Nel punto più alto dell’isola a 600 metri di altezza in località Cure si trova il Santuario della Ceriola, da qui il panorama lascia a bocca aperta.
Il santuario della Madonna della Ceriola
La prima chiesa venne costruita, presumibilmente sulle rovine di un tempio pagano, nel XIII secolo. L'attuale edificio risale al Cinquecento, ma il suo interno venne modificato nel secolo successivo con l'inserimento di un nuovo presbiterio. Il campanile invece fu costruito nel 1750.
Il santuario fu la prima chiesa dedicata alla Madonna ad essere costruita nella zona del lago di Iseo. La statua lignea venerata nel santuario risale al XII secolo ed è nota con il nome di Madonna della Ceriola probabilmente perché l'essenza legnosa utilizzata è il cerro. Rappresenta la Vergine in trono con in braccio il Bambino.
All'interno del santuario, oltre ad alcuni affreschi e dipinti e a due pregevoli sculture che fiancheggiano la statua della vergine, sono ospitati anche numerosi ex-voto che ricordano le grazie attribuite alla Madonna. Tra queste una di quelle che ebbero maggiore risonanza fu la protezione accordata agli abitanti dell'isola contro una epidemia di colera scoppiata in Lombardia nel 1836: in segno di ringraziamento viene tuttora celebrata, ogni seconda domenica di luglio, la festa detta della Madonna del Colera.
Nel 1924 avvenne una solenne incoronazione della statua; la corona d'oro era stata fabbricata grazie alla fusione di gioielli donati dagli abitanti diMonte Isola.
La chiesa parrocchiale di San Giorgio a Sulzano è stata costruita nel 1726, come risulta da un cartiglio posto sull’arco trionfale. In precedenza vi era un altro edificio religioso di minori dimensioni con funzioni di chiesa sussidiaria, poiché la parrocchiale era San Cassiano (ora San Fermo).
Castello della Manta (Cuneo) affreschi della SALA BARONALE del Maestro Del Castello Della Manta
Numerose sono gli ambienti che lo caratterizzano: in una sala, all'interno di una piccola nicchia è conservato un affresco raffigurante una Madonna del Latte in cui è raffigurata la Vergine Maria nell'atto di allattare Gesù. L'opera risalente al Quattrocento è opera di un anonimo pittore. Si esclude che possa essere l'anonimo artista che affrescò la sala baronale.
La SALA BARONALE conserva il più importante ciclo pittorico conservato nel castello. Questo è infatti arricchito da un'importante sequenza di affreschi che ne decora perimetralmente le pareti, capolavoro e rara testimonianza della pittura profana tardogotica attuata nell'Italia settentrionale. L'opera è attribuita all'anonimo pittore MAESTRO DEL CASTELLO DELLA MANTA.
Il ciclo, completato poco dopo il 1420, rappresenta una SERIE DI EROI ED EROINE (presumibilmente i ritratti dei marchesi e marchese di Saluzzo) - qui illustrati secondo la tradizione iconografica classica, ebraica e cristiana ed effigiati con preziosi abiti del tempo - e la cosiddetta Fontana di giovinezza, tema questo ripreso dall'antica tradizione dei romanzi francesi medievali. I suddetti personaggi sono ispirati ad un poema scritto da Tommaso III di Saluzzo, le Chevalier Errant e sono in ordine: Ettore, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giosuè, Davide, Giuda Maccabeo, Re Artù, Carlo Magno, Goffredo di Buglione, Delfile, Sinope, Ippolita, Semiramide, Etiope, Lampeto, Tamiri, Teuca, Pentesilea (tutti ancora ben visibili, tranne l'ultima eroina, rimasta mutilata dal crollo dell'intonaco).[3]
Un'importante testimonianza dell'arte manierista del Cinquecento è invece data dalla Sala delle grottesche, parte dell'appartamento di rappresentanza voluto intorno al 1560 da Michele Antonio della Manta: presenta un soffitto finemente dipinto e decorato con stucchi, grottesche, antiche rovine, architetture rinascimentali frutto della cultura tipica dell'Italia centrale del tempo.