Colonna di San Zanobi
Di Alberto Gamannossi con Vincent Stone.
Alcuni frammenti del presente video sono stati prelevati dal link sottostante in cui si fa riferminento al restauro ufficiale della colonna di San Zanobi.
Restauro della colonna di San Zanobi
Restauro della colonna di San Zanobi a Firenze nell'ambito del progetto Flic (Florence I Care) che coinvolge imprese e privati per il restauro o la ripulitura di monumenti e opere pubbliche della città.
Infiorata a Firenze in ricordo del miracolo di San Zanobi in Piazza del Duomo
Sabato 26 gennaio 2019, tra Piazza San Giovanni e quella del Duomo, a Firenze, si è tenuta la tradizionale “Fiorita di San Zanobi”, cerimonia del Comune in ricordo della traslazione del corpo del santo dalla Basilica di San Lorenzo alla Cattedrale di Santa Reparata.
Come da tradizione, la commemorazione è stata scandita dal percorso del Gonfalone della città di Firenze scortato dalla Famiglia di Palazzo e dal Corteo storico della Repubblica Fiorentina che, partendo dal Palagio di Parte Guelfa, ha raggiunto la colonna di San Zanobi a lato del Battistero.
A ricordare il gesto le parole del Proposto della Cattedrale e Vicario Episcopale per il Clero, Mons. Giancarlo Corti, e l'Assessore alle Tradizioni Popolari, Andrea Vannucci.
La colonna di San Zanobi, un fusto in granito sormontato da un albero in ferro e da una croce, fu eretta nel luogo in cui il 26 gennaio 429 sarebbe avvenuto un miracolo legato al culto di San Zanobi: al passaggio delle reliquie del Santo, che venivano traslate dalla basilica di San Lorenzo alla cattedrale di Santa Reparata, un olmo secco sarebbe miracolosamente rinverdito.
Ogni anno il 26 gennaio il Corteo storico della Repubblica Fiorentina e le autorità cittadine depongono in quel luogo un omaggio floreale in ricordo di San Zanobi.
Riprese di Franco Mariani.
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2010_Alla maniera d'oggi_ita
ALLA MANIERA D'OGGI. BASE A FIRENZE
OTTO ARTISTI CONTEMPORANEI IN UN PERCORSO STORICO-MUSEALE
3 febbraio - 11 aprile 2010
varie sedi, Firenze
Colonna di S. Zanobi - Piazza S. Giovanni
Basilica di San Miniato al Monte Via del Monte alle Croci
Chiostro dello Scalzo - Via Cavour 69
Cenacolo dOgnissanti Borgo Ognissanti 42
Galleria dellAccademia - Via Ricasoli 60
Galleria degli Uffizi - Lungarno Anna Maria Luisa de' Medici
Museo di San Marco - Piazza San Marco 1
Salone delle Feste di Palazzo Sacrati Strozzi - Piazza Duomo 10
Periodo
3 febbraio - 11 aprile 2010
Orari tutti i sabati dalle 9 alle 17 e secondo lorario di apertura di ciascuna sede:
- Basilica di San Miniato: lunedì sabato 8-12 e 14 19 festivi 8-9
- Colonna di S. Zanobi Piazza S. Giovanni: 24 h/24 h
- Chiostro dello Scalzo: lunedì e giovedì ore 8,15-13,50
- Cenacolo dOgnissanti: lenedì e martedì 9,00-12,00
- Galleria dellAccademia: da martedì a domenica ore 8,15-18,50
- Galleria degli Uffizi: 24h/24h
- Museo di San Marco: dal lunedì al venerdì ore 8,15 13,50; sabato e domenica ore 8,15 16,50
- Palazzo Sacrati Strozzi: ingresso riservato
Ingresso
libero ad esclusione di Galleria dellAccademia (intero € 6,50, ridotto € 3,25)
e Museo di San Marco (intero € 4,00, ridotto € 2,00)
The Fiorita di San Zanobi
The Fiorita di San Zenobi celebrates one of Florence's most unique folklore traditions: San Zanobi and the miracle tree.
LdM NEWS ( is a video publishing project of the Istituto Lorenzo De’ Medici.
We spotlight people, places and events in Florence, with a focus on student life and tips to make this magical city feel like a second home.
2010_Allla maniera d'oggi_eng
ALLA MANIERA D'OGGI. BASE A FIRENZE
IN THE FASHION OF TODAY: BASED IN FLORENCE
FEBRUARY 3 - APRIL 12
VARIOUS PLACES, FLORENCE
Colonna di S. Zanobi - Piazza S. Giovanni
Basilica di San Miniato al Monte Via del Monte alle Croci
Chiostro dello Scalzo - Via Cavour 69
Cenacolo dOgnissanti Borgo Ognissanti 42
Galleria dellAccademia - Via Ricasoli 60
Galleria degli Uffizi - Lungarno Anna Maria Luisa de' Medici
Museo di San Marco - Piazza San Marco 1
Salone delle Feste di Palazzo Sacrati Strozzi - Piazza Duomo 10
Periodo
3 febbraio - 11 aprile 2010
Orari tutti i sabati dalle 9 alle 17 e secondo lorario di apertura di ciascuna sede:
- Basilica di San Miniato: lunedì sabato 8-12 e 14 19 festivi 8-9
- Colonna di S. Zanobi Piazza S. Giovanni: 24 h/24 h
- Chiostro dello Scalzo: lunedì e giovedì ore 8,15-13,50
- Cenacolo dOgnissanti: lenedì e martedì 9,00-12,00
- Galleria dellAccademia: da martedì a domenica ore 8,15-18,50
- Galleria degli Uffizi: 24h/24h
- Museo di San Marco: dal lunedì al venerdì ore 8,15 13,50; sabato e domenica ore 8,15 16,50
- Palazzo Sacrati Strozzi: ingresso riservato
Ingresso
libero ad esclusione di Galleria dellAccademia (intero € 6,50, ridotto € 3,25)
e Museo di San Marco (intero € 4,00, ridotto € 2,00)
Miracolo di San Zanobi...VIVA FIORENZA!
Bandierai degli Uffizi, Miracolo di San Zanobi, 26 Gennaio 2014
Il video dei restauratori in cordata sul Battistero di Firenze
Roma, 13 mag. (askanews) - Sono le spettacolari immagini degli operatori che lavorano in cordata sulle falde della copertura del Battistero di San Giovanni a Firenze. Il restauro iniziato a febbraio 2014, dopo settanta anni esatti dall'ultimo intervento, si avvicina al suo completamento previsto entro il 30 settembre 2015. Si tratta di una delle tappe fondamentali del programma di interventi messi in campo dall'Opera di Santa Maria del Fiore in vista dell'apertura del nuovo Museo dell'Opera del Duomo il 29 ottobre 2015.
Da lunedì 11 maggio è iniziato il trattamento della copertura marmorea del monumento e i restauratori del Consorzio San Zanobi, a cui l'Opera di Santa Maria del Fiore ha affidato i lavori di restauro, sono stati affiancati da una squadra di operatori specializzati in lavori edilizi in cordata che si calano dall'alto dell'edificio a partire da un'altezza di circa 35 metri.
Il restauro interessa tutto il rivestimento marmoreo delle otto facciate esterne, delle falde di copertura e della lanterna del Battistero. I fenomeni di degrado sono quelli tipici del contesto urbano in cui sono collocati questi monumenti e delle caratteristiche dei materiali: formazioni di croste nere di media e alta durezza, dilavamento da acqua piovana piena di sostanze inquinanti e corrosive, depositi dall'aspetto resinoso e traslucido di ossalato di calcio, formazione di fessurazioni e microfratture causato dallo stress termico caldo-gelo e massiccia esposizione ai venti, alterazione biologica sia fungina che batterica.
Biblioteca delle Oblate
Biblioteca delle Oblate di Firenze (Via Sant'Egidio 21 - Via dlel'Oriuolo 26)
Ormai vicino al termine il restauro del Battistero di Firenze
Firenze (askanews) - Il mio bel San Giovanni, come lo immortalò Dante nel XIX canto dell'Inferno in un verso che trasudava la devastante nostalgia dell'esule fiorentino, sta per riaprire al pubblico la sua struttura ottagonale, a metà strada tra il cerchio e il quadrato, cioè tra il Cielo e la Terra, come ogni Battistero che si rispetti.
Dedicato a san Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, il Battistero sorge di fronte al Duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni e il suo restauro, iniziato a febbraio 2014, dopo settanta anni esatti dall'ultimo intervento, si avvicina al completamento, previsto entro il 30 settembre 2015. S'inizierà con il trattamento della copertura marmorea del monumento e i restauratori saranno affiancati da una squadra di operatori specializzati in lavori edilizi che si caleranno in cordata da un'altezza di 35 metri. I lavori interessano tutto il rivestimento marmoreo delle otto facciate esterne, delle falde di copertura e della lanterna del Battistero, come spiega Francesco Gurrieri, vicepresidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore, responsabile dei lavori: La conoscenza è alla base della buona conservazione per questo il restauro del Battistero di Firenze si è mosso sui canoni dell'intervento restaurativo.
Da una prima fase diagnostica e una di accertamento diretto sui materiali in cantiere si è poi passati a una mappatura dei degradi e, per ogni tipologia di degrado, delle diverse prove di pulitura.
E qui sorge il limite dell'intervento conservativo - sottolinea Gurrieri - cioè dove fermarsi nell'integrazione. Sul Battistero, infatti, sono presenti materiali diversi che vanno dai marmi apuani a quelli di recupero più antichi, ma soprattutto, il serpentino verde di Prato che è un materiale fragile e che, come diceva Vasari, sbulletta. Ora il cantiere va avanti, ricco di queste informazioni e presto la città potrà finalmente godere del suo Battistero, del suo bel San Giovanni.
Restauro in cordata per il Battistero di Firenze
Il restauro del Battistero di San Giovanni a Firenze, iniziato a febbraio 2014, dopo settanta anni esatti dall’ultimo intervento, si avvicina al suo completamento previsto entro il 30 settembre 2015. Da lunedì 11 maggio è iniziato il trattamento della copertura marmorea del monumento e i restauratori del Consorzio San Zanobi, a cui l’Opera di Santa Maria del Fiore ha affidato i lavori di restauro, sono stati affiancati da una squadra di operatori specializzati in lavori edilizi in cordata che si calano dall’alto dell’edificio a partire da un’altezza di circa 35 metri. Ecco le immagini (fornite dall'Opera di Santa Maria del Fiore)
Inizio restauro dei putti di Andrea della Robbia
Oggi i restauratori dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze hanno iniziato le operazioni di distacco di 6 putti di Andrea della Robbia, per consentirne in restauro. Ecco le prime immagini girate grazie a un drone (riprese di VideoVolando)
Monte Canda 1158m
9 Novembre 2014
Escursione da Piancaldoli a Monte Canda al Passo della Raticosa.
Da wikipedia:
Il monte Canda (1158 m) è un'altura dell'alto Appennino tosco-romagnolo, facente parte[...] del valico appenninico denominato Passo della Raticosa, in provincia di Firenze.
Il monte Canda occupa la parte orientale del complesso del Passo della Raticosa e si erge imponente sulla ripida valle del piccolo corso d'acqua che vi nasce, il torrente Idice, che diventerà poi un importante corso d'acqua della provincia di Bologna e di Ferrara, nonché uno dei principali affluenti del fiume Reno.
Nel video si vedono anche il Parco Eolico di Monte Carpinaccio con la sua scuola di parapendio, il comune di Monghidoro e il Sasso di San Zanobi.
Il Sasso di San Zanobi (chiamato Sasso di San Zenobi in Romagna) è una formazione rocciosa che si trova nell'Appennino tosco-romagnolo, nella valle del torrente Diaterna, a poca distanza dal passo della Raticosa.
Traccia: E-bow - Sigur Ros
Viva Fiorenza - Inno del calcio storico fiorentino
Riccardo Marasco ha partecipato all'Inno del calcio storico fiorentino cantando la parte dedicata ai Rossi di Santa Maria Novella.
L'inno, dal titolo “Viva Fiorenza”, fu composto nel 2001 da Giancarlo Bigazzi, musicista plurivincitore del Festival di Sanremo, e presentato in pompa magna in Palazzo Vecchio.
A cantare le quattro strofe che compongono Viva Fiorenza altrettanti artisti fiorentini: oltre al già citato Riccardo Marasco, anche Aleandro Baldi, Paolo Vallesi e Marco Falagiani che è anche l’autore delle musiche.
La parte cantata da Riccardo Marasco inizia al minuto 2:08
La leggenda del Sasso di San Zanobi e il Sasso del Diavolo.
Il Sasso di San Zanobi (966 m slm.) Sasso della Maltesca (783 m slm.) località Piancaldoli di Firenzuola (FI) Italy. Riprese di Gilberto Tedeschi 24.01.2015.
La leggenda del
Sasso di San Zanobi e il Sasso del Diavolo.
San. Zanobi l’Apostolo della Diocesi fiorentina e missionario delle nostre montagne . Il Papa S. Damaso lo elevò a Vescovo di Firenze e a quei tempi (400 anni dopo C.) anche nella Toscana, come in tutta Italia, Vescovi santi, apostoli pieni di zelo e grandi apologisti, oltre a una bella fioritura di martiri aveva già propagato le verità del Vangelo estirpando il culto alle divinità pagane. I luoghi più montuosi erano rimasti però nell’idolatria e non possiamo stabilire se gli Etruschi, primi abitatori della Toscana, avessero lasciato quassù l’amore alle loro divinità, oppure si odorasse Giove, alla cui somma potenza si consacrarono le cime più alte, o fosse il Dio Pennino da coi si ritiene possa essere derivato il nome ai monti Appennini.
Il Santo Vescovo Zanobi insieme ai Diaconi Crezenzio e Eugenio, annoverati poi nell’albo dei Santi, percorse le montagne predicando il Vangelo, convertendo le anime con la dottrina, la santità della vita e coi miracoli. La tradizione racconta che a Caburaccia, nel borgo di Pietramora (oggi Sasso di San Zanobi), sull’antica via Romana aperta da Gaio Flaminio, San Zanobi si incontrò con S. Ambrogio, Arcivescovo di Milano, quando questi andava a Roma per l’elezione di Papa S. Damaso. Il popolo devoto al Santo Pastore Fiorentino, ha creato una pia LEGGENDA.
Una bella mattina d’estate... il Diavolo comparve lassù. Più rabbioso più ignorante del solito: Chi sei tu che vieni a disturbarci anche qua ? Chi è questo G. Cristo ? Io sono il re dell’Inferno e domino i venti e le tempeste. Se tu pretendi passarmi avanti e prendermi il posto, avanti se puoi, caricati come faccio io alla presenza di tutti sulle spalle una di queste rocce e cammina ! facciamo vedere chi è più forte: cammina su al monte. Il Diavolo si buttò davvero sulle spallacce un macigno e con grande stupore di tutti si diede a salire gridando al santo che lo stesso facesse anche lui: Avanti, uno per uno, su alla montagna e senza riposi. Chi arriva il primo, la montagna è sua.. Avanti o io ti sfido. Mi cambierò in vento e tempesta se resti perdente, e ti sperderò della terra !. Il Santo accettò e raccomandandosi a Dio che lo salvasse da quell’imbroglione, col segno di croce se ne caricò un altro, molto più grande e più pesante. Ahimè ! quel segno di croce non ci voleva. Parve una formidabile mazzata nelle gambe del gigante che dette un gran barcollone e cominciò a nicchiare orribilmente. Il Santo, calmo, e tranquillo come se portasse una mannella di stoppa, (c’è perfino chi dice che quell’enorme macigno lo portasse sul dito mignolo) intanto gli passò avanti “Signore mio G.Cristo” mormorava camminando fra il popolo che tutto gli veniva dietro, “ confondi questo nemico. ” Questa invocazione finì per far cascare l’asino a quel Diavolo in commedia. Quel suo sasso lo schiacciava addirittura. Per non morirci sotto, dovette buttarlo giù e lo buttò giù con tanta rabbia per quella brutta figura che gli toccava fare, che lo fracassò tutto, sparendo poi fra le fiamme di fuoco. Le fiamme fecero diventare rosse tutte quelle pietre d’intorno e così sono ancora. Il santo, per far convinti tutti della verità, camminò con quel popolo fino in cima la salita e posò poi lungo la via il suo sasso, convertendo così a Cristo tutta la gente della grande montagna. (Dal libro di Tito Casini “La Vigilia dello Sposo”).
Firenze: l'inedito di Leonardo
Itinera vi racconta la storia di un incredibile restauro: quello che, a Firenze, punta a scovare e recuperare una pittura di Leonardo Da Vinci che da secoli si considerava perduta.
Per Itinera, un servizio di Daniele Morini.
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Ringrazio l'amico Leandro Campagni che mi ha permesso di utilizzare la colonna sonora per questo video.
NOTA. Emilio Livi (Firenze, 12 maggio 1902 – Buenos Aires, 29 settembre 1973) è stato un cantante italiano.
Nasce a Firenze il12 maggio 1902 nel quartiere di San Lorenzo, in via San Zanobi. Faceva il meccanico tornitore in un'officina, quando inizia a studiare canto con la maestra Bruschini che gli porta la voce a tenore leggero. Debutta al teatro Verdi di Firenze nel 1928 con l'opera L'elisir d' amore di Gaetano Donizetti . Ebbe maggior notorietà nel 1937, quando incise con il Trio Lescano e l'orchestra Barzizza, le canzoni Non dimenticar le mie parole (lato B di Fascino slow) e Tu che mi fai piangere, tratta dalla colonna sonora del film Questi ragazzi. Si sposa a Firenze, il 22 aprile 1929, con Emma Setti che, da quel momento, lo seguirà durante tutta la sua carriera standogli sempre vicino, così come suo cognato Guido Setti che gli organizzerà i concerti nei vari teatri locali e nei dintorni di Firenze, facendo la sua gavetta insieme con il baritono Gino Bechi, anche lui agli esordi. Riesce ad assicurarsi diversi contratti con l'EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche) per il quale si esibisce in vari concerti cantando romanze e canti folkloristici tra cui, nell'agosto del 1932 la romanza E lucevan le stelle con tale bravura che, per la prima volta alla radio italiana, gli ascoltatori chiedono il bis. Sempre con Gino Bechi recita il Barbiere di Sivilglia che diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia. Il grande direttore di orchestra Gino Marinuzzi lo vuole con insistenza all'Opera Reale di Roma dove interpreterà la parte dell'indiano nell'opera russa Sadko il 4 aprile 1931 alla presenza della famiglia reale. La critica esprimerà un eccellente giudizio che, testualmente, dichiarava: Se nella sala si fossero trovati bisce e serpenti a sonagli, anche loro si sarebbero incantati alla soave voce di Emilio Livi. Durante gli anni '30 si esibisce in molti teatri italiani, dal Bellini di Palermo, all'Orsenigo di Faenza e all' Ariosto di Reggio Emlia con opere e concerti dove riscuote molti favori e ricevendo plausi da numerosi ammiratori. In particolare ebbe grande successo nel 1937 al teatro San Carlo di Napoli, tempio dell'opera buffa, con il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Canta a Lugano anche per la radio svizzera. Nel 1938 inizia la sua prima tournée estera negli Stati Uniti d'America dove arriva all'apice del successo in importanti teatri tanto che, nel 1939, sembra sia stato vicino a meritarsi la scritturazione per il New York Metropolitan Opera ma, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, dovette rinunciare per tenere fede alla parola data di rientro in Italia in caso di conflitto. Rientrato in Italia continua la sua carriera con due importanti esibizioni al teatro Brancaccio di Roma nel 1942 e al Comunale di Firenze nel 1944. Nel 1947, a causa della disastrosa situazione all'interno del Paese, è costretto a emigrare in Argentina dove inizia a insegnare al conservatorio di Buenos Aires e continuerà a incidere per la RCA Victor. Il suo ultimo disco sarà Firenze sogna in ricordo della sua città natale e della sua patria che gli hanno dato tante soddisfazioni. Muore il 29 settembre 1973 a Buenos Aires, con il rimpianto di parenti e amici italiani che lo ricordano sempre con affetto.
Places - Il Giardino di Archimede
Casa Buonarroti a Firenze
Casa Buonarroti è il museo su Michelangelo a Firenze, ospitato nel palazzo della famiglia Buonarroti in via Ghibellina all'angolo con via Buonarroti.Michelangelo non era nato qui, ma a Caprese in provincia di Arezzo, quando suo padre Ludovico di Leonardo, seppur fiorentino, si era trasferito per ricoprire una carica pubblica. Non è nemmeno l'unica residenza abitata da Michelangelo in città, che furono più di una, ma qui, nel 1508, egli aveva fatto acquistare, da Roma, al nipote Leonardo tre piccoli appezzamenti confinanti. Fu dunque Leonardo, figlio di Buonarroto fratello minore di Michelangelo, a scegliere e successivamente, negli anni 1546-1553, a far edificare il palazzo, che dunque l'artista divino non abitò né vide mai. L'edificio fu poi ampliato e restaurato nelle attuali forme nel 1612 dal figlio Michelangelo Buonarroti il Giovane, pronipote del grande artista. Qui ha poi abitato per secoli la famiglia Buonarroti
Recensioni Museo di storia naturale sezione di zoologia La Specola
Altre recensioni
Via Romana, 17, 50125 Firenze, tel. +39 055 275 6444
Un museo nel museo...non solo le collezioni zoologiche e le cere anatomiche sono bellissime, ma il fatto che siano esposte nella sede dell'Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale nelle vetrine originali lo tendono ancora più affascinante
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Importante museo sugli animali. Si trovano centinaia di specie animali: insetti, molluschi, mammiferi. Si trovano anche centinaia di cere sul corpo umano. Da non perdere assolutamente. Molto interessante anche per i bambini da 3 anni in poi.
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Bellissimo. Con adeguate spiegazioni anche ilmio nipotino di ccinque anni è rimasto affascinato ed ha già chiesto di tornarci. Splendida la mostra sui coleotteri