Il piccolo Duomo da salvare
Lei se ne sta lì ormai da 118 anni, non si è mai spostata e come potrebbe? È una chiesetta.
Il mondo le è cambiato intorno, è sopravvissuta a intemperie, atti di vandalismo, mentre la città le veniva costruita a ridosso e ora si trova nascosta in un cortile. Si tratta della chiesetta neogotica di San Francesco di Paola al borgo. È una meraviglia che solo in pochi possono osservare, quei pochi che abitano in via Cavour, 51 a Taranto.
La sua storia è facile da spiegare: era il 1880, il Borgo Umbertino stava nascendo e con lui Palazzo Cecinato. In quel punto si trovava palazzo Carducci, un agrumeto e una una piccola sacrestia rurale. Il 2 aprile, il giorno di San Francesco da Paola, Angelo Cecinato cadde in un pozzo ipogeo di origine romana che si trovava nella proprietà, fece un volo di ben 12 metri, ma ne uscì illeso.
Questo miracolo lo portò ad acquistare il giardino dal padre e costruì la chiesetta. Ne fece un merletto, un gioiellino che nel 1989 fu consacrato e aperto al pubblico. La particolarità è la somiglianza con il duomo di Milano, unica opera neogotica nel meridione che, oltretutto, si trova in una palazzina a cortile meneghino.
I problemi arrivarono quando Angelo Cecinato morì. Lasciò la chiesetta in eredità alle sorelle, ma con un “legato alla messa” di 400 lire annue. Le donne non riuscirono a pagare le spese e la chiesetta finì nel dimenticatoio.
Negli anni '50 fu celebrata l'ultima messa, poi l'incuria e gli atti di vandalismo, fino a che negli anni '90 il padre di Francesco Pasculli, la murò per preservarla.
Oggi della chiesetta se ne prende cura l'agronomo Francesco Pasculli, insieme all'artista Filippo Girardi, che lo scorso anno sono riusciti a riaprirla al pubblico. Ma hanno bisogno di aiuto. Una meraviglia come la chiesetta di San Francesco di Paola al Borgo non può restare nascosta cadendo a pezzi, servono progetti e fondi.
Sono tantissimi i siti di interesse archeologici e culturale presenti nella provincia di Taranto che hanno bisogno di attenzione e noi ci siamo già occupati dell'antico Porto Greco Romano di Torre Ovo che sta scomparendo.
Duomo di Taranto e Chiesa di San Domenico
Duomo di Taranto e Chiesa di San Domenico
Salento in Lis | Settima Puntata: Passeggiando per Otranto
Benvenuti a tutti al 7° appuntamento con i video di Salento in IS.
Oggi faremo insieme una “passeggiata” per i vicoli di Otranto per ammirarne la bellezza dei monumenti e del mare.
Otranto è una piccola e meravigliosa cittadina sulla costa adriatica della penisola salentina. Una città storica molto importante al punto che l’area che noi oggi chiamiamo Salento, una volta era chiamata Terra d’Otranto.
Vale sicuramente la pena fare una passeggiata tra le stradine del meraviglioso borgo antico riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO, quale Sito Messaggero di Pace.
Iniziamo il nostro tour virtuale nel centro storico della città partendo da “Porta Terra”. Da qui si innalzano le forti mura che proteggevano l’antica Otranto dall’attacco dei tanti invasori.
Oltrepassando la prima porta ne incontriamo un’altra la “Porta Alfonsina” che ci conduce direttamente nel centro abitato, questa è dedicata ad Alfonso d’Aragona, Duca di Calabria, che liberò la città dall’invasione turca nel 1481.
Proseguendo, ci ritroviamo sul “Lungomare degli Eroi”, da dove si possono ammirare le acque limpide e cristalline del mare, che sembra quasi abbracciare la città. Mare che nei secoli passati ha rappresentato una minaccia per Otranto, che nel 1480 subì una disastrosa invasione da parte dei Turchi.
Questi, il 14 agosto, massacrarono 800 abitanti e li decapitarono sul Colle della Minerva (dove oggi sorge una Chiesa dedicata ad essi e a San Francesco di Paola, che ne aveva predetto il massacro), per non aver voluto rinnegare la fede cristiana.
Per non dimenticare quanto accaduto sul lungomare è stato eretto un monumento dedicato agli Eroi e ai Martiri del 1480.
Non può mancare nella nostra passeggiata, una sosta per ammirare il monumento più importante e sicuramente famoso di Otranto: la Cattedrale di Santa Maria Annunziata.
La sua costruzione durò otto anni e fu consacrata il 1 Agosto 1088 da Papa Urbano II.
Sorge sul punto più alto del centro storico, quasi come a voler proteggere l’intera città.
L’interno ha una pianta a croce latina ed è composto da tre navate con absidi circolari e due cappelle laterali.
Ciò che rende la Cattedrale un monumento unico è il mosaico che ricopre l’intero pavimento delle tre navate. Eseguito in soli due anni, dal 1163 al 1165, dal monaco Pantaleone, è il mosaico pavimentale più grande d’Europa.
Il mosaico raffigura il grande Albero della Vita inteso come origine di ogni manifestazione di vita, sia essa cristiana, pre-cristiana, non cristiana, monoteista, politeista.
Continuando a percorrere i vicoli del borgo, incontriamo il Castello Aragonese, costruito per ordine del duca Alfonso d’Aragona, tra il 1485 e il 1498, dopo il tragico “Sacco d'Otranto”, sui resti di un fortino di epoca Bizantina. Sul bastione del Castello sono incisi gli scudi gentilizi di Antonio de Mendoza e di Don Pedro di Toledo, allora signori della città, mentre sul portone d'ingresso è scolpito lo stemma di Carlo V.
Giunti, al centro del borgo, in piazza del Popolo, si ammira la Torre dell'Orologio, costruzione realizzata nel 1799.
La Torre è arricchita dallo Stemma della città, raffigurante un torrione avvolto dalle spire di un serpente nero e dal motto Fedelissima Città di Otranto.
A pochi passi dalla Torre dell’Orologio, sorge la “Basilica di San Pietro”, preziosa testimonianza del dominio bizantino nella Terra d’Otranto, ed espressione dell'arte bizantina in Puglia. L'edificio sacro fu, probabilmente, la prima basilica costruita nella città.
Il nostro tour non può che concludersi sullo scorcio più suggestivo di Otranto, il Bastione dei Pelasgi, che si affaccia sul mare azzurro intenso e sul porticciolo della città, offrendo agli occhi una vista mozzafiato
Il nostro video finisce qui. Parole in Mano vi ringrazia per l’attenzione. Ciao!
*(il testo scritto differisce leggermente dalla versione in LIS del video)
Una Produzione PAROLE IN MANO
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
“OTRANTO NELLA STORIA” di Grazio Gianfreda, Ed.Salentina (1972)
“Otranto 1480” di Alessandro Laporta, Editore Capone (1980)
PROGETTAZIONE COORDINAMENTO ADATTAMENTO TESTI:
PAOLA MUSARÒ
Con la collaborazione di:
ALESSIA NUZZO
MARIANNA MINONNE
INTERPRETE LIS:
ANTONELLA TEDESCO
RIPRESE, FOTOGRAFIA SCENE IN LIS E MONTAGGIO:
WALTER STOMEO
PROGETTO GRAFICO:
ALESSIA NUZZO
MAPPA del Salento Associazione FOLKOLORE
**Le immagini della Cattedrale di Santa Maria Annunziata e della Basilica di San Pietro sono riprodotte su licenza dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Otranto, che ne conserva la proprietà.
Associazione Parole in Mano
Via Silvio Pellico, 5
73030 - Marittima di Diso (LE)
C.F. 92026310752
paroleinmano.it
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Il ricordo dell'arrivo a Roma di S. Caterina da Siena
Il ricordo dell'arrivo a Roma di S. Caterina da Siena
Taranto Città Vecchia:Duomo S Cataldo-Pareti esterne e Cripta
Le foto scattate nella cattedrale di San Cataldo sono state inserite in 4 filmini diversi. Questi ultimi contengono i seguenti percorsi:
1. Pareti esterne e Cripta;
2. Vestibolo,navate e percorso Via Crucis;
3. Presbiterio;
4. Cappellone di San Cataldo e Cappella del SS. Sacramento
Antonio De Santis: Sulla terrazza di Pizzo Calabro I.
È situata su un promontorio, bagnato dal Golfo di Sant'Eufemia, a sud Ovest, nelle giornate chiare appare l'isola di Stromboli, la costa è frastagliata ed è contraddistinta da spiagge sabbiose in alcuni tratti e da scogli in altri. La zona centrale dalla spiaggia della Seggiola, piccolo fiordo dalle acque cristalline al centro del masso tufaceo su cui è arroccato l'abitato, fino alla Marina, a Sud, prima bagnata dal mare, con diverse grotte, fra cui la Grotta Azzurra.
Come per molte altre località calabresi, nei secoli scorsi è stata cercata una origine nella antica Magna Grecia, con qualche eroe eponimo. Così oggi alcuni ripetono che Pizzo è stata fondata da Nepeto ai tempi della antica Grecia. Ma non c'è nessuna evidenza di ciò, anche se localmente qualcuno usa per motivi commerciali la dizione napizia, e la voce napitini per gli abitanti. Ci sono notizie certe dell'esistenza di un forte e di un borgo solo a partire dal 1300, e dell'esistenza della comunità di monaci Basiliani, mentre restano tracce nel territorio di una antica attività di pesca, specialmente al tonno. Il nome Pizzo ( = becco d'uccello, punto sporgente) si attaglia perfettamente al promontorio tufaceo che sporge sul mare, elevandosi dalla foce del fiume Angitola, fino alla spiaggia della Marina, dove fu collocato nel XV secolo anche il piccolo forte Aragonese, detto oggi Castello Murat, per i tragici eventi del 13 ottobre 1815. La posizione forte, e il castello favorirono la crescita del borgo marinaro, anche per la fortunata attività di pesca del tonno. Per secoli, i tonni, nel mese di maggio giugno, raggiungevano a milioni le spiagge del golfo di S. Eufemia, e ivi sorsero le famose tonnare di Bivona, e di Pizzo. Proprio a fianco della Chiesa della Piedigrotta, nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce, il rais ed i suoi uomini collocavano, fino agli anni 70 del 900 la tonnara che veniva tenuta da cavi che partivano dalle rocce a terra, sotto l'attuale Chiesa di S. Francesco di Paola. Nelle rocce a mare ci sono le tracce di questa attività. E' crollato l'arco di pietra che teneva il cavo, ma si notano piscine, scale, scavi, vaschette, irrorati dalle fonti di acqua dolce oggi poco copiose, dove probabilmente si lavavano i tonni. Nel mare appaiono sommersi oggi cinque lunghi moli perpendicolari, in località Prangi /CentoFontane / grotta del Bue. Nella zona Piedigrotta /Prangi sono quasi crollate le grotte del Bue ( si pensa che ci fosse ancora in epoca ottocentesca la foca monaca, detta bue marino), e del Saraceno /Centofontane. La grotta del Saraceno, immensa, oggi pericolante è oggetto di una tradizione secondo cui per anni fosse usata dai pirati saraceni e barbareschi, come deposito delle prede e delle persone catturate nelle incursioni nei paesi dell'interno. Ciò è possibile considerando che quella zona del litorale è rimasta spopolata per secoli proprio a causa dell'incessante azione banditesca di pirati di diversa origine, impegnati nella cattura del bestiame umano (schiavi), forza motrice dell'antichità.
Pizzo era famosa in epoca borbonica come località di arrivo della nave postale da Napoli, anche se non aveva un porto vero e proprio, e come posto di provenienza di pesci prelibati, in primis il tonno, fresco o sott'olio. I re Borboni spessosi facevano venire il tonno ed altri pesci, per cui Pizzo andava famosa. I Borboni fecero qualche intervento per Pizzo, e c'è traccia del viaggio del 1854 del Re Ferdinando II, che venne in Calabria con l'esercito napoletano in esercitazione armata, e con il figlio Francesco (da lui chiamato Ciccillo). Una notte il Re era rimasto impantanato alla foce del fiume Angitola, ed i Pizzitani gli offrirono ospitalità, in case signorili, ma il re volle accettare l'ospitalità del convento di San Francesco di Paola, cui era devotissimo. Si tramanda che il convento era assolutamente impreparato a ricevere il re, e che nemmeno l'acqua avessero. Sul corso c'è la targa che ricorda l'evento.
Il castello testimonia la presenza degli aragonesi nel XV secolo.
Proprio in questo luogo, il castello Aragonese, fu tenuto prigioniero e in seguito condannato a morte Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte. Venne fucilato il 13 ottobre 1815, dopo alcuni giorni di prigionia e un processo fatto nella sala principale del castello e fu poi sepolto nella chiesa di San Giorgio. Oggi il castello aragonese di Pizzo viene denominato Castello Murat. All'interno del Castello c'è il museo provinciale murattiano.
Video girato da me la Domenica delle Palme 17 aprile 2011.
Fonti storiografiche tratte da Wikipedia.
Chiesa di San Lorenzo - Frapporta - Tenno . (Trento)
La chiesa si trova nell'estremità meridionale dell'abitato di Frapporta, uno dei più suggestivi insediamenti del tennese. L'edificio romanico è costituito da un'aula piuttosto vasta sostenuta da contrafforti. Bella l'abside semicircolare, che all'esterno ingloba interessanti resti di plutei altomedievali provenienti dalla chiesa più antica. Notevole anche l'interno che accoglie i primi esempi della pittura trentina dell'XI secolo. La chiesa è impreziosita dalle testimonianze dell'iconografia gotica, rappresentata da un giudizio universale dipinto nel 1384 dal veronese Giuliano d'Avanzo
PIETA' 2012
PROCESSIONE-9-SETTEMBRE-ROVITO-CS-ITALIA-BREVE SINTESI-VIDEO DI NELLO GARRO
Convento S. Antonio a Biccari (Fg)
Breve storia del convento S. Antonio a Biccari in provincia di Foggia.
comune.biccari.fg.it
Franck prima della Selva di Fasano
Franck è intenzionato a scalare la famosa salita della Selva di Fasano
Weekend cultura, la mostra Sacra et pretiosa a Santa Caterina
Centoquaranta capolavori delloreficeria siciliana realizzati tra il Seicento e il Settecento commissionati dagli ordini monastici della Sicilia molti dei quali non esposti al pubblico perché chiusi nei magazzini dei musei o nelle confraternite delle chiese da cui provengono. E la mostra Sacra et Pretiosa allestita in questi giorni al monastero di Santa Caterina. La mostra è promossa dal Dipartimento regionale dei Beni Culturali ed è stata realizzata in collaborazione dallArcidiocesi di Palermo e dallUfficio Beni Culturali della Curia con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, il Monastero di Santa Caterina, lUniversità degli Studi di Palermo, e lOsservatorio per le Arti Decorative in Italia Maria Accascina. La mostra è visitabile venerdi, sabato e domenica dalle 10 alle 18 sino a Pasqua. .di Paola Pottino
Taranto | Wikipedia audio article
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00:01:51 1 Overview
00:04:24 2 Physical geography
00:05:21 2.1 Big Sea and Little Sea
00:07:14 2.2 Climate
00:08:24 3 History
00:10:25 3.1 Ancient art
00:13:04 3.2 World War II
00:13:51 3.3 2006 Municipal bankruptcy
00:14:42 4 Transport
00:14:51 4.1 Rail
00:15:09 4.2 Air
00:15:38 4.3 Other
00:16:07 5 Environment
00:18:22 6 Main sites
00:20:45 7 Old Town
00:25:30 8 Education
00:26:07 9 Demographics
00:26:19 9.1 Dialect
00:26:42 10 Sports
00:26:55 11 Cuisine
00:28:01 11.1 Mussels of Taranto
00:29:27 12 Twin towns
00:30:05 13 Notable people
00:33:30 14 See also
Listening is a more natural way of learning, when compared to reading. Written language only began at around 3200 BC, but spoken language has existed long ago.
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SUMMARY
=======
Taranto (, also US: , Italian: [ˈtaːranto] (listen); Tarantino: Tarde) is a coastal city in Apulia, Southern Italy. It is the capital of the Province of Taranto and is an important commercial port as well as the main Italian naval base. It is considered one of the oldest cities in Italy.
Taranto was founded by the Spartans in the 8th century BC and it is the only colony ever founded by Sparta. During the period of Greek colonization on the coasts of Southern Italy, the city was among the most important in Magna Graecia and it became a cultural, economic and military power, which gave birth to philosophers, strategists, writers and athletes, such as Archytas, Aristoxenus, Livius Andronicus, Heracleides, Iccus, Cleinias, Leonidas, Lysis, and Sosibius. The seven-year rule of Archytas marked the apex of Taranto's development and the recognition of its hegemony over the other Greek colonies of southern Italy.
During the Norman period, it became the capital of the Principality of Taranto, which covered almost all of the heel of Apulia.
From the name of the city derives that of the species Lycosa tarantula, which originated the terms tarantella, tarantism and tarantula. Taranto is also known for the large population of dolphins and other cetaceans that historically live near the Cheradi Islands, located in front of the city.
It is the third-largest continental city of southern Italy and an important commercial and military port with well-developed steel and iron foundries, oil refineries, chemical works, naval shipyards, and food-processing factories.
Around 500 BC the city was one of the largest in the world with population estimates up to 300,000 people.
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Taranto
Listening is a more natural way of learning, when compared to reading. Written language only began at around 3200 BC, but spoken language has existed long ago.
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The only true wisdom is in knowing you know nothing.
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SUMMARY
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Taranto (, also US: ; Italian pronunciation: [ˈtaːranto] (listen); Tarantino: Tarde) is a coastal city in Apulia, Southern Italy. It is the capital of the Province of Taranto and is an important commercial port as well as the main Italian naval base.It is the third-largest continental city of Southern Italy. According to 2011 population census, it then had a population of 200,154.
Taranto is an important commercial and military port with well-developed steel and iron foundries, oil refineries, chemical works, naval shipyards, and food-processing factories.
In ancient times around 500 BC the city was one of the largest in the world with population estimates up to 300,000 people.