Abbazia di S. Vincenzo al Furlo, Acqualagna
Dedicata alla memoria di San Vincenzo, vescovo di Bevagna, l'abbazia ha origine incerta, alcuni residui di fortificazione farebbero supporre una fondazione risalente al VI secolo. Sulle pareti della Chiesa sono ancor oggi visibili affreschi di scuola marchigiana. La posizione adiacente ad uno dei più suggestivi passi appenninici fa dell'abbazia una meta attraente anche per il magnifico paesaggio che la circonda. Più informazioni:
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
Abbazia di San Vincenzo al Furlo -Ave Maria di Giuseppe Verdi
Abbazia di San Vincenzo al Furlo -Ave Maria di Giuseppe Verdi
Il Codirosso e la Fotografia
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Video e Regia:Ladovefinisceilmare
Abbazzia San Vincenzo al Furlo
San Vincenzo al Furlo risale al XII ma ha subito una serie di rifacimenti e restauri nel secolo successivo. Si tratta di una chiesa originariamente a due navate: le campate più occidentali della navatella laterale sono successivamente crollate e la struttura primitiva può essere osservata solo nel presbiterio e nella sottostante cripta.
La semplice facciata ed il portale sono datati da un fregio al 1271 e sono opera dell'abate Bonaventura. Il portale presenta un archivolto a doppio rincasso ed un'architrave decorata a motivi geometrici e fitomorfici.
I motivi decorativi (rosette stellari, rosoni, tralci vegetali) richiamano motivi simbolici divini ed etici.
Al di sopra della lunetta è stato inserito un pezzo di architrave romano ad ovoli e dentelli nella cui parte superiore è stato scolpito nel XII secolo un tralcio vegetale.
La parte absidale è caratterizzata da un'abside principale di dimensioni molto maggiori di quella laterale che corrisponde alla navatella della cripta. La monofora gotica dell'abside è un rifacimento moderno mentre il tetto appare rialzato a seguito della costruzione delle volte nel XIII secolo.
L'interno presenta un presbiterio molto rialzato su una cripta e accedibile per mezzo di una scala centrale. L'area riservata ai monaci risulta pertanto molto isolata rispetto a quella dei laici.
Le volte risalgono al XIII secolo.
Il cilindro absidale è aperto da tre monofore di ccui quelle laterali (la centrale non è originale) hanno l'archivolto decorato a rosette.
Il fianco destro della navata presenta ancora gli archi di accesso alla navatella laterale, ora murati.
L'accesso alla cripta è permesso da due porte ai lati della scala centrale. Si tratta di un locale che riprende la pianta del presbiterio, coperto da volte su colonne. A destra si apre un altro locale absidato corrispondente alla navatella.
I capitelli della cripta sono decorati in maniera molto elementare e risalgono probabilmente alla fine dell'XII secolo.
A fianco della porta meridionale di accesso alla cripta è murato un piccolo rilievo raffigurante un aneglo a sei ali, un serafino.
Cerimonia al Furlo per l'intitolazione del Museo del Territorio
FURLO DI ACQUALAGNA -- Suggestiva cerimonia, questa mattina al Furlo di Acqualagna, per l'intitolazione del Museo del Territorio alla memoria dell'ispettore generale del Corpo Forestale dello Stato Lorenzo Mannozzi Torini (1908 -- 1995), precursore delle moderne tecniche di tartuficoltura. A sottolineare il valore dell'iniziativa, promossa dalla Provincia di Pesaro e Urbino (ente gestore della Riserva naturale statale Gola del Furlo) e dal Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con il Comune di Acqualagna, erano presenti il Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone (salutato dal picchetto d'onore), tutti i rappresentanti della Forestale delle Marche e numerose autorità civili e militari.
All'ingresso della riserva, il Prefetto di Pesaro e Urbino Alessio Giuffrida, il presidente della Provincia Matteo Ricci e Cesare Patrone hanno scoperto una targa ricordo ed un cippo in pietra realizzato dall'artista di Acqualagna Luigi Campanelli. Presenti anche Franca Valdambrini, nipote dell'ispettore Lorenzo Mannozzi -- Torini (che ha ricevuto una targa ricordo) ed un altro parente, Simone Pineschi.
Oggi - ha detto il presidente della Provincia Matteo Ricci -- dedichiamo il museo ad un amante della natura, simbolo del Corpo Forestale e di tutti coloro che dopo la seconda guerra mondiale lavorarono per ridare vigore alla montagna. Abbiamo bisogno di riscoprire l'amore per le nostre aree interne. I prodotti del bosco, quali funghi e tartufi, sono diventati per il territorio provinciale simbolo di grande sviluppo economico. Ringrazio il Corpo Forestale per l'importante collaborazione nella salvaguardia e tutela di questo territorio. Il sindaco di Acqualagna Andrea Pierotti ha ricordato come la prima tartufaia artificiale sia stata impiantata al Furlo e come grazie al vasto patrimonio di conoscenza nel settore, una delegazione (Comune di Acqualagna, Federazione Italiana Tartuficoltori Associati e Centro Sperimentale di Tartuficoltura) sia stata chiamata ad effettuare, la prossima settimana, una perizia scientifica sulla tenuta inglese del principe Filippo, duca di Edimburgo, che vorrebbe veder nascere una tartufaia nei propri terreni. Il prefetto di Pesaro e Urbino Alessio Giuffrida ha sottolineato la scrupolosa dedizione e sensibilità per lo sviluppo montano dell'ispettore generale Mannozzi Torini, esempio importante di salvaguardia e tutela dell'ambiente, a cui si deve gran parte del patrimonio demaniale forestale delle Marche. Dopo i saluti dei comandanti provinciale Carlo Carbini e regionale Antonio Giusti, il Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, nell'evidenziare l'importanza di una formazione nelle scuole per atteggiamenti virtuosi nella tutela dell'ambiente, ha ricordato come lo sviluppo ambientale vada collegato ad una vera cultura della legalità. Il Corpo forestale dello Stato - ha detto - si occupa anche di polizia ambientale, rilevando oltre il 50% dei reati in questo settore. Vorremmo avere sezioni di polizia giudiziaria del Corpo Forestale presso ogni Procura della Repubblica.
Si sono poi susseguiti gli interventi del responsabile tecnico della Riserva naturale statale Gola del Furlo Leonardo Gubellini, del consigliere provinciale Bruno Capanna, del vice questore aggiunto del Corpo forestale dello Stato Maurizio Cattoi (che ha approfondito la figura di Mannozzi -- Torini) e del responsabile del Centro Tartuficoltura della Regione Marche Assam Gianluigi Gregari, che ha ricordato l'importanza delle tecniche di Mannozzi Torini nella moderna tartuficoltura. Per concludere con l'intervento del dirigente e responsabile della gestione della Riserva del Furlo Maurizio Bartoli, che ha lanciato un'idea, condivisa dai presenti. Sarebbe bello -- ha detto -- se intorno alla figura di Mannozzi Torini si creasse una scuola di formazione per lo studio della tartuficoltura.
Un anno al Furlo - Prima parte
Con l'istituzione della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, la Provincia gestisce 3.600 ettari di boschi, prati e cime incontaminate.
È la terza area protetta della provincia e, con i suoi 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, fa salire a 10.200 ettari la superficie del territorio di Pesaro e Urbino messo sotto tutela.
Accanto ai parchi regionali del San Bartolo (1.600 ettari) e del Sasso Simone e Simoncello (5.000 ettari), è stata di recente istituita la Riserva naturale statale del Furlo. Un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari. Basti pensare all'aquila reale, al falco pellegrino, al gufo reale, al picchio muraiolo, alla rondine montana, al rondone maggiore e al gracchio corallino. E poi al Furlo vivono lupi, caprioli, daini, cinghiali. La vegetazione che ricopre le cime del massiccio è costituita in prevalenza da querceti con roverella, carpino nero, orniello, acero, sorbo. Assai variegato anche l'habitat fluviale e ripariale, così come ricchissima è la vita che pullula nelle foreste, nei pascoli e nei cespuglieti.
Un serbatoio naturale da proteggere e valorizzare la cui gestione è stata affidata alla Provincia di Pesaro e Urbino. Una decisione assunta dal Ministero dell'Ambiente (sentiti gli enti interessati: Regione, le tre Comunità montane di Cagli, Fossombrone e Urbania, e i Comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone e Urbino).
Per la gestione della riserva la Provincia può avvalersi anche dell'ufficio unico Sadaf (Servizio aree demaniali e aree forestali) creato dalle tre Comunità montane e con sede a Cagli.
L'istituzione della riserva rappresenta un riconoscimento delle peculiarità ambientali e naturalistiche della zona, già soggetta a numerosi vincoli, che comporta il vantaggio di offrire al territorio maggiori opportunità di tutela e salvaguardia, per esempio interventi di risanamento e restauro, in una programmazione unitaria, con finanziamenti certi che permetteranno di rendere meglio fruibile questo paradiso della nostra provincia. Dalla riserva derivano insomma non solo vantaggi economici per valorizzare tutta l'area (dalla flora, alla fauna, agli edifici rurali), ma anche una progettazione unitaria e maggiori controlli per la tutela dell'area.
Il Decreto Ministeriale prevede anche l'istituzione della Commissione di riserva. La Commissione è stata istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente (febbraio 2002) ed è formata da un esponente del Ministero dell'Ambiente, uno della Regione, uno della Provincia, uno per ogni Comunità montana e Comune interessato, un esponente delle associazioni ambientaliste e uno delle associazioni scientifiche.
E' in atto la predisposizione del Piano di Riserva che, dovrà prevedere gli interventi da realizzare per la tutela e la valorizzazione naturalistica, ambientale e urbanistica della zona e le modalità di gestione della Riserva medesima.
Fino all'entrata in vigore del Piano di gestione della Riserva, la disciplina di tutela dell'area protetta è regolamentata dall'art.6 del Decreto istitutivo
Sito web:
Un anno al Furlo - Seconda parte
Con l'istituzione della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, la Provincia gestisce 3.600 ettari di boschi, prati e cime incontaminate.
È la terza area protetta della provincia e, con i suoi 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, fa salire a 10.200 ettari la superficie del territorio di Pesaro e Urbino messo sotto tutela.
Accanto ai parchi regionali del San Bartolo (1.600 ettari) e del Sasso Simone e Simoncello (5.000 ettari), è stata di recente istituita la Riserva naturale statale del Furlo. Un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari. Basti pensare all'aquila reale, al falco pellegrino, al gufo reale, al picchio muraiolo, alla rondine montana, al rondone maggiore e al gracchio corallino. E poi al Furlo vivono lupi, caprioli, daini, cinghiali. La vegetazione che ricopre le cime del massiccio è costituita in prevalenza da querceti con roverella, carpino nero, orniello, acero, sorbo. Assai variegato anche l'habitat fluviale e ripariale, così come ricchissima è la vita che pullula nelle foreste, nei pascoli e nei cespuglieti.
Un serbatoio naturale da proteggere e valorizzare la cui gestione è stata affidata alla Provincia di Pesaro e Urbino. Una decisione assunta dal Ministero dell'Ambiente (sentiti gli enti interessati: Regione, le tre Comunità montane di Cagli, Fossombrone e Urbania, e i Comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone e Urbino).
Per la gestione della riserva la Provincia può avvalersi anche dell'ufficio unico Sadaf (Servizio aree demaniali e aree forestali) creato dalle tre Comunità montane e con sede a Cagli.
L'istituzione della riserva rappresenta un riconoscimento delle peculiarità ambientali e naturalistiche della zona, già soggetta a numerosi vincoli, che comporta il vantaggio di offrire al territorio maggiori opportunità di tutela e salvaguardia, per esempio interventi di risanamento e restauro, in una programmazione unitaria, con finanziamenti certi che permetteranno di rendere meglio fruibile questo paradiso della nostra provincia. Dalla riserva derivano insomma non solo vantaggi economici per valorizzare tutta l'area (dalla flora, alla fauna, agli edifici rurali), ma anche una progettazione unitaria e maggiori controlli per la tutela dell'area.
Il Decreto Ministeriale prevede anche l'istituzione della Commissione di riserva. La Commissione è stata istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente (febbraio 2002) ed è formata da un esponente del Ministero dell'Ambiente, uno della Regione, uno della Provincia, uno per ogni Comunità montana e Comune interessato, un esponente delle associazioni ambientaliste e uno delle associazioni scientifiche.
E' in atto la predisposizione del Piano di Riserva che, dovrà prevedere gli interventi da realizzare per la tutela e la valorizzazione naturalistica, ambientale e urbanistica della zona e le modalità di gestione della Riserva medesima.
Fino all'entrata in vigore del Piano di gestione della Riserva, la disciplina di tutela dell'area protetta è regolamentata dall'art.6 del Decreto istitutivo
Sito web:
Gli Asini in Riserva tornano al Furlo
Esposizioni, escursioni, giochi, e stand. Per bambini, famiglie, curiosi e amanti della natura. Torna anche quest'anno «Asini in Riserva», unico evento nazionale dedicato alla biodiversità asinina e al paesaggio rurale, in programma il 26 e 27 giugno nel suggestivo scenario della Riserva naturale del Furlo. L'appuntamento, organizzato dalla Provincia, sarà inaugurato sabato, alle ore 10, dal convegno «Attività rurali e turismo ecosostenibile nelle aree protette, attraverso la valorizzazione della biodiversità asinina». Da segnalare, tra le originali iniziative previste, «Pumba on the River», passeggiata in compagnia degli asini tra l'area golenale e l'abbazia di San Vincenzo; «Raglia con Pumba», spazio ludico informativo; «Attaccati all'asino», dimostrazioni attitudinali e spettacoli equestri e il «Workshop Onoterapia», dimostrazione di attività assistita con l'asino, in collaborazione con l'associazione «Il Carretto». Domenica la giornata conclusiva, con il titolo «Asini in Riserva», assegnato al vincitore della mostra delle razze asinine.I bambini potranno anche cavalcare un somarello grazie al «PumbaBus», servizio di trasporto con fermate e pit stop in piena regola. L'iniziativa è realizzata con la collaborazione dell'associazione DottorPumba ed è patrocinata da Regione e Comuni di Acqualagna, Fermignano, Cagli, Urbino e Fossombrone; università di Urbino, Camerino e Ancona; Federparchi e Comunità Montana Catria e Nerone.
Ulteriori informazioni:
Gola del Furlo
Gola del Furlo Italy la diga in piena by pesarodrone.it di Antonio Salciccia
Italia Video (Marche).Passo Furlo 1080p
Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, la Provincia gestisce 3.600 ettari di boschi, prati e cime incontaminate.Provincia Pesaro e Urbino.Se voi scaricare gratis le miee foto vai su sito
Acqualagna: al via domenica la 53° Fiera Nazionale del Tartufi
Ricetta carne. Sformatino di patate con Salsiccia di Cinta Senese
Videoricetta dello Chef Gabriele Giacomucci del Ristorante Osteria La Gioconda di Cagli (PU) - Marche - Italia
Un antipasto dal menu di primavera 2011.
Nelle immagini si vede anche l'Abbazia di S. Vincenzo al Furlo, dell'XI secolo.
2015 - Viandanza Fossombrone - Gola del Furlo maggio Special Canale 14
Visso - Santuario di Macereto - Domenica 21 Giugno 2015
Parco dei Monti Sibillini - Santuario di Macereto
da Visso ed anello del Monte Careschio
Dislivello complessivo: 958 m. – Tempo: 6 ore
Difficoltà: escursionistiche.
Note: L’itinerario percorre uno dei sentieri che i pellegrini d’Abruzzo e della Sabina erano soliti fare per recarsi al Santuario di Loreto (una delle vie lauretane). Nel loro viaggio incontravano prima il fiorente comune di Visso e successivamente, nella solitudine di un vasto altopiano, il Santuario di Macereto anch’esso luogo di venerazione della Madonna con bambino. L’itinerario può essere ridotto di dislivello, lunghezza e tempo omettendo di salire al Monte Careschio.
Al termine la camminata, tutti sono invitati a degustare la “Tisana del Viandante” e la “Crostata della Sibilla” all’Hotel Ussita.
Peglio
Song zum Urlaub am Comer See
drone esplorazione rocca fossombrone
finale provinciale coppa marche(pu) acqualagna-passepartout
Descrizionfinale provinciale coppa marche(pu) acqualagna-passepartout
Cuccurano(pu) VIDEO 3
11-11-2014