Santa Caterina d'Alessandria: lectio magistralis di Philippe Daverio
Sabato 22 novembre seconda giornata di lavori dedicati alla promozione dello studio e della ricerca intorno alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina e del suo ciclo di affreschi. Questa seconda giornata si apre con Philippe Daverio, insigne storico dell’arte, il quale a partire dalle 17:30 è a disposizione nella Sala del Sindaco a Palazzo Orsini per un incontro con giornalisti, studenti ed addetti ai lavori. A seguire,alle 19:00, ad ingresso libero, il Prof. Daverio terrà all’interno della Basilica, una Lectio Magistralis sulla Basilica di S.Caterina d'Alessandria a Galatina, “una meta leggendaria.
Sempre all'interno della chiesa si potrà fruire dell'installazione Virtual Reality Experience con la visita allo spazio Dune Cube del consorzio CETMA di Brindisi, per fare una singolare esperienza della Basilica e dei suoi affreschi; grazie alla collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, il dispositivo Dune Cube permetterà di fare una esperienza di realtà virtuale in ambito culturale, grazie a scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.
VARESE, EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO
Tra laghi e monti di straordinaria bellezza, la provincia di Varese offre al visitatore angoli di paradiso incontaminato. A picco sul Lago Maggiore, presso Leggiuno, abbarbicato su uno strapiombo di parete rocciosa si staglia etereo l'Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, che è senza dubbi uno tra gli scenari più suggestivi del Lago Maggiore.
Eremo di S. Caterina del Sasso Ballaro (Va) - Italy
Eremo di S. Caterina del Sasso Ballaro
Leggiuno (Va) Italy
L'eremo duecentesco di S. Caterina del Sasso Ballaro è raggiungibile dalla strada Laveno-Angera, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore.
Il santuario si presenta come un complesso a strapiombo sul lago, formato da una cappella originaria, un oratorio, un convento e la chiesetta di S. Nicola, aggrappato alla roccia (70 metri dalla cima e a 15 dal pelo dellacqua) ed in posizione panoramica verso la costa piemontese.
Si accede alleremo percorrendo uno scosceso sentiero a scalinata, oppure via lago con battelli di linea.
Monastero di eremiti ambrosiani dal 1379 Santa Caterina passò nel 1670 sotto la dipendenza dei Carmelitani di Mantova e centanni più tardi addirittura soppresso; nel 1970 la Provincia di Varese ha poi acquistato lintera struttura e finanziato i lunghi restauri architettonici e di consolidamento geologico.
Canti gregoriani eseguiti dai canonici dellAbbazia di S. Antimo (Si) nel gennaio 1999
Eremo Santa Caterina del Sasso, Dji Mavic Pro 4k
Eremo Santa Caterina del Sasso,Lago Maggiore
drone:Dji Mavic pro
La costruzione del complesso di Santa Caterina vedrebbe le sue origini secondo la tradizione nel XII secolo, quando un tal Alberto Besozzi[2] di Arolo, mercante e usuraio del tempo, scampando a un naufragio durante una traversata del lago, avrebbe fatto voto a Santa Caterina d'Alessandria di ritirarsi per il resto della sua vita in preghiera e solitudine in una grotta in quel tratto di costa. Lì avrebbe costruito una cappella alla Santa, ancor oggi individuabile sul fondo della chiesa. In seguito fatto beato, il suo corpo riposa all'interno della chiesa. Il complesso monastico sorse intorno al XIV secolo, con la costruzione delle due chiese dedicate a San Nicolao e Santa Maria Nova. Il complesso venne inizialmente retto per un breve periodo dai Domenicani, ai quali succedettero dal 1314 al 1645 i frati dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus. A partire dal 1670 vi si sarebbero insediati i Carmelitani di Mantova, che avrebbero mantenuto il monastero per un secolo, fino alla soppressione (avvenuta nel 1770). Dal 1914 è considerato monumento nazionale. Il complesso passò di proprietà dal Beneficio parrocchiale di Leggiuno all'Amministrazione provinciale di Varese il 4 giugno 1970. Da quella data iniziarono consistenti restauri ed opere di consolidamento e stabilizzazione che salvarono il santuario e lo riportarono a riaprire negli anni ottanta. Dal 1986 al 1996 ospitò una comunità di Domenicani, mentre attualmente è retto da alcuni Oblati benedettini
SIENA Santuario e Casa di Santa Caterina da Siena
Basilica palatina di Santa Barbara Mantova
in Mantova
La basilica palatina di Santa Barbara, chiesa di corte dei Gonzaga, fu fatta erigere, con il campanile, dal duca Guglielmo fra il 1562 e il 1572, su disegno di Giovan Battista Bertani.
La facciata è caratterizzata da tre archi, sormontati dal frontone, che introducono nel vestibolo d’accesso, sopra il quale, all’interno, si trova la grande cantoria per i musici.
L’interno A navata unica con cappelle laterali, presenta due grandi lanterne quadrate, di cui una al centro, l’altra sopra l’altare maggiore, cui si accede tramite una scalinata semicircolare. Domina il coro il Martirio di S. Barbara, la grande pala dipinta da Domenico Brusasorci su invenzione del Bertani, racchiusa in una ricca cornice. La lunetta superiore che oggi vediamo, è opera settecentesca di Pietro Fabbri: l’affascinante originale - sostituito perchè ammalorato - è ancora conservato nel patrimonio della Basilica. Di fianco all’altare maggiore una scala porta alla cripta, ripartita in tre navate con un sacello a pianta ellittica.
Le pale dei due grandi altari laterali sono di Lorenzo Costa il giovane su idee del Bertani (a destra Il battesimo di Costantino, a sinistra Il Martirio di Sant’Adriano). Sono attribuite a Fermo Ghisoni le figure dipinte su ambo le facce delle ante dell’organo (Santa Barbara e San Pietro da un lato; L’Annunciazione dall’altro). Altri quadri di pittori giulieschi sono sugli altari piccoli: a destra La consegna delle chiavi a San Pietro di Luigi Costa e Santa Margherita di Giambattista Giacarelli; a sinistra Il battesimo di Cristo di Teodoro Ghisi e La Maddalena dell’Andreasino. I quattro ovali sono opera di Pietro Fabbri (Santa Lucia e Santa Caterina), di Amadio Enz (Sant’Anna con Maria bambina), e di un anonimo del secolo XVII (Sant’Antonio con Gesù Bambino). Una cappellina appartata a sinistra contiene invece una quadro settecentesco, del Bazzani (Madonna e santi).
Il presbiterio, sopraelevato, è chiuso da una cancellata settecentesca; del tardo ’600 sono gli stalli del coro, finemente scolpiti e provenienti dalla demolita chiesa di San Domenico. Le statue polimateriche sono del secolo XVII. Il lampadone posto davanti all’altare maggiore è stato commissionato dal duca Vincenzo I.
Una chiesa per il duca Gonzaga, dunque, ricca nel patrimonio (basti solo pensare agli arazzi su cartoni di Raffaello, lasciati dal card. Ercole a Guglielmo e da questi donati alla sua Basilica), in cui gli uffici divini assumono solennità, ricchezza, attraverso una organizzazione precisa ed articolata. Una chiesa “che suona”, non solo per la cappella musicale di cui viene ben presto fornita, ma per i diversi spazi da cui può provenire la musica. Una chiesa che è diversa da tutte le altre perchè il progetto di Guglielmo sottende l’idea di onorare Dio e insieme di mostrarsi “vero signore” del suo tempo; ciò trova le sue risposte concrete nelle realizzazioni di quanti lavorano in S. Barbara, per la sua costruzione e per la sua vita religiosa e artistica.
RossoPorpora Ensemble - Italia mia.
Stagione di Concerto 2013/2014
11 aprile 2014
Chiesa di Santa Caterina da Siena - Napoli
RossoPorpora Ensemble
Walter Testolin, direttore
Italia mia. Storia e geografia del madrigale italiano
ITALIA MIA
Storia e geografia del madrigale italiano
Philippe Verdelot (1480 ca. - 1530 ca.)
Italia mia, benché 'l parlar sia indarno - Venezia 1540
Giaches De Wert (Gand 1535 - Mantova 1596)
Sorgi e rischiara - Settimo libro dei madrigali a 5 voci, 1581)
Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina 1525-26 - Roma 1594)
Dammi vermiglia rosa Priego alla beata vergine, Roma 1594
S'amarissimo fele Priego alla beata vergine
Philippe de Monte (Malines 1521 - Praga 1603)
In qual parte del ciel intavolatura di V. Galilei
Heinrich Schütz (Kostritz 1585 - Dresda 1672)
Feritevi, ferite, viperette mordaci Primo libro dei madrigali, Venezia 1611
Luca Marenzio (Coccaglio 1553 - Roma 1599)
Cruda Amarilli Il settimo libro dei madrigali a 5 voci, Venezia 1595
Senza il mio sole in tenebre e martiri Madrigali a 4, 5 e 6 voci, Venezia 1588
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Sigismondo D'India (Palermo 1582 - Modena 1629)
Dispietata pietade Terzo libro dei madrigali a 5 voci, Venezia 1615
Jean De Maque (Valenciennes 1548 ca. - 1614)
Amor io sento
Ascanio Maione (Napoli 1565 - 1627)
Ricercare sul I tono trasportato (da Costanzo Festa)
Luzzasco Luzzaschi (Ferrara 1545 - 1607)
Lungi da te cor mio Quinto libro de' madrigali a 5 voci, Ferrara 1595
Carlo Gesualdo (Venosa 1566 - Gesualdo 1613)
Asciugate i begli occhi Madrigali a 5 voci, libro quinto, Gesualdo 1611
Dolce spirto d'amore Madrigali a 5 voci, libro terzo, Ferrara 1595
Claudio Monteverdi (Cremona 1567 - Venezia 1643)
Zefiro torna e'l bel tempo rimena Il sesto libro dei madrigali, Venezia 1614
E così, poco a poco Il quinto libro de madrigali, Venezia 1605
Troppo ben può Il quinto libro de madrigali
Celle di San Vito (FG) - Il patrimonio storico-artistico
L'Italia in piccolo: viaggio nei comuni più piccoli di ciascuna regione d’Italia
La chiesa principale del paese è quella di Santa Caterina, edificata nell'Ottocento sui ruderi di un santuario preesistente. Poco fuori dal paese, l'antica chiesa di San Vito è ridotta a un rudere, ma è ancora meta di processioni. Molto caratteristico il centro storico, con le sue strade in pietra e i suoi scorci panoramici.
Tg2000 il Post: dopo un lungo restauro verrà riaperta la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria
TGPOST.’ SABATO DOPO UN LUNGO RESTAURO VERRA’ RIAPERTA LA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA A GALATINA, IN PROVINCIA DI LECCE. UNO DEI MONUMENTI PIU’ IMPORTANTI DEL ROMANICO PUGLIESE E’ SECONDA SOLO ALLA BASILICA DI ASSISI PER GLI AFFRESCHI DEL PERIODO GIOTTESCO.
SIENA Santa Caterina e il pavimento del Duomo
Domenica 22 ottobre 2017
Basilica di Sant'Andrea post Restauro
riprese derlla Basilica di Sant'Andrea di Mantova dopo il restauro degli interni
DUE ANTICHE CHIESE DI BAGNOREGIO E CIVITA (By Micuccio Caloiero)
Speciale Capoluoghi d'Italia - Siena
Con questa puntata di Capoluoghi vi portiamo alla scoperta di Siena, una delle città più belle al mondo. Nel corso del programma incontriamo il sindaco, l’arcivescovo, il rettore del Magistrato delle Contrade e degustiamo i tradizionali piatti del luogo. Raccontiamo la città, i luoghi di culto, il palio e le contrade. Inoltre visitiamo il meraviglioso centro storico, patrimonio dell’Unesco, lo stupendo duomo, il battistero, la cripta, il museo dell'Opera del duomo, l’insigne collegiata della Madonna di Provenzano, la casa natale di Santa Caterina, la basilica di San Domenico ma non mancano altre importanti curiosità.
Buona visione!
Lombardia- Cai Muggiò-trekk e cultura-Ispra e Eremo di Santa Caterina del Sasso-HD
Bella giornata di trekking con il C.a.i. a Ispra sul lago Maggiore per visitare le antiche fornaci. Nel pomeriggio visita all'eremo di Santa Caterina del Sasso o eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro che è un monastero sorto a strapiombo sulla sponda orientale del lago Maggiore, nel comune di Leggiuno in provincia di Varese.
Secondo la tradizione La costruzione del complesso di Santa Caterina vedrebbe le sue origini nel XII secolo, quando un tal Alberto Besozzi di Arolo, mercante e usuraio del tempo, trovatosi a navigare sul lago e incappato in una tempesta, fece voto a Santa Caterina d'Alessandria di ritirarsi per il resto della sua vita in preghiera e solitudine in una grotta in quel tratto di costa se si fosse salvato. Lì avrebbe costruito una cappella alla Santa, ancor oggi individuabile sul fondo della chiesa. In seguito fatto beato, il suo corpo riposa all'interno della chiesa. Il complesso monastico sorse intorno al XIV secolo, con la costruzione delle due chiese dedicate a San Nicolao e Santa Maria Nova. Il complesso venne inizialmente retto per un breve periodo dai Domenicani, ai quali succedettero dal i frati dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus. Successivamente vi si sarebbero insediati i Carmelitani di Mantova, che avrebbero mantenuto il monastero per un secolo, fino alla soppressione avvenuta nel 1770. Dal 1914 è considerato monumento nazionale. Il complesso passò di proprietà dal Beneficio parrocchiale di Leggiuno all'Amministrazione provinciale di Varese il 4 giugno 1970. Da quella data iniziarono consistenti restauri ed opere di consolidamento e stabilizzazione che salvarono il santuario e lo riportarono a riaprire negli anni ottanta. Dal 1986 al1996 ospitò una comunità di Domenicani, mentre attualmente è retto da alcuni Oblati benedettini.
L'eremo è raggiungibile a piedi attraverso una scala che lo mette in comunicazione da un lato con Quicchio, piccolo agglomerato di case, dotato di posteggio per le auto e di un punto di ristorazione, dall'altro con un approdo recentemente realizzato, a servizio della Navigazione Lago Maggiore. Dal 2010 è inoltre in funzione un ascensore, realizzato nella roccia.
Chiesa Santa Maria delle Rocche Offida (AP)-Italy
Breve filmato realizzato con camera aerea DJI PHANTOM 3
Sposalizio mistico di Santa Caterina Alessandria
Nozze mistiche e spiritualità orsolina
11 Gli affreschi della Cappella Oliveri in Santa Caterina
Nella cappella absidale destra della chiesa di Santa Caterina, nota come la cappella di Santa Maria degli Oliveri, si conserva un ciclo di affreschi con Scene della vita di Maria e della Passione del Cristo, pregevole esempio della pittura tardo-trecentesca toscana in Liguria.
Il ciclo è attribuito a due diversi anonimi pittori, noti come i maestri della cappella Oliveri. Il primo artista, a cui spetta l'ideazione e l'avvio della decorazione, sembra allineato su canoni più tradizionali, mentre il secondo artista, dai modi più aggiornati e probabilmente più giovane, si distacca da schemi tradizionali e appare maggiormente sensibile al piacere del colore, con una resa delle figure delineata da variate e luminose tonalità.
Nella prima campata di sinistra, dall'alto in basso, sono raffigurati l'Assunzione di Maria, che invia la sacra cintola a San Tommaso tra angeli musicanti, il Transito della Vergine tra gli Apostoli e il giudeo colto nel momento in cui vuole rovesciare il feretro, e lo Sposalizio della Vergine, con la coppia di sposi circondata dai pretendenti alla mano di Maria.
La seconda campata presenta invece una Incoronazione della Vergine tra angeli musicanti, nella lunetta in alto, seguita dalla Disputa al Tempio, col ritrovamento del figlio da parte dei genitori inquadrati in una monumentale scenografia, la Fuga in Egitto, con la nutrice che abbassa la palma al passaggio della sacra famiglia e, infine, l'Imposizione del nome a San Giovanni Battista, dove compaiono Maria e Giuseppe, accanto al letto di Elisabetta, e Zaccaria, colto nell'atto di scrivere sulla tavoletta il nome del Precursore.
La parete di fondo è decorata da un Redentore benedicente con un volo di angeli alla sua sinistra e la colomba simboleggiante lo Spirito Santo a destra, in alto. Le scene sottostanti, ripartite ai lati di una lunga finestra tamponata, seguono una Annunciazione, l'Incontro di Anna e Gioacchino alla porta Aurea, l'Orazione nell'Orto, della quale rimane solo il volto del Cristo, e in basso Figure di Santi con un committente inginocchiato.
Nell'unica campata affrescata di destra, nell'arco destinato al sepolcro degli Oliveri furono eseguite una Crocifissione e tondi con gli Evangelisti. Sulla parete si trovano le tracce di un possibile Compianto del Cristo Morto, con San Tommaso che presenta la famiglia genuflessa del committente, l'Andata al sepolcro, con i soldati attoniti e il gruppo delle Marie e, nella lunetta, una Resurrezione o Ascensione del Cristo.
Oltre a stemmi della famiglia Oliveri, le volte presentano tondi col Cristo in Maestà e l'Agnus Dei.
Mantova Curtatone SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE
I manichini sono stati realizzati con cartapesta, a grandezza naturale (attribuite per la maggior parte a Frate Francesco da Acquanegra). La struttura delle statue è realizzata con strati di carta e tela induriti col gesso e dipinti con coloranti e aggiunta di miele nei leganti, ad essa sono state successivamente applicati diversi elementi realizzati con calchi o in alcuni casi in legno per viso mani e piedi (a seconda della posa assunta dal manichino), crine equino per i capelli e ghiande per alcuni particolari, tramite incollaggio. Gli abiti, sono pezzi di cotone tessuto applicati alle statue con ganci, risalenti alla fine dell'Ottocento. Dodici sono le armature che sono state riassemblate dalle varie statue. Si tratta di armature difensive in stile gotico-italiano realizzate nel 1400, sono completi che rivestivano completamente il cavaliere perché costituiti da vari elementi d'acciaio che andavano componendosi armonicamente assicurando una protezione efficace. Sotto le nicchie sono presenti delle metope riportanti la grazia ricevuta. A volte i manichini non coincidono con la metopa sottostante.
metopa dell'impiccato: IO VEGGO E TEMO ANCOR LO STRETTO LACCIO; MA QUANDO PENSO CHE TU L'HAI DISCIOLTO RIBENEDICO IL TUO PIETOSO BRACCIO.
metopa dell'uomo appeso per le mani: DALLA FUNE, ONDE IN ALTO ERA SOSPESO, VERGINE BENEDETTA IO TE CHIAMAI, LEGGER DIVENNI, E NON RIMASI OFFESO.
metopa dell'impiccato: INNOCENTE T'IMPLORO E TU SEI PRESTA: QUATTRO VOLTE SI FRANGE IL LACCIO INGIUSTO, PERCHÉ TUA MAN L'ALTRUI FIEREZZA ARRESTA.
metopa del condannato alla ghigliottina: PER MIO DELITTO CONDANNATO A MORTE, E INVAN DATOMI UN COLPO IL GIUSTIZIERE L'ALTRO SOSTENNE POR TUA DESTRA FORTE.
metopa del condannato ad essere gettato dentro un pozzo: FUOR D'ESTO POZZO FUSCI LIBERO E SCIOLTO COL GRAVE SASSO, CHE PENDEA DAL COLLO, PERCHÉ FUI DA LE TUE BRACCIA ACCOLTO.
metopa del guerriero vicino al suo cannone: QUESTA DI FUOCO RAPIDA PROCELLA PER COLEI SOLO NON PROVAI NOCENTE, CHE PUÒ SPEZZAR DI MORTE LE QUADRELLA.
Presenza del tutto particolare, un COCCODRILLO (Crocodilus niloticus) imbalsamato è appeso al soffitto al centro della navata. Si tratta di un vero e proprio coccodrillo, non un modellino, in tutta la sua interezza che è stato aggiunto nella chiesa nel XV o XVI secolo e che è stato da poco oggetto di restauro.
L'interno è in stile gotico a unica navata, e il soffitto è a volta a crociera decorato con affreschi floreali. La fascia mediana delle pareti della navata è foderata in tutta lunghezza da un'impalcata lignea. Ricavate nell'impalcata, ottanta nicchie disposte su due file parallele, ospitavano altrettante statue di grandi dimensioni, simili a manichini, rappresentanti episodi di pericolo scampato per intercessione mariana. Oggi le statue rimaste sono solo circa una quarantina. Sull'impalcata non c'è parete, colonna, angolo disadorno, decorazioni composte da filari di modellini anatomici in cera occupano infatti il resto delle pareti non occupato dalle statue, disegnando motivi serpentiformi che avvingono le colonne o che seguono gli archi delle nicchie. Si tratta anche in questo caso di ex voto, di modelli rappresentanti cuori, mani, occhi, seni, bubboni pestiferi.
Assai prestigiose le cappelle ai lati dell'unica grande navata: la prima cappella a destra, entrando dal grande portone di legno scuro, è quella di San Bonaventura con il mausoleo dedicato a Baldassarre Castiglione e alla moglie Ippolita Torelli, progettato da Giulio Romano, e il mausoleo del figlio Camillo Castiglione.
Opera di Giulio Romano e della sua scuola è la tela, conservata sempre in questa cappella, raffigurante la Madonna in trono con Bambino e i santi Bonaventura e Francesco d'Assisi. Proseguendo lungo la parete di destra si incontra la cappella della famiglia Bertazzolo con l'opera di Lorenzo Costa Il martirio di S. Lorenzo e la cappella Aliprandi che conserva l'icona lignea composta da una statua di Madonna con Bambino e da pannelli rappresentanti Dio Padre e le sante Elisabetta, Caterina, Anna e Apollonia, opere dell'intagliatore Giovanni Battista Viani e di suo fratello, il pittore Antonio Maria Viani. Superato l'accesso alla sagrestia, si trova la quarta e ultima cappella della parete destra prima dell'abside, quella dedicata all'immagine della Madonna col Bambino. La cappella Mater Gratiae conserva, oltre all'immagine sacra, le spoglie di Carlo II di Gonzaga-Nevers e della moglie e quadretti votivi di epoca più o meno recente. Sul lato sinistro, nella cappella degli Zimbramonti, di notevole importanza è la pala di San Sebastiano realizzata da Francesco Bonsignori. Gli affreschi delle pareti laterali della cappella sono opera di un discepolo di Giulio Romano, Rinaldo Mantovano.
S. Caterina del Sasso
La costruzione del complesso di Santa Caterina vedrebbe le sue origini, secondo la tradizione, nel XII secolo, quando un tal Alberto Besozzi di Arolo, mercante e usuraio del tempo, scampando a un naufragio durante una traversata del lago, avrebbe fatto voto a Santa Caterina d'Alessandria di ritirarsi per il resto della sua vita in preghiera e solitudine in una grotta in quel tratto di costa: lì avrebbe costruito una cappella alla Santa, ancor oggi individuabile sul fondo della chiesa. In seguito Alberto Besozzi fu proclamato beato e il suo corpo riposa all'interno della chiesa. Il complesso monastico sorse intorno al XIV secolo, con la costruzione delle due chiese dedicate a San Nicolao e Santa Maria Nova. Il complesso fu inizialmente retto per un breve periodo dai Domenicani, ai quali succedettero dal 1314 al 1645, i frati dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus. A partire dal 1670 vi si sarebbero insediati i Carmelitani di Mantova, che avrebbero mantenuto il monastero per un secolo, fino al 1770. Dal 1914 è considerato monumento nazionale. Il complesso passò di proprietà dal Beneficio parrocchiale di Leggiuno all'Amministrazione provinciale di Varese il 4 giugno 1970. Da quella data iniziarono consistenti restauri ed opere di consolidamento e stabilizzazione che salvarono il santuario e lo riportarono a riaprire negli anni ottanta. Dal 1986 al 1996 ospitò una comunità di Domenicani, mentre attualmente è retto da alcuni Oblati benedettini.
La Basilica di Santa Maria della Steccata
Santa Maria della Steccata, lo straordinario gioiello ducale; ecco il racconto per immagini de ilParmense.net