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Corso Strada Nuova 128 - Pavia
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Pavia, ancora polemica per Corso Garibaldi
Il dibattito si è riacceso nel corso dell'ultimo consiglio comunale
Corso Garibaldi a Pavia potrebbe rimanere a senso unico
Senso unico o doppio senso: una domanda che si trascina ormai da diversi mesi in corso Garibaldi e tra i corridoi di Palazzo Mezzabarba. Quel che è certo è che, al momento, il sindaco Depaoli di tornare indietro proprio non ci pensa. A dispetto delle promesse fatte nelle ultime settimane, sotto la pressione di opposizione, residenti ed anche alcuni consiglieri di maggioranza, l’amministrazione comunale ci starebbe seriamente ripensando. L’ultimo tratto di corso Garibaldi potrebbe così restare a senso unico, dopo la sperimentazione di settembre, le polemiche e la possibilità concreta di ritornare alla viabilità originaria. Secondo quanto riferito da fonti interne al Mezzabarba, l’amministrazione avrebbe inoltre disposto una nuova rilevazione sul passaggio delle auto nella zona interessata dai cambiamenti viabilistici. In particolare, a non tornare, sarebbero i conti effettuati sul via langosco, la stradina stretta che corre parallela a corso Garibaldi. Il numero di 2700 mezzi al giorno sarebbe frutto di una misurazione campione poco verosimile. Da qui la necessità di una nuova rilevazione per avere un quadro più chiaro sulla situazione del traffico nella zona.
Corso Garibaldi torna il doppio senso ma rimangono le polemiche
Pavia. La giunta di Pavia ha deciso di rimettere il doppio senso di marcia in Corso Garibaldi, lasciando intatta la pista ciclabile. Questo porterà ad un taglio dei parcheggi e ciò ha provocato malumore tra i residenti, e chi lavora in zona, che lo scorso 17 novembre hanno fatto sentire le proprie ragioni in commissione a Palazzo Mezzabarba all'Assessore alla Mobilità, Giuliano Ruffinazzi.
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Pavia land of talents [2015] [ITA sub ENG]
Pavia is a unique ecosystem where excellence has been growing from centuries.
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Pavia, periferie insicure. Telecamere in arrivo
Più sicurezza ed un maggiore presidio della città. Là dove non posso arrivare gli agenti della Polizia Locale, per ovvi motivi di organico, ci penserà la tecnologia. In tale ottica va inquadrata la scelta dell’amministrazione di posizionare altre sei telecamere di sorveglianza, le prime in assoluto al di fuori delle mura del centro storico. Gli occhi elettronici saranno attivi tra una decina di giorni, fanno sapere dal Mezzabarba, e presidieranno viale Cremona, piazzale san Giuseppe, corso garibaldi all’angolo con viale Resistenza, viale Brambilla, via dei mille e l’incrocio fra via Tibaldi e via Fratelli Cervi. Punto, quest’ultimo, chiesto a gran voce dal consigliere comunale del Pd Sergio Maggi dopo alcuni gravi fatti di cronaca che lo hanno riguardato anche personalmente. Una pistola puntata prima contro di lui e poi contro la moglie dopo un litigio per futili motivi avvenuto alcuni anni fa. I luoghi sono stati scelti in base all’analisi delle segnalazioni arrivate al comando di polizia locale dai residenti dei singoli quartieri. Furti, atti di vandalismo, microcriminalità ed abbandono di rifiuti i principali indicatori presi in esame per il posizionamento delle telecamere di sorveglianza che saranno attive nel giro di pochi giorni. Ma non sono gli unici interventi realizzati in tema di sicurezza in città. Cinque telecamere controlleranno i varchi di accesso al capoluogo. Un impegno economico da 70mila euro per provare a rendere più vivibile e controllata la città.
Dott. Franco Galli (Nefrologo- Maugeri- Pavia) - IV Corso Nefrodialisi - Catania 2010
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Il 18 marzo 2015 in Corso Garibaldi in occasione di Pavia in Poesia
Pavia sempre meno sicura, arrivano nuove telecamere
Sei nuove telecamere per implementare il servizio di videosorveglianza in città. La giunta di Palazzo Mezzabarba ha dato il via libera nei giorni scorsi all’acquisto per una spesa di poco inferiore ai 60mila euro. A seguito delle numerose segnalazioni arrivate al comando dei vigili di viale Resistenza, il sistema di controllo con gli occhi elettronici verrà quindi potenziato, in particolare, in sei zone: in viale Cremona, in via dei Mille, in viale Brambilla e poi anche alla rotatoria all’incrocio tra via Tibaldi e via Fratelli Cerci, in piazzale San Giuseppe e in corso Garibaldi all’angolo con viale resistenza. Una spesa da 58mila euro che consentirà di implementare il sistema di videosorveglianza. Nel corso degli anni sono state installate 107 telecamere in tutto per rispondere alla crescente domanda di sicurezza in città. Gli apparecchi, situati in zone considerate strategiche per la tutela della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini, inviano le immagini alla centrale operativa della Polizia Locale e rappresentano un importante supporto all’attività investigativa degli agenti del comando vigili.
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Il Castello di Mazzè
Il castello di Mazzè, situtato nell'omonimo comune, è stato edificato a breve distanza dal corso della Dora Baltea e sopraelevato rispetto alla sottostante pianura padana in una zona di interesse faunistico, sui resti di un antico fortilizio di epoca romana subendo nel corso del tempo numerose integrazioni e rimaneggiamenti, a causa anche delle distruzioni e danneggiamenti subiti nel corso dei secoli.
I maggiori, in chiave di architettura neogotica, sono dovuto all'opera dell'architetto Velati Bellini e risalgono al XIX secolo.
Il castello è appartenuto alla famiglia dei Valperga per settecento anni, sino all'estinzione della stessa nel 1840. Acquistato da un privato nel 1978, dopo una lunga opera di ristrutturazione e recupero funzionale, è stato aperto al pubblico.
I percorsi di visita alla dimora storica sono tre e includono il Castello Grande (dodici stanze), il museo sotterraneo (che presenta le prigioni, strumenti di tortura e una cappella mortuaria) e la contigua Oasi del Bosco Parco.
I miei video:
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NEWS. Campionato di potatura all'Istituto Garibaldi: su 14 scuole da tutta Italia
Campionato di potatura a Macerata organizzato dall'Istituto Garibaldi: su 14 scuole da tutta Italia vince lo studente Emanuele Baldoni di Spoleto che ha potato 2 piante in 20 minuti.
L’Italia dei Longobardi
Le riprese del documentario ripercorrono, attraverso il racconto della Historia Langobardorum di Paolo Diacono e attraverso interviste a eminenti storici, archeologi, storici dell’arte e testimonial d’eccezione (Toni Capuozzo, Vincenzo Cerami, Philippe Daverio, Giuseppe D’Avino, Maurizio Mastrini, Omar Pedrini, Peppino Principe), i sette luoghi italiani inseriti nella World Heritage List UNESCO come sito seriale: “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Il racconto è un viaggio nei sette siti che mostrano ancora oggi i segni tangibili della profonda trasformazione che avviene in Italia nei due secoli della dominazione longobarda: Cividale del Friuli con il suo tempietto longobardo, il castrum di Castelseprio-Torba, il complesso di San Salvatore a Brescia, Benevento con la chiesa di Santa Sofia, Monte Sant’Angelo con il suo antichissimo santuario micaelico, Spoleto con la chiesa di San Salvatore ed il magnifico tempietto sul Clitunno a Campello.
Il documentario ha vinto il premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva alla XXIV Edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e il premio della giuria durante l’XI Edizione del Festival del Cinema Archeologico di Agrigento.
Live stream di Campus Aquae
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SKY ACADEMY CLASSE V B DE AMICIS
Via Falcone e Borsellino a Pavia
Dedicati ai due eroi antimafia la via che va da Viale Vittorio Emanuele Secondo e Piazzale della Stazione, e il relativo parco. La cerimonia nel servizio di Daniela Capone.
PIAZZA DELLA REPUBBLICA (MILANO, ITALY)
Zona di piazza della Repubblica (Republic Square), via Vittor Pisani e piazza Duca d'Aosta, Milano, Lombardia, Italia. Piazza della Repubblica è un'importante piazza posta a nord del centro storico lungo la circonvallazione delle vecchie mura spagnole. La piazza è per superficie la maggiore della città, ricca di spazi verdi, vi si affacciano alti edifici (tra cui la Torre Breda), il monumento dedicato a Giuseppe Mazzini e alberghi di prestigio. La piazza fu aperta intorno al 1865 per servire l'allora nuova Stazione Centrale (il tracciato ferroviario correva lungo gli odierni viali Tunisia, Ferdinando di Savoia e Liberazione). La costruzione della stazione rese necessaria l'apertura di una nuova strada radiale (l'attuale via Turati) per il collegamento con il centro cittadino. La nuova strada attraversava il bastione allora esistente tramite un sottopasso, battezzato Barriera Principe Umberto. La piazza racchiudeva un grande giardino centrale intorno al quale correva il traffico carrabile e tranviario diretto alla stazione. Negli anni venti del XX secolo la piazza, fino ad allora nota come Piazzale Stazione Centrale, prese il nome di Piazzale Fiume in onore della città del Carnaro. Nel 1927 venne costruito l'Hotel Principe di Savoia. Nel 1931 la Stazione Centrale fu chiusa e sostituita dall'attuale, posta circa 1 km più a nord: la piazza fu così allargata, sia verso nord (sull'area già ferroviaria) sia verso sud (sull'area del bastione abbattuto) assumendo l'aspetto attuale. Negli stessi anni trenta furono realizzati gli imponenti edifici residenziali che ancora la caratterizzano. Durante il fascismo era chiamata Piazza del Carnaro. Assunse il nome attuale nel secondo dopoguerra per commemorare la proclamazione della Repubblica.