ALBERTO BURRI Collezione Burri Ex Seccatoi del Tabacco + Palazzo Albizzini /// Città di Castello
Il complesso degli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurato nel 1990, completa l’organica Collezione Burri di Palazzo Albizzini con l’esposizione dei grandi cicli realizzati da Alberto Burri tra il 1979 e il 1993. Le ampie strutture della Fattoria Autonoma Tabacchi, costruite nella seconda metà degli anni ’50 per l’essiccazione del tabacco tropicale prodotto in zona, vennero dismesse negli anni ’70; l’artista nel 1978 ne ottenne l’uso come laboratorio per la realizzazione di opere di grande formato. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini acquisì l’intero complesso dando il via al progetto generale di ristrutturazione al fine di ospitare le opere del maestro tifernate, al quale si deve non solo la scelta delle architetture, ma anche i principi che hanno portato al loro recupero per fini espositivi, la scelta delle opere e la loro collocazione. I grandi padiglioni, completamente dipinti di nero per volontà dello stesso Burri, contengono 128 grandi opere suddivise per cicli: Il Viaggio (1979), Orsanmichele (1980), Sestante (1982), Rosso e Nero (1983-1984), T Cellotex (1975-1984), Annottarsi (1985-1987), Non ama il Nero (1988), Grandi Neri (1988-1990), Metamorfotex (1991) e Il Nero e l’Oro (1992-1993).
Il Palazzo Albizzini risale alla seconda metà del XV secolo, ha una superficie totale di 1660 mq. ripartita in tre piani ed ha un'impronta che rimanda alla sobria architettura rinascimentale di ascendenza fiorentina. Degli Albizzini si hanno notizie fino dal XIV° secolo e i suoi componenti sono stati protagonisti di rilievo nelle vicende storiche della città. Sul loro altare all'interno della chiesa di San Francesco era lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, oggi a Brera. L'edificio, acquisito dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello che ne ha promosso il restauro, iniziato nel 1979 e terminato nel 1981, è stato poi consegnato in comodato gratuito novantanovennale alla Fondazione. Nell'intervento di restauro del monumento, già in condizioni di avanzato degrado estetico e statico, sono stati adottati, dagli architetti progettisti Alberto Zanmatti e Tiziano Sarteanesi, accorgimenti che ne hanno consentito il recupero spaziale, senza l'introduzione di elementi che avrebbero potuto compromettere i delicati equilibri espositivi. Il ripristino degli intonaci con calce e sabbia lucidati a cazzuola ha reso all'architettura, che pure ha subìto complessi interventi di consolidamento, un aspetto assolutamente puntuale e rispettoso della sua originale peculiarità nel rapporto con il grigio della pietra, elemento lapideo ricorrente nella definizione spaziale del palazzo. Le 130 opere esposte, comprese in un arco cronologico dal 1948 al 1989, sono Catrami, Muffe, Gobbi, Sacchi, Legni, Ferri, Combustioni, Cretti e Cellotex, oltre ai bozzetti per scenografie ed alcuni esempi della produzione grafica.
Death and Transfiguration • A tribute to Alberto Burri
Works by Italian informale artist Alberto Burri (1915-1995) and masters from the past such as Caravaggio, Coppo di Marcovaldo, Duccio di Buoninsegna, Giotto di Bondone, Hieronymus Bosch, Paolo Veronese, Rembrandt van Rijn, Rogier van der Weyden and Follower, and the unknown Greek sculptor of Laocoön.
Richard Strauss' Tod und Verklärung (Death and Transfiguration) performed by the Sinfonieorchester des Südwestrundfunks Baden-Baden conducted by Bruno Maderna.
Acknowledgments: Art Institute of Chicago, IL, U.S.A.; Centre Pompidou, Paris; Fondazione Musei Senesi, Siena, Italy; Fondazione Palazzo Albizzini, Città di Castello, Italy; Galleria degli Uffizi, Firenze, Italy; Gemäldegalerie, Staatliche Museen zu Berlin; Kunsthistorisches Museum, Wien; Musei Capitolini, Roma; Musei di Strada Nuova, Genova, Italy; Musei Vaticani, Città del Vaticano; Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam, the Netherlands; Royal Collection Trust, UK; Royal Museums of Fine Arts of Belgium, Bruxelles; Solomon Guggenheim Museum, New York, NY, U.S.A.; Tate Gallery, London; The Getty Center, Los Angeles, CA, U.S.A.; The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, MO, U.S.A.
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The Alberto Burri Case
Key figures specializing in the work and life of Alberto Burri, 1915 -1995, come together to speak on his emotive and groundbreaking work. Burri, a seminal Italian artist in Post-War movements including Neo-Dada, Nouveau réalisme, Post Minimalism and Arte Povera, worked with non-traditional materials and dramatically pushed the boundaries of both painting and sculpture. This panel discusses views from intimate firsthand accounts as well as academic perspectives on his existentialist motivations and radical methods, which include painting with combustion, welded reliefs, and compositions of melted and charred plastic.
Bruno Corà, President, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Monte Santa Maria Tiberina; Philip Rylands, Emeritus Director, Peggy Guggenheim Collection Venice, Venice
Moderator: Dr. Thomas Marks, Editor, Apollo Magazine, London
Saturday, June 16, 2018, 2pm - 3pm
Filmed on site at Art Basel in Basel 2018.
Focus Città di castello inaugurazione terzo museo Burri
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Museo Burri Citta'di Castello (PG)
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ALBERTO BURRI Bianco cretto 1973
Bianco cretto è un'opera realizzata nel 1973 da Alberto Burri. Eseguito ad acrovinilico su cellotex, misura 56 cm di altezza e 57 cm di larghezza.
Alberto Burri è il principale esponente del material realism o arte informale, corrente influenzata dall'American minimalism e dalla land art.
Le opere di Alberto Burri sono caratterizzate dall'utilizzo di pigmenti non convenzionali o dalla totale assenza di colori. Le superfici non sono mai piane, e la materia diventa protagonista dell'opera. Una delle caratteristiche principali è il concetto di consunzione che emerge chiaramente nel ciclo dei cretti, a partire dal 1973.
Bianco cretto è realizzato nel 1973, quando in America prendevano luogo la land art e il minimalism. Rappresenta una superficie bianca dove è possibile distinguere una parte centrale circolare quasi esente dalle crepature che ,invece, dilaniano il resto dell'opera.
La parte centrale dunque, sebbene presenti qualche fenditura, risulta più compatta rispetto la restante porzione dell'opera molto frammentata.
Il bianco cretto compare in primo piano. I cretti, sono uno dei soggetti costanti nelle opere di Alberto Burri. Simili alla terra essiccata, assumono diversi significati simbolici. Essendo ricoperto di crepature, evoca il concetto di corrosione che coinvolge la terra ma anche l'uomo.
Secondo Alberto Burri, l'arte come imitazione della vita appare superata da un'arte che illustra la vita con sincerità, presentandola con tutti i difetti che la costituiscono. I materiali, soggetti di Burri, conducono al ricordo della loro vita prima che fossero definitivamente fissati nell'immobilità dell'opera.
Bianco cretto si trova alla fondazione Palazzo Albizzini, a Città di Castello
Alberto Burri: Material Realism
Curator Emily Braun and conservator Carol Stringari discuss the experimental techniques and materials used by Italian artist Alberto Burri, subject of the retrospective Alberto Burri: The Trauma of Painting at the Solomon R. Guggenheim Museum.
Bruno Corà, curatore della mostra di Alberto Burri alla Fondazione Cini
Bruno Corà, curatore della mostra di Alberto Burri alla Fondazione Cini
Cento anni di Alberto Burri, eventi da New York a Città di Castello per omaggiare l'artista
Era il 1915, per l'esattezza il 12 marzo, nasceva a Città di Castello Alberto Burri, figura chiave del Novecento mondiale, medico e fascista convinto prima, pittore e scultore Informale poi, passato alla storia per la sperimentazione sui materiali più disparati, per una poetica di ferite, legata alla Seconda Guerra mondiale, alle tematiche scottanti dell'uomo e del secolo breve: sacchi, plastiche, cretti, , ferri e fuoco sono stati i materiali che hanno reso celebre l'artista.
Fondazione Burri @ ex seccatoi del tabacco Città di Castello (baby stroller point of view)
Un giro tra le opere di Alberto Burri, di grandi dimensioni, negli ex seccatoi del tabacco di Città di Castello. Riprese tremolanti perché effettuate con camera su passeggino.
Città di Castello - Palazzi Albizzini Vitelli S.Egidio Vitelli Cannoniera (museo conchiglie)
Ho creato questo video con YouTube Slideshow Creator (
Mastering Destruction: Alberto Burri's Grande legno e rosso
Curator Francesco Bonami discusses the significance of Grande legno e rosso, one of Alberto Burri's most transformative works that was created at a time when he had only recently introduced wood and fire into his practice.
This piece is one of the highlights of our 20th Century & Contemporary Art Evening Sale, which will take place in New York on 15 November 2018. For more information, visit our website: phillips.com/auctions/auction/NY010718
Produced by Phillips (2018)
Bruno Corà racconta Burri, la pittura, irriducibile presenza, Fondazione Cini San Giorgio Venezia
Bruno Corà racconta ‘Burri, la pittura, irriducibile presenza’, Fondazione Cini San Giorgio Venezia
Alberto Burri: lo spazio di materia tra Europa e USA
????100 OPERE D'ARTE SPIEGATE: 011 - Sacco di Alberto Burri - RADIO 3
????TUTTE LE OPERE????➤
Alberto Burri, Sacco (1953) sacco, tele, colori acrilici, vinavil, 100x86 cm. Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, collezione Guido ed Ettore De Fornaris
Questo è un bellissimo esemplare delle opere che sono tra le più intense e controverse del repertorio di Alberto Burri, esposte talvolta alla derisione di molti fino al punto da essere bollate come stracci da affidare all'Ufficio d'Igiene. In questo, più che in altri Sacchi, la forte caratterizzazione cromatica dà il giusto risalto al valore pittorico della composizione, sostenuto con una sapiente organizzazione formale dei materiali, sgombrando il campo da ogni tentativo di condurre la lettura in termini forzatamente simbolici. Un'ottima opportunità per guardare ancora all'opera di questo maestro del '900 proprio in occasione del centenario della sua nascita.
Bibliografia
- Cesare Brandi, Burri, Roma, Editalia, 1963
- Stefano Zorzi, Parola di Burri, Torino, Allemandi, 1995
- Carolyn Christov-Bakargiev e Maria Grazia Tolomeo (a cura di), Burri: Opere 1944-1995, cat. della mostra, Roma, Electa, 1996
Maria Grazia Messina è docente di Storia dell’Arte Contemporanea nell’Università di Firenze. Coordina la Scuola di Dottorato interuniversitaria in storia dell’Arte e dello Spettacolo delle Università di Firenze, Pisa, Siena. E’ Presidente della CUNSTA, Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte. E’ membro dei comitati scientifici del Museo del ‘900 di Milano e del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
I suoi studi riguardano principalmente nessi fra arti visive, critica e letteratura fra impressionismo e avanguardie storiche, il rapporto di queste con le culture arcaiche e primarie, e aspetti delle neoavanguardie italiane negli anni sessanta e settanta. Fra le monografie si ricordano Il cubismo dei cubisti, ortodossi ed eretici a Parigi intorno al 1912 (1986), Le muse d’oltremare, Primitivismo ed esotismo nell’arte contemporanea (1994), Paul Gauguin. Un esotismo controverso (2006), e i cataloghi delle mostre Metropolis. La città nell’immmaginario delle avanguardie. 1910-1920 (Torino,2006 ) e Collage/Collages, dal Cubismo al New Dada (Torino 2007).
- Maurizio Calvesi e Chiara Sarteanesi (a cura di), Alberto Burri, cat. della mostra, Milano, Skira, 2008
Ex seccatoi tabacco- città di castello (fbcvideoproduction)
Ex seccatoi tabacco a Città di Castello , sede delle opere dell'artista Alberto Burri---Struttura interna-
C.Castello: centenario nascita Alberto Burri