Sacrario di Cristo Re
Grazie al volontariato delle Crocerossine di Messina riapre al pubblico anche nei giorni festivi il Sacrario di Cristo Re, patrimonio storico culturale della città di Messina.
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Sacrario di Cristo Re
Viale Principe Umberto - Messina (ME)
Il Sacrario di Cristo Re fu concepito dal progettista ingegnere Francesco Barbaro, come sepolcro monumentale dei caduti.
Il tempio sorge su un’altura panoramica a circa 60 metri s.l.m., sul luogo in cui si trovava l’antico castello di Rocca Guelfonia o Matagriffone che, nel 1191, ospitò Riccardo “Cuor di Leone” con i suoi uomini diretti in Terrasanta durante la III Crociata.
Il Sacrario a pianta centrica, è sormontato da una cupola segnata da otto costoloni alla base dei quali, sulla cornice, sono collocate altrettante statue bronzee modellate dallo scultore romano Teofilo Raggio e fuse dalla Fonderia Artistica Fiorentina, raffiguranti le virtù cardinali e teologali.
Sulla scalinata d’ingresso, è posta la statua di Cristo Re opera dello scultore Tore Edmondo Calabrò.
Accanto al tempio si erge la superstite torre ottagonale dell’antico castello, in cima alla quale, nel 1935, fu collocata una campana di 130 quintali, fusa con il bronzo dei cannoni sottratti ai nemici durante la Prima Guerra Mondiale.
Dalla spianata su cui sorge il Sacrario Cristo Re si può ammirare l’intero porto naturale e buona parte della città stessa di Messina.
All'interno il Tempio è composto dalla Chiesa Inferiore e Superiore.
Nella prima sono custoditi i resti di 110 caduti della priima guerra mondiale e di 1.288 caduti della seconda guerra mondiale, di cui 161 rimasti ignoti, in gran parte morti nel 1943 nei combattimenti per la difesa dell'isola.
In una lapide, inoltre, sono ricordati i 21 marinai caduti nella battaglia navale di Punta Stilo il 9 luglio 1940.
Nel 1838 fu adibito a carcere ed ospitò i detenuti che risiedevano nel vecchio sito che doveva servire per la costruzione del Teatro S. Elisabetta (oggi Vittorio Emanuele).
Con il terremoto del 1908 della fortezza rimangono la Torre poligonale, restaurata dopo il disastro, con l'iscrizione del XV secolo e resti imponenti delle mura insieme all'ingresso cinquecentesco della fortezza, ancora oggi visibile in via delle Carceri, che si presenta come un portale monumentale a bugne sormontato da un mascherone.
Fonte siciliainfesta.com
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