Firenze Ercole in lotta col Centauro Nesso di Giambologna
Firenze Ercole in lotta col Centauro Nesso di Giambologna
Autorretratos Nicolas Cesar Zoric La mia Firenze V Ercole in lotta col Centauro Nesso
Autorretratos Nicolas Cesar Zoric
La mia Firenze V Ercole in lotta col Centauro Nesso
Italia Febbraio 2012
Il Mercurio di Giambologna
See Florence Videos - La statua in Bronzo del Giambologna (1580) esposta al Museo Nazionale del Bargello a Firenze
Antonio Paolucci - Il modello del Ratto delle Sabine di Giambologna
Una vera e propria lectio magistralis sul modello del Ratto delle Sabine di Giambologna, ampiamente descritto e illustrato dal Professore Antonio Paolucci, in occasione della rassegna Voci Fiorentine 2018 organizzata dalla Galleria dell'Accademia di Firenze. Apre il video l'introduzione a cura di Cecilie Hollberg, Direttrice della Galleria dell'Accademia. #LeVentoNews #APortataDiNews
Il diavolino del Giambologna
Un predicatore, il demonio, un miracolo nella Firenze del 1200. Leggenda e arte si uniscono in un piccolo capolavoro.
Testi e presentazione Enrico Ciabatti
Montaggio video Enrico Ciabatti
Riprese video Monica Taruffi
Assistente alle riprese Pietro Ciabatti & Antonio Caserta
Sound designer Antonio Caserta
Sigla iniziale: Antonio Caserta
Music Gregoire Lourme
Gregoire Lourme - Once Upon a Time
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License
A preacher, the devil, a miracle in Florence in 1200. Legend and art join in a small masterpiece.
Texts and presentation Enrico Ciabatti
Video editing Enrico Ciabatti
Shooting video Monica Taruffi
Assistant shooting Pietro Ciabatti & Antonio Caserta
Sound designer Antonio Caserta
Music Gregoire Lourme
Gregoire Lourme - Once Upon a Time
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License
Ercole e LIca - Hercules and Lichas by Antonio Canova (manortiz)
Hercules and Lichas by Antonio Canova
(b. 1757, Possagno, d. 1822, Venezia)
1795-1815
Marble, height 335 cm
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Rome
In Book IX of the “Metamorphoses”, Ovid tells the story of when Hercules put on the shirt poisoned with Nessus’s blood: driven mad by the pain – and not knowing it was a scheme by the centaur, his enemy – he assumed his servant Lichas had betrayed him.
According to Ovid’s work, Hercules shouted at him, in the rage of pain, “Was it you, Lichas, brought this fatal gift? Shall you be called the author of my death?”. The poor servant trembled and mumbled a few words, then “groveled at his feet, and begged for mercy”. But Hercules “whirled him thrice and once again about his head, and hurled him, shot as by a catapult, into the waves of the Euboic Sea”.
To immortalized this moment of mythological violence in marble, Canova took approximately twenty years: the sculpture was commissioned to him by Onorato Gaetani dell’Aquila d’Aragona in 1795, but was not completed until 1815 due to constant interruptions, mostly tied to political reasons.
The magnificent statue is now kept in the National Gallery of Modern Art in Rome.
Nel libro IX delle “Metamorfosi” di Ovidio, si narra l’episodio in cui Ercole, dopo aver indossato la camicia di Nesso, ignaro del sangue avvelenato di cui il Centauro suo nemico l’aveva intrisa, impazzisce per il dolore e assale il proprio compagno Lica, credendolo colpevole del tradimento.
Ovidio racconta che Ercole, con tutta la rabbia provocata dal male, grida a Lica: «Devo dunque a te questo mortale dono? Te dovrò incolpare per la mia morte?». Il poveretto trema e balbetta qualche parola, poi «cerca di abbracciargli le ginocchia. Ma Ercole lo ghermisce e, facendolo roteare più volte, lo saetta nel mare di Eubea con potenza maggiore di una fionda».
Canova fissò nel marmo quest’attimo di violenza mitologica. E per farlo gli ci vollero circa vent’anni, perché l’opera, commissionatagli nel 1795 da Onorato Gaetani dei principi d’Aragona, fu completata solo nel 1815, a causa di continue interruzioni dovute soprattutto a motivi politici.
La magnifica statua è attualmente conservata nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Titan Quest Anniversary Edition #4 - Il Centauro Nesso - Gameplay ITA
Uccidiamo il centauroooo!
Giambologna's The Rape of the Sabine Women
Piazza della Signoria features a plethora of sculptures and Giambologna's The Rape of the Sabine Women is one of the most intricate and skillfully sculpted works, featuring three intertwined figures seeming to grow up out of one another.
Gianbologna in 60 secondi
Gianbologna ed il celeberrimo Gruppo Scultoreo del ratto dele Sabine conservato a Firenze nella loggia dei Lanzi sono il tema della ottava puntata dei Maestri in 60 secondi.
La dimenticanza del Giambologna
Un umile contadino insegna qualcosa al grande artista Giambologna!
Per trovare il luogo citato nel video inserite sul vostro navigatore il punto GPS segnalato.
Punto GPS : 43.769789, 11.256051
Testi e presentazione Enrico Ciabatti
Montaggio video Monica Taruffi & Enrico Ciabatti
Riprese video Monica Taruffi
Assistente alle riprese Pietro Ciabatti
Musiche Kevin MacLeod
Crossing the Divide Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0
A humble farmer teaches something to the great artist Giambologna!
To find the place mentioned in the video insert the point reported on your GPS navigator.
Point GPS: 43.769789, 11.256051
Texts and presentation Enrico Ciabatti
Video editing Monica Taruffi & Enrico Ciabatti
Shooting video Monica Taruffi
Assistant shooting PietroCiabatti
Music Kevin MacLeod
Crossing the Divide Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0
Antonio Paolucci: il modello del Ratto delle Sabine del Giambologna
Voci Fiorentine è un ciclo di undici incontri, tenuti da importanti personalità dell’arte e della cultura fiorentina, ciascuno dedicato ad approfondire un’opera delle collezioni della Galleria dell'Accademia di Firenze.
Antonio Paolucci è un relatore di assoluta eccellenza, ha ricoperto alcuni tra gli incarichi più prestigiosi nell’amministrazione dei beni culturali: Soprintendente a Venezia, Verona, Mantova, Firenze, Ministro dei Beni Culturali, Direttore dei Musei Vaticani.
L’opera prescelta è il modello in terra cruda del Ratto delle Sabine di Giambologna, gruppo scultoreo la cui versione in marmo è collocata sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria.
Pillole d'arte - Fata Morgana, Giambologna | Il Cinquecento a Firenze
Il curatore Antonio Natali ci porta alla scoperta della Fata Morgana di Giambologna, esposta nella mostra il Cinquecento a Firenze, a Palazzo Strozzi dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018.
#500Firenze
ESCULTORES (Giambologna) 1529-1608
Jean Boulogne, Giambologna y en España Juan de Bolonia (Douai, Francia 1529-1608 Florencia, Italia)
+Períodos: Manierismo, Renacimiento.
+Obras: El rapto de las Sabinas, Fuente de Neptuno, Sansón matando a los filisteos, Hércules y el centauro Neso...
Escultor francés que trabajó en la Italia de finales del Renacimiento.
Aquí vemos la obra El rapto de las Sabinas.
LDM statua Il ratto delle Sabine
Experience Loggia della Signoria like any Florence tourist should! Here you can appriciate a number of Roman statues free of charge
L'Ercole a Napoli - www vesuvioweb com
Presso il Museo Archeologico di Napoli: l'Ercole che regge nella destra i tre pomi, si riposa sulla clava dolcemente e ostenta con fierezza la pelle del leone di Nemea.
vesuvioweb.com - 2009
Commento musicale: Schumann - Album für die Jugend op.68 - Mignon
Pontormo
Quiete, silenzio, solitudine. Jacopo Carucci, il Pontormo
Casa natale del Pontormo, Pontorme, Empoli
Video installazione, 2011
Testo: Cristina Gelli
Regia: Vincenzo Capalbo, Marilena Bertozzi
Il video, realizzato per la sala multimediale della Casa del Pontormo, nasce dalla
volontà di far vivere quegli ambienti attraverso la vita e le opere di chi, da
fanciullo, li abitò. Il filmato, realizzato da Art Media Studio di Firenze, per la regia di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi verrà, anche per questo, direttamente proiettato sulle mura di quelle stanze. Quaranta minuti di filmato, ad altissima definizione, permettono di apprezzare nei minimi dettagli e da angolazioni inconsuete le opere più
significative del cittadino di Pontorme.
Di Jacopo non viene ripercorsa soltanto la biografia, ma nei testi, curati da Cristina Gelli, si è cercato di mettere in evidenza lo strettissimo rapporto tra il complesso contesto storico in cui l'artista operò e il suo modo di essere, inquieto e melanconico che, però, non è mai fatto trasparire nella vitalità delle sue opere Si potranno ammirare, quindi, opere più note come il Vertumno e Pomona della Villa di Poggio a Caiano, la
Visitazione di Carmignano e la Deposizione per la cappella Capponi in Santa Felicita a Firenze e opere meno famose, ma altrettanto significative, come il Martirio dei diecimila.
Il video è stato realizzato con il contributo fondamentale di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e direttore scientifico della Casa del Pontormo, che oltre ad averne seguito la realizzazione in ogni tappa, ha costantemente fornito preziosi suggerimenti.
Presentazione del restauro della Sala delle Fatiche di Ercole a Roma, Palazzo Venezia - www.HTO.tv
l Polo Museale del Lazio e la Fondazione Silvano Toti hanno presentato il restauro del soffitto e del fregio a fresco della Sala delle Fatiche di Ercole a Palazzo Venezia. L’intervento è stato curato per la parte scientifica da due funzionari del Polo Museale del Lazio, Sonia Martone e Paolo Castellani. Sonia Martone, direttore di Palazzo Venezia, ha coordinato l’intera operazione e progettato il nuovo allestimento della sala; Paolo Castellani ha diretto il cantiere di restauro propriamente detto. I lavori sono stati interamente finanziati dalla Fondazione Silvano Toti attraverso una donazione liberale: essi rappresentano una dimostrazione dell’efficacia del rapporto fra pubblico e privato. L’intervento è stato materialmente eseguito da L’OFFICINA, Consorzio di restauro e conservazione opere d’arte, nelle persone di Rita Ciardi e Isabella Righetti. La Sala delle Fatiche di Ercole si trova al piano nobile di Palazzo Venezia, nell’appartamento del fondatore dell’edificio, il cardinale veneziano Pietro Barbo, poi divenuto papa Paolo II (1464-1471). Essa era ufficialmente destinata alla custodia dei paramenti sacri del pontefice e perciò talora anche detta Sala dei Paramenti. Il fregio a fresco che ne decora la parte alta raffigura in trompe-l’œil una loggia a dodici arcate, quattro con fontane e amorini, le otto restanti con fatiche dell’eroe. Ecco dunque Ercole e il leone Nemeo, Ercole e Anteo, Ercole e i buoi di Gerione, Ercole e Gerione, Ercole e il drago Ladone, Ercole e la cerva di Cerinea, Ercole e gli uccelli di Stinfalo ed infine Ercole e il centauro Nesso. La matrice culturale dell’autore, ancora anonimo, va ricondotta all’Italia del nord, forse nell’ambito di Andrea Mantegna. Già in passato le decorazioni erano state oggetto di restauro, fra l’altro nella seconda metà del XIX secolo, nel 1928 e infine nel 1970. Tenendo presente questa complessa vicenda conservativa, il nuovo intervento ha dapprima rimosso il fisiologico deposito di sporco, le vecchie vernici superficiali – nel frattempo ingiallite – e le estese ridipinture dei fondi azzurri delle scene raffigurate entro la finta loggia, per poi passare al reintegro delle lacune, laddove naturalmente necessario e possibile. I lavori hanno determinato il recupero dell’equilibrio cromatico d’insieme, in precedenza gravemente compromesso; quel che più conta, hanno restituito l’idea del finto loggiato aperto, una delle idee-base del progetto decorativo d’origine, di evidente derivazione albertiana. Il Polo Museale del Lazio, istituito nel 2014 nell’ambito della recente riforma del MIBACT e attivo dal 9 marzo del 2015 con la direzione di Edith Gabrielli, gestisce quarantatre luoghi della cultura statali di Roma e del Lazio – fra cui appunto il complesso di Palazzo Venezia – e coordina tutti i soggetti pubblici e privati impegnati nell’ambito dei beni culturali sul territorio regionale. Il rapporto con la Fondazione Silvano Toti e questo restauro in particolare sono in tal senso degni di nota. “L’intesa con la Fondazione Silvano Toti – spiega il Direttore Edith Gabrielli – sottolinea l’ormai raggiunta maturità del Polo Museale del Lazio e la sua connessa, effettiva capacità di ‘fare sistema’ con la società civile, ai fini di costituire un vero e proprio sistema museale integrato. D’altro canto, essa rappresenta un ulteriore passo in avanti in quel rilancio del Palazzo, per il quale fin dal 2015 è stato elaborato un piano museologico complessivo, d’intesa con l’architetto Sonia Martone, Direttore del Museo”. La Fondazione Silvano Toti promuove da anni la salvaguardia del patrimonio culturale, artistico e ambientale italiano. Il suo impegno nel sociale è costante nel tempo e sostiene la tutela dei diritti dell'uomo, con particolare attenzione alle categorie più svantaggiate. Tra le attività supportate dalla Fondazione Silvano Toti si ricordano la costruzione del Silvano Toti Globe Theatre, il teatro elisabettiano di Villa Borghese poi donato alla città di Roma, e l'impegno a sostegno della Società Genextra che opera nel campo della ricerca sulle malattie legate all'invecchiamento e sulla rigenerazione cellulare.
Nella nuova veste la Sala delle Fatiche di Ercole tornerà ad essere visibile al pubblico, con ingresso gratuito, sabato 27 maggio. Per l’occasione verranno organizzate delle apposite visite guidate.
Le visite, in programma dalle 10.00 alle 18.00 ogni 30 minuti, non necessitano di prenotazione.
Si formeranno i gruppi direttamente in biglietteria (via del Plebiscito 118) secondo l’ordine di arrivo.
Da domenica 28 maggio la visita alla Sala rientrerà nel normale percorso museale di Palazzo Venezia.
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Pratolino, liberato il Gigante del Giambologna
Oltre al restauro dell'imponente statua il Parco di Pratolino inaugura un ampliamento dell'area visibile con i nuovi percorsi a nord nella zona di Montili
La leggenda rivisitata del Ratto delle Sabine