Rocca Aldobrandesca di Piancastagnaio
Un altro appuntamento della serie Amiata, la montagna delle meraviglie.
In queste viste è rappresentata la Rocca Aldobrandesca di Piancastagnaio, un gioiello di antica fortificazione eccellentemente mantenuto nel tempo.
Sotto la sua imponenza si sviluppò il paese e dentro le sue mura si raccolsero le popolazioni che dalla Val di Paglia erano salite sul monte per trovare più sicurezza. Il piccolo villaggio, costruito su un’altura di scogli, fu trasformato in grosso fortilizio di forma quadrangolare con una torre più elevata che serviva da vedetta.
Il castello fu concesso in feudo agli Aldobrandeschi dall'Abbazia del Santissimo Salvatore nel 1208 e da allora vide l’avvicendarsi di vari padroni: nel 1333 passò sotto il dominio di Orvieto, nel 1345 i senesi abbatterono le mura ed occuparono il castello fino al 1416 quando un podestà, inviato dalla Procura della Repubblica Senese, in collaborazione con alcuni uomini del paese redasse i primi statuti. Nello stesso anno iniziarono le opere di consolidamento della Rocca, anche se il restauro più importante risale al 1471-1478: la struttura fu potenziata con una copertura inferiore, le vecchie mura rinforzate da contrafforti e sul maschio fu aggiunta una corona di mensole e archetti pensili dove Siena appose il leone rampante simbolo della Repubblica e la balzana bianco nera della città. Nel 1559 Siena passò sotto il dominio de I Medici e Piancastagnaio ne seguì le sorti apponendo sopra la porta lo stemma della casata a sei bisanti. Nel 1601 il territorio fu dato in feudo al Marchese Bourbon del Monte che trasformò la Rocca in una prigione finché nel 1700 non perse del tutto la sua funzione sotto il Granduca di Lorena.
La storia recente della Rocca è caratterizzata da due restauri: uno dal 1962 al 1970 da parte del Commendator Gino Pietro Bigazzi e l’altro nel 1990 da parte dell’Amministrazione Comunale. Oggi la Rocca Aldobrandesca è meta obbligatoria per il turista.
Quindi che aspetti? Vieni a visitarla!
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Rocca Aldobrandesca in Talamone, Maremma Italy
The Rocca Aldobrandesca fortress in Talamone Maremma Tuscany Italy at sunset.
Roccalbegna e la sua rocca aldobrandesca
Un paese arroccato e sovrastato da due rocche, da un lato la rocca principale, sullo spuntone più alto che incombe, protettiva ma anche minacciosa, sui tetti delle case, dall'altra, sullo spuntone più basso, il cassero senese, dove un tempo c'era un giardino all'italiana. In mezzo il borgo di Roccalbegna. Michela è salita su entrambe le rocche per farci vedere il panorama davvero spettacolare che si può godere dall'alto.
Un detto popolare recita: se il Sasso scrocca addio la Rocca , la posizione a nido d'aquila infatti è proprio sovrastante le case e il sasso nei secoli ha destato preoccupazione negli abitanti a causa dei possibili crolli proprio sui tetti delle case stesse.
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Rocca Aldobrandesca|Piancastagnaio|BJANEG.❤
Rocca of Piancastagnaio
The front inside the walls with the quarterdeck. A square tower of the walls, in the background the Mastio della Rocca. One of the surviving gates of the city walls, facing south.
Piancastagnaio is located on the slopes of Mount Amiata and can be reached by following the Via Cassia until the junction for Abbadia S. Salvatore / Vetta Amiata / Piancastagnaio.
Since the XI century the area of southern Tuscany around the castle of Piancastagnaio was the subject of the expansionist policy of the powerful family of the Aldobrandeschi and the whole territory is rich in historical evidence related to their potentato.
As almost always speaking of the Aldobrandeschi possessions also Piancastagnaio was disputed to the noble family by the monks of the San Salvatore Abbey from the year 1000, later it was claimed by the Visconti di Campiglia and during the XIIIth century it became the object of further disputes between Siena and Orvieto. The Orvietani obtained control of the powerful fortress in 1303, keeping it for about fifty years.
At this point the heirs of the Aldobrandeschi, the Orsini of Pitigliano, entered the disputes, this time to oppose the aims of the Sienese Republic. Only between 1415 and 1430 Siena finally managed to take possession of Piancastagnaio, who was annexed to the Capitanato di Radicofani.
Contemporaneously the fortress was the subject of extensive renovation that made it suitable to be the residence of Captain Sienese.
In 1600 the settlement became a grand-ducal fief and finally, with the Leopoldine reforms, the capital of the homonymous community.
Built on the slopes of Mount Amiata, the village has a circular shape, once enclosed by a fortified wall surrounded by square towers and four doors. The walls have been almost completely demolished, there are still three towers, two semicircular and one square, the main door next to the fortress and three other very simple doors, in the southern part of the walls' Porta Romana Porticciola 'e' Porta of Voltaia '. The mighty Rocca Aldobrandesca still stands today at the highest summit of the town. The building has a quadrilateral shape and is equipped with high walls strongly scarped. Two towers rise from the fence, the largest, both as solidity and height, had the formwork, the other, located in the opposite corner, defended the underlying gateway to the city. The whole complex was equipped with a defensive apparatus to protrude on corbels, still almost intact, and the battlements mostly disappeared. La Rocca is in excellent condition thanks to a careful restoration work completed at the end of the 18th century.
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Ciaoo mga Bjaners????
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VIA FRANCIGENA: Da Radicofani a Acquapendente - di Sergio Colombini
Con la tappa di oggi oltre che ammirare dei bellissimi paesaggi, attraverseremo anche dei borghi:
Radicofani: Le prime notizie storiche mostrano che nel 1028 il Conte Ildebrando IV Aldobrandeschi vendette Contignano a Foscolo e Maiza e che essi nell'anno seguente lo donarono al Monastero del SS. Salvatore del Monte Amiata. Nel 1210 con una bolla l'imperatore Ottone IV confermava il possesso all'Abbazia. Nel 1293 per la prima volta viene attestata l'esistenza della Chiesa di Santa Maria in Campo, sempre come dipendenza del monastero. Nel luglio del 1300 Radicofani fu teatro di uno scontro tra l'esercito di Santa Fiora comandato da Guido di Santa Fiora e quelli di Siena e Orvieto comandati da Ghirardello da Todi nel quale morirono 400 uomini e quasi tutti i comandanti Senesi e Orvietani vennero uccisi.
Ponte a Rigo: Nel Medioevo sotto il nome di Borgo a Rigo [1] luogo conosciuto si trova 9,7 km a sud ovest della capitale di San Casciano dei Bagni e 65 chilometri a sud est della capitale provinciale di Siena . Il villaggio si trova sui fiumi Rigo e Paglia , il Rigo pochi metri ad est del paese raggiunge il Rigobrücke (Ponte a Rigo) e poi si svuota dopo 500 metri nel Paglia. Qui, il Paglia segna il confine con il Lazio , che con la comunità Proceno ( Viterbo ) a sud. Ponte a Rigo si caratterizza il punto più meridionale della Valdichiana (Valdichiana) e il luogo meridionale della Francigena in Toscana. Diverse varianti del pellegrinaggio si ritrovano insieme sul sentiero principale della via Cassia, come occidentale Amiata variante di Bagni San Filippo , Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio e la variante orientale su Radicofani e Celle sul Rigo (anche il quartiere di San Casciano dei Bagni) , Il villaggio si trova a 299 metri sopra il livello del mare e conta circa 70 abitanti.
Acquapendente: Si ipotizza che nell'ambito territoriale dove è situato oggi il paese, esistesse un centro etrusco abitato poi dai romani, successivamente invaso e distrutto dai Longobardi.
Da un'analisi su documenti antichi invece sembra più probabile una nascita del nucleo urbano a partire da un borgo formatosi attorno alla pieve di Santa Vittoria, tra il IX e il X secolo, e posta lungo la Via Francigena, itinerario che fungeva da collegamento tra Roma e l'Europa centrale, in particolar modo la Francia.
Il piccolo borgo si sviluppò velocemente per la collocazione sull'importante asse di comunicazione e nel 964 ospitò l'imperatore Ottone I il quale risiedette ad Acquapendente per un breve periodo. Con la donazione di tutti i beni di Matilde di Canossa alla Chiesa, Acquapendente entrò a far parte del Patrimonio di San Pietro e venne posta nella diocesi di Orvieto. In questo periodo ci furono le prime guerre tra Orvieto ed Acquapendente che voleva sottostarle, anche perché il borgo aveva ormai raggiunto una certa importanza dovuta alla sua posizione strategica tra Marchesato di Toscana e Stato della Chiesa (Patrimonio di San Pietro).
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Michele Nucciotti
Michele Nucciotti archeologo medievista dell'Università di Firenze.
Dissertazione sulla fondazione di Santa Fiora da parte della famiglia Aldobrandeschi e su come non ci siano fonti scritte sullo sfruttamento delle miniere di cinabro nel Basso Medioevo sul Monte Amiata. L'unica fonte riguardo al mercurio è una carta di divisione fra i conti Aldobrandeschi, in cui tra i beni indivisi, cioè amministrati congiuntamente si parla delle miniere di argento di Selvena.