TG VENEZIA (21/04/2017) - TERZA COLONNA DI SAN MARCO , AL VIA LE RICERCHE
TG VENEZIA (venerdì 21 aprile 2017) - E’ imminente l’avvio delle indagini sopra il suolo e in acqua, nell’area del molo di San Marco a Venezia alla ricerca della famosa terza colonna, quella che secondo le cronache andò perduta nel 1172 mentre veniva portata a riva insieme alle “sorelle” del Todaro e del Leone alato. Il Comune di Venezia ha dato il via libera all’intervento grazie al quale sarà tra l’altro possibile approfondire la conoscenza delle caratteristiche del sottosuolo di quella zona la cui mappatura può servire a individuare eventuali criticità dei sottoservizi.
Promotori dell’operazione denominata Progetto Aurora un team di esperti che eseguiranno i rilievi a terra e in acqua per scoprire se esista o meno la terza colonna. L’indagine costa all’incirca 350 mila euro tutti a carico dei privati.
I rilievi si svolgeranno tra maggio e agosto prevalentemente in orario notturno, ad eccezione di quelli in acqua che saranno eseguiti durante le prime ore dell’alba (
Walk around Venice Italy 4K.
A walk around one of the most beautiful cities in Italy and the whole world - Venice.
0:00 Riva degli Schiavoni
0:30 Rio dei Greci
1:35 Monumento a Vittorio Emanuele II
4:20 Rio dei Greci
7:05 Palazzo Ducale Ponte della Paglia rio del palazzo
8:40 Ponte dei Sospiri
12:45 Colonne di San Marco e San Teodoro
13:15 Piazza San Marco Palazzo Ducale Campanile di San Marco
19:05 Basilica di San Marco
1:01:45 Ponte di Rialto
1:02:30 Grand Canal
2:12:30 Campo Santo Stefano
2:16:10 Ponte dell'Accademia
2:16:40 Grand Canal
2:26:20 Laguna Veneta
2:39:00 Grand Canal Basilica di Santa Maria della Salute
2:49:50 Fondamenta Salute View of Palazzo Ducale
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Basilica di San Marco
La Basilica di San Marco è considerata un capolavoro dell’architettura romanico-bizantina ed ha sempre avuto un ruolo importante nella vita religiosa e pubblica di Venezia. Ai tempi della Repubblica, vi venivano consacrati i dogi. Inizialmente la basilica era solo un piccolo tempio dedicato a San Teodoro, poi nell’anno 820 i Veneziani trafugarono da Alessandria d’Egitto le spoglie di San Marco e s’iniziò la riedificazione del tempio. Costruita nei secoli XI-XV e più volte ristrutturata, la basilica attuale domina Piazza San Marco con le sue cinque imponenti cupole e i suoi dorati mosaici, che richiamano uno stile orientale.
La Basilica è a croce greca con una cupola centrale; su ogni campata vi sono quattro cupole emisferiche; nel Duecento su ogni cupola furono costruite delle piccole cupole a bulbo. La facciata è divisa in un doppio ordine di cinque arcate. Nella prima arcata si trova il mosaico “Traslazione del corpo di San Marco nella chiesa”; nella seconda “Il corpo di San Marco venerato dal doge”. I bassorilievi posti al centro rappresentano i mestieri di Venezia. Nella quarte e quinta arcata vi sono altri mosaici sempre riferiti a San Marco. In alto, sulla facciata superiore, si trovano le copie dei quattro cavalli che il doge Enrico Dandolo spedì da Costantinopoli nel Duecento. Sul fianco che si affaccia su Palazzo Ducale, si può osservare la pietra del bando, detta così perché da lì si leggevano le ordinanze della Repubblica.
L’interno colpisce subito per la grandiosità e l’armonia dei volumi. La chiesa è decorata con splendidi mosaici a fondo d’oro risalenti a varie epoche (dal XII al XIV secolo), rappresentanti vari personaggi e situazioni: “Predicazione degli Apostoli”, “La Passione”, “Cristo benedicente”, “Cristo e Profeti”, “San Giovanni”. I mosaici più antichi sono quelli posti nell’abside e raffiguranti San Nicola, San Pietro, San Marco. L’altare maggiore è in marmo; in esso sono custodite le spoglie di San Marco. Il ciborio è sorretto da quattro colonne d’alabastro scolpite con episodi dei Vangeli. Il capolavoro dell’arte orafa bizantina e veneziana è la “Pala d’oro” che si trova dietro l’altare maggiore.
San Teodoro – Backstage
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Campane di Venezia, Basilica Cattedrale di San Marco
Venezia, Basilica Cattedrale Patriarcale Metropolitana Primaziale di San Marco Evangelista
Patriarcato di Venezia
Vicariato di San Marco - Castello
Distesa delle campane Trottiera e Renghiera alle 18.30 (dura 2 minuti) per la messa delle 18.45 nella festa patronale di San Marco Evangelista (25 aprile 2019)
Concerto di 5 campane a slancio, inceppate in legno dalla Morellato, originariamente elettrificate nel 1953 dalla ditta svizzera Schlieren - Wagons & Arcenseurs, e attualmente in manutenzione dalla Vanin di Trebaseleghe (PD), che ha rifatto l'impianto nel 1996. Tra queste campane, la Marangona fu fusa da Domenico Canciani dalla Venezia nel 1820, e le altre furono sostituite dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1909 a seguito al crollo del campanile avvenuto il 14 luglio 1902, riutilizzando i cocci delle vecchie 4 campane (anch'esse di Canciano dalla Venezia, risalenti all'anno di fusione dell'attuale Marangona) per fonderne le nuove, appunto, presso una fonderia costruita appositamente sull'Isola di S. Elena a Venezia. Furono donate da Papa Pio X:
1^: La2 (Marangona o Carpentiera o Campanon). Ha un diametro di 180 cm e pesa 3625 kg. Fu l'unica campana a salvarsi dal crollo della precedente torre campanaria nel 1902 ed annunciava l'inizio e la fine dell'orario di lavoro dei Marangoni (da cui la campana prende il nome), cioè i carpentieri dell'Arsenale (e questo suono tradizionale è rimasto in parte tutt'oggi la distesa della Nona a mezzogiorno, che oltre adannunciare l'Angelus ricorda la fine dell'orario di lavoro; e alle 14, con la distesa delle 2 campane minori, ad annunciare l'inizio del lavoro pomeridiano, appunto). La Marangona suonava inoltre per le sedute del Maggior Consiglio.
2^: Si2 calante (Nona o Mezzana). Ha un diametro di 156 cm e pesa 2556 kg. Ha sempre suonato a mezzogiorno e a mezzanotte, orario in cui si potevano spedire le ultime lettere a Rialto
3^: Do#3 calante (Trottiera o Quarantìa). Ha un diametro di 138,5 cm e pesa 1807. Suonava per dare il secondo segnale ai nobili che dovevano partecipare alle riunioni del Maggior Consiglio. Tutt'ora suona all'ave maria della mattina e della sera.
4^: Re3 calante (Pregadi o Mezza Terza). Ha un diametro di 129 cm e pesa 1366 kg. Suonava per le riunioni del Senato, i cui membri erano detti Pregadi; per tutte le funzioni religiose e alle prime luci dell'alba.
5^: Mi3 (Renghiera o Maleficio). Ha un diametro di 116 cm e pesa 1011 kg. Annunciava le esecuzioni capitali che avvenivano tra le colonne di S. Marco e di S. Teodoro.
Nella guglia sinistra della basilica è presente una campana quattrocentesca (di nota Sol3) di S.Alipio, che batte le ore prima della Torre dei Mori. Quest'ultima ha una campana, fusa da Simone Campanato nel 1497. Ha un diametro di 127 cm ed è alta 157 cm.
Video dedicato a Campanaro Italia per il bel momento passato insieme e perché in quel giorno non è riuscito a riprendere niente.
La musica iniziale è Rondò Veneziano.
Video 204
Basilica di San Marco
La Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco[1], più notoriamente chiamata come Basilica di San Marco a Venezia (in veneziano: Baxéłega de San Marco) è la chiesa cattedrale e sede del patriarcato della città metropolitana di Venezia. Unitamente al campanile e alla piazza di San Marco, la Basilica Cattedrale forma il principale luogo architettonico di Venezia. È uno dei simboli dell'arte italiana e della Cristianità. Già nell'XI secolo, la Basilica di San Marco iniziò ad essere diffusamente nominata la Chiesa d'Oro, in virtù del Tesoro di San Marco, del mosaici ornati e dei maestosi elementi progettuali, che resero l'edificio sacro il simbolo visibile della potenza e ricchezza acquisite dallla Serenissima[2]. Fino alla caduta della Repubblica di Venezia è stata la chiesa palatina del Palazzo Ducale, retta a prelatura territoriale dal primicerio del doge. Ha assunto il titolo cattedrale a partire dal 1807, quando fu qui trasferita dall'antica cattedrale di San Pietro di Castello, cha rimase la sede ufficiale. La prima Chiesa dedicata a San Marco, voluta da Giustiniano Partecipazio, fu costruita accanto al Palazzo Ducale nell'828[senza fonte] per ospitare le reliquie di San Marco trafugate, secondo la tradizione, ad Alessandria d'Egitto da due mercanti veneziani: Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Questa chiesa sostituì la precedente cappella palatina dedicata al santo bizantino Teodoro (il cui nome era pronunciato dai veneziani Tòdaro), edificata in corrispondenza dell'attuale piazzetta dei Leoncini, a nord della basilica di San Marco. Risale al IX secolo anche il primo Campanile di San Marco. La primitiva chiesa di San Marco venne poco dopo sostituita da una nuova, sita nel luogo attuale e costruita nell'832; questa però andò in fiamme durante una rivolta nel 976 e fu quindi nuovamente edificata nel 978 da Pietro I Orseolo. La basilica attuale risale a un'altra ricostruzione (incominciata dal doge Domenico Contarini nel 1063 e continuata da Domenico Selvo e Vitale Falier) che ricalcò abbastanza fedelmente le dimensioni e l'impianto dell'edificio precedente. In particolare la forma architettonica nel suo complesso si avvicina molto a quella dell'antica Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli (distrutta pochi anni dopo la conquista ottomana), la seconda chiesa più importante della città e mausoleo imperiale. La nuova consacrazione avvenne nel 1094; la leggenda colloca nello stesso anno il ritrovamento miracoloso in un pilastro della basilica del corpo di San Marco, che era stato nascosto durante i lavori in un luogo poi dimenticato. Nel 1231 un incendio devasta la basilica di San Marco che viene subito restaurata. La decorazione a mosaici dorati dell'interno della basilica è già quasi completa alla fine del XII secolo. Entro la prima metà del Duecento fu costruito un vestibolo (il nartece, spesso chiamato atrio) che circondava tutto il braccio occidentale, creando le condizioni per la realizzazione di una facciata (prima di allora l'esterno era con mattoni a vista, come nella basilica di Murano). I secoli successivi hanno visto la basilica arricchirsi continuamente di colonne, fregi, marmi, sculture, ori portati a Venezia sulle navi dei mercanti che arrivavano dall'oriente. Spesso si trattava di materiale di spoglio, ricavato cioè da antichi edifici demoliti. In particolare, il bottino del sacco di Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata (1204) arricchì il tesoro della basilica e fornì arredi di grande prestigio. Nel Duecento, nell'ambito dei lavori che stavano trasformando l'aspetto della piazza, le cupole furono sopraelevate con tecniche di costruzione bizantine e fatimide: esse sono costruzioni lignee rivestite da lamine di piombo soprastanti le cupole originali più antiche, sulle quali si sviluppa il rivestimento musivo che si ammira all'interno della chiesa. Solo nel XV secolo, con la decorazione della parte alta delle facciate, si definisce l'attuale aspetto esteriore della basilica; nonostante ciò, essa costituisce un insieme unitario e coerente tra le varie esperienze artistiche a cui è stata soggetta nel corso dei secoli. Infine furono realizzati il Battistero e la Cappella di Sant'Isidoro di Chio (XIV secolo), la sagrestia (XV) e la Cappella Zen (XVI). Nel 1617, con la sistemazione di due altari all'interno, la basilica può dirsi compiuta. In quanto chiesa di Stato, la basilica era retta dal doge e non dipendeva dal patriarca, che aveva la sua cattedra presso la chiesa di San Pietro. Il doge stesso nominava un clero ducale guidato dal primicerio. Solo dal 1807 San Marco divenne ufficialmente cattedrale.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera Musica:
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TODARO RESTAURATO
VENEZIA : la statua di San Teodoro fresca di restauro a Palazzo Ducale
La scuola grande di San Marco a Venezia
Visita alla Scuola Grande di San Marco a Venezia. La facciata, il portego delle colonne, la sala capitolare e la sala dell'Albergo.
TGR Veneto - RAI3. Conferenza stampa: Meraviglie di Venezia
TGR Veneto - RAI3. Conferenza stampa: Meraviglie di Venezia
Servizio di Stefania Bolzan
Montaggio di Massimo Serena
Martedì 15 ottobre 2013 si è svolta a Venezia la conferenza stampa inerente al progetto Meraviglie di Venezia: tesori sacri e profani nell'area di San Marco.
Il servizio è stato trasmesso la sera stessa nell'edizione serale del TGR Veneto.
Si tratta di un imponente intervento di valorizzazione culturale che, utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografiche ad altissima qualità finalizzate alla rappresentazione virtuale di circa 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale.
Il progetto darà vita ad un museo virtuale, tra i più notevoli per numero di beni in Italia, fruibile grazie a internet da pc, tablet e smartphone.
Per la Regione è intervenuta la dirigente Clara Peranetti che ha portato il saluto del vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura Marino Zorzato.
Erano presenti Irene Favaretto Procuratore di San Marco, responsabile scientifico del progetto per la Procuratoria; Giovanna Damiani Soprintendente Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare e Maurizio Messina direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, insieme a Flavio Tariffi amministratore delegato della ditta Space Spa di Prato aggiudicataria del servizio.
Le riprese fotografiche e gli elaborati multimediali riguardano una serie cospicua di opere storico artistiche uniche nel loro genere e dall'importante valenza storico-culturale, oltre ad alcuni ambienti e beni come quelli del Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissima, la Tribuna di Ca' Grimani a Santa Maria Formosa e sedici oggetti speciali collocati all'esterno della Basilica, in Piazza San Marco e all'interno del cortile di Palazzo Ducale, fra i quali il gruppo dei Tetrarchi, i Cavalli di San Marco, il Todaro (San Teodoro) e il Leone.
In particolare, la visita virtuale di quest'ultimo ambiente sarà arricchita dalla decostruzione del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo,
ripercorrendo la storia e l'evoluzione iconografica del simbolo per antonomasia dell'antica Serenissima.
L'intervento è realizzato nell'ambito di Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso, finanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.
Venezia: la storia di Todaro.
La settimana Incom 00176 del 30/07/1948
La statua di San Todaro viene di nuovo collocata in cima alla colonna antistante la basilica di San Marco.
Descrizione sequenze:riprese di Venezia anche dall'alto ; gondole e altre imbarcazioni sostano nel canale ; primo piano delle due colonne di piazza San Marco e della basilica ; impalcature in legno attorno alle due colonne della piazza ; primo piano della statua di San Todaro collocato sulla colonna ;
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Campane di Venezia, Basilica Cattedrale di San Marco (03)
Venezia, Sestiere di S. Marco, Basilica Cattedrale Patriarcale Metropolitana Primaziale di S. Marco Evangelista
Patriarcato di Venezia
Vicariato S. Marco - Castello
Parrocchia di S. Moisè in Venezia
- Distesa discendente delle 18:30 (dura circa 1 minuto e mezzo) con campane Trottiera (3^) e Pregadi (4^) per la messa del sabato sera di 10 marzo 2018 delle 18:45 (la Renghiera non suona perché guasta)
Concerto di 5 campane a slancio, inceppate in legno dalla Morellato, originariamente elettrificate nel 1953 dalla ditta svizzera Schlieren - Wagons & Arcenseurs, e attualmente in manutenzione dalla Vanin di Trebaseleghe (PD), che ha rifatto l'impianto nel 1996. Tra queste campane, la Marangona (campanone) fu fusa da Domenico Canciani dalla Venezia nel 1819/20, e le altre furono rifuse dai Fratelli Barigozzi nel 1909 a seguito al crollo del campanile avvenuto il 14 luglio 1902, riutilizzando i cocci delle vecchie 4 campane (anch'esse di Canciano dalla Venezia, risalenti all'anno di fusione dell'attuale Marangona) per fonderne le nuove, appunto, presso una fonderia costruita appositamente sull'Isola di S. Elena a Venezia. Furono donate da Papa Pio X:
1^: La2 (Marangona o Carpentiera o Campanon). Ha un diametro di 180 cm e pesa 3625 kg. Fu l'unica campana a salvarsi dal crollo della precedente torre campanaria nel 1902 ed annunciava l'inizio e la fine dell'orario di lavoro dei Marangoni (da cui la campana prende il nome), cioè i carpentieri dell'Arsenale (e questo suono tradizionale è rimasto in parte tutt'oggi la distesa della Nona a mezzogiorno, che oltre adannunciare l'Angelus ricorda la fine dell'orario di lavoro; e alle 14, con la distesa delle 2 campane minori, ad annunciare l'inizio del lavoro pomeridiano, appunto). La Marangona suonava inoltre per le sedute del Maggior Consiglio.
2^: Si2 calante (Nona o Mezzana). Ha un diametro di 156 cm e pesa 2556 kg. Ha sempre suonato a mezzogiorno (ora c'è un martello che la suona a distesa simulata) e a mezzanotte, orario in cui si potevano spedire le ultime lettere a Rialto
3^: Do#3 calante (Trottiera o Quarantìa). Ha un diametro di 138,5 cm e pesa 1807. Suonava per dare il secondo segnale ai nobili che dovevano partecipare alle riunioni del Maggior Consiglio.
4^: Re3 calante (Pregadi o Mezza Terza). Ha un diametro di 129 cm e pesa 1366 kg. Suonava per le riunioni del Senato, i cui membri erano detti Pregadi; per tutte le funzioni religiose e alle prime luci dell'alba.
5^: Mi3 (Renghiera o Maleficio). Ha un diametro di 116 cm e pesa 1011 kg. Annunciava le esecuzioni capitali che avvvenivano tra le colonne di S. Marco e di S. Teodoro.
Presente anche la campana quattrocentesca (in Sol3) di S. Alipio collocata nella guglia a sinistra della chiesa, che batte le ore prima della Torre dei Mori (nota della campana: Mib3)
Video 95
Processione San Teodoro Martire di Amasea, 18 agosto 2013, San Mango sul Calore (Avellino)
San Teodoro Martire di Amasea
Teodoro, originario dell'Oriente, arruolato nell'esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano.
Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei; Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni; gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame, lì ebbe celesti e confortanti visioni, infine fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C. Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Le notizie della sua vita ci sono pervenute da un discorso pronunciato da s. Gregorio di Nissa nella basilica che sorgeva già nel IV sec. ad Euchaite nel Ponto ove era il suo sepolcro.
Discorso poi confermato in una 'passio' greca di poco posteriore.
Il suo culto si propagò in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30.
Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con S. Marco.
Secondo un'antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un'urna --reliquiario di argento nella Cattedrale.
Venezia lo ricorda nelle figure di una vetrata e nel portello dell'organo di due chiese e poi anche con la colonna posta in piazzetta S. Marco sulla cui sommità vi è una sua statua in armatura di guerriero, con un drago ai suoi piedi simile ad un coccodrillo.
Nel sec. IX Teodoro era l'unico santo con questo nome, ma poi appare un altro Teodoro non più soldato ma generale il quale sarebbe morto ad Eraclea al tempo di Licinio il 7 febbraio e anche lui
Sepolto ad Euchaite il 3 giugno. Questo sdoppiamento dell'unico martire Teodoro generò una doppia fioritura di leggende di cui rimangono relazioni in greco, latino e altre orientali e influirono a loro volta nei giorni delle commemorazioni.
Nei sinassari bizantini il T. generale è ricordato l'8 febbraio mentre il soldato il 17 febbraio.
Nei martirologi occidentali invece il generale è ricordato il 7 febbraio e il soldato il 9 novembre.
A volte compaiono tutti e due insieme in mosaici o affreschi riguardanti santi militari.
Comunque trattasi della stessa persona commemorata in due giorni diversi.
Non si hanno notizie ufficiali della data o del perché il Martire San Teodoro di Amasea sia stato scelto quale Patrono di San Mango sul Calore ad eccezione del seguente racconto popolare:
- il giorno 24 febbraio di un anno mai precisato la via Domitia o Napolitana, (strada che attraversa la media valle del Calore e va a congiungersi all' Appia) è percorsa da un corteo che trasporta, da Roma a Brindisi, le sacre spoglia del Martire S.Teodoro di Amasea.
All'altezza dell' incrocio che dal fiume Uccello porta alla Chiesa di Sant'Anna, nel territorio di San Mango sul Calore, causa l' innaturale appesantimento del corpo del Santo Martire i portatori sono costretti a fermarsi. Il fatto scatena la curiosità di numerosi abitanti dei paesi vicini fra i quali il parroco di San Mango, il quale toccando il corpo del Santo si trova fra le mani un dito.
Costui grida al miracolo, il corpo si alleggerisce e si può proseguire il viaggio.
Il parroco di San Mango, seguito dai numerosi fedeli presenti all'accaduto, si reca nella Chiesa Madre portando in processione la Sacra Reliquia.
Dal quel momento San Teodoro Martire di Amasea divenne Patrono di San Mango sul Calore e questa data viene festeggiata come la venuta di San Teodoro.
A San mango sul Calore la festa religiosa del Santo ricade il 9 novembre mentre le celebrazioni più solenni sono celebrate la penultima domenica di agosto.
(Approfondimenti bibliografici:
Prof. Ubaldo Reppucci, S. Teodoro Martire di Amasia patrono di S. Mango sul Calore (Av): note agiografiche, Avellino 1978)
Le leggi del tempo - Il pomeriggio
Tratto da “Le leggi del tempo”, un romanzo di Andrea Perego
Supernova Edizioni 2016
Venezia, 9 novembre 1730. A Palazzo Antelmi, Catterina organizza una cena per festeggiare il ritorno in città di Rosalba Carriera, la pittrice, amica di famiglia, che ha trascorso gli ultimi mesi a Vienna per ritrarre alcuni membri della corte imperiale. L’atmosfera festosa però è oscurata da un evento tragico: due giorni prima è stato ucciso misteriosamente Francesco Michiel, personaggio affascinante e in qualche modo legato a doppio filo con tutti gli ospiti della serata.
Mentre si affretta a preparare la casa e la cena, Catterina viene a conoscere casualmente una oscura trama dai connotati sentimentali e politici che coinvolge le persone che le sono più care.
Amore e politica, un fascio di lettere che rivelano pericolosi legami. Nel bel palazzo veneziano, quella sera Catterina è la sola a conoscere i segreti di ciascun commensale, e quali legami aveva con Francesco Michiel. Deve però muoversi con molta prudenza per capire come comportarsi e scoprire chi è l’autore dell’omicidio.
Ciascuno, dopotutto, ha le proprie responsabilità.
Dipinti, nell’ordine di apparizione:
Canaletto, Entrance to the Grand Canal from the Molo, Venice. 1742-1744. National Gallery of Art, Washington
Canaletto, The Doge’s Palace and the Riva degli Schiavoni. Late 1730. The National Gallery, London
Luca Carlevarijs, The Piazzetta at Venice. Ca. 1700-10. Timken Museum of Art, San Diego, California
Canaletto, The Molo, Looking West with the Dogana and S. Maria della Salute, Venice. 1730. Tatton Park, Cheshire
Canaletto, A View of Piazza San Marco Looking East towards the Basilica. 1738-1739. Private collection.
Canaletto, Il bacino di San Marco dalla Piazzetta, National Gallery of Victoria, Melbourne, Australia
Giovanni Battista Cimaroli (1687-1771), A view from the Piazzetta, looking West. Private collection
Canaletto (and his studio), Piazza San Marco. Early 1730s. Private collection.
Luca Carlevarijs (1663 - 1730), Venice. Private Collection
Canaletto, Il molo con la zecca e le colonne di San Teodoro. Civica Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano
Luca Carlevarijs, The Piazzetta at Venice. Ca. 1700-10. Timken Museum of Art, San Diego, California
Colonna sonora:
Antonio Vivaldi, “Allegro” dal Concerto Op. 4 n. 4 “La Stravaganza” per violino, archi e cembalo.
Interpreti Veneziani
Violino: Andrea Zanchetta
Dall’album “Virtuoso!”
Per gentile concessione di Paolo Cognolato, Interpreti Veneziani
interpretiveneziani.com
Pagina Facebook del romanzo:
facebook.com/leleggideltempo
#AndreaPerego #LeLeggiDelTempo #Venezia #InterpretiVeneziani #Canaletto #Vivaldi
Processione San Teodoro Martire di Amasea, 21 agosto 2011, San Mango sul Calore (Avellino)
San Teodoro Martire di Amasea
Teodoro, originario dell'Oriente, arruolato nell'esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano.
Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei; Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni; gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame, lì ebbe celesti e confortanti visioni, infine fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C. Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Le notizie della sua vita ci sono pervenute da un discorso pronunciato da s. Gregorio di Nissa nella basilica che sorgeva già nel IV sec. ad Euchaite nel Ponto ove era il suo sepolcro.
Discorso poi confermato in una 'passio' greca di poco posteriore.
Il suo culto si propagò in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30.
Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con S. Marco.
Secondo un'antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un'urna --reliquiario di argento nella Cattedrale.
Venezia lo ricorda nelle figure di una vetrata e nel portello dell'organo di due chiese e poi anche con la colonna posta in piazzetta S. Marco sulla cui sommità vi è una sua statua in armatura di guerriero, con un drago ai suoi piedi simile ad un coccodrillo.
Nel sec. IX Teodoro era l'unico santo con questo nome, ma poi appare un altro Teodoro non più soldato ma generale il quale sarebbe morto ad Eraclea al tempo di Licinio il 7 febbraio e anche lui
Sepolto ad Euchaite il 3 giugno. Questo sdoppiamento dell'unico martire Teodoro generò una doppia fioritura di leggende di cui rimangono relazioni in greco, latino e altre orientali e influirono a loro volta nei giorni delle commemorazioni.
Nei sinassari bizantini il T. generale è ricordato l'8 febbraio mentre il soldato il 17 febbraio.
Nei martirologi occidentali invece il generale è ricordato il 7 febbraio e il soldato il 9 novembre.
A volte compaiono tutti e due insieme in mosaici o affreschi riguardanti santi militari.
Comunque trattasi della stessa persona commemorata in due giorni diversi.
Non si hanno notizie ufficiali della data o del perché il Martire San Teodoro di Amasea sia stato scelto quale Patrono di San Mango sul Calore ad eccezione del seguente racconto popolare:
- il giorno 24 febbraio di un anno mai precisato la via Domitia o Napolitana, (strada che attraversa la media valle del Calore e va a congiungersi all' Appia) è percorsa da un corteo che trasporta, da Roma a Brindisi, le sacre spoglia del Martire S.Teodoro di Amasea.
All'altezza dell' incrocio che dal fiume Uccello porta alla Chiesa di Sant'Anna, nel territorio di San Mango sul Calore, causa l' innaturale appesantimento del corpo del Santo Martire i portatori sono costretti a fermarsi. Il fatto scatena la curiosità di numerosi abitanti dei paesi vicini fra i quali il parroco di San Mango, il quale toccando il corpo del Santo si trova fra le mani un dito.
Costui grida al miracolo, il corpo si alleggerisce e si può proseguire il viaggio.
Il parroco di San Mango, seguito dai numerosi fedeli presenti all'accaduto, si reca nella Chiesa Madre portando in processione la Sacra Reliquia.
Dal quel momento San Teodoro Martire di Amasea divenne Patrono di San Mango sul Calore e questa data viene festeggiata come la venuta di San Teodoro.
A San mango sul Calore la festa religiosa del Santo ricade il 9 novembre mentre le celebrazioni più solenni sono celebrate la penultima domenica di agosto.
(Approfondimenti bibliografici:
Prof. Ubaldo Reppucci, S. Teodoro Martire di Amasia patrono di S. Mango sul Calore (Av): note agiografiche, Avellino 1978)
Processione San Teodoro Martire di Amasea, 21 agosto 1994, San Mango sul Calore (Avellino)
San Teodoro Martire di Amasea
Teodoro, originario dell'Oriente, arruolato nell'esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano.
Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei; Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni; gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame, lì ebbe celesti e confortanti visioni, infine fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C. Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Le notizie della sua vita ci sono pervenute da un discorso pronunciato da s. Gregorio di Nissa nella basilica che sorgeva già nel IV sec. ad Euchaite nel Ponto ove era il suo sepolcro.
Discorso poi confermato in una 'passio' greca di poco posteriore.
Il suo culto si propagò in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30.
Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con S. Marco.
Secondo un'antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un'urna --reliquiario di argento nella Cattedrale.
Venezia lo ricorda nelle figure di una vetrata e nel portello dell'organo di due chiese e poi anche con la colonna posta in piazzetta S. Marco sulla cui sommità vi è una sua statua in armatura di guerriero, con un drago ai suoi piedi simile ad un coccodrillo.
Nel sec. IX Teodoro era l'unico santo con questo nome, ma poi appare un altro Teodoro non più soldato ma generale il quale sarebbe morto ad Eraclea al tempo di Licinio il 7 febbraio e anche lui
Sepolto ad Euchaite il 3 giugno. Questo sdoppiamento dell'unico martire Teodoro generò una doppia fioritura di leggende di cui rimangono relazioni in greco, latino e altre orientali e influirono a loro volta nei giorni delle commemorazioni.
Nei sinassari bizantini il T. generale è ricordato l'8 febbraio mentre il soldato il 17 febbraio.
Nei martirologi occidentali invece il generale è ricordato il 7 febbraio e il soldato il 9 novembre.
A volte compaiono tutti e due insieme in mosaici o affreschi riguardanti santi militari.
Comunque trattasi della stessa persona commemorata in due giorni diversi.
Non si hanno notizie ufficiali della data o del perché il Martire San Teodoro di Amasea sia stato scelto quale Patrono di San Mango sul Calore ad eccezione del seguente racconto popolare:
- il giorno 24 febbraio di un anno mai precisato la via Domitia o Napolitana, (strada che attraversa la media valle del Calore e va a congiungersi all' Appia) è percorsa da un corteo che trasporta, da Roma a Brindisi, le sacre spoglia del Martire S.Teodoro di Amasea.
All'altezza dell' incrocio che dal fiume Uccello porta alla Chiesa di Sant'Anna, nel territorio di San Mango sul Calore, causa l' innaturale appesantimento del corpo del Santo Martire i portatori sono costretti a fermarsi. Il fatto scatena la curiosità di numerosi abitanti dei paesi vicini fra i quali il parroco di San Mango, il quale toccando il corpo del Santo si trova fra le mani un dito.
Costui grida al miracolo, il corpo si alleggerisce e si può proseguire il viaggio.
Il parroco di San Mango, seguito dai numerosi fedeli presenti all'accaduto, si reca nella Chiesa Madre portando in processione la Sacra Reliquia.
Dal quel momento San Teodoro Martire di Amasea divenne Patrono di San Mango sul Calore e questa data viene festeggiata come la venuta di San Teodoro.
A San mango sul Calore la festa religiosa del Santo ricade il 9 novembre mentre le celebrazioni più solenni sono celebrate la penultima domenica di agosto.
(Approfondimenti bibliografici:
Prof. Ubaldo Reppucci, S. Teodoro Martire di Amasia patrono di S. Mango sul Calore (Av): note agiografiche, Avellino 1978)
La processione di San Teodoro Martire, fine anni '70
Filmato girato in pellicola Super 8 millimetri, alla fine degli anni '70, in occasione della processione di San Teodoro Martire, patrono di San Mango sul Calore (Avellino).
San Teodoro Martire di Amasea
Teodoro, originario dell'Oriente, arruolato nell'esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano.
Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei; Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni; gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame, lì ebbe celesti e confortanti visioni, infine fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C. Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Le notizie della sua vita ci sono pervenute da un discorso pronunciato da s. Gregorio di Nissa nella basilica che sorgeva già nel IV sec. ad Euchaite nel Ponto ove era il suo sepolcro.
Discorso poi confermato in una 'passio' greca di poco posteriore.
Il suo culto si propagò in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30.
Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con S. Marco.
Secondo un'antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un'urna --reliquiario di argento nella Cattedrale.
Venezia lo ricorda nelle figure di una vetrata e nel portello dell'organo di due chiese e poi anche con la colonna posta in piazzetta S. Marco sulla cui sommità vi è una sua statua in armatura di guerriero, con un drago ai suoi piedi simile ad un coccodrillo.
Nel sec. IX Teodoro era l'unico santo con questo nome, ma poi appare un altro Teodoro non più soldato ma generale il quale sarebbe morto ad Eraclea al tempo di Licinio il 7 febbraio e anche lui
Sepolto ad Euchaite il 3 giugno. Questo sdoppiamento dell'unico martire Teodoro generò una doppia fioritura di leggende di cui rimangono relazioni in greco, latino e altre orientali e influirono a loro volta nei giorni delle commemorazioni.
Nei sinassari bizantini il T. generale è ricordato l'8 febbraio mentre il soldato il 17 febbraio.
Nei martirologi occidentali invece il generale è ricordato il 7 febbraio e il soldato il 9 novembre.
A volte compaiono tutti e due insieme in mosaici o affreschi riguardanti santi militari.
Comunque trattasi della stessa persona commemorata in due giorni diversi.
Non si hanno notizie ufficiali della data o del perché il Martire San Teodoro di Amasea sia stato scelto quale Patrono di San Mango sul Calore ad eccezione del seguente racconto popolare:
- il giorno 24 febbraio di un anno mai precisato la via Domitia o Napolitana, (strada che attraversa la media valle del Calore e va a congiungersi all' Appia) è percorsa da un corteo che trasporta, da Roma a Brindisi, le sacre spoglia del Martire S.Teodoro di Amasea.
All'altezza dell' incrocio che dal fiume Uccello porta alla Chiesa di Sant'Anna, nel territorio di San Mango sul Calore, causa l' innaturale appesantimento del corpo del Santo Martire i portatori sono costretti a fermarsi. Il fatto scatena la curiosità di numerosi abitanti dei paesi vicini fra i quali il parroco di San Mango, il quale toccando il corpo del Santo si trova fra le mani un dito.
Costui grida al miracolo, il corpo si alleggerisce e si può proseguire il viaggio.
Il parroco di San Mango, seguito dai numerosi fedeli presenti all'accaduto, si reca nella Chiesa Madre portando in processione la Sacra Reliquia.
Dal quel momento San Teodoro Martire di Amasea divenne Patrono di San Mango sul Calore e questa data viene festeggiata come la venuta di San Teodoro.
A San mango sul Calore la festa religiosa del Santo ricade il 9 novembre mentre le celebrazioni più solenni sono celebrate la penultima domenica di agosto.
(Approfondimenti bibliografici:
Prof. Ubaldo Reppucci, S. Teodoro Martire di Amasia patrono di S. Mango sul Calore (Av): note agiografiche, Avellino 1978)
Processione San Teodoro Martire di Amasea, 21 agosto 1988, San Mango sul Calore (Avellino)
San Teodoro Martire di Amasea
Teodoro, originario dell'Oriente, arruolato nell'esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano.
Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei; Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni; gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame, lì ebbe celesti e confortanti visioni, infine fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C. Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Le notizie della sua vita ci sono pervenute da un discorso pronunciato da s. Gregorio di Nissa nella basilica che sorgeva già nel IV sec. ad Euchaite nel Ponto ove era il suo sepolcro.
Discorso poi confermato in una 'passio' greca di poco posteriore.
Il suo culto si propagò in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30.
Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con S. Marco.
Secondo un'antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un'urna --reliquiario di argento nella Cattedrale.
Venezia lo ricorda nelle figure di una vetrata e nel portello dell'organo di due chiese e poi anche con la colonna posta in piazzetta S. Marco sulla cui sommità vi è una sua statua in armatura di guerriero, con un drago ai suoi piedi simile ad un coccodrillo.
Nel sec. IX Teodoro era l'unico santo con questo nome, ma poi appare un altro Teodoro non più soldato ma generale il quale sarebbe morto ad Eraclea al tempo di Licinio il 7 febbraio e anche lui
Sepolto ad Euchaite il 3 giugno. Questo sdoppiamento dell'unico martire Teodoro generò una doppia fioritura di leggende di cui rimangono relazioni in greco, latino e altre orientali e influirono a loro volta nei giorni delle commemorazioni.
Nei sinassari bizantini il T. generale è ricordato l'8 febbraio mentre il soldato il 17 febbraio.
Nei martirologi occidentali invece il generale è ricordato il 7 febbraio e il soldato il 9 novembre.
A volte compaiono tutti e due insieme in mosaici o affreschi riguardanti santi militari.
Comunque trattasi della stessa persona commemorata in due giorni diversi.
Non si hanno notizie ufficiali della data o del perché il Martire San Teodoro di Amasea sia stato scelto quale Patrono di San Mango sul Calore ad eccezione del seguente racconto popolare:
- il giorno 24 febbraio di un anno mai precisato la via Domitia o Napolitana, (strada che attraversa la media valle del Calore e va a congiungersi all' Appia) è percorsa da un corteo che trasporta, da Roma a Brindisi, le sacre spoglia del Martire S.Teodoro di Amasea.
All'altezza dell' incrocio che dal fiume Uccello porta alla Chiesa di Sant'Anna, nel territorio di San Mango sul Calore, causa l' innaturale appesantimento del corpo del Santo Martire i portatori sono costretti a fermarsi. Il fatto scatena la curiosità di numerosi abitanti dei paesi vicini fra i quali il parroco di San Mango, il quale toccando il corpo del Santo si trova fra le mani un dito.
Costui grida al miracolo, il corpo si alleggerisce e si può proseguire il viaggio.
Il parroco di San Mango, seguito dai numerosi fedeli presenti all'accaduto, si reca nella Chiesa Madre portando in processione la Sacra Reliquia.
Dal quel momento San Teodoro Martire di Amasea divenne Patrono di San Mango sul Calore e questa data viene festeggiata come la venuta di San Teodoro.
A San mango sul Calore la festa religiosa del Santo ricade il 9 novembre mentre le celebrazioni più solenni sono celebrate la penultima domenica di agosto.
(Approfondimenti bibliografici:
Prof. Ubaldo Reppucci, S. Teodoro Martire di Amasia patrono di S. Mango sul Calore (Av): note agiografiche, Avellino 1978)
Bellotto e Canaletto
Bellotto e Canaletto lo stupore e la luce a Milano
sino al 5 marzo 2017.
Dopo Restituzioni 2016 Gallerie d'Italia in Piazza Scala,6 milano nelle sale di Intesasanpaolo, propone una sfida di grande livello storico artistico fra famigliari. Questo immaginario derby fra zio e nipote e' stato organizzato al meglio delle cento opere tra dipinti, disegni e incisioni che in questo video cerco di presentare al meglio delle mie possibilità.
Il vedutismo del settecento è ben rappresentato da questi due artisti che hanno spaziato ben oltre ai nostri confini nazionali e questa manifestazione è oggigiorno unica possibilità per opere provenienti dai più disparati musei e collezioni private internazionali.
.
musiche di Lorenzo Tempesti -
.
Elenco opere
Capriccio architettonico
Campo Santa Maria Formosa Venezia
Sei figure attorno a due gabbie di uccelli
Il Canal Grande verso sud, dai Palazzi Foscari e Moro Lin fino
a Sta Maria della Carità
La Piazzetta verso la Libreria
Campo Santi Giovanni e Paolo
Il Molo verso ovest, con la colonna di San Teodoro a destra
Il Canal Grande verso est, da Palazzo Loredan Cini in Campo San Vio
Piazza San Marco verso sud-ovest
Il Canal Grande con Santa Maria della Salute da Campo Santa Maria del Giglio
Piazza San Marco verso ovest
Palazzo Ducale: la Scala dei Giganti
Ritratto di Anton Maria Zanetti di Girolamo e del marchese Andrea Gerini
Capriccio con un ponte sul fiume
Capriccio con una porta classica e motivi di Padova e Verona
Il portico con la lanterna
Ponte sul fiume
Il portico con la lanterna Ruderi di tempio
Capriccio con le rovine di un
tempio romano sulle rive della laguna
Capriccio con una villa di Padova
Capriccio con un arco di trionfo in rovina sullariva della laguna
Capriccio con le rovine di un tempio romano sulle rive della laguna
Capriccio con un arco classico in rovina sulle rive della laguna
Il Tempio di Antonino e Faustina nel Foro romano
L'Arno verso il Ponte Vecchio, Firenze
Il Foro romano verso il Campidoglio
Capriccio con il Colosseo
Il Foro romano verso il Campidoglio, con il Tempio
di Castore e Polluce
Capriccio con il Campidoglio
L'Antico Ponte sul Po Torino
Castelvecchio e il Ponte Scaligero
Il Castello Sforzesco, Milano
Il Palazzo dei Giureconsulti e il Broletto Nuovo, Milano
Il villaggio di Gazzada, Lombardia
Villa Perabò, Gazzada, Lombardia
Vaprio e Canonica sull'Adda verso nord-ovest
Vaprio e Canonica sull'Adda verso sud, da Monasterolo
Il Palazzo di Wilanòw dal giardino
Il colonnello Konigsfels impartisce la lezione di equitazione al principe Jòzef Poniatowski, nipote del Re
Veduta dei prati di Wilanòw,
Veduta di Varsavia con la via Miodowa
Pirna dal villaggio dei pescatori dell'Elba presso Copitz
Pirna dalla fortezza di Sonnenstein
Il Palazzo della Repubblica di Polonia, Varsavia
Venice, Italy - Canals, Bridges & Landmarks - 4K ????????
Venice, Italy (Venezia, Italia) ????????
0:00 - Walking Around Canals, Bridges, Houses, Streets, Landmarks
9:00 - San Marco Piazza, St Mark's Basilica, Doge's Palace
17:54 - Famous Rialto Bridge, Grand Canal
Venice Canals, Bridges, Landmarks, Walking Tour / Vlog from Saint Mark's Square to the Bridge of Sighs, through the Doge's Palace, the Rialto Bridge, the Grand Canal...
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Venice (Italian: Venezia) is a city in northeastern Italy and the capital of the Veneto region. It is situated on a group of 118 small islands that are separated by canals and linked by over 400 bridges. The islands are located in the shallow Venetian Lagoon, an enclosed bay that lies between the mouths of the Po and the Piave rivers (more exactly between the Brenta and the Sile). In 2018, 260,897 people resided in the Comune di Venezia, of whom around 55,000 live in the historical city of Venice (Centro Storico).
Venice:
Italy: