Le pietre di San Venanzio Raiano 1979 1985
L’eremo di San Venanzio a Raiano, vicino Sulmona, sta tenacemente aggrappato a due verticali pareti rocciose situate sul fiume Aterno, in prossimità della valle Peligna. Il santo , nato e martirizzato a Camerino nelle Marche nel 253 d. C. a soli 15anni, visse in questo angolo d’Abruzzo con il maestro Porfirio per circa due anni , dedicandosi totalmente alla penitenza e alla preghiera. La tradizione racconta che qui impresse parti del suo corpo nelle pietre del luogo, poi diventate oggetto di particolare venerazione, perché ritenute miracolose soprattutto per i mali delle ossa e delle articolazioni. Per questo motivo numerosi fedeli ancora oggi per ottenere una guarigione o benefici corporali compiono riti litoterapici nel giorno della sua festa che cade il 18 di maggio. Da una decina di anni un gruppo di Montebello di Bertona , nel pescarese,viene in pellegrinaggio per una grazia ricevuta da un giovane del paese, allorquando nel 1975 dopo una caduta di 100 metri lungo un dirupo roccioso del santuario, riportò solo una frattura alla spalla. In ricordo di ciò la nonna, nella piccola bandiera che porta in processione con le offerte, mette bene in vista una foto del nipote miracolato, accanto ad una immagine di san Venanzio. Entrati nel santuario i pellegrini, alcuni dei quali per devozione recano in mano piccoli mazzi di erba chiamata grano di San Venanzio, scendono nella grotta dove si ritiene sia stato il giaciglio del santo, sul quale si distendono per trovare giovamento ai dolori fisici. Qui La roccia si sarebbe modellata fino ad assumere l'impronta del suo corpo, rivestendo in tal modo una particolare importanza cultuale e taumaturgica. Durante il percorso i pellegrini toccano continuamente le pietre, su di esse si adagiano e strofinano le parti sofferenti, sperando così di ottenere una guarigione da parte di San Venanzio, che con la sua santità ha sacralizzato lo spazio circostante. Per tornare in superficie si passa attraverso una disagevole scala santa posta all’interno di una cavità, che sbuca davanti all’altare della chiesa. Un tempo si saliva in ginocchio recitando preghiere ad ogni scalino. Entrare nel grembo della montagna ed uscire compiendo quasi un giro circolare per una stretta galleria ha evidentemente un forte significato simbolico. Il rito magico religioso nel suo complesso si colloca al centro di un processo di rinascita e di rigenerazione, forse anche di fertilità. Fino ad un recente passato si praticava anche l'idroterapia , con abluzioni nel fiume Aterno per sanare vari malanni. Se da una parte i fedeli evidenziano comportamenti e concezioni risalenti a culture arcaiche, con chiari riferimenti al mondo magico, dall’altra nelle loro preghiere invocano l'aiuto del santo, consapevoli che solo il suo soprannaturale intervento può concedere la sospirata grazia. Le pietre rappresentano il punto di congiunzione tra la sfera terrena e quella celeste , il luogo fisico in cui poter ricevere l'aiuto della divinità. Allo stesso modo degli ex voto, in cui si manifesta il suo intervento salvifico a favore di coloro che lo invocano. In chiesa, come importante espressione della religiosità popolare, restano poche tavolette votive , perché quasi tutte trafugate nel 1971. Con il loro accentuato realismo raccontano i fatti salienti degli scampati pericoli ,ma ci danno anche uno spaccato della vita locale ormai scomparsa.
Mentre i pellegrini, giunti numerosi dalla provincia di Pescara, si rifocillano nel piazzale del santuario con il cibo portato da casa, una bandiera viene sventolata nella sporgenza a mezza costa del precipizio ove era solito andare a pregare San Venanzio, oggi chiamata la crocetta. IL drappo rosso con la croce bianca, come appare nella sua iconografia, viene poi tagliato in piccoli nastri, richiesti per una loro finalità protettiva.
Solo pochi fedeli si recano presso le altre impronte litiche situate nelle vicinanze dell'eremo. In due vecchie edicole molto rovinate mettono nelle cavità ancora visibili il braccio in una e la testa nell’altra, per localizzate sofferenze fisiche. Infine fanno una visita nel luogo in cui il Santo ha lasciato la forma del suo piede. Così recita la scritta leggibile in alto ove ei posò il piede ti inchina e prega. Qui c’è l’usanza di gettare all’interno della grata uno o più sassolini e di raccoglierne altri lì dentro, ormai benedetti e pronti all’uso. Portati a casa si conservano come preziosa reliquia.
Verso le ore 12 esce la processione che si snoda per l'intero abitato con i ciambelloni votivi infilati nelle aste che sorreggono la piccola statua del santo in segno propiziatorio di abbondanza.
Torre Maura, Rozera (Unicef): Operazioni da pianificare con più attenzione
Torre Maura, Rozera (Unicef): Operazioni da pianificare con più attenzione
Comune di Roma si sente responsabile
(Roma). Credo che certe operazioni andrebbero pianificate con molta più attenzione, tenendo conto del superiore interesse dei minori. Il Comune di Roma ha detto di non aver capito perché sia stata presa questa decisione, parlando anche di indagini interne, quindi sicuramente si sentono responsabili di una scelta non attenta, ma sono certo che adesso staranno molto più attenti. Lo ha detto il Dg dell'Unicef, Paolo Rozera, a proposito degli episodi avvenuti in questi giorni a Torre Maura a Roma. (Andrea Corti/alanews)
Campane della Chiesa Rettoriale del Cuore Immacolato di Maria in Jesolo Lido (VE) (02) v.349
Distesa della grande (dura 1 minuto) delle 19:00 per l'Ave Maria serale nella Solennità di Tutti i Santi, 1° Novembre 2018
Concerto di 4 campane in accordo maggiore a salto fuse da De Poli di Vittorio Veneto nel 2014 con le tre maggiori elettrificate alla trevigiana sincronizzata e la IV fissa dalla Comin di Volpago del
Montello (TV) con motori lineari e gestite da un programmatore Belltron GM-870 color nero.
Altro video questa volta della Solennità di Tutti i Santi girato nella serata, alla fine di una mattina e di un pomeriggio piovosi che mi hanno impossibilitato a fare altre riprese magari più interessanti rispetto a questo.
Ho voluto riprendere questa chiesa per far vedere come, nonostante inutilizzata, sia illuminata e la programmazione delle campane sia attiva.
Inizialmente era più illuminata ma alcuni luci sono state spente.
Non mi dispiace per niente poiché evidenzia la figura della Madonna Capitana da Mar sulla sommità dell'edificio, posta sopra alle campane.
Durante la prima ripresa potete sentire l'Ave Maria, suonata 5 minuti prima dell'Angelus.
Poi, puntuale, la distesa della grande.
Come avrete notato questo è il video numero 349, il prossimo sarà il 350....aspettatevi qualche bella sorpresa....
I (San Michele Arcangelo): Si3, diametro 74 cm, spessore 5,5 cm, peso 256,5 kg;
II (San Gabriele Arcangelo): Re#4, diametro 58,5 cm, spessore 4,3 cm, peso 123,9 kg;
III (San Raffaele Arcangelo): Fa#4, diametro 49 cm, spessore 3,8 cm, peso 68,8 kg;
IV (San Marco Evangelista): La4, diametro 43 cm, spessore 3,2 cm, peso 43 kg.
Video 349