Campane di Sant'Antonio di Padova (Udine)
2 campane a slancio manuali fuse da Lucio Broili nel 1901 in occasione dei restauri alla chiesetta, ormai in stato di deperimento (ovviamente nel 1901). Suona il duo per la messa feriale, che si svolge il 1° Martedì di ogni mese, presso questa chiesetta alle ore 9,00
Gemona del Friuli - Santuario di Sant'Antonio - by Giovanni Rosin - John
Recensione tratta dal sito ufficiale.
Santuario di Sant' Antonio in Gemona del Friuli - Il primo Santuario Antoniano del mondo.
I frati Minori si trovano a Gemona del Friuli da prima del 1227, anno in cui è accertata la presenza anche di S. Antonio di Padova, che vi fece edificare una cappella (i cui ruderi sono ancora visibili) in onore della B. Vergine Maria.
S. Antonio si fermò a Gemona per alcuni mesi, predicando e compiendo miracoli, lasciando nella popolazione una profonda convinzione della sua santità.
Non è insignificante il fatto che proprio a Gemona sia sorta la prima chiesa del mondo dedicata a S. Antonio, consacrata nel 1248.
Nel corso dei secoli, questa chiesa venne ampliata, ristrutturata, arricchita d'opere d'arte e...distrutta dal terremoto del 1976.
Sulla sua area è sorto l'attuale santuario, in stile moderno, adeguato alle attuali esigenze liturgiche, funzionale e gradito, sembra, pure a S. Antonio, che dalla nuova sede continua a distribuire grazie con la generosità di sempre, come attestano i tanti devoti che vi accorrono e i numerosi ex voto che ricoprono ampiamente gli ampi spazi loro riservati.
Viaggio all'interno del Santuario di Udine: la Madonna delle Grazie
Alla scoperta di uno dei luoghi di culto più affascinanti della città, dalla storia spesso trascurata e dalla grande vocazione religiosa
L'antica chiesa era originariamente dedicata ai santi Gervasio e Protasio, quando fu scelta per accogliere un'immagine della Madonna, ritenuta miracolosa. Questa icona apparteneva in origine a Giovanni Emo, dal gennaio 1479 luogotenente della Repubblica di Venezia in Friuli, che l'avrebbe ricevuta in dono dal sultano di Costantinopoli. L'icona era conservata gelosamente nel castello di Udine, residenza del luogotenente veneto. Un giorno di quello stesso 1479 una cuoca del castello si ferì gravemente ad una mano, ma fu prodigiosamente guarita dopo aver invocato con devozione l'immagine della Vergine. Per tali motivi il luogotenente pensò che una tale immagine taumaturga non potesse essere conservata in un luogo profano e decise di portarla nella vicina chiesa, al di là del Giardino Grande, nome con cui è nota ancora l'attuale piazza 1º maggio di Udine. Nella chiesa si erano da poco insediati i frati Servi di Maria. La tradizione indica nell'8 settembre 1479 la data della processione che accompagnò il trasporto dal castello fino alla chiesetta l'immagine della Madonna.
L'opera di edificazione del nuovo santuario, custodito dai frati Servi di Maria, iniziò il 12 aprile 1495 con la posa della prima pietra. La chiesa venne ufficialmente consacrata il 12 maggio 1520 dal vescovo di Caorle mons. De Rubeis.
Il santuario fu rinnovato con successivi interventi di ampliamento e la costruzione del convento; notevole l'intervento di Giorgio Massari (1730) che ripeté qui lo schema della chiesa dei Gesuiti di Venezia: fu prolungata ed innalzata la navata, fu ristrutturato il presbiterio e l'abside e sopraelevato il campanile. Anni dopo furono aggiunti il pronao antistante la facciata e che poggia su quattro massicce colonne, fu ripristinata la scalinata ed il ponte sulla roggia che collega la chiesa con la piazza antistante. La chiesa fu dichiarata basilica minore il 21 giugno 1922.[1]
Anche l'annesso convento, di architettura cinquecentesca, fu ampliato e arricchito di affreschi nel corso dei secoli; i frati serviti, allontanati dopo l'invasione francese del 1797, sono tornati al santuario dal 1923.
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produzione: dronereportage.it
corso campanari del goriziano a Medea chiesetta di S.Antonio sul colle
DENTRO E FUORI LE MURA trailer promozionale
“Dentro e fuori le mura” è un documentario dedicato allo straordinario patrimonio fortificato presente sul comprensorio della Comunità Collinare del Friuli.
Si tratta di un viaggio per immagini attraverso ponti levatoi, torri di guardia e trincee militari che il tempo ha armonizzato col paesaggio collinare e che sono autentici punti di forza all’interno del sistema turistico regionale.
Sotto la regia di Giampaolo Penco, lo spettatore verrà condotto alla scoperta del Castello di Colloredo e di quelli di Villalta, Cassacco, Susans, Ragogna e Arcano Superiore. Spazio poi alle fortificazioni militari costruite a inizio ‘900 alla vigilia della Grande Guerra: le batterie di Ragogna Alta e Bassa e i forti di Osoppo, Rive d’Arcano e Santa Margherita del Gruagno. Un Friuli collinare quest’ultimo attrezzato militarmente in quella che poi si chiamò linea difensiva del Medio Tagliamento. Un veloce sguardo, infine, anche al di fuori di fortezze e manieri: negli splendidi tesori architettonici di San Daniele tra cui la Biblioteca Guarneriana, la chiesa di Sant’Antonio Abate, il settecentesco Duomo di San Michele Arcangelo e la chiesetta di Santa Maria della Fratta. Come a dire: “C’è solo l’imbarazzo della scelta!”.
La filosofia del progetto nelle parole della voce fuori campo del documentario: «L'identità di una comunità si basa sul recupero e la rivitalizzazione della propria storia in tutte le sue stratificazioni. Ci sono presenze che non si dissolvono, restano sospese, sono praticamente immortali. La loro esistenza si perpetua attraverso ricordi, narrazioni, miti e di queste presenze i castelli e le fortificazioni sono l'immagine più forte e più radicata. Anche quando vengono distrutti, emergono segni antichi pronti a ricordarci da dove veniamo e a lasciarci l'illusione che le grandi storie non finiscono mai».
Per info e richiesta DVD: segreteria@collinare.regione.fvg.it - 0432.889507-1
Dosso di San Rocco Val di Peio - Chiesetta e cimitero austro-ungarico
Peio (o Pejo) Trento - La chiesetta di San Rocco sorge in posizione isolata, a 1.600 metri di altitudine, fuori dal centro abitato di Peio Paese. Nel dosso su cui si eleva, detto appunto San Rocco, era localizzato un antico castelliere celto-retico; vennero infatti rivenuti in tale sito armi e suppellettili risalenti alla cultura celtica.
La chiesa, consacrata nel 1500, era luogo di pellegrinaggio, così come testimoniano gli Atti Visitali, in cui si legge che “in summitate fere montis posita supra Peium, quo solet devotionis ergo magnus excursus populi convenire et saepe in ea res divina peragitur”. Si trattava inizialmente di un semplice sacello; un voto popolare, fatto in occasione della grande moria di bestiame, grazie al quale il giorno di San Rocco sarebbe stato festeggiato ogni anno con rinnovata devozione, contribuì, insieme alla peste scoppiata nel ‘600, a far sì che la chiesa fosse rinnovata con l’aggiunta dell’aula nel 1646 ed arricchita con donazioni e lasciti.
Si sa inoltre che nel 1649 i visitatori ordinarono di “sbianchezzare” gli affreschi che impreziosivano l’abside dell’edificio sacro, contribuendo così a spogliare la chiesetta dei suoi attributi decorativi.
L’aspetto esterno della chiesa è alquanto singolare: appare infatti cinta da un muro merlato che in facciata ne costituisce il pronao. L’ingresso è preceduto da una tettoia in legno. La copertura della chiesa è in scandole; sulla sommità si erge una cella campanaria che sostituisce il campanile.
L’interno è ad una sola navata, con volte a crociera, cui si aggiunge il presbiterio quadrato, sempre con volata a crociera, nel quale è posto l’unico arredo della chiesa, ossia l’altare maggiore. Quest’ultimo è dedicato a San Rocco, la cui effige è posta nella specchiatura centrale: l’ancona è alquanto rovinata a causa dell’umidità del luogo. È stata attribuita, dalla Leonardi, alla bottega dei Bezzi.
Accanto alla chiesa si trova il monumento ai caduti a ricordo dei cento e più soldati di varie nazionalità che caddero combattendo o a causa delle valanghe sulle montagne della Val di Pejo e che qui furono provvisoriamente inumati.
Una grigia piramide di pietra, elevata nel 1916 porta sul suo apice l’aquila asburgica rivolta a monito verso i territori italiani, la terra di quello che allora fu il nemico dell'Impero Austroungarico... e oggi l'alta, slanciata piramide con l'aquila ammonitrice deve farci riflettere sulle tragiche conseguenze di una guerra che recò lutti e miseria immensi anche nella nostra valle e deve richiamarci all'impegno per la risoluzione pacifica di ogni conflitto. Attualmente il cimitero ospita i tumuli dei soldati imperiali emersi dai ghiacci del Piz Giumella a partire dall’agosto del 2004 e deceduti nelle battaglie più alte della Grande Guerra, durante gli insensati scontri per la conquista italiana e riconquista austriaca della cima del San Matteo nell'ultimissimo periodo del conflitto, nell’agosto e nel settembre 1918, proprio alla vigilia della cessazione delle ostilità .
Festa di Sant'Antonio Abate 2014
Messaggio Quaresimale dell'Arciprete
Messaggio Quaresimale dell'Arciprete della Parrocchia di Santa Maria Annunziata nella Chiesa Metropolitana in Udine - Cattedrale di Udine / cattedraleudine.it ; info@cattedraleudine.it
Campana del Santuario di S.M. del Riparo in Scandolaro di Foligno (PG) v.623
Festa di S.Michele Arcangelo, 29 Settembre 2018.
Distesa simulata per la messa solenne delle ore 10:00 presieduta dal Vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondi:
[07:51] I° suonata alle 9:50 circa (dura poco più di 1 minuto e mezzo);
[09:46] II° suonata alle 11:00 circa per l’uscita (dura 2 minuti).
1 campana a slancio manuale in La4 calante, fusa da Bacchettini di Foligno tra fine Settecento ed inizio Ottocento. È inceppata in legno, purtroppo un po’ marcio, su di una piccola struttura in ferro; pur dotata di battaglio a boccia con naso lungo, non è possibile mandarla a distesa completa nonostante un paio di vani tentativi.
In fondo alla descrizione trovate il link relativo alla storia di questo magnifico angolo di paradiso, che come tutte le altre chiese del circondario, fa parte della comunità parrocchiale di S.Eraclio. Chiedo venia per il pollaio durante le due suonate, è una chiesetta aperta soltanto poche volte l’anno e i santuracchiesi non fanno mai mancare la loro devozione!
LA CHIESA DI SANGUARZO A CIVIDALE DEL FRIULI
La chiesa di Sanguarzo, frazione di Cividale del Friuli, è dedicata a San Giorgio, raffigurato dalla tradizione popolare come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno.
Appena si entra nella chiesetta lo sguardo cade sul lungo affresco dell’abside che rappresenta l’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, il quale ci richiama l’Eucaristia che Gesù ha voluto donare a tutti per rimanere sempre in mezzo a noi.
Sotto l’altare delle celebrazioni due angeli adorano Gesù rivolti verso un tabernacolo, per esortarci ad adorare anche noi Gesù eucaristico…
Sulla destra una statua incoronata della madre celeste ci mostra suo figlio e ci addita il rosario.
A sinistra una statua di Gesù Misericordioso ci richiama il suo amore per tutti gli uomini, amore concretizzato nella sua passione rappresentata dal crocifisso e dalla statua del suo corpo deposto dalla croce.
Sulla parete di destra San Pietro con le chiavi in mano rappresenta la chiesa voluta da Gesù Cristo, nella quale possiamo ottenere la salvezza eterna.
Il quadro di San Luigi Scrosoppi rappresenta la chiesa friulana che deve tendere come lui alla santità.
Amo questa chiesa che frequento spesso per l’Eucaristia, convinto che nulla è a caso e tutto ciò che contiene costituisce un dono del Signore, segni utili alla salvezza eterna.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO:
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) :
L'ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno
LA FORZA DELLA FRAGILITÀ ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d'animo e situazioni personali)
VERSO L'ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace)
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi)
FIAMMA D'AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
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UD Marano Lagunare - Centro Città
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CHIESA DEI SS.PIETRO E BIAGIO A CIVIDALE DEL FRIULI.mp4
Qui si illustra una bellissima chiesetta del 15° secolo, a Borgo Brossana di Cividale del Friuli, da poco restaurata...un'autentico gioiello che pochi conoscono.
A CIVIDALE DEL FRIULI - Patrimonio dell'Umanità (poemetto)
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2 ◇ Le Campane della Villa di Cedrecchia, Fr. di S.B.V.S. Bo.
(Sono tornate al loro posto dopo il furto del 2013 le campane della Villa).
Doppio Le 24, con le campane della Chiesetta di “La Villa” (Fr. del comune di San Benedetto Val di Sambro, Bo. Italia) nel giorno della Festa di San Lorenzo,10 agosto 2016, eseguito dai campanari: Mario Marchi, Romano Tedeschi, Enrico Zironi, Giuseppe Galeotti. Concerto di 5 campane (piccole) della fonderia Cesare Brighenti fuse nel 1928. Riprese di Gilberto Tedeschi.
Campane della Parrocchia di San Biagio Martire in Vigo Cavedine di Cavedine (TN) v.404
Melodie varie e Plenum eseguiti in esclusiva per le riprese, 31 luglio 2019:
[03:20]: Ave Maria di Lourdes;
[04:36]: Fra Martino Campanaro;
[05:15]: Sono qui a Lodarti;
[06:14]: I Santi Tuoi (meglio conosciuta come Oh when the Saints Go Marching In)
[07:12]: Dio s'è fatto come Noi;
[08:00]: Regina Cæli;
[08:43]: Inno alla Gioia;
[09:23]: battiore e Plenum (dura 3 minuti) delle 12:00 per l'Angelus.
Concerto di 5 campane in Sol3 fusa da fonditori ed in epoche diversi ed elettrificate a slancio dalla Elettrocampane Giacometti di Legnaro (PD) e gestite da un programmatore Ecat Cronos20.
Dopo il video precedente che ritraeva una chiesetta all'interno della Val Genova, torniamo a trattare di concerti importanti e diciamo che questo mancava proprio come concerto tra i più noti e anche tra i più belli direi.
Dopo delle bellissime giornate, è purtroppo arrivato il giorno del rientro, mercoledì 31 luglio.
Purtroppo solo in un senso, ossia quello di dover lasciare questi bellissimi posti, ma dall'altro la giornata è stata resa più positiva di quello che sarebbe stata dato ciò che sarebbe accaduto nella mattinata.
Il tutto parte da un mio desiderio, quello di riprendere le campane di Vigo, desiderio che avevo già da tempo ma che ho avuto modo di realizzare venendo a sapere che questo paese si trovava proprio nei pressi della strada del ritorno.
Così mi sono rivolto ad Alberto (Albes Bolo), campanaro locale, chiedendogli se fosse stato possibile eseguire quantomeno un Plenum per la ripresa dato che sarei venuto a fare un giro per le sue zone.
Lui, dimostrandosi fin troppo disponibile, non solo mi ha detto che avrei avuto l'opportunità di sentirle tutte, ma addirittura di poter fare delle melodie e poi salire per un Plenum da su.
Alberto quel giorno non ci sarebbe stato, ma ha ugualmente fatto in modo che fossi accolto dalla sacrista, permettendomi così di suonare e, in seguito, di salire per sentirle dalla cella.
Una volta partito da Madonna di Campiglio, sono arrivato a Vigo Cavedine e, raggiunta la bella chiesa di San Biagio, mi sono diretto in sacrestia dove ad attendermi c'era la disponibilissima sacrestana, la quale mi ha accolto felice.
Dopo circa un quarto d'ora, in cui ho fatto le varie panoramiche, sono rientrato in sacrestia e ho suonato delle melodie, alcune fatte in elettrico-manuale, altre fatte partire dal programmatore scegliendole tra quelle già registrate.
Dopo aver suonato, ho programmato il Plenum e sono salito.
Una volta raggiunta la cella, ho fatto una ripresa in cui si potessero vedere le campane.
Dopodiché ho atteso mezzogiorno.
Dopo il battiore sulla grande ecco partire il Plenum in discendente, qualcosa di meraviglioso.
Veramente stupende campane, soprattutto se sentite dal vivo e in cella.
Dopo questa bellissima ripresa sono sceso e, prima di rientrare, ho pranzato nella bella Riva del Garda (dove però non ho fatto video).
Con questo video si concludono le riprese fatte durante la mia vacanza in montagna ma le sorprese non sono finite, anzi...ce ne saranno delle belle.
I: Sol3, fusa da Picasso di Genova nel 1922, diametro 94,2 cm, peso 4,5 quintali.
Riporta le immagini di San Biagio (Patrono dell'omonima Parrocchia nonché dell'intera frazione di Vigo Cavedine), di San Lorenzo Martire e di San Michele Arcangelo;
II: La3, fusa da Picasso di Genova nel 1922, diametro 84,6 centimetri, peso 3,1 quintali.
Riporta le immagini della Madonna Immacolata, di San Francesco d'Assisi e di San Rocco;
III: Si3, fusa da Picasso di Genova nel 1922, diametro 74,9 cm, peso 2,3 quintali.
Riporta le immagini di San Paolo Apostolo, di San Rocco e di Santa Maria Ausiliatrice;
IV: Do4, fusa dalla Grassmayr di Innsbruck (A) il 9 giugno 2017, diametro 71 cm, peso 2,2 quintali.
Reca scritto: PROPERATE GENTES AUDITE VERBUM DEI - VIGO CAVEDINE e sotto l'immagine di Santa Barbara S.BARBARA ORA PRO NOBIS.
Riporta l'immagine di Santa Barbara;
V: Re4, rifusa da Colbachini di Trento nel 1911, diametro 62,3 cm, peso 1,3 quintali.
Riporta le immagini di San Giuseppe, Sant'Antonio da Padova e della Madonna Addolorata;
Vecchia Campana IV: Do#4, fusa da Daciano Colbachini e Figli di Padova nel 1980.
Prima dell'arrivo della nuova quarta il concerto risultava essere in scala lidia (intonazione inusuale nelle zone). Poi la piccola e la grande erano a battaglio cadente creando nelle varie distese un miscuglio di sistemi di suono poco piacevole.
I lavori effettuati con l'arrivo della nuova campana hanno previsto il cambio della ditta con sostituzione del quadro, hanno fatto in modo di uniformare il concerto portando il sistema di suono a slancio per tutte le campane, la sostituzione dei battagli, il cambio del punto di percussione della mezzana e l'accordatura di II e III.
Si ringrazia sentitamente per la disponibilità e cordialità Alberto (Albes Bolo) e la sacrestana Gemma per la cordialità e l'accoglienza. GRAZIE!
Desidero inoltre augurare a tutti gli studenti che oggi iniziano la scuola un buon anno scolastico.
Video 403
Le campane di Santa Lucia di Gemona del Friuli (UD)
Le campane di Gemona del Friuli (UD)
Chiesa di Santa Lucia in Piovega.
Suonate per la patronale di Santa Lucia, 13 dicembre 2014, ventesimo anniversario della rifusione della campana maggiore.
La chiesa parrocchiale, costruita tra gli anni '80 e '90 dopo che l'antica chiesetta di Santa Lucia crollò durante il terremoto del 1976, venne dotata di un concerto di tre campane, provenienti da un'altra chiesa della città, crollata nella stessa occasione. Queste vennero fuse dalla fonderia Daciano Colbachini e Figli di Padova nel 1920. La campana maggiore nel crollo si ruppe e, nel momento dell'installazione sul nuovo campanile venne rifusa, il 13 dicembre 1994, dalla fonderia Capanni di Castelnovo ne' Monti.
Dati del concerto (Analisi dei toni parziali con riferimento La3 ±440 Hz, suddivisione del tono in Sedicesimi (1/16) di Semitono = Trentaduesimi (1/32) di Tono):
Piccola:
Nota Nominale: Do#4 +3/16
Fonderia ed anno: Daciano Colbachini e Figli - Padova 1920
Tipologia: Ottava °.
Mezzana:
Nota Nominale: Si3 +2/16
Fonderia ed anno: Daciano Colbachini e Figli - Padova 1920
Tipologia: Ottava °.
Grande:
Nota Nominale: La3 +4/16
Fonderia ed anno: Capanni - Castelnovo ne' Monti 1994
Tipologia: Settima cal.
FESTEGGIAMENTI ALLA CAPPELLA SAN PIETRO APOSTOLO A TORRE DEL GRECO 2013
carissimi amici di youtube,cari torresi e carissimi campanari ecco a voi i festeggiamenti della solennita' dei santi pietro e paolo apostoli a torre del greco 2013. In una fresca giornata estiva mi piazzo dal balcone di una mia conoscente per effettuare la ripresa delle 2 campane a corda che suonano solo il 29 giugno (da qualche anno anche alla vigilia il 28 giugno) in occasione della solennita' di san pietro apostolo a cui è dedicata la cappella. Come potete ben vedere dopo i saluti iniziali faccio delle riprese interne alla cappella dove inquadro il bellissimo quadro di san pietro (una copia dell'originale visto che l'autentico è stato rubato) con a fianco san vito e santo stefano,poi sono presenti molti quadri come quello di san pasquale baylon,la lapide e un quadro della madonna e tutto intorno dei ritratti che raffigurano la passione di gesu';poi una brevissima ripresa anche in sacrestia dove c'e anche un campanello (in realta' ce ne sta anche un altro dentro il tabernacolo che in antichita' si usava durante la consacrazione e chiamata campanella centrale)
Dopodiche' ritorno sul balcone e inquadro a scampaniat. I campanari oltretutto sono stati gentilissimi che hanno aspettato il mio via e io in un accento non molto italiano ho detto di partire ( XD )
Al termine si sentono in sottofondo anche le campane di santa maria del popolo che suonano invano alle 19 per annunciare la non messa delle 19.30.....
I festeggiamenti in onore di san pietro si sono svolti sempre cosi' : al mattino alle 6 (ora verso le 8 visto che non c'e piu' la messa mattutina) batteria con suono delle campane,poi le campane suonano alle 9.00,10,30,12:00 e la sera prima e dopo la messa.
Qualche minuto dopo l'ultima suonata c'e lo spettacolo artificiale (che ho ripreso)
Quest'anno c'e una sorpresa per quanto riguarda questa cappella: essa verra' aperta tutto l'anno (2 volte alla settimana) poiche' c'e un gruppo religioso che se ne prendera' cura e preghera' all'interno di essa (spero solo che quella di san pietro sia stata una grazia che ci ha fatto)
Comunque sia i festeggiamenti (cosi' come la messa solenne) sono andati nel migliore dei modo e tutto organizzato per bene
che dire....EVVIVA SAN PIETRO....
saluto tutti
un abbraccio da
pasqui4444
Le campane del Seminario Vescovile di Prato in Toscana
La badia di San Fabiano è una delle piu' antiche chiese di Prato, la cui prima edificazione è documentata a cavallo tra il X e l' XI secolo dalla quale risalgono l' attuale facciata e alcuni resti di mosaici nell' odierna pavimentazione. Nel XVI venne eretto il poligonale campanile a cuspide che venne restaurato negli anni '30 del '900 insieme a gran parte dell' interno. Verso fine '600 alla badia venne annesso il Seminario Vescovile pratese, affidato ad un rettorato che sussegue tutt' ora.
Il campanile sorregge un concerto tre tre campane, incredibilmente azionate a mano tutt' ora. Le due campane maggiori sono finite per anni in disuso, dopo che si cominciò a pensare che urtassero il cupolotto del campanile, ma non è mai stato così. Ora che è stata sostituita l' incastellatura e rinnovati i ceppi le due grandi possono essere riutilizzate, ma vengono comunque suonate raramente, suona sempre durante il giorno la minore. Quindi non viene mai suonato il plenum. In questo video è stato per gentile concessione del seminarista Silvano Pagliarin che ho potuto riprendere le distese singole di tutte e tre le campane per poi sovrapporre le traccie audio e creare un breve simulacro di plenum.
Questo concerto rimane comunque uno dei pochissimi rimasti ancora manuali in tutta l' area pratese e credo anche il piu' grande a sistema manuale della nostra diocesi
0:23 Campana 3/ Glocke 3/ Klok 3
1:47 Campana 2/ Glocke2/ Klok 2
2:14 Campana 1/ Glocke1/ Klok 1
3:18 Plenum(simulato)/ Volgelui(simulatie)/Vollgelaut(Vertief)
Sol#3 / gis1 Moreni? (tra il 1731 e il 1735)***
Si3 / b1(h1) anonimo(1803)**
Re4 / d2 anonimo(1803)
diam(mm) 958/ 776 / 601
Pesi(Kg)* 580/ 280 / 140
GESU' BUON PASTORE, UNA NUOVA CHIESA A SASSARI
Le chiesette della Pedemontana Vicentina
A e B young - Puntata 5 (Parte I)
Santuario della Madonna Della Scala Massafra (Ta) - 05/01/2019
STORIA DEL SANTUARIO.
Il 20 Febbraio,come ogni anno da secoli, si ricorda l’evento tragico del 1743: alle ore 23 avvenne un terremoto nella zona del tarantino; molte città vennero colpite, ma Massafra rimase illesa, e la devozione popolare attribuì il miracolo all’intercessione della Madonna. Si narra che alcuni pastori videro gli animali fermarsi davanti ad un tufo su cui era dipinta la Madonna, che stava tra le macerie di una cappelletta crollata; da quel momento lì fu costruita una chiesetta dove la gente faceva pellegrinaggi devozionali, che poi fu sostituita dall’attuale santuario, dedicato alla Madonna della Scala.
Ma la storia di questo santuario è lunga e tanto cara ai massafresi.
I luoghi dove si ritrovano staute e dipinti oggetto di culto religioso a Massafra, risalgono a tempi antichissimi; ai tempi della Chiesa nascente, nella Vallis Rosarum fu scavata nella roccia una chiesetta (oggi nota come Cripta inferiore) nella quale era venerata l’immagine sacra di S. Maria Prisca. La scelta del luogo fu confacente al progetto di ricostruire una Nuova Gerusalemme essenzialmente per i caratteri ambientali del sito e per la disponibilità della comunità locale a sostenerne i costi.
Nel 324 un tremendo terremoto distrusse il sacro tempio che per secoli rimase sepolto, perdendosene ogni memoria, ma la devozione verso la Madonna continuò nei secoli successivi a manifestarsi in quel
luogo, trasformando un tempio pagano dedicato a Marte, in Chiesa cristiana (probabilmente, l’attuale Cripta della Buona Nuova).
Una leggenda narra che alcuni secoli dopo, due cerve, inseguite da alcuni cacciatori massafresi nella Gravina, li guidarono a scoprire una sacra immagine della Madonna, davanti alla quale rimanevano inginocchiate; il popolo massafrese, recuperato il dipinto miracoloso, costruì sul posto una Cappella sotto il titolo di S. Maria della Cerva. Nel XII secolo la Chiesa fu intitolata alla Madonna della Scala, e ampliata e abbellita nei secoli.
Nel 1743, per intercessione della Madonna della Scala, Massafra fu salvata dal terremoto, e nel 1776 con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, la Madonna della Scala fu proclamata “Principalis Patrona” di Massafra, a ricordo del miracolo, fissandone una festa religiosa il 20 Febbraio e una festa civile la prima domenica del mese di Maggio.
Solo nel 1953 il Vescovo di Castellaneta elevò la Chiesa della Madonna della Scala a Santuario diocesano.
E’ da qui che, il 20 febbraio, alle 23 di ogni anno, orario in cui avvenne la scossa sismica, suonano le campane; è qui che il 20 febbraio le tre porte della chiesa che appare di un magnifico colore bianco, si aprono per accogliere i fedeli; è qui che il 20 febbraio l’Altare maggiore rivestito di preziosi marmi policromi, si arricchisce di fiori e rose, e le statue delle due cerve inginocchiate verso la Vergine, sembrano prendere vita.
La Madonna della Scala assume immagini diverse che sollecitano la grande devozione per la Madre di Gesù soprattutto nella religiosità popolare femminile di Massafra. La fede dei pellegrini che visitano il Santuario di Massafra il 20 Febbraio, fa comprendere che nelle scene all’interno della cappella, si avverte un forte impulso di religiosa pietà.
La processione per le vie di Massafra accompagna la statua della Madonna della Scala: la festività prende così un carattere di particolare solennità nel Santuario ad essa dedicata, dove la vigilia si svolgono anche suggestive messe notturne e la celebrazione eucaristica nella cappella dove ogni anno si rievoca l’evento miracoloso.
La processione a Massafra è un momento di raccoglimento in cui si tramandano diverse forme di devozione con l’importante significato simbolico di ricomporre l’unità pastorale di tutte le parrocchie del tarantino.
Ancora oggi tutti la Chiesa della Madonna della Scala a Massafra è meta di pellegrinaggi individuali o in gruppo da ogni comunità religiosa delle rispettive diocesi; i motivi all’origine di ogni pellegrinaggio sono talvolta testimoniati dalla grandissima quantità di ex-voto qui raccolti.