La fontana delle Anfore torna a Testaccio
CNO-Webtv sui lavori per i riportare la Fontana delle Anfore a Testaccio tra stop, promesse e fine lontana
Piazza del Testaccio , la fontana delle anfore ...
La fontana , che è stata spostata da piazza dell'emporio .
La Fontana delle Anfore 2000 quando era in Piazza dell'Emporio a Testaccio e altre curiosità
La #Fontana di #PiazzadellEmporio a #Testaccio dell'architetto Pietro Lombardi 2000 ora in piazza Testaccio, la fontana di via Nicola Zabaglia e la #Madonnella Edicola dell'Orazione di Piazza della Maddalena a Roma, storia e curiosità capitoline raccontate da Emanuele Carioti - T9.
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Giro delle 9 fontanelle di pietro lombardi ( roma ) urban trekking
17 km 600 m. A metà strada tra le fontane ornamentali ed i «nasoni» si possono collocare le fontanelle rionali che, in epoca fascista, il primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, commissionò all’architetto romano Pietro Lombardi, già collaboratore di Marcello Piacentini, che aveva vinto il concorso per la realizzazione della Fontana delle Anfore, realizzata in travertino e collocata nella piazza dell’Emporio a Testaccio, sul piccolo colle sorto dall’accumulo nel corso dei secoli delle anfore rotte provenienti dal porto fluviale di Ripa Grande. La realizzazione delle fontanelle gli fu assegnata con il vincolo di ambientare ciascuna di esse nello specifico contesto rionale, richiamando la caratteristica della zona o gli stemmi dei rioni. Ne sono state realizzate otto, nell’arco temporale compreso tra il 1926 ed il 1929. Oltre alla citata Fontana delle Anfore, la Fontana dei Libri, nella via degli Staderari, sede originaria dell’Università La Sapienza, caratterizzata da due coppie di libri poste ai lati di una testa di cervo, simbolo del rione, dalle quali pendono due segnalibri da cui sgorga l’acqua; la Fontana della Botte, collocata in via della Cisterna, luogo rinomato per le sue osterie, in cui l’acqua sgorga da una botte di vino e si versa in un catino da mosto, affiancato da due misure di vino da un litro; la Fontana delle Tiare, situata tra il colonnato di piazza San Pietro ed il Passetto di Borgo, con le sue tre chiavi papali sormontate da altrettante tiare pontificie; la Fontana della Pigna, posta di fronte alla basilica di San Marco, vicino al Vittoriano di piazza Venezia, nella quale due corolle di tulipani sostengono la pigna, che simboleggia il nome stesso del rione; la Fontana delle Palle di Cannone, situata in via di Porta Castello, nelle vicinanze della fortezza militare di Castel Sant’Angelo, in cui l’acqua sgorga da una mascherone posto al centro di una piramide di proiettili; la Fontana dei Monti in via di San Vito, che riproduce lo stemma rionale ispirato ai tre colli originariamente compresi nel rione (Esquilino, Viminale e Celio); la Fontana delle Arti di via Margutta, in cui è raffigurato un secchio di pennelli, con riferimento alle botteghe di artisti che sorgono nella zona; la Fontana del Timone, a ridosso del complesso del San Michele, sulle sponde del Tevere di fronte all’antico porto di Ripa Grande, in cui sono raffigurati la barra ed il timone.
Fontana delle Anfore Testaccio Roma
Inauguracja Fontanny Amfor na Placu Testaccio 24/01/2015
BRUTTI SPORCHI E CATTIVI [06]: la fontana delle anfore del Testaccio
La storica fontana delle anfore del Testaccio è al centro delle preoccupazioni dei romani che, nell'ultimo anno, hanno osservato i piani dell'amministrazione comunale sulla piazza del loro rione, cambiare di giorno in giorno. La piazza, prima sede del mercato, è da quasi 12 mesi un cantiere a cielo aperto. I piani sono cambiati più volte e ora i residenti e i proprietari degli esercizi che si affacciano sulla piazza, temono per il futuro della loro piazzetta. A prendere il posto del mercato dovrebbe essere la fontana delle anfore ma i tagli dei finanziamenti rischiano di far modificare sostanzialmente il progetto se non di bloccarlo indefinitivamente.
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Piazza Testaccio - Fontana delle Anfore di Pietro Lombardi - Roma
Lavori 2013 - 2015
Gioiello la fontana delle Tartarughe Roma
La fontana delle Tartarughe in piazza Mattei, rione Sant'Angelo, Roma. Una splendida sorpresa in una piccola piazza, bellezza e armonia. post-produzione paolo apa
Fontana aracoeli ( roma )
La fontana di piazza dell’Aracoeli si trova a Roma, nella piazzetta ai piedi del colle sulla cui cima sorge l'omonima basilica.
Terminato nel 1587 il restauro ed il ripristino dell'antico acquedotto alessandrino, chiamato da allora “Acqua Felice” dal nome del papa Sisto V, al secolo Felice Peretti, sotto il cui pontificato venne terminata l'opera, come era stato fatto in precedenza per l'Aqua Virgo, furono iniziati i lavori per una ramificazione sotterranea secondaria del condotto, in modo da assicurare l'approvvigionamento idrico delle zone dei colli Viminale e Quirinale, allora scarsamente serviti, e della zona dell'isola Tiberina, e venne di conseguenza progettata anche l'edificazione di un certo numero di fontane. Fu commissionata da papa Sisto V a Giacomo Della Porta, che nel 1589 ne progettò il disegno, realizzato da Andrea Brasca, Pietro Gucci e Pace Naldini: si trattava di una vasca circolare con due protuberanze opposte, che le davano una vaga forma ovaleggiante, ornata da mascheroni, poggiata su tre gradini (il più interno dei quali di dimensioni inferiori a quelle della vasca) della stessa forma, circondati da una stretta piscina di raccolta dell'acqua. Al centro della vasca un blocco cubico di marmo, con mascheroni e decori, sorreggeva un balaustro a forma di calice alla cui sommità era posto un catino contenente quattro putti versanti acqua da altrettante anfore. Il balaustro della fontana, già ornato dagli stemmi del Popolo Romano, è stato successivamente ornato anche con lo stemma della famiglia Chigi, cui apparteneva papa Alessandro VII (1655-1667) che aggiunse, tra i putti, il trimonzio, simbolo araldico della famiglia.
Nei primi anni del XVIII secolo, durante il pontificato di Clemente XI, i due gradini inferiori vennero eliminati e sostituiti da un'ampia piscina di raccolta dell'acqua, circondata da una serie di colonnine in pietra collegate da sbarre in ferro, come è visibile nella configurazione attuale, ad opera, probabilmente, dell’architetto Giambattista Contini.
Della piazza in cui era originariamente collocata la fontana rimangono ora solo due lati, a causa degli sventramenti operati negli anni trenta per la costruzione del Vittoriano e per l'organizzazione della viabilità circostante.
Fontana della dea roma - piazza del popolo ( roma )
Romainsolita Romasemprebella (71, piazza Testaccio)
A piazza Testaccio ritorna la fontana delle Anfore
Bees Fountain / Fontana della Api [Rome 2015][13]
At Bees Fountain just off Barberini Square. Trixie cools off with the water!
Pietro Lombardi, Fontana delle Tiare, Rione Borgo (manortiz)
La Fontana delle Tiare è situata sul marciapiedi in largo del Colonnato, a destra del fornice aperto nel 1933 lungo le mura del Passetto. La fontana fu realizzata in travertino da Pietro Lombardi nel 1927, insieme ad altre fontane che lo stesso architetto realizzò, tutte in quegli anni e tutte allusive, nelle decorazioni, agli stemmi dei rioni o alle attività dei luoghi, come la Fontana delle Anfore, la Fontana delle Arti, la Fontana dei Libri, la Fontana della Pigna, la Fontana dei Monti, la Fontana della Botte e la Fontana del Timone. Sopra un robusto basamento tripartito sono sistemate tre vaschette semicircolari a forma di conchiglia che raccolgono l'acqua versata da tre cannelle abbinate, poste nella parte superiore di tre chiavi di S.Pietro e sormontate da tre tiare papali sulle quali se ne erge un'altra di coronamento: negli spazi tra le chiavi sono scolpiti lo stemma di Roma e quello del rione Borgo.
Roma, Fontana dei Libri (manortiz)
La Fontana dei Libri si trova in via degli Staderari, nome che ricorda gli antichi fabbricanti di stadere e bilance, un tempo esistenti in questa zona. C'è da precisare che questa via, in precedenza, si chiamava via dell'Università, in riferimento alla vicina Università della Sapienza, mentre l'antica via degli Staderari era parallela a questa e fu soppressa allorché fu ampliato palazzo Madama. La fontana è situata entro una nicchia coronata da un arco a tutto sesto e presenta una testa di cervo (simbolo rionale di S.Eustachio) fra quattro libri antichi, due per ciascun lato, e collocati su due mensole laterali, naturalmente in onore dell'Università della Sapienza. L'acqua sgorga da due cannelle a forma di segnalibri poste sui tomi superiori e da altre due, poste lateralmente sui tomi inferiori, e si raccoglie nella sottostante vasca semicircolare. Questa composizione, in travertino, fu eseguita nel 1927 su progetto dell'architetto Pietro Lombardi e fa parte di quelle fontane commissionate dal Comune di Roma che volle ripristinare in vari punti della città alcuni simboli di antichi rioni o di mestieri scomparsi. Le altre fontane, tutte opera dello stesso architetto, sono: la Fontana delle Anfore, la Fontana delle Arti, la Fontana delle Tiare, la Fontana della Pigna, la Fontana delle Palle di Cannone, la Fontana dei Monti, la Fontana della Botte e la Fontana del Timone. Una piccola curiosità: al centro della fontana, tra le corna del cervo, risulta inciso in verticale il nome del rione ed in orizzontale il relativo riferimento numerico, ma evidentemente c'è stato un errore perché S.Eustachio corrisponde al rione VIII e non IV come chiaramente inciso.
Roma, Fontana dei Libri e Blocco monolitico in via degli Staderari (manortiz)
La Fontana dei Libri si trova in via degli Staderari, nome che ricorda gli antichi fabbricanti di stadere e bilance, un tempo esistenti in questa zona. C'è da precisare che questa via, in precedenza, si chiamava via dell'Università, in riferimento alla vicina Università della Sapienza, mentre l'antica via degli Staderari era parallela a questa e fu soppressa allorché fu allargato palazzo Madama. La fontana è situata entro una nicchia coronata da un arco a tutto sesto e presenta una testa di cervo (simbolo rionale di S.Eustachio) fra quattro libri antichi, due per ciascun lato, e collocati su due mensole laterali, naturalmente in ricordo dell'Università della Sapienza. L'acqua sgorga da due cannelle a forma di segnalibri poste sui tomi superiori e da altre due, poste lateralmente sui tomi inferiori, e si raccoglie nella sottostante vasca semicircolare. Questa composizione, in travertino, fu eseguita nel 1927 su progetto dell'architetto Pietro Lombardi e fa parte di quelle fontane commissionate dal Comune di Roma che volle ripristinare in vari punti della città alcuni simboli di antichi rioni o di mestieri scomparsi. Le altre fontane, tutte opera dello stesso architetto, sono: la Fontana delle Anfore, la Fontana delle Arti, la Fontana delle Tiare, la Fontana della Pigna, la Fontana delle Palle di Cannone, la Fontana dei Monti, la Fontana della Botte e la Fontana del Timone. Una piccola curiosità: al centro della fontana, tra le corna del cervo, risulta inciso in verticale il nome del rione ed in orizzontale il relativo riferimento numerico, ma evidentemente c'è stato un errore perché S.Eustachio corrisponde al rione VIII e non IV come chiaramente inciso.
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Fontana di via degli Staderari, al Senato
La fontana è costituita da una grande vasca in granito egizio di Assuan, poggiata su una base al centro di un grande bacino. La vasca, di notevoli peso e dimensioni, fu rinvenuta nel 1985 durante gli scavi eseguiti nel cortile della Palma, tra Palazzo Madama e Palazzo Carpegna; proviene dal complesso delle terme Neroniane, costruite da Nerone intorno al 62 d.C. e restaurate da Alessandro Severo nel 227, prendendo quindi il nome di Terme Alessandrine, localizzate sotto il palazzo del Senato. La vasca, che si presentava composta da otto frammenti, dopo un accurato restauro fu trasferita nello slargo di Via degli Staderari verso Piazza S. Eustachio e donata alla città di Roma dal Senato; l'inaugurazione della fontana avvenne il 22 dicembre del 1987, in occasione del 40° anniversario della Costituzione Italiana, come ricorda una lapide posta di fronte a questa, sul Palazzo Madama.
Roma Fontana Dei Libri di via Staderari - audio originale
La Fontana dei Libri si trova in via degli Staderari, nome che ricorda gli antichi fabbricanti di stadere e bilance, un tempo esistenti in questa zona. C'è da precisare che questa via, in precedenza, si chiamava via dell'Università, in riferimento alla vicina Università della Sapienza, mentre l'antica via degli Staderari era parallela a questa e fu soppressa allorché fu allargato palazzo Madama. La fontana è situata entro una nicchia coronata da un arco a tutto sesto e presenta una testa di cervo (simbolo rionale di S.Eustachio) fra quattro libri antichi, due per ciascun lato, e collocati su due mensole laterali, naturalmente in onore dell'Università della Sapienza. L'acqua sgorga da due cannelle a forma di segnalibri poste sui tomi superiori e da altre due, poste lateralmente sui tomi inferiori, e si raccoglie nella sottostante vasca semicircolare. Questa composizione, in travertino, fu eseguita nel 1927 su progetto dell'architetto Pietro Lombardi e fa parte di quelle fontane commissionate dal Comune di Roma che volle ripristinare in vari punti della città alcuni simboli di antichi rioni o di mestieri scomparsi. Le altre fontane, tutte opera dello stesso architetto, sono: la Fontana delle Anfore, la Fontana delle Arti, la Fontana delle Tiare, la Fontana della Pigna, la Fontana delle Palle di Cannone, la Fontana dei Monti, la Fontana della Botte e la Fontana del Timone. Una piccola curiosità: al centro della fontana, tra le corna del cervo, risulta inciso in verticale il nome del rione ed in orizzontale il relativo riferimento numerico, ma evidentemente c'è stato un errore perché S.Eustachio corrisponde al rione VIII e non IV come chiaramente inciso.
Fontana piazza testaccio
Il video pubblicato su Facebook da Alessandro Giachetti, coordinatore della Lista Marchini nel Municipio I
Inaugurazione di Largo Cataldi- Roma 9 Maggio 2014
Targa toponomastica Largo Amleto Cataldi: scultore (1882-1930)
a cura dell'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e presentazione del restauro della Fontana dell' Anfora a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. riprese e montaggio Rosalia Di Vito, Pro Loco Castrocielo.
Amleto Cataldi, scultore di origini castrocielesi, nato nel 1882 a Napoli e scomparso a Roma, è stato uno degli artisti italiani più importanti del secolo scorso. L'artista ciociaro scolpì opere di caratura internazionale, in Italia realizzò sculture commmemorative tuttora visibili nelle piazze di importanti centri come Foggia, Capranica, Lanciano e soprattutto Roma, per la quale ha creato decine di monumenti e capolavori, tra i quali la Fontana dell'Anfora al Pincio, che ancora oggi possono essere ammirati dai cittadini della capitale e dai turisti di tutto il mondo.
La nuova Piazza Testaccio 48 ore dopo l'inaugurazione
Fontane gemelle di piazza farnese ( roma )
Terminata nel 1545, piazza Farnese (allora “piazza del Duca”) era la piazza principale del rione Regola, dominata dall’imponente facciata del palazzo della famiglia Farnese, costruito pochi anni prima. Al centro della piazza papa Paolo III aveva fatto porre, togliendola da piazza San Marco (l’attuale piazza Venezia) dove era stata posizionata nel 1466, una vasca di granito, probabilmente “prelevata” dalle antiche Terme di Caracalla[1]. La vasca doveva avere una semplice funzione ornamentale, visto che la zona non era sufficientemente servita da acquedotti che ne potessero consentire l’utilizzo come fontana, tant’è vero che era utilizzata anche come punto d’osservazione privilegiato per le feste, giostre, tornei, naumachie, e per gli spettacoli di corrida che venivano organizzati nella piazza. La vasca aveva forma oblunga ovaleggiante, con i lati maggiori retti e quelli minori curvi, con il bordo superiore più ampio di quello inferiore, ed era ornata, all’esterno dei lati lunghi, di due maniglioni ed una testa di leone centrale.
Una seconda vasca, praticamente uguale alla precedente e probabilmente della stessa provenienza, si trovava anch’essa, sempre dal 1466, in piazza San Marco. Una quarantina d’anni dopo aver sistemato la prima, il cardinale Alessandro Farnese riuscì ad ottenerla, in cambio di un’altra più piccola, e la trasferì nella piazza di fronte al proprio palazzo, sistemandole entrambe nella posizione che occupano attualmente le fontane. Poiché all’epoca si stava realizzando il grande acquedotto dell’“Acqua Vergine”, è probabile che il cardinale avesse già intenzione di farne una coppia di fontane, e volesse intanto predisporre le vasche in attesa che i condotti portassero l’acqua anche alla piazza.
Ma non ci arrivò mai in quantità sufficiente. Fino all’inizio del XVII secolo, infatti, le aree a destra del Tevere ed alcune sulla sinistra (tra cui i rioni Regola e Ponte) erano ancora scarsamente approvvigionate d’acqua, e la dotazione idrica delle zone di Trastevere, del Vaticano e di Borgo fu uno dei primi problemi affrontati dal papa Paolo V appena eletto. In realtà, come già per alcuni dei suoi recenti predecessori, il fine ultimo del pontefice era di poter disporre di una cospicua riserva d’acqua corrente per i giardini della sua residenza vaticana, ma il Comune di Roma accettò di contribuire alle spese per il ripristino dell’antico acquedotto Traiano che, ricevendo acqua dal lago di Bracciano, avrebbe consentito l’autonomia idrica delle zone a destra del fiume. Iniziati i lavori nel 1608, nel 1610 il progetto principale fu portato a termine, al quale vennero aggiunte alcune condotte secondarie che consentissero all’acqua di raggiungere, tra l’altro, il Vaticano e il rione Borgo e di alimentare alcune fontane progettate o rinnovate per l’occasione. Un secondo ramo, appoggiandosi su Ponte Sisto, fu portato sul lato sinistro del Tevere e da lì verso nord, parallelamente al fiume, in modo da soddisfare le necessità dei rioni Regola e Ponte, non sufficientemente serviti dagli altri acquedotti.
Approfittando di questa diramazione e della disponibilità d’acqua concessa ai Farnese[2], l’architetto Girolamo Rainaldi nel 1626 poté finalmente trasformare le due vasche di piazza Farnese in altrettante fontane. Ispirandosi ai modelli dellaportiani le sistemò infatti all’interno di altrettante vasche in travertino molto più grandi, anch’esse di forma oblunga con i lati marcatamente bombati e poggiate su un gradino, e vi posizionò al centro un ricco balaustro a forma d’anfora sul quale era posta una ulteriore vasca di forma simile a quella più esterna ma molto più piccola (circa ¼ in lunghezza), sormontata dal giglio araldico dei Farnese. Ben sette erano i punti da cui fuoriusciva l’acqua: lo zampillo centrale dal giglio superiore, due alle estremità della vasca romana, e altri quattro nella vasca più grande, in corrispondenza delle bombature.
Le due fontane differiscono per pochi particolari: quella settentrionale è leggermente più piccola e meglio conservata dell’altra, con segni di restauri visibili soprattutto nelle teste leonine; l’altra, invece, non sembra aver subito interventi d’epoca, e risulta quindi più vicina alla lavorazione originaria. Ebbe però necessità d’un restauro nel 1938-39, mentre un ulteriore intervento, che coinvolse entrambe le fontane, fu effettuato nel 1992-93. L’ultimo, sulla sola fontana meridionale, nel 2007.