L’arte del Presepe. Mostra al Museo dei Cappuccini di Genova
Dal 23 novembre 2019 al 2 febbraio 2020 al Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova è allestita la mostra “L’arte del Presepe”.
Tutte le informazioni su bccgenova.it
Il Museo dei Cappuccini di Genova presenta un percorso espositivo dedicato all’arte presepiale nelle sue diverse forme: da quello classico in statuine di legno, terracotta, terra cruda, carta incollata, a quello dipinto dai grandi artisti della scuola genovese del ‘600.
Il presepe è presente in milioni di case in tutto il mondo. La rappresentazione scenica del Mistero della Natività era già nota prima di San Francesco, ma è con il Poverello, e precisamente col presepe di Greccio (1223), che ha iniziato un nuovo modo, “evangelico e umano”, di rappresentarlo. Possiamo quindi considerare San Francesco d’Assisi come “l’inventore” del Presepe.
Il Natale è un evento spettacolare, da sempre il presepe ligure, in particolare quello dei cappuccini, offre uno spettacolo nuovo e vecchio allo stesso tempo: vecchio perché si ripete ormai da tre secoli, nuovo perché ogni anno raffigura sempre scene diverse ed è arricchito da nuovi dettagli che aiutano a conoscere le tradizioni popolari. C’è anche spazio per veri e propri spaccati di un mondo che non c’è più, come quello degli anni trenta del ‘900, dove un semplice rilegatore di Carmagnola, Franco Curti, dedicò più di 12.000 ore a costruire un presepe meccanizzato, che oggi entra davvero nella storia come uno dei presepi meccanici più antichi in Italia.
Il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento, quando si formarono le grandi tradizioni del presepe napoletano, genovese e bolognese. In questo secolo si diffusero i presepi nelle case dei nobili e nel XVIII secolo a Napoli e a Genova si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso. A Genova Anton Maria Maragliano era l’artista più noto e il prezioso corteo dei Re Magi esposto al Museo è attribuito alla sua prestigiosa bottega. Non mancano di espressività anche le statuine di Pasquale Navone, uno dei suoi più importanti seguaci.
Ma il presepe lo si apprezza anche nella sua forma più popolare. Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro simbolico attorno al quale ruotavano le festività natalizie. In Italia e non solo venivano realizzate statuine con materiale poveri e deperibili di cui si conservano poche testimonianze attraverso le quali si cerca di far rivivere storie e tradizioni popolari che stanno scomparendo. Ne sono esempio i “Macachi” in terra cruda, produzione di tipo casalingo in origine realizzata dalle figulinaie di Albisola, o le statuine di carta incollata di cui si hanno poche notizie e testimonianze storiografiche, la cui provenienza è incerta, ma che probabilmente venivano realizzate in campagna o in villaggi prevalentemente agricoli.
La vera e propria attrazione del periodo natalizio è costituita dal celebre presepe meccanico realizzato a partire dagli anni ‘30.
Quest’anno il Museo vuole ricordare padre Andrea Caruso mancato pochi mesi fa, fu lui a ricevere in dono dal costruttore il presepe negli anni ‘70 e, dopo averlo montato per oltre trent’anni, ha insegnato ai curatori del museo tutti i segreti del suo funzionamento.
Nato come presepe itinerante, che il costruttore portava in giro per l’Italia con tanto di camion e tendone al seguito, la sua prima esposizione pubblica risale agli anni ‘40 e da allora affascina grandi e piccini grazie agli oltre 150 personaggi in movimento. La parte centrale, animata da un unico motore, è un trittico di 40 m2, composto dalla ricostruzione di Betania, Gerusalemme e Betlemme al tempo di Gesù. Altri 5 motori muovono i quadri meccanici che precedono il presepe con le Profezie di Isaia, Michea, Malachia e la ricerca dell’alloggio.
Il percorso d’arte si articola in riflessioni tematiche sulla famiglia, sull’infanzia di Gesù, sui simboli e personaggi tipici delle rappresentazioni di artisti della scuola genovese del ‘600.
Quest’anno è messa in risalto la figura di San Francesco di Assisi, la sua vicinanza alla povertà di Gesù e Maria, che ha rispecchiato nella sua regola di vita, e il suo amore per Gesù Bambino. I frati cappuccini hanno da sempre riposto grande attenzione al Mistero della Natività, e fin dalle loro origini hanno reso omaggio a Gesù Bambino nelle loro chiese attraverso presepi molto apprezzati tra la popolazione, dei quali si conservano memorie negli archivi, appassionati racconti degli storici e la cui tradizione prosegue ancora oggi in ogni fraternità locale.
Un secolo ... di Cappuccini, mostra al Museo Cappuccini Genova
Un secolo....di cappuccini
APERTURA AL PUBBLICO 22 MARZO – 28 GIUGNO
Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova
Orari: dal martedì alla domenica 15.00 – 18.30,
giovedì 10.00-13.00 / 14.30 18.30
bccgenova.it
In occasione del primo decennio di attività il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova presenta una mostra antologica il cui curioso titolo Un secolo ... di Cappuccini vuole rispondere alle domande che molto spesso il pubblico pone: ma chi sono i frati cappuccini? Qual è la loro vocazione, il loro servizio spirituale, materiale e culturale nella società?
La risposta è offerta dalla mostra che, prendendo avvio dalle origini dell’Ordine, le cui radici affondano nel lontano 1528, offre al pubblico il profilo di alcuni frati vissuti nel ventesimo secolo, molti dei quali ancora presenti nella memoria dei confratelli e della gente; basti pensare a figure del calibro di Padre Pietro da Varzi (1895-1961), cappellano militare nella guerra civile spagnola, giornalista e pittore; Padre Umile da Genova (1898-1969), fondatore dell’opera sociale Sorriso Francescano; Padre Cassiano da Langasco (1909-1998), valente studioso, archivista ed esperto d’arte, e Padre Luca Spazzini (1924-2014), medico e missionario in Centrafrica.
La mostra si configura dunque come racconto di un’affascinante storia fatta di gioia e fraternità, di devozione e semplicità filtrato da un ricco repertorio di cronache, diari, libri, fotografie e documenti video.
Il percorso storico, che aiuta a conoscere le radici della storia dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, è impreziosito da opere d’arte che hanno stimolato la spiritualità dei frati stessi, tra esse sono sicuramente degne di menzione San Francesco nel deserto dipinto da Bernardo Strozzi (Genova, 1581 - Venezia, 1644), il Crocefisso ligneo di Anton Maria Maragliano (Genova, 1664 -1739), uno splendido rilievo ligneo raffigurante lo Svenimento della Vergine, opera di un anonimo scultore olandese della fine del XV secolo.
Di particolare pregio le tavole che formavano il polittico di San Barnaba attribuito a Giovanni di Pietro da Pisa (documentato a Genova dal 1401 al 1423) presentato dopo un lungo e impegnativo intervento di restauro volto a ripristinarne la bellezza artistica e l’originale chiave di lettura.
Ad animare questa mostra, la venticinquesima da quando è stato aperto il Museo, sarà una fitta serie di eventi - tra cui concerti, incontri culturali e scientifici, conferenze e visite guidate ai luoghi dei frati Cappuccini di Genova – che contribuiranno a testimoniare l’attualità e l’importanza del lavoro dei frati Cappuccini, ieri come oggi.
Il Dono di Natale del Museo dei Cappuccini
Cinque presepi, tutti straordinari e diversi che salutano Ia Natività tra preziosi dipinti dei grandi maestri dell'arte genovese del'600. E' l'anima della mostra II Dono di Natale aperta sino al 31 gennaio prossimo al Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova, patrocinata da Regione, Citta metropolitana e Comune di Genova.
Fra Vittorio Casalino, Padri Cappuccini di Genova
Cuore davvero pulsante di questa mostra e lo storico e stupendo presepe meccanico ideato da Franco Curti, appassionato artigiano di Carmagnola, negli anni '30. L'opera che lui stesso esponeva nelle piazze di tante citta con un camion e un tendone era stata donata ai Cappuccini nel 1976 e nelloro museo genovese e poi rinata.
Luca Piccardo, conservatore Museo Beni Culturali Cappuccini
Lasciato il presepe meccanico preceduto dalle profezie bibliche sempre di Franco Curti, facciamo un salto di tre secoli per ammirare le statuine della tradizione aristocratica del '700, delle scuole del Maragliano e del Navone.
Luca Piccardo, conservatore Museo Beni Culturali Cappuccini
Luca Piccardo, conservatore Museo Beni Culturali Cappuccini
E poi c'e il presepe della Campagna, dove il messaggio universale della Natività si sposa alle tradizioni genovesi.
Fra Vittorio Casalino, Padri Cappucci di Genova
Così troviamo Caterina Campodonico, Ia venditrice di noci e nocciole con una celeberrima statua a Staglieno, il carro con l'albero per il Confeugo, una donna avvolta nel mezzero genovese e tante altre stupende raffigurazioni.
E il Dono di Natale ispira solidarietà e fratellanza anche con un mercatino piccolo, rna dal cuore grande dove oggetti e presepi del Centrafrica e del Perù sono venduti a sostegno delle missioni cappuccine nei due paesi.
Fra Vittorio Casalino, Padri Cappucci di Genova
La mostra e aperta (ingresso da via B. Bosco)
tutti i giorni tranne il lunedi dalle 14.30 aile 18 giovedi anche 10 - 13
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info@bccgenova.org
tel. 010-8592759
2015©Produzione Ufficio Comunicazione
della Città Metropolitana di Genova
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I TRE NODI. Mostra al Museo dei Cappuccini di Genova
I tre nodi
Alla scoperta della Regola di Vita di s. Francesco di Assisi
MUSEO BENI CULTURALI CAPPUCCINI DI GENOVA
da venerdì 5 aprile a domenica 30 giugno 2019
inaugurazione giovedì 4 aprile ore 18.00
Viale IV Novembre, 5 16121 Genova
Ingresso da via Bartolomeo Bosco (dietro palazzo di Giustizia)
Info e prenotazioni: +39 010 8592759 – info@bccgenova.org – bccgenova.it
Orari: giovedì 10.00/13.00 – 14.30/18.30, venerdì, sabato e domenica15.00-18.30
e su prenotazione anche nei giorni di chiusura.
Chiuso nei giorni 25 aprile, 1° maggio, 2 e 24 giugno.
Col patrocinio di:
Comune di Genova
Città Metropolitana di Genova
Regione Liguria
“E dopo che il Signore mi dette dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso mi rivelò che dovevo
vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la
confermò”
Così Francesco d’Assisi racconta l’inizio della storia della sua famiglia religiosa nelle parole del suo
Testamento, scritto prima di morire, dopo avere dato ai suoi frati la Regola scritta, perché potessero
seguire Gesù.
Ad Assisi, otto secoli fa, si è svolta una tra le più belle avventure che il mondo abbia vissuto. Un
giovane, ritenuto dagli amici il più fortunato, perché ricco e spensierato, un giorno sentì la voce di Dio
che lo invitava a seguirlo: “Francesco, va e ripara la mia Chiesa, che va in rovina!”. Il giovane comprese
che l’invito comportava un cambiamento di vita: tentennò, tergiversò, ma poi accolse l’invito.
Distribuì ai poveri le sue ricchezze, si vestì di sacco, altri giovani gli chiesero di abbracciare la sua stessa
forma di vita. Con i suoi fratelli andò per il mondo a predicare il bene e la pace…
Si rese conto di avere trovato il segreto della vera felicità nella contemplazione del Cristo, nella vita in
comune con i frati presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, nel servizio ai lebbrosi, nel
condividere semplicemente con gli altri il pane che la Provvidenza ogni giorno gli donava.
L’esperienza della vita nuova rivelatagli da Gesù e praticata con generosità fu approvata da Papa
Onorio III con la Regola Bollata del 1223.
“Nel nome del Signore! La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il Santo Vangelo del Signore nostro
Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità.”
Da 800 anni i frati francescani, presenti in tutti i continenti, testimoniano agli uomini di tutti i tempi che
è possibile vivere ancora oggi l’esperienza evangelica di Francesco e che coi tre nodi si sono legati a
Cristo, alla Chiesa e a servizio dell’umanità.
Il Francescanesimo oggi, attraverso i tre Ordini, continua il suo messaggio di fraternità universale,
nell’esempio di laboriosità dei frati, che nei conventi, nelle parrocchie, negli ospedali, nei campi di
missione, s’impegnano nei più svariati Ministeri: dalle chiese alle scuole; dal lavoro manuale alla
solidarietà nelle opere sociali. In sintonia con la Regola “purché non si spenga lo spirito della santa
orazione e devozione, a cui tutte le altre cose debbono servire”.
Scopo dell’esposizione è avvicinare l’uomo di oggi alla comprensione degli scritti di San Francesco, e in
particolar modo della Regola.
La mostra presenta lo spirito francescano attraverso parole chiave come: spiritualità, carità, povertà,
minorità, fraternità, evangelizzazione.
Non dimentichiamo che con Ordine francescano viene indicato per antonomasia quello dei Frati
Minori nel suo complesso: il cosiddetto Primo Ordine fondato appunto da San Francesco nel 1209, i
cui membri sono oggi raggruppati nelle tre famiglie dei Frati Minori, Frati Minori Conventuali e Frati
Minori Cappuccini, professanti tutti l’identica Regola del Fondatore, ma con Costituzioni, tradizioni e
caratteristiche proprie.
Le Costituzioni delle tre famiglie hanno lo scopo di aiutare, nelle mutevoli situazioni dei tempi, a
osservare la Regola nel modo più coerente, a salvaguardare l’identità e a darne concreta espressione.
La vita evangelica dei Frati Minori è condivisa con le monache discepole di Santa Chiara d’Assissi e con
i Francescani Secolari (OFS). La Famiglia Francescana ha generato un gran numero di Santi, Martiri e
Testimoni della carità.
La mostra è l’espressione di un cammino comune alle tre famiglie presentato attraverso opere d’arte e
documenti che richiamino l’attenzione sugli aspetti fondanti del francescanesimo.
I 12 capitoli della Regola Bollata sono raccontati attraverso altrettante sezioni espositive, presentando
oggetti d’uso, le collezioni di cultura materiale conventuale (sporte, borracce, cartegloria, reliquiari,
paramenti,paliotti), opere che danno rilievo all’iconografia specifica di San Francesco (B. Strozzi, G. B.
Carlone, L. Tavarone, G. B. Crespi detto il Cerano, F. Cairo), manoscritti, incunaboli, cinquecentine e antichi
documenti dal valore storico e documentario.
Contempliamo il presepio - Mostra d'arte e presepi al Museo dei Cappuccini di Genova
CONTEMPLIAMO IL PRESEPIO.
La bellezza di Maria nell’arte
da sabato 3 dicembre 2016 a giovedì 2 febbraio 2017
MUSEO BENI CULTURALI CAPPUCCINI DI GENOVA
Viale IV Novembre, 5 - Passo Santa Caterina Fieschi Adorno 16121 Genova
ingresso da Via Bartolomeo Bosco (dietro Palazzo di Giustizia)
Orari: dal martedì alla domenica 14.30-18.00 - giovedì 10.00/13.00 – 14.00/18.00
info: sito internet: bccgenova.it
tel: 0108592759
10 anni di Museo BCC Genova
Festeggiamo i 10 anni di attività del Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova a servizio della cultura e della spiritualità francescana.
Museo Beni Culturali Cappuccini
Viale IV Novembre, 5
16121 Genova
ingresso da via Bartolomeo Bosco (dietro il Tribunale di Genova)
info: +39 101 8592759
info@bccgenova.org
bccgenova.it
Fra storia, arte e devozione i Frati Cappuccini si raccontano
“Un secolo di… Cappuccini” è il titolo della mostra antologica che racconta la storia di fratellanza, devozione, servizio, serenità e semplicità dell’Ordine di questi frati minori, aperta sino al 28 giugno al Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova con i patrocini del Comune e della Città metropolitana di Genova e della Regione.
L’abbiamo visitata con Fra Vittorio Casalino e la prima tappa è davanti a questo magnifico altare ligneo del ‘700, dove il grande volume della regola e dei fioretti riporta a San Francesco, fondatore dei frati minori.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
I cappuccini furono fondati nel primo ‘500 e la mostra, attraverso cinque secoli, si sofferma in particolare su grandi e indimenticabili figure di frati del ‘900 che hanno incarnato storia, spirito e devozione dell’ordine.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
E poi frati missionari e cappellani militari nelle tragedie belliche, come frate Generoso Ghiglione.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
Il percorso sulle radici dei Cappuccini è scandito anche da opere d’arte come il San Francesco nel deserto di Bernardo Strozzi, il Crocefisso ligneo di Anton Maria Maragliano, lo splendido rilievo sullo Svenimento della Vergine della fine del XV secolo e dal polittico di San Barnaba di Giovanni di Pietro da Pisa, rinato da un lungo e impegnativo restauro.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
In alto la testimonianza dei Domenicani, che vivevano nel Convento di San Barnaba prima dei Cappuccini che vi arrivarono nel 1538. E poi la teoria dei santi.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
I cappuccini, riconosciuti da Papa Clemente VII nel 1528, due anni dopo erano già a Genova, grazie alla nobildonna Caterina Cibo che ne favorì l’insediamento. E da allora ci sono sempre rimasti.
Fra Vittorio Casalino, Frati Cappuccini di Genova
info su mostra ed eventi tel. 010-8592759
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servizio di: Stefano Villa
riprese e montaggio: Livio Marciano
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La grande peste del 1656-57 in mostra al Museo dei Cappuccini
Secondo stime attendibili uccise nel giro di due anni il 70-75% della popolazione genovese, che era allora di circa 100.000 persone, e fu quindi un’autentica strage, una tragedia storica più sconvolgente di una guerra: la grande peste del 1656-57 colpì con estrema violenza una Genova al culmine della sua grande potenza marittima, mercantile e finanziaria, e non risparmiò neanche la nobiltà, che pure aveva il grande vantaggio di poter fuggire dal morbo rifugiandosi nelle numerose tenute di campagna. All’epidemia di metà Seicento, arrivata attraverso i traffici marittimi da Napoli e da Roma e quasi sempre letale in pochi giorni dal momento del contagio, è dedicata una mostra al Museo dei Beni culturali Cappuccini di Genova (viale IV Novembre, 5, ingresso da via Bartolomeo Bosco, dietro il palazzo di Giustizia), che aprirà i battenti sabato 1 aprile per restare aperta fino al 2 luglio 2017 con orario 15-18.30 dal martedì alla domenica (il giovedì 10-13 e 14-18.30). L’inaugurazione sarà venerdì 31 marzo alle 18. La mostra, curata da Daphne Ferrero e Luca Piccardo, prende le mosse dal libro che alla pestilenza del 1656-57 dedicò proprio un cappuccino, padre Romano da Calice: in quel volume, che ebbe tre edizioni fra gli anni ’90 e il 2004, i tragici avvenimenti che colpirono la città sono raccontati attraverso le testimonianze dei alcuni personaggi, prevalentemente religiosi dediti all’assistenza degli appestati, che vissero quella tragedia in prima persona, lasciando una documentazione spesso unica e straordinaria: Padre Antero Maria Micone da San Bonaventura, agostiniano scalzo, descrisse in un volume i numerosi lazzareti sorti ovunque in città (se ne contavano ben 11, di cui quello più famoso alla Foce, e all’apice del contagio i morti erano così tanti che non c’era abbastanza personale per curare gli ammalati e neanche per seppellire i morti); padre Maurizio Taxil da Tolone, frate cappuccino, ‘profumiere’, venne chiamato in città dalla Repubblica per disinfettare le abitazioni ammorbate con i preparati chimici (‘profumi’) per cui divenne celebre durante la pestilenza di Marsiglia (nonostante il nome, appare evidente dalle ricette descritte negli scritti di Taxil, ed esposte nella mostra, che i suoi preparati fossero in realtà potenti veleni); Giò Bartolomeo Campasso, benemerito notaio della Repubblica di Genova, fu incaricato di raccogliere in un volume di 284 pagine tutti gli editti emanati dallo Stato durante il periodo della pestilenza. Questi ad altri documenti esposti in mostra sono tratti dall’Archivio Storico Provinciale dei Frati Cappuccini di Genova e dalla Biblioteca Provinciale dei Frati Cappuccini di Genova, oppure provengono dagli archivi degli antichi ospedali genovesi di Sant’Andrea e di Pammatone (oggi conservati rispettivamente presso gli archivi degli ospedali Galliera e San Martino). Non mancano alcuni oggetti dell’epoca, come strumenti medici, e opere d’arte aventi a oggetto la peste. La mostra, a cui è collegato un ciclo di conferenze su vari aspetti della peste: storico, medico, farmaceutico, religioso, assistenziale e artistico, ha il patrocinio di Comune di Genova, Città Metropolitana di Genova, Regione Liguria, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Azienda Sanitaria 3 Genovese.
Info e prenotazioni: +39 010 8592759 – info@bccgenova.org – bccgenova.it
Chiuso nei giorni di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 e 24 giugno.
2017©Ufficio Comunicazione
della Città Metropolitana di Genova
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I presepi dei Cappuccini della Liguria - Mostra d'arte e di Presepi
Mostra d'arte e di presepi in occasione del Santo Natale 2017 presso il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova.
A cura di Daphne Ferrero e Luca Piccardo
per informazioni
bccgenova.org
LE VIE DELL'ESTASI IN MOSTRA A GENOVA
Museo Beni Culturali Cappuccini Genova
Viale IV Novembre, 5
16121 GENOVA
Presepe Meccanico di Franco Curti al Museo dei Cappuccini di Genova
Il Presepe Biblico Animato, costruito interamente a mano dall'artigiano di Carmagnola Franco Curti alla fine degli anni '30, presenta ricostruzioni di Betlemme, Gerusalemme e Betania al tempo di Gesù e la sua parte centrale misura 40 metri quadrati... 150 sono le statuine in movimento e il presepe è preceduto dai quadri meccanici delle profezie di Isaia, Michea e Malachia più la ricerca dell'alloggio
Ogni anno è visitabile nei mesi di dicembre e gennaio presso il Museo dei cappuccini di Genova, Viale IV Novembre 5. per informazioni bccgenova.org
Guida speciale ai presepi di Genova e della Liguria
Sonia Italiano ILUMINA RECREATA GRAFIA DI LUCE
Presso lo splendido Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova, il 23 febbraio 2017, assistiamo alla presentazione del libro LUMINA RECREATA GRAFIA DI LUCE, un titolo che sta a significare che la scultura delle statue presenti a Staglieno rivive attraverso l’arte fotografica. Intervengono: Padre Vittorio Casalino, Gianni Franzone, Sonia Italiano,Luigi Mori,Aldo Padovano e Francesco Macrì.Il libro nasce da una collaborazione interdisciplinare tra Roberto Corradino e Nadia Cice che hanno realizzato le splendide fotografie in bianco e nero delle statue del cimitero di Staglieno, Angelo Maurizio Bacosi che ha arricchito il testo con inserti poetici, e naturalmente tutto a cura di Francesco Macrì, docente di discipline giuridiche ed economiche e appassionato della storia di Genova, e Luigi Mori, esperto di arti figurative, in particolare quelle genovesi.
Esplorazione del Bastione dell'Acquasola
ACQUASOLA
Quest'anno celebriamo il trentennale del ritrovamento degli scheletri dell'Acquasola a Genova. Correva l'anno 1989 quando un sopralluogo fortunato, ma non casuale in quanto conseguente ad una serie di ricerche mirate, conduce l'equipe genovese della Commissione Cavità Artificiali (composta dagli studiosi del Centro Studi Sotterranei) alla riscoperta delle strutture interrate del cinquecentesco Bastione dell'Acquasola (appartenente alle Vecchie Mura della 6^ cinta fortificata).
Un tombino localizzato sul piano stradale di Viale IV Novembre consente l'accesso ad un pozzetto profondo circa 12 metri. La discesa avviene sotto uno copioso stillicidio prodotto dal condotto di drenaggio collegato al laghetto presente al centro del parco urbano. Uno stretto e breve pertugio collega il pozzetto ad una bassa galleria voltata sub-orizzontale che si sviluppa in due direzioni, opposte tra loro. Il ramo di sinistra (in direzione Piazza Corvetto), dopo un paio di curve, diventa quasi impraticabile a causa della presenza, sotto la superficie dell'acqua, di vere e proprie sabbie mobili, melmose e maleodoranti, che risucchiano gli stivali degli esploratori. La fortuita presenza di alcune lastre di pietra arenaria, poste trasversalmente rispetto all'asse dello stretto cunicolo, e a quota appena sommersa, sistemate chissà quando? e da chi?, consentono il faticoso procede all'interno dell'angusto condotto (alto poche decine di centimetri) che risulterà poi, dall'esame del rilievo realizzato sul campo, svilupparsi in adiacenza esterna al perimetro dell'antica struttura militare. Riteniamo potesse trattarsi di una galleria di contro-mina. Si raggiunge infine un punto più elevato, sormontato da un camino a forma di semi conoide (un tempo in comunicazione diretta con la superficie) che risulterà essere posto planimetricamente in corrispondenza del vertice del saliente scarpato del bastione. Proprio in questo punto, una stretta breccia irregolare consente di penetrare all'interno dei lunghi ed ampi camminamenti militari la cui pianta si sviluppa con forma pentagonale. Ovviamente grande è la meraviglia nel constatare … (CONTINUA - leggi prossimamente Parte 2). Per l'occasione postiamo un video che abbiamo preparato in occasione della bella mostra LA GRANDE PESTE - Genova 1656-1657, allestita presso il Museo dei Beni Culturali Cappuccini, dal 31 marzo al 2 luglio 2017.
Il Presepe del Museo Luxoro in mostra presso Regione Liguria
Presentato alla città l'allestimento natalizio del Presepe conservato al Museo Luxoro, composto dalle storiche statuine di Pasquale Navone. La composizione è visitabile fino al 15 gennaio presso la Sala Trasparenza di Regione Liguria, in piazza De Ferrari
Intervista all'assessore alla Cultura Carla Sibilla e a Giulio Sommariva, curatore del Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti
Giuseppe Ercolano in mostra a Villa del Balbianello
Il presepe Napoletano incontra il Lario, pastori in cammino la personale di Giuseppe Ercolano per il Natale 2019 sul lago di Como
Gianni Franzone LUMINA RECREATA GRAFIA DI LUCE.
Presso lo splendido Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova, il 23 febbraio 2017, assistiamo alla presentazione del libro LUMINA RECREATA GRAFIA DI LUCE, un titolo che sta a significare che la scultura delle statue presenti a Staglieno rivive attraverso l’arte fotografica. Intervengono: Padre Vittorio Casalino, Gianni Franzone, Sonia Italiano,Luigi Mori,Aldo Padovano e Francesco Macrì.Il libro nasce da una collaborazione interdisciplinare tra Roberto Corradino e Nadia Cice che hanno realizzato le splendide fotografie in bianco e nero delle statue del cimitero di Staglieno, Angelo Maurizio Bacosi che ha arricchito il testo con inserti poetici, e naturalmente tutto a cura di Francesco Macrì, docente di discipline giuridiche ed economiche e appassionato della storia di Genova, e Luigi Mori, esperto di arti figurative, in particolare quelle genovesi.
presepio genovese 2013
Presepio restaurato.
Timelapse - Making of Presepe San Paolo 2015 - Cuneo
Presepio Genovese
Presepe Genovese