Il GIARDINO BOTANICO ALPINO delle Viote
Il Giardino Botanico Alpino Viote è uno dei più antichi e grandi delle Alpi, con i suoi 10 ettari e una collezione che comprende circa 2000 specie di piante di alta quota, molte delle quali a rischio d’estinzione, in rappresentanza delle montagne di tutto il mondo. Un ambiente estremo, fragile ed unico, che si snoda tra aiuole rocciose, laghi, torbiere, praterie fiorite e boschi. Parla di noi stessi e di come ci relazioniamo con la natura, parla di coltivazioni di montagna, dell’arte erboristica, delle specie medicinali, tintorie e velenose, del cambiamento climatico e della nostra responsabilità verso l’ambiente.
Il giardino svolge numerose attività didattiche ed è anche aperto per le visite
LE VIOTE - MONTE BONDONE, Trento (Alps Mountains in Trentino Alto Adige)
Wonderful mountains place Le Viote in Bondone Mountain near city of Trento (Alps Mountains) - Trentino Alto Adige region, Italy
Località Le Viote sul Monte Bondone (Alpi) a pochi km da Trento...
Le Viote mi sono piaciute molto: il verde, gli alberi e le curve sinuose sono affascinatI.... ;)
7) Le Viote di Monte Bondone
monte Bondone (Trento) panorama
Semplice video del monte Bondone, Trento e panorama da località rifugio Viote. creato metà ottobre 2013.
VIOTE Monte Bondone Trekking
Salve a tutti vi porto con me in questa bellissima passeggiata alle VIOTE sul Monte Bondone .
Non potevamo che finire in bellezza con un bel pranzo al rifugio.
Seguitemi ....
ISCRIVITI AL MIO CANALE:
LA MIA ATTREZZATURA :
ZAINO:
ACTION CAM.
CELL:
SCARPE:
POWERBANK:
Acquista su Amazon:
ISCRIVITI AD AMAZON PRIME è GRATIS PER 1 MESE
Piccolo RITIRO improvvisato alle VIOTE (Monte Bondone)
Il lungo domenicale? Prendi e vai! La corsa può portarti dovunque e con poco. Come disinnamorarti quando puoi vivere esperienze del genere?
Facebook:
Twitter:
Instagram:
Music: Ikson, Spring (Creative Commons)
ESTATE a Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi
Vi aspettiamo sul Monte Bondone per terza edizione della Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon
Sabato 25 si terrà la gara di sci nordico in tecnica classica e domenica 26 in tecnica libera, entrambi su percorsi accattivanti per scoprire un ambiente incontaminato ai piedi delle Tre Cime del Monte Bondone e con le Dolomiti di Brenta sullo sfondo. Dopo le prime due positive edizioni la competizione di gran fondo che si disputa nel centro del fondo dell'Alpe di Trento ha già mosso i primi passi per il terzo atto, che andrà in scena nel fine settimana del 25 e 26 febbraio 2017, con importanti novità, dato che avrà validità come prova di Campionato italiano cittadini e master, ma anche come atto della Coppa Italia Fisi, avendo così la garanzia della presenza di atleti di prima fascia.
Primavera sul Monte Bondone e in Valle dei Laghi - Trentino
Giardino Botanico Alpino - 26/07/2017
L'Ateneo si occupa del Giardino botanico alpino di Campo Imperatore, localizzato ad una quota di 2117 m, nel cuore del Parco Nazionale Gran Sasso e dei Monti della Laga. Fondato nel 1952 dal botanico Vincenzo Rivera per coltivare e studiare le più importanti entità floristiche del massiccio montuoso del Gran Sasso d'Italia, costituisce oggi un patrimonio nazionale molto apprezzato nel panorama culturale naturalistico. Il Giardino rappresenta una realtà unica nel suo genere in Abruzzo, ed in tutto l'Appennino, anche per la sua posizione geografica ed altitudinale, che permette la coltivazione di una flora nobile e scientificamente interessante come quella delle elevate altitudini.
Bondone - Monte Tombea - Il giardino botanico delle Alpi -
BONDONE - MONTE TOMBEA - IL GIARDINO BOTANICO DELLE ALPI - TRENTINO -
Puntata di - A COME ALPI - del 22 giugno 2012
Programma TV prodotto da - ODEON TV -
Bondone (TN) giugno 2012
Il Monte Tombea è una montagna delle Prealpi Bresciane e Gardesane alta 1976 m. Fa parte del gruppo montuoso che a sud del lago di Ledro si estende tra il lago d'Idro e il lago di Garda ed è composto da ovest a est dal Cingolo Rosso e monte Cingla, Bocca di Val, Bus del Gat, Cortina, Bocca di Cablone, Dosso delle Saette, Cima Tombea, monte Caplone, Bocche di Lorina, Cima del Fratone, Dosso della Fame, Cima del Levrer, monte Lavino, monte Tremalzo, Cima Tuflungo, monte Nota con passo Nota e monte Carone. Lungo la cresta e compresa la Val Vestino (passata nel 1934 dal Trentino alla Lombardia) corre il confine fra il Trentino e la Lombardia, una volta confine di Stato fra Italia e Austria, superato dai Garibaldini nella campagna del 1866, che si concluse con la battaglia di Bezzecca e il telegramma «Obbedisco». Il confine venne definitivamente passato nel 1915 all'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale.
In una pergamena del 27 dicembre del 1301 si parla di un accordo per l'uso di una sorgente nei pascoli dell'Alpo. Nel contesto di questa lite un'altra leggenda narra di un pastore storese che inventò uno stratagemma per allargare i suoi confini a scapito dei bondonesi: si riempì le calzature con terra della sua proprietà, poi una volta messo piede, anzi le scarpe, sul pascolo di Bondone poteva giurare che egli teneva i piedi sul suo terreno e che la terra che calpestava era proprio sua e, se giurava il falso, Dio lo sprofondasse immediatamente all'inferno. A forza di dimenarsi, gesticolare e pestare i piedi durante il giuramento, però, successe che la terra uscì tutta dalle sue calzature sgangherate tanto che sotto i suoi piedi non era rimasto proprio nulla di suo, e così spergiurando sprofondò all'inferno. A ricordo dell'evento ora rimane il Büs de Scongiüré (letteralmente come nel toponimo italiano «pozzo degli Scongiurati», in realtà da intendersi come «spergiuri»). Trattasi di un fenomeno di carsismo presente in quest'area. La cavità è tuttora inesplorata con l'imbocco parzialmente ostruito, ma secondo testimonianze del luogo sembrerebbe molto profonda.
Durante le glaciazioni le Alpi venivano sommerse dai ghiacciai con spessore anche superiore ai 2000 metri ed emergevano soltanto le vette e le creste più elevate. Con l'ultima glaciazione denominata di Würm da 80.000 a 13.000 anni fa numerosi ghiacciai vallivi si diramavano dalla calotta alpina e si insinuavano nelle valli periferiche con lingue di ghiaccio che arrivavano a lambire la pianura. L'area del monte Tombea si trovava fra due principali vie di scorrimento dei ghiacciai quaternari: a oriente la valle del Sarca ospitava la lingua principale del ghiacciaio atesino che scendeva a formare quello che ora è Il lago di Garda arrivando fino ai luoghi ove ora sorgono Peschiera del Garda e Desenzano. (Una ramificazione del ghiacciaio del Garda occupava la valle di Ledro e formava il lago omonimo.); e a occidente la valle del Chiese ospitava un ghiacciaio che scivolava dalla zona dell'Adamello. «Le aree non raggiunte dai ghiacciai perché troppo elevate nunatak costituivano spesso oasi di rifugio per molte specie vegetali. Alcune di esse diverrano specie endemiche, cioè specie la cui area di distribuzione è circoscritta a una zona ben definita. Il monte Tombea, assieme a molte altre cime del Trentino meridionale, era proprio una di queste zone rifugio e questo spiega la ricchezza di endemismi che lo caratterizzano»
TRENTO: un'estate piena di natura, sport e cultura
Dai grandi eventi alla grande storia, dall'outdoor alla montagna per tutti, ecco a voi la città di Trento ed il suo territorio.
La nostra giornata inizia con una grande novità: la visita alle Canope dell’Argentario, dove molti secoli fa si estraeva l’argento.
Si tratta di una reticolo infinito di cunicoli e vere e proprie caverne scavate nella roccia dal lavoro certosino di migliaia di “canopi” i minatori medievali che popolavano il sottosuolo del monte Calisio e della collina di Trento.
Oggi, grazie all’iniziativa dell’Ecomuseo dell’Argentario, è visibile un consistente tratto di galleria nei pressi del lago di Santa Colomba.
Lara Casagrande, direttrice dell’Ecomuseo, ci accompagna in questa avventura che percorriamo con uno spirito “speleologico” armati di frontalino illuminato, casco ed apposita tuta.
Siamo poi nel centro di Trento per fare visita ai nuovi spazi dell’antica basilica paleocristiana collocata proprio sotto il grande altare della cattedrale.
Il visitatore, come ci spiega la direttrice del Museo diocesano Domenica Primerano, ha l’opportunità di scoprire una pagina di storia davvero interessante legata ai primi decenni di penetrazione della cultura cristiana nelle Alpi.
Il tutto grazie anche ad una serie di supporti grafici e filmati in 3D che spiegano la stratificazione storica, archeologica ed artistica dell’antica basilica.
Con Elda Verones, direttrice dell’Azienda per il turismo di Trento, Monte Bondone e Valle dei laghi, parliamo delle grandi opportunità legate alla cultura e allo sport che caratterizzano la Trento d’estate ad iniziare dalla classica Charly Gaul (manifestazione ciclistica) per arrivare ai grandi eventi che caratterizzano il monte Bondone.
Siamo poi al Giardino Botanico Alpino delle Viote con Valentina Polo per parlare di questa straordinaria primavera della montagna di Trento. Ci riferiamo alle fioriture che caratterizzano questo particolare luogo collocato sopra i 1500 metri di altitudine dove sono presenti centinaia di specie e varietà botaniche provenienti da tutte le montagne del mondo.
Chiudiamo la nostra giornata presso il Malgone di Candriai dove è stata allestita la mostra fotografica “Lacrime di resina, Foreste ferite in Trentino” di Alberto Pattini.
Qui troviamo 57 scatti che raccontano la desolazione e le emozioni struggenti della tempesta che si è abbattuta sul Nord Est nella notte del 29 ottobre scorso.La mostra intende anche rappresentare un momento di riflessione, legato alle conseguenze dei mutamenti climatici, e di speranza, riferito agli interventi di ripristino delle foreste colpite.Per fermare la tendenza distruttiva del clima è cruciale la responsabilità civica e per questo la straziante notte delle lacrime di resina non va dimenticata.
Ex caserme Viote - Monte Bondone
I Tesori di TRENTO
C’è un Trento nascosta e tutta da scoprire che si trova proprio nel cuore della città.
Sotto l’ottocentesco Teatro Sociale, nel corso dei lavori di ristrutturazione, è stata scoperta questa parte di città romana dal valore inestimabile.
Ecco a voi il SASS Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, l’antico quartiere medievale ancora oggi presente nella memoria dei trentini.
Qui è visibile una arteria cittadina corrispondente ad un decumanus minor, con grandi lastre poligonali di pietra rossa che portano il segno delle ruote dei carri, fiancheggiata da marciapiedi e dotata di rete fognaria. Nella parte più interna dell’area archeologica, sono visibili vani di una abitazione con resti di un cortile, cucina con un sofisticato sistema delle acque nere e di servizio. Segue il settore di rappresentanza costituito da un atrio con resti di mosaico policromo. Curiosa la presenta, in perfetto stato di conservazione, di un antico pozzo per l’acqua potabile ancora visibile sul fondo della struttura.
L’archeologa Raffaella Cavighioli ci spiega come un sistema di comunicazione in 3D consenta al visitatore di immaginare l’antica cittadina romana posizionata lungo la linea strategica del Brennero e anticamente denominata Tridentum.
Il nostro viaggio dentro la Trento romana prosegue poi al Castello del Buonconsiglio dove troviamo la Tabula Clesiana, il noto editto di Claudio del 46 d.C. che concedeva la cittadinanza romana agli Anauni, ai Sinduni ed ai Tulliassi scoperta nel 1869 presso la località Campi Neri di Cles.
Presso questo maniero, simbolo della città, visitiamo le nuove sale espositive in compagnia della direttrice Laura Dal Prà.
I nuovi spazi e gli allestimenti permanenti consentono al visitatore un vero e proprio viaggio nella storia partendo dalle origini per passare attraverso tutte le tappe che hanno collegato questo territorio alla storia europea e mediterranea.
Con Lisa Angelini saliamo poi al monte Bondone per visitare il giardino botanico alpino delle Viote: un angolo davvero straordinario dedicato ai fiori e alle piante delle montagne di tutto il mondo.
A Vason, poco distante, con Dario Sanna facciamo la conoscenza dei ragazzi coinvolti nell’edizione 2018 di Trentino Volley Big Camp: una manifestazione dedicata all’eduzione e alla preparazione fisica e cultura dei giovani campioni provenienti da tutta Europa.
Dai laghi alla bicicletta alla scoperta di Trento e dintorni
La nostra giornata inizia al lago di Terlago con la visita alla Lake Line Trentino Wake. Il lago sorge al cospetto del Monte Bondone e della Paganella, circondato da un uno splendido paesaggio naturale ed è un sito di interesse comunitario per la biodiversità della sua flora e fauna acquatica.
Qui si è dato vita a questo originalissimo impianto, l’unico di questo genere in regione, che consente di vivere emozioni davvero speciali.
Il cuore pulsante dell'impianto è un potente motore elettrico alimentato a 400 V con potenza di picco pari a 20 kW, che riesce ad imprimere alla puleggia di traino, realizzata in materiali ultraleggeri, una rotazione fino a 350 giri/min. Il tutto si traduce in un funzionamento fluido e una trazione continua, che sembra non finire mai! La velocità di punta della slitta supera i 35 Km/h ed il funzionamento ai massimi regimi è riservato esclusivamente alla pratica dello sci nautico.
Con Michela Antonini percorriamo tutte le possibilità sportive che consente questa Line per poi passare al vicino Hotel Lillà dove Mauro Bonetti presenta l’iniziativa Evvai e-bike your life. Le biciclette a pedalata assistita sono ormai considerate un mezzo alternativo a tutti gli effetti e l’Azienda per il Turismo di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi offre un vero e proprio circuito con una rete di rental point dove noleggiare questo mezzi ed apprezzare il territorio dell’ambito turistico.
Siamo poi sul Monte Bondone per un visita al Giardino Botanico Alpino assieme alla naturalista Lisa Angelini. Questo luogo rappresenta un elemento unico per la conoscenza della botanica e della natura dell’alta montagna a livello mondiale.
Apprezziamo poi la cucina tradizionale della Baita Viote in compagnia della nuova gestrice, Maria Grazie Bonella e passiamo alle Gallerie di Piedicastello.
Qui viene allestita una mostra dedicata alla montagna di Trento, il monte Bondone, con sullo sfondo la celebre impresa ciclista di Charly Gaul al giro d’Italia del 1956.
La mostra, corredata da foto e immagini curate dal Museo storico, offre una serie di documenti interessantissimi sugli albori del turismo e dello sci alpino.
Il monte Bondone e la funivia di Sardagna rivivranno anche in diversi speciali in onda in questo periodo sul canale tematico History Lab.
Concludiamo infine al Trento Park di Trento Sud dove Luca Tomarelli presenta un circuito specificamente dedicato agli appassionati di skateboard ed altre discipline legate al mondo della bike.
VIOTE MONTE BONDONE MARATHON 2016 - Mastertour
tappa dai due volti quella della montagna di Trento. Dopo una tranquilla giornata, una tempesta di neve.
Lagolo, Monte Bondone, dolomiti, alpi in HD drone dji phantom 4
Il monte Bondone (Bondberg in tedesco) è una montagna del Trentino occidentale, posta immediatamente a ovest di Trento. Secondo Aldo Gorfer il monte Bondone costituisce un vero e proprio gruppo montuoso.
Lagolo, con il suo omonimo lago, è uno degli angoli più suggestivi del Monte Bondone, la montagna che separa Trento dalla Valle che porta al Lago di Garda.
Situato a mille metri esatti di quota è meta di escursionisti e di quanti vogliono godere un relax davvero genuino.
Coop IRIFOR - Percorso Viote del Bondone (TgR)
Il servizio del TgR del 29 agosto 2012 presenta il percorso tattilo-plantare in località Viote del Bondone (Tn). Il percorso Il Trentino a portata di mano è stato realizzato dal Museo di Scienze di Trento in collaborazione con la Cooperativa IRIFOR del Trentino e l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Trento per permettere anche ai non vedenti di esplorare la conformazione geologica del Trentino.
MuSe – Museo delle Scienze, Trento
Il MUSE (talvolta reso graficamente come MuSe) è il museo delle scienze di Trento. Si trova immediatamente a sud dello storico palazzo delle Albere, in un palazzo all'interno del quartiere residenziale Le Albere, entrambi progettati dall'architetto italiano Renzo Piano. È stato inaugurato il 27 luglio 2013 e ha sostituito, proseguendone le attività, il Museo tridentino di scienze naturali. Nel 1846 venne fondato il Museo Civico, subito denominato Museo Trentino, con sede in Palazzo Salvadori, Via Manci. Nel 1964 venne istituito il Museo tridentino di scienze naturali, amministrativamente legato alla provincia autonoma di Trento. Dal 1982 trasferì la propria sede in palazzo Sardagna, dove rimase sino al 2013. Già a partire dagli anni 90 il museo si modernizzò, organizzando mostre interattive ed allargando la sua offerta anche didattica, inoltre si legò ad altre strutture sul territorio della provincia di Trento come il Giardino botanico alpino Viote e la Terrazza delle stelle, sul monte Bondone, il museo delle palafitte del lago di Ledro, il museo dell'aeronautica Gianni Caproni, il museo geologico delle Dolomiti a Predazzo e la stazione limnologica del lago di Tovel. Nel 2006 il museo istituì in Tanzania il centro di monitoraggio ecologico ed educazione ambientale dei monti Udzungwa, situato all'interno del parco nazionale dei monti Udzungwa. Il crescente affollamento di allestimenti e di pubblico nel museo tridentino di scienze naturali rese evidente l'esigenza, emersa da diversi anni con la lenta ma progressiva mutazione della struttura in Via Calepina, che ormai tale sistemazione era inadeguata ai moderni parametri museali. Questo portò, nel 2006, all'approvazione da parte della Provincia autonoma di Trento del progetto di una nuova sede che venne costruita nell'ambito di un più ampio disegno di riqualificazione urbana dell'area industriale dismessa dove sorgevano gli stabilimenti Michelin di Trento. Il 27 e il 28 luglio 2013 la nuova sede venne inaugurata di fronte a un folto pubblico e il museo assume il nome di MUSE - Museo delle Scienze. Il 26 giugno 2014, a meno di undici mesi dalla data di apertura, ha raggiunto la soglia dei 500 000 visitatori paganti, divenendo di fatto, una delle istituzioni museali più visitate d'Italia. Il 5 maggio 2015 è stato staccato il milionesimo biglietto, Il MUSE varca così la soglia del milione in soli 21 mesi dall'apertura. Il 30 giugno 2017, a quasi 4 anni dall'apertura, i visitatori sono stati oltre 2,5 milioni. Al 30 giugno 2018 i visitatori che hanno visitato le strutture che fanno parte della rete MUSE sono stati 3,2 milioni. Il 27 luglio 2018 ha festeggiato i 5 anni di attività con un programma fitto di laboratori e visite presentando il progetto di un nuovo planetario digitale. L'edificio, progettato dall'architetto di fama internazionale Renzo Piano, si sviluppa su una lunghezza massima di 130 metri (est/ovest), una larghezza massima di 35 metri (nord/sud) e sei livelli (due interrati e quattro fuori terra) di altezza. Tutti i piani, ad eccezione del secondo livello interrato, sono aperti al pubblico e ospitano sia attività di esposizione (mostre permanenti e temporanee) sia attività amministrative e di ricerca. Il totale delle superfici è di 12.600 metri quadrati, 3.700 dei quali dedicati alle mostre permanenti, 500 a quelle temporanee, altri 500 ad aule e laboratori didattici, 800 a laboratori di ricerca e 600 alla serra tropicale ospitata all'estremità ovest del museo. Il caratteristico profilo della struttura ricorda l'andamento frastagliato delle montagne trentine e in particolare delle Dolomiti. L'edificio è stato costruito seguendo tecniche volte ad assicurare il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, cosa che gli è valsa il riconoscimento della certificazione LEED Gold. L'interno è caratterizzato da un grande vuoto (Big Void) che collega tutti i piani del museo, nel quale sono sospesi animali tassidermizzati e lo scheletro originale e completo di una balenottera comune (Balaenoptera physalus) spiaggiata nel 1995 sulle coste di Livorno.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera Musica:
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA )
Quel cratere alle Viote è il valore aggiunto lasciato in Bondone?
La politica di quest'Amministrazione parla spesso di rilancio del Bondone, di mobilità integrata e di basso impatto ambientale. Proprio su questa montagna si può toccare con mano come queste parole siano solo tristi slogan e il paesaggio ne è il silenzioso testimone.
Il versante da Vason a Vaneze è ormai da anni sacrificato allo sci da discesa, con il triste contrasto di nuovi grandi alberghi che crescono tra vecchie villette, condomini e residence completamente chiusi e ormai in abbandono. Per non parlare dei nuovi cantieri che stanno preparando le piste di freestyle per le universiadi.
La piana delle Viote era nota per essere un'area di particolare interesse naturalistico, tanto che ospita la cosiddetta Riserva Naturale Integrale delle tre cime del Bondone. Ora lo spettacolo è desolante. I grandi parcheggi, che hanno sollevato ampie polemiche durante la loro costruzione, sono ora deserti a parte qualche camper con antenna parabolica. La posa del loro asfalto è stata preceduta dal riporto di centinaia di tonnellate di scarti di porfido, mentre subito a monte si trova la torbiera delle Viote, zona umida unica in Italia nella quale vegeta la pianta carnivora Drosera Rotundifolia.
La priorità di molte Amministrazioni è quella di ridurre l'utilizzo dei veicoli privati favorendo la mobilità sostenibile con efficienti trasporti pubblici, tanto più questo dovrebbe avvenire in un'area di tale valore naturalistico. Sul Bondone, invece di valorizzare i parcheggi già esistenti alle Rocce Rosse e potenziare i servizi di bus navetta di collegamento, ne sono stati costruiti di nuovi e ora la strada che li congiunge assomiglia più ad uno svincolo autostradale che ad una strada di montagna dimostrando una scarsa sensibilità nei confronti dell'ambiente e del paesaggio montano.
Viene da chiedersi perché un turista dovrebbe salire sul Bondone quando qui si ritrova esattamente lo stesso paesaggio urbano che voleva lasciarsi alle spalle: doppio ampio parcheggio asfaltato, strisce blu, rotatoria, parcheggio autobus, ponte, altro parcheggio, cumuli di terreno asportato, jersey di cemento armato, ecc...
E pensare che il 18 luglio 2011 l'Adige online riportava un roboante comunicato del Comune di Trento: «rientrano in un progetto più ampio di riordino e valorizzazione della Piana delle Viote i lavori per i parcheggi sulla Piana delle Viote. I lavori di rinaturazione sono già stati completati, mentre il riordino viabilistico vedrà il termine di alcuni lavori entro quest'autunno e la conclusione definitiva del progetto entro l'anno prossimo. L'attuale cantiere in essere ha durata biennale e prevede l'ampliamento del parcheggio del Rifugio Viote, l'eliminazione di quello antistante la capanna a favore del recupero naturalistico dell'area e della riorganizzazione delle piste da fondo e la riduzione di quello posizionato dietro con lo spostamento della S.P. 25 (...) »
Il 3 gennaio 2012 il Trentino riportava il commento dell'Assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi: «i lavori verranno ultimati entro la fine del 2012 e le Viote saranno più belle di prima» e che «il nuovo parcheggio costruito recentemente dietro la scuola di sci e il ristorante sostituirà quello antistante la struttura che, secondo il progetto, verrà eliminato nel giro di qualche mese»
Ora siamo nell'estate 2013, per cui diciamo che potrebbe essere l'ora di trarre un bilancio della situazione.
I grandi parcheggi costruiti sono vuoti, l'area attorno alla capanna delle Viote ha assunto le sembianze di un cratere lunare, l'erba non sta crescendo sull'arida terra che ora è in bella vista, le autovetture sono ancora parcheggiate davanti alla capanna tra il bar e il paesaggio delle tre cime con buona pace del recupero naturalistico dell'area. Per giunta la citata rinaturazione non è visibile ad occhio umano e le Viote, non prendiamoci in giro... non sono più belle di prima.
Mentre in altre parti del mondo la cementificazione e l'anteposizione del capitale alla ragione e alla responsabilità ambientale e sociale non sono più di moda, sembra che a Trento l'Amministrazione comunale sia invece un po' nostalgica.