Piccoli musei e reti culturali, incontro a San Lorenzo in Campo. Intervento del sindaco Dellonti
Workshop Piccoli musei e reti di istituzioni culturali: per una nuova filiera d'offerta turistica a San Lorenzo in Campo.
Introduzione di Davide Dellonti, Sindaco di San Lorenzo in Campo.
Intervento di Giorgio Mangani, direttore della Rete Museale della Provincia di Ancona.
Infanzia nelle Giudicarie ieri e oggi - San Lorenzo Dorsino 2015 -
Infanzia nelle Giudicarie ieri e oggi - San Lorenzo e Dorsino
In questa valle alpina, aperta, soleggiata, abitata dagli uomini da tempi molto, molto antichi, vivevano bambine e bambini, che hanno tante storie da raccontare.
Abbiamo raccolto ed archiviato foto dal 1870 al 1960, ricostruendo una piccola storia per immagini:
i ritratti dei piccoli giudicariesi testimoniano la vita quotidiana, ma anche i grandi eventi storici: l’emigrazione, la prima guerra mondiale, il fascismo, la seconda guerra mondiale, la nascita della repubblica.
Lo sguardo infantile che viene dal passato, ci riconsegna, senza parole, la storia vissuta ed offre l’occasione per il riemergere dei ricordi, per attuare il riconoscimento di persone e situazioni, destinate, altrimenti, ad essere dimenticate.
Possiamo così donare alle nuove generazioni, il passato nella forma del racconto, narrando le storie anche ai bambini che abitano oggi in questo territorio e vengono magari da paesi molto, molto lontani, per far emergere le straordinarie affinità del vivere che si cela nel tempo magico dell’infanzia.
La mostra è stata allestita per la prima volta nel 2012 a Campo Lomaso con materiale proveniente prevalentemente dal Museo della Scuola di Rango poi nel 2013 al Museo Archeologico delle Palafitte di Fiavè, quindi nel 2014 nella Casa della Comunità di Stenico. Ora viene presentata in uno dei Borghi più belli d’Italia, S. Lorenzo Dorsino, al fine di valorizzare i percorsi di memoria della valle. Guarda anche:
Video realizzato da Tomaso Iori del Museo della Scuola di Rango
Il museo archeologico di Cremona
Una visita al museo archeologico collocato nella ex chiesa di San Lorenzo a Cremona.
Il museo contiene molti reperti di epoca romana rinvenuti nei recenti scavi in piazza Marconi.
Siamo noi - I piccoli musei d’Italia
L’importanza culturale e sociale dei piccoli musei italiani a Siamo Noi. Tante immagini e curiosità insieme all’Associazione Nazionale Piccoli Musei APM, Valeria Minucciani, professore aggregato di Allestimento e Museografia al Politecnico di Torino e Membro del Collegio Docenti del Master Itinerante in “Museografia, Architettura e Archeologia e Rino Lombardi, ideatore di un museo dedicato al vento.
Suasa: presentazione campagna scavi 2017 by TSK
Presentazione nuove sale del museo e campagna scavi 2017
Parco Archeologico di Suasa - Castelleone di Suasa
il Parco Archeologico di Suasa è posto lungo la Valle del Cesano, ai lati della strada di fondovalle che collega la costa agli Appennini, che costituiva anche in epoca romana l'arteria principale della città romana. Il municipium di Suasa, poco conosciuto mediante le fonti antiche, costituiva tuttavia un centro importante della valle, a vocazione soprattutto commerciale a servizio di un grande territorio a vocazione agricola. Anche se non scavato nella sua completezza, l'antico abitato era stretto e lungo, chiuso ai margini fra il corso del fiume Cesano a ovest e le basse colline a est, ai piedi delle quali, alla fine del I sec. d.C., fu costruito un vasto anfiteatro (m 98 x 77), uno dei più grandi della regione, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori.
Lungo la strada principale della città si allungava per circa 100 metri, con forma rettangolare, il Foro commerciale. Di esso è stata scavata meno della metà, ma la struttura originaria è già comprensibile: una grande piazza, delimitata da strade ortogonali, e fiancheggiata su tre lati da vaste botteghe e laboratori bordati da portici a pilastri. Se i resti degli edifici pubblici non sono numerosissimi, più completo è il panorama sull'edilizia privata: sono attestate strutture abitative sin dalla metà del II sec. a.C. Il complesso residenziale più ricco e più noto della città è certamente costituito dalla domus dei Coiedii (una ricca famiglia senatoria di Suasa, discendente da Lucius Coiedius Candidus, generale dell'esercito dell'imperatore Claudio), la cui utilizzazione va dal II sec. a.C. al V sec. d.C.
Estesa su una lunghezza di circa 100 metri e larga 33, si affacciava lungo l'asse viario principale della città ed era dotata di una serie di prestigiose sale con funzione di soggiorno e rappresentanza, riccamente decorate con mosaici e intarsi marmorei pavimentali e pitture murarie. Vari i motivi figurativi e le tecniche adottate: scene mitologiche, floreali e motivi geometrici. La visita alla domus è agevolata da una copertura d'avanguardia e da passerelle sopraelevate. La visita al parco archeologico si completa con il Museo della Città di Suasa, ospitato presso il Palazzo Della Rovere; al suo interno sono esposti alcuni preziosi reperti della città romana, tra cui la testa di Augusto e gli affreschi della domus patrizia.
info: turismo.marche.it - musei.marche.it
MeTe Museo della Memoria e del Territorio
Promo realizzato per il Museo della Memoria e del territorio - Siculiana.
©Nura-T Giuseppe Pantano Arnone.
mail: info@nura-t.com
Expo trascina anche i musei di Milano: +50% ingressi nei sei mesi
Milano (askanews) - Oltre mezzo milione di visitatori in più rispetto allo stesso periodo del 2014: i sei mesi di Expo hanno portato sotto i riflettori anche i musei di Milano, che hanno visto, tra maggio e ottobre, crescere gli ingressi del 50%. Numeri che sono motivo di soddisfazione per l'assessore alla Cultura meneghino, Filippo Del Corno. I numeri dei musei - ci ha detto - segnalano una enorme crescita nei sei mesi di Expo, perché il sistema museale cittadino si è finalmente offerto, appunto, come sistema, integrando l'offerta, realizzando politiche di comunicazione congiunte e soprattutto presentando ai visitatori che hanno scelto Milano come meta per il 2015, anche l'identità di una grande capitale di arte e cultura come Milano.
Un'identità che si radica, nei numeri diffusi dal Comune in una conferenza stampa al Museo del 900 sotto il Soffitto spaziale di Lucio Fontana, soprattutto intorno al Duomo, il cui museo ha registrato una spettacolare crescita delle visite: +382%. Il Museo del Duomo - ha spiegato Del Corno - ha beneficiato di una operazione molto intelligente condotta dalla Veneranda Fabbrica, ovverosia quella di associare la visita del Duomo a quella del museo. Un'operazione che non è solo di marketing, ma è soprattutto un'operazione culturale, perché è del tutto evidente che si comprende molto meglio l'importanza religiosa e anche civile del monumento Duomo laddove si affianca alla visita anche il museo.
Molte bene anche i musei del Castello Sforzesco, che hanno registrato un +128% grazie alla nuova collocazione della Pietà Rondanini di Michelangelo. Ma il segno più arride in modo significativo anche al Museo del 900, alla Galleria d'Arte moderna, al Museo della Scienza e della Tecnica e alla Pinacoteca di Brera. Se a questo si aggiunge che nel corso del semestre di Expoincittà sono nati cinque nuovi musei a Milano, ecco che il quadro dell'offerta culturale si completa al rialzo. Tante aspettative che la città deve ora mantenere, anche dopo la fine dell'Esposizione universale.
Torino: Le Icone di Van Sant al Museo del Cinema - GRP Televisione
La mostra dedicata a Gus Van Sant fa riscoprire il suo cinema con uno sguardo diverso - spiega Matthieu Orlean - attraverso tutte le altre sue opere, dalle polaroid degli anni '70 ai film in 16 mm mai diffusi e che rappresentano una rarità.
Rocca di San Fantino Motticella (RC)
Una giornata alla scoperta di angoli sconosciuti, o per meglio dire poco conosciuti, è l'iniziativa che si è svolta il 1 Novembre 2013 con una giornata di trekking nei territori di Motticella e specificatamente nelle zone dette località Bagni e Rocca di San Phantino (o Fantino), un' iniziativa promossa in breve tempo dalla Pro-Loco di Brancaleone via Facebook.
Luoghi misteriosi di Calabria, luoghi dove riecheggiano ancora strani racconti e leggende avvincenti dai significati forti. Gli anziani ancora tramandano attraverso i loro racconti queste immagini di una civiltà sconosciuta (o forse conosciuta poco) ma ricca di credenze popolari. Ed è il caso di questo luogo fantastico (Rocca di S. Phantino), che ho avuto modo di visitare ed ammirare in seguito ad un escursione realizzata a maggio scorso con un mio amico, un luogo costellato da grandi rocce di arenaria rossa, e palmenti in pietra, testimonianze di grande interesse archeologico e storico. Questo luogo si trova a Motticella piccola frazione di Bruzzano Zeffirio, dove vi abitano poco più che una manciata di anziani dediti alla pastorizia a all'agricoltura, dove a dominare la vallata si erge maestoso il Monte Scapparrone 1058 mt slm , proprio nelle vicinanze il fianco della montagna di Ferruzzano scivola con i suoi dirupi verso il territorio di Motticella, non è difficile notare questa rocca ,che si erge come un dito nell'immensità di uno scenario spettacolare. Si racconta che in località Iunchi, tra i paesi di Motticella e Ferruzzano nelle vicinanze della Rocca, oggi chiamata La Rocca di San Phantino, viveva un frate eremita di nome Phantino, esperto nelle pratiche mediche e agricole e le genti del luogo spesso ricorrevano a lui per consigli relativi e semine, potature, innesti ed altro. A Motticella viveva una bella ragazza di nobile famiglia. Come in tutte le storie di paese questa ragazza, che aveva un amante segreto, un giorno si accorse di essere in attesa di un figlio. Certa dell'arrabbiatura del padre per paura nascose a tutti il fatto. Un giorno si recò presso questo frate a chiedere consigli. Insieme convennero che, poco prima del parto, questa si trasferisse presso il rifugio del frate, dicendo che sarebbe andata da alcuni parenti in un paese lontano da Motticella. E così fece, partorì un bel bambino e rimase con il frate per più di un mese finché il bambino cominciò a nutrirsi di latte di capra. Di tanto in tanto si recava a trovare questo bambino che cresceva sempre più bello. Un giorno il bambino si ammalò, forse di bronchite, ed il frate senza penicillina (ancora non era stata scoperta) non riuscì a curarlo con le sue erbe e il bambino morì. A questo punto il frate pose il bimbo morto sopra la rocca e si mise a pregare sperando in un miracolo. Pregando pregando a lungo per la stanchezza si addormentò, durante il sonno gli uccelli del luogo, corvi e cornacchie, mangiarono il corpicino del povero bimbo. Dopo alcuni giorni la ragazza si recò nuovamente a trovare suo figlio ma giunta da Phantino venne a conoscenza dell'orribile fine e in preda al dolore si avventò sul frate riempiendolo di botte e mordendolo sul naso. Dopodiché, ritornò piangendo a casa, e per il dolore diventò matta. La sua famiglia la rinchiuse in una stanza della sua casa, (una casa a due piani e senza finestre). In pratica una cella, dove la ragazza rimase fino alla sua morte. Al frate Phantino a causa del morso sul naso venne un'infezione gravissima e di lì a poco morì anche lui. Sempre in questo luogo aleggia ancora la leggenda di un misterioso tesoro: Questo tesoro sembra sia stato nascosto proprio dal frate, e un serpente (un demone) lo proteggerebbe. Per poter entrare in possesso del tesoro bisogna recarsi sulla rocca in una notte di luna piena con un neonato e sacrificarlo al serpente, uccidendo il bimbo e cucinarlo in una pentola mai usata prima, a questo punto la rocca si dovrebbe spaccare, lasciando un accesso a questo tesoro, un pentolone di rame colmo di monete d'oro, diamanti e rubini. Questa è la storia che ancora oggi gli anziani tramandano, Storie e leggende che spesso rincorrono vicissitudini che lasciano testimonianze, talvolta evidenti, e per il quale ci portano a domandarci: ma se fossero solo favole perché sono riuscite ad arrivare sino a noi oggi? Quali significati apotropaici si celano dietro queste storie inverosimili? E dov'è il confine tra il vero o il falso, o tra storia e leggenda?
(A cura di Carmine Verduci, Pro Loco Brancaleone)
Museo Nazionale d'Abruzzo - L'AQUILA (MUNDA) Tour guidato
Immagini della collezione storica del MUNDA, allestita nel 1951 nel Forte spagnolo, nel centro storico, e dopo i danni del terremoto del 2009, è stata parzialmente riallestita (non contiene tutte le opere dell'originale collezione) nell'ex mattatoio comunale, in piazzale Tornimparte, presso la fontana delle 99 cannelle.
Il video che propongo è una raccolta di fotografie delle varie opere, con le didascalie esplicative, non ho messo tutte le opere, ma solo le più importanti e le più belle. Il Museo d'Abruzzo nasce con lo scopo di tutelare, preservare e valorizzare il patrimonio sia religioso che archeologico, in gran parte vi si trovano reperti come la Stele funebre, provenienti dal sito di Amiternum; in seguito pale d'altare, affreschi e statue lignee di Madonne e santi provenienti dalle principali chiese dell'Aquila e del circondario, ma anche dalla provincia di Chieti e da Penne.
Il Museo che visse due volte
Il catastrofico sisma del 6 aprile 2009 ha determinato la chiusura del Museo Nazionale d’Abruzzo, che era stato fino ad allora il principale della regione, per importanza storica e architettonica del contenitore – la fortezza spagnola dell’Aquila, uno degli esempi più grandiosi e meglio conservati di architettura militare cinquecentesca –, per ampiezza di superficie espositiva e numero di visitatori, per consistenza e pregio del patrimonio esposto, che documentava storia e preistoria del territorio regionale, dagli inizi dell’era quaternaria a tutto il Novecento. La sede storica, gravemente danneggiata dal terremoto, è tutt’ora oggetto di un complesso intervento di restauro. La nuova vita del Museo ha avuto inizio il 19 dicembre 2015, con la riapertura nel complesso architettonico dell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, sito in Borgo Rivera, di fronte alla celebre Fontana delle Novantanove Cannelle.
Il Museo Nazionale d’Abruzzo fu inaugurato il 23 settembre 1951 nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila, da poco restaurato dai danni dell’occupazione nazista. In esso confluirono, oltre ai depositi della locale Soprintendenza, le raccolte del Museo Civico Aquilano, istituito a fine Ottocento e smantellato nel 1942 per esigenze di guerra. Nel 1958 il bastione est della fortezza accolse lo scheletro fossile di Mammuthus meridionalis rinvenuto qualche anno prima nella conca aquilana. Nel 1966 vi pervennero anche “in deposito provvisorio a tempo indeterminato” le opere del Museo Diocesano d’Arte Sacra, isitutito nel 1935. La chiesa aquilana si era del resto già resa benemerita nei confronti dei tesori d’arte della città, curandone, durante i mesi più tragici della guerra, il trasferimento precauzionale nei depositi vaticani, al riparo da bombardamenti e depredazioni. Una selezione delle raccolte del Museo, che il terremoto del 6 aprile 2009 ha drammaticamente estromesso dalla sua sede storica, è oggi ospitata nel complesso dell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, costruito negli anni 1881-1883 e dismesso nel 1990. Nella nuova sede provvisoria, dopo un accorto intervento di riparazione e ristrutturazione, eseguito tra il 2010 e il 2015, ha trovato posto, protetta da avanzati presidi antisismici, una selezione di una sessantina di reperti archeologici e 112 tra dipinti, sculture e oreficerie, dal Medioevo all’Età Moderna. Si tratta di capolavori che testimoniano l’identita`, la storia e la vitalita` della cultura dell’intera regione, alcuni dei quali recuperati tra le macerie del sisma e restituiti a nuova vita grazie a complessi interventi di restauro.
La sezione archeologica (sala A), è costituita da reperti provenienti da Amiternum, Aveia e Peltuinum, importanti centri italici e romani della conca aquilana, tra cui il Calendario Amiternino (circa 20 d.C.) e i rilievi in pietra raffiguranti un combattimento di gladiatori (I sec. a. C.) e una cerimonia funebre (I sec. d.C.). Il Medioevo abruzzese (sala B) è documentato da un’eccezionale collezione di Madonne, che per ricchezza e qualità artistica ha ben pochi confronti in campo nazionale e internazionale: alcune rarissime e preziose icone dipinte duecentesche (Madonna “de Ambro”, Madonna di Sivignano, Madonna di Montereale), e numerose sculture in legno; maestose e sacrali quelle di cultura romanico-bizantina, risalenti al Millecento e Milleduecento (Madonna di Lettopalena, Madonna delle Cocanelle); slanciate e flessuose quelle trecentesche, che rivelano nella dolcezza del volto e nella raffinatezza delle linee la spiritualità e la grazia della nuova arte gotica (Madonna di Fossa, Madonna di San Silvestro). Il Quattrocento (sala C) si apre con smaglianti pitture su fondo d’oro zecchino: tra esse il Trittico di Beffi (1410-1415), attribuito al teramano Leonardo di Sabino.
I siti UNESCO in Italia - Virtual Video 360° HDR
L'Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti UNESCO al mondo non quantificabili come prendendo il centro storico di Roma, le Dolomiti... In questo video visiteremo alcuni dei siti italiani dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità:
1. La Basilica di San Pietro a Roma
2. Il centro storico di Roma con il foro romano
3. Il centro storico di Ravenna con la Basilica di San Francesco
4. La Costiera amalfitana
5. Piazza dei Miracoli con la Torre di Pisa
6. I Sassi di Matera
7. Le stupende Dolomiti
8. Il centro storico di Catania con la Cattedrale di Sant’Agata
9. Il Castello Estense di Ferrara
10. L’Isola di Ortigia a Siracusa
11. Il centro storico di Noto, Capitale del barocco
12. La Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi
13. Piazza del Campo a Siena
14. Castel del Monte
15. Il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo
16. I Trulli di Alberobello
17. Palazzo Madama a Torino
18. Villa Adriana a Tivoli
19. La Necropoli della Banditaccia a Cerveteri
20. La Certosa di Padula o Certosa di San Lorenzo
21. Il Paesaggio ed i vigneti di Canelli
Vieni a scoprire i Siti UNESCO italiani su Virtual Tour:
Il progetto Obiettivi Comuni mira a promuovere e sviluppare piani personalizzati di marketing territoriale integrato, finalizzati alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio.
Obiettivicomuni.it è realizzato dalla Società Comunicando Leader Srl che si occupa di Marketing e pubblicità per gli Enti pubblici.
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TRIBUTO A DE ANDRÉ - Area Archeologica di Altino (VE) - 21 giugno 2009
TRIBUTO A FABRIZIO DE ANDRÉ
Domenica 21 giugno 2009 - ore 21.45 - Area Archeologica di Altino
A 10 anni dalla scomparsa del cantautore genovese, e in occasione dei MusicArte Festa Europesa della Musica, il quintetto Ecocostante (Andrea Martin voce; Enzo Moretto fisarmonica e bandoneón; Mariano Duca basso; Giovanni Landolina chitarra; Rosario Puzone percussioni) ne ripercorre la carriera artistica interpretandone i brani più celebri, nella suggestiva cornice degli scavi archeologici di Altino (frazione di Quarto d'Altino Venezia).
(In caso di pioggia lo spettacolo si terrà sotto i portici della piazza di Altino.)
L'evento curato da Diapason&Naima è promosso dal Comune di Quarto d'Altino Assessorato alla Cultura nell'ambito della rassegna R...estate nei parchi 2009, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Altino, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Pro Loco di Quarto d'Altino. Inoltre, l'evento è inserito nella rassegna Teatro nelle frazioni 2009 promossa dalla Provincia di Venezia e organizzata dall'associazione Teatro dei Pazzi di San Donà diPiave.
Ingresso libero.
Per indicazioni stradali vedere la mappa alla pagina
Il Comune di Salerno si affida al demanio per la valorizzazione del patrimonio
Protocollo d'intesa tra Comune di Salerno ed Agenzia del territorio. Al via la seconda fase del progetto Valore Paese che, dopo i fari costieri, punta alla valorizzazione, affidandoli in concessione a privati, anche di altri beni, come Palazzi Storici e Conventi, di proprietà degli enti locali. (250516 Giancarlo Frasca)
MACERATA OPERA FESTIVAL. MUSEO VIRTUALE E TANTE NOVITA' NEL NUOVO SITO INTERNET
Macerata. 26 giugno 2013. Nuovo sito per l'Associazione Sferisterio, un museo virtuale con tutte le stagioni liriche dal 1921 ad oggi e, per la prima volta, l'e-commerce che sarà online alla vigilia della stagione: la presentazione nella Provincia. Servizio di Roberto Properzi.
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ittà umbra, nota con il nome di Tarsina, venne assoggettata a Roma cambiando denominazione in Tadinum, i cui abitanti, Tadinates, sono ricordati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Municipio romano, ubicato vicino alla lunga catena degli Appennini Tadinati e attraversato dall'importante via Flaminia, a 117 miglia da Roma, divenne una città florida e con tessuto urbano di quasi 13 ettari di superficie, come dimostrano gli scavi archeologici che si sono aperti recentemente nel vocabolo Taino. I Goti di Alarico, oltre 100.000 persone, dirigendosi verso Roma nel 409 d.C., saccheggiando e distruggendo quanto trovavano lungo la via Flaminia, gli inflissero il primo colpo. Nel IV secolo era già sede vescovile. Sono ricordati i vescovi Facondino (sec.IV), Gaudenzio(499) e Martino(591) Il suo territorio fu teatro della famosa Battaglia di Tagina (552 d.C.), durante la quale il generale bizantino Narsete sconfisse l'esercito dei Goti, guidato dal re Badwila detto Totila che, ferito a morte sul campo di battaglia, morì poche ore dopo presso Capras (l'odierna Caprara) nel territorio di Tadinum. Il conflitto gotico-bizantino segnò la fine dei Goti in Italia. Qualche anno dopo, con l'arrivo dei Longobardi, il territorio tadinate entrò a far parte del Ducato di Spoleto e probabilmente fu sede dello sculdascio, che amministrava la giustizia e riscuoteva le tasse alle dipendenze del gastaldo che aveva sede in Nocera.
Poca popolazione rimase ancora nell'antica città in rovina, la maggior parte si ritirò sui colli circostanti. Distrutta definitivamente - sembra - da Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero, nel 996, la città cambiò nome prendendo il longobardo Gualdo,(luogo boscoso) e gli abitanti si rifugiarono in Val di Gorgo alle pendici del Serrasanta. Distrutta ancora da un violentissimo incendio, poiché le sue abitazioni erano quasi tutte in legno, venne ricostruita nel 1237 intorno all'abbazia di S. Benedetto con la bella pietra bianca della sua montagna, sull'attuale Colle Sant'Angelo(il santo dei Longobardi), dominato dalla Rocca Flea, dandosi libere istituzioni comunali sotto la protezione di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, presente alla cerimonia di fondazione, e seguendo la sua politica ghibellina. Contesa tra Gubbio e Perugia, successivamente si sottomise malvolentieri a Perugia prima di essere consegnata allo Stato della Chiesa da Iacopo P. Canino (1458).
La città venne seriamente danneggiata da una forte scossa tellurica il 27 luglio 1751. Il sisma cancellò gran parte delle sue caratteristiche tardo-medioevali, pur restando in piedi alcuni bei palazzetti e belle chiese romaniche e gotiche, come Santa Maria di Tadino (ora detta Santa Chiara), San Benedetto (sec.XIII), San Francesco (sec.XIV). La città antica è stata da sempre saccheggiata dei suoi marmi, colonne, mosaici, portati soprattutto a Perugia. La Rocca Flea custodisce attualmente un bel museo ricco di dipinti e arredi, tra cui un famoso polittico del sec. XV di Nicolò detto l'Alunno e alcune tavole di Matteo da Gualdo, fine pittore locale della fine del 1400.
Nel 1833 il Papa Gregorio XVI conferì all'abitato il titolo di città con il nome di Gualdo (Waldum) Tadino (Tadinum) e nel 1860 venne annessa al Regno d'Italia.
DOM.6-9-15: ESCURSIONE IN UMBRIA NEI DINTORNI DI ORVIETO.
ESCURSIONE AD ANELLO IN UMBRIA NEI DINTORNI DELLA CITTA' DI ORVIETO PASSANDO PER IL PAESE DI PORANO, CASTEL RUBELLO E VILLA PAOLINA.AL TERMINE DEL TREKKING, VISITA ALLA CITTA' DI ORVIETO....
Urbania - Percorso Ceramica | VIAGGIARTE
Viaggiarte è il progetto della Provincia di Pesaro e Urbino che intende valorizzare in modo innovativo il patrimonio culturale provinciale, comunicando e promuovendo l’identità del territorio attraverso nuove e aggiornate piattaforme tecnologiche e strumentazioni.
Sono a disposizione di cittadini, turisti e viaggiatori 5 percorsi tematici (archeologia, pittura, arte contemporanea, ceramica, rocche e castelli), che propongono altrettanti itinerari turistici e culturali attraverso tappe tra musei, centri espositivi, pinacoteche, chiese e siti archeologici.
La scelta dei luoghi visitabili privilegia i borghi e i comuni dell’entroterra, spesso poco conosciuti, che con le loro eccellenze completano la proposta del territorio.
Città di Capaccio Paestum - Bit 2014
Capaccio è un comune italiano di 22 380 abitanti della provincia di Salerno in Campania. Il suo territorio si estende da ovest a est dal mar Tirreno al Monte Soprano e da nord a sud dal fiume Sele al fiume Solofrone.Il paesaggio è caratterizzato, da ovest verso est, da una lunga linea di costa, con spiagge sabbiose larghe anche 80 metri, seguita da una florida fascia pinetata quindi da una vasta pianura, intensamente coltivata, che giunge alle pendici del gruppo montuoso, rientrante nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dove sorge il nucleo storico del paese.
Lo scienziato Nanni Piacentino 'anticipa' il festival dell'astronomia