Le campane dell'Abbazia di Viboldone, San Giuliano Milanese (MI)
San Giuliano Milanese (MI), Abbazia di Viboldone
3 campane (Re5 Nicola Bonavilla 1727, Fa#4 Francesco Faletti 1566, Sib3 Antonio Busca 1456) + 1 campana in giardino in Mib5 (Capanni 1972)
Distesa delle singole campane e plenum discendente
L'abbazia di Viboldone venne fondata nel 1176, anno del decesso dell'arcivescovo milanese san Galdino, e completata nell'anno 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che avevano in custodia la chiesa. Nel corso del XIV secolo, la comunità di Viboldone cominciò ad allargarsi in modo consistente, potendo così trovare fondi per il completamento della chiesa, che fino ad allora era costituita dal solo abside e dalla prima campata. La torre campanaria risale alla seconda metà del secolo, edificata in modo da risultare in corrispondenza perfetta con il tiburio della chiesa, secondo la tradizione monastica cistercense. Le forme della torre campanaria richiamano l'impianto decorativo della facciata, completata nel 1348 sotto la spinta del preposto Guglielmo Villa. La sobrietà degli elementi architettonici esterni dell'abbazia di San Pietro degli Umiliati, farebbero intendere la chiesa come spoglia al suo interno. L'abbazia ospita numerosissimi e celebri affreschi di scuola giottesca: nella parete frontale del tiburio è raffigurata, la Madonna Regina tra i santi, opera datata 1349. Sulla parete di fronte è dipinto il Giudizio Universale di Giusto de' Menabuoi, opera che verrebbe fatta risalire intorno al 1360. Al centro dell'affresco, avvolto in una mandorla iridescente, si staglia la figura di Cristo, intento a giudicare le anime benedette o dannate, mentre sullo sfondo due angeli sono intenti ad arrotolare il tempo della storia, facendo intravedere alle spalle la Gerusalemme celeste. Il 10 marzo 1456 venne posta sulla torre una campana, fusa da Antonio Busca per volere di Stefano di Arsago, generale dell'ordine degli Umiliati. A questa campana ne venne aggiunta una seconda di minori dimensioni, fusa un secolo più tardi da un maestro fonditore del cremonese, Francesco Faletti. Dopo la soppressione degli Umiliati, per volere di san Carlo Borromeo la custodia dell'abbazia passò ai Benedettini Olivetani, a loro volta soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonare l'abbazia nel 1773. Durante il periodo benedettino, al campanile venne aggiunta una terza e più piccola campana, fusa dalla fonderia Bonavilla di Milano, probabilmente in sostituzione di un antico bronzo del XV secolo. Nel corso dei secoli successivi, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo venne di fatto abbandonata e cadde in rovina. L'edificio venne salvato nel corso del 1896 grazie a un restauro provvidenziale, che si limitò al solo edificio sacro, unica porzione rimasta pressoché integra dell'antica abbazia. Nell'anno 1940 il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster offrì l'abbazia a una comunità di religiose, in origine appartenente alle Benedettine di Priscilla. Viboldone venne eretto a monastero delle benedettine l'1 maggio 1941. All'interno del monastero è custodita una quarta campana, donata da un privato e posta nel giardino retrostante la chiesa. Il bronzo è stato fuso dalla fonderia Capanni nel 1972.
Un ringraziamento alla badessa madre Ignazia Angelini e alla sorella addetta al suono delle campane.
Polizia, nella settimana di Ferragosto scatta l'operazione città sicure in 13 località
- Roma, 11 ago - Nel periodo estivo si acuisce il fenomeno dei furti in appartamento specie nelle grandi città che si spopolano, dove si registra la necessita di intensificare i servizi di prevenzione e repressione.
Per contrastare i reati predatori e, in particolare, i furti in abitazione la Polizia di Stato ha organizzato, nella settimana che precede il Ferragosto, l’operazione ad alto impatto città sicure, coordinata dal Servizio Controllo del Territorio della Direzione Centrale Anticrimine.
L’operazione si è sviluppata in tre giornate consecutive - da lunedì 7 a mercoledì 9 agosto - in 13 città dislocate su tutto il territorio nazionale - da nord a sud Torino, Padova, Brescia, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cosenza, Catania e Palermo - ed ha visto il concorso, delle Squadre Mobili e delle Volanti delle 13 Questure interessate, il massiccio supporto degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, nonché della Polizia Scientifica per la rilevazione di impronte digitali eo biologiche.
Complessivamente sono stati impiegati 1.695 equipaggi, pari a 3.658 poliziotti. Durante la tre giorni sono stati effettuati 1.294 posti di controllo, controllate 12.787 persone delle quali 50 sono state arrestate (26 per reati contro il patrimonio e le altre per lo più per reati in materia di stupefacenti), nonché denunciate in stato di libertà 138 persone di cui 34 per reati predatori.
Sono state utilizzate in tutte le 13 città interessate le moderne tecnologie del sistema Mercurio, montate su oltre 1000 autovetture della Polizia di Stato adibite al controllo del territorio, che hanno consentito di controllare, nei tre giorni dell’operazione, 55.997 autovetture delle quali 52.556 con sistema automatizzato (con una percentuale di affidabilità dell’esattezza della lettura della targa superiore al 90%) e 3.441 con sistema manuale, anche grazie alla disponibilità di oltre 400 tablet in uso ai RPC ed agli UPGSP di alcune Questure.
Grazie alla lettura automatizzata delle targhe, che effettua il sistema Mercurio, sono state sequestrate 16 auto prive di copertura assicurativa e rinvenute una decina di auto rubate restituite ai proprietari. A Napoli in un’auto segnalata da Mercurio come rubata, parcheggiata nei pressi di un condominio in zona San Giovanni, un equipaggio del Reparto Prevenzione Crimine ha rinvenuto un caricatore con otto cartucce posizionato per terra all’interno dell’abitacolo lato passeggero anteriore.
E’ stato, inoltre, sequestrato materiale vario tra cui arnesi atti allo scasso, guanti in lattice, coltelli, telefoni cellulari, oltre a consistenti quantitativi di sostanza stupefacente (in particolare oltre 1.000 grammi tra hashish e marijuana).
L’operazione alto impatto citta sicure ha avuto interessanti risultati operativi grazie alla presenza sul territorio di un consistente numero di pattuglie ed ai capillari e mirati controlli effettuati. A titolo esemplificativo, a Bari il pronto intervento della Volante ha sventato un furto in abitazione nel quartiere Madonella, a ridosso del centro cittadino, dove una donna di origine serba al secondo mese di gravidanza è stata bloccata dagli agenti mentre faceva da palo ad un uomo, probabilmente un suo connazionale, il quale, dopo aver forzato il portone di ingresso si era introdotto in un condominio. Lo stesso è riuscito a fuggire senza però portare a compimento il furto. La donna di 34 anni, gravata da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e residente a Castel Volturno, in provincia di Caserta, è stata denunciata in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso e colpita da provvedimento di foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno a Bari. A Cosenza un pregiudicato di 46 anni, che il 7 agosto si era reso autore di una tentata rapina ai danni di una donna, scaraventata a terra e trascinata con forza, è stato nel giro di una giornata identificato ed arrestato dalla Squadra mobile in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza per tentata rapina. A Padova, è stato sottoposto a fermo un moldavo di 21 anni, senza fissa dimora, per i reati di ricettazione e furto di due autovetture. Lo stesso, che viaggiava a bordo di un’autovettura insieme ad un'altra persona, era stato inseguito dalla Polizia Stradale sulla A/4 e aveva fatto perdere le proprie tracce abbandonando il veicolo e fuggendo a piedi nelle campagne. Sulla base della descrizione diffusa dalla Sala Operativa lo straniero è stato rintracciato dalle Volanti in città nei pressi del Tempio della Pace. Si è appurato che il fermato, in concorso con un complice rimasto ignoto, aveva precedentemente eluso anche un controllo dei Carabinieri in località Preganziol (PD) abbandonando una vettura e rubando quella con cui ha poi proseguito la fuga.