110210 Museo Arte Sacra Vittorio Veneto
Vittorio Veneto - Insieme a Mons. Rino Bechevolo, anima e memoria storica del Museo di Arte Sacra di Vittorio Veneto, scopriamo le ricchezze e i tesori custoditi nelle soffitte del Museo. (Elena Mattiuzzo)
Pronti Partenza...Via - TREVISO urbs picta #documentario
In questa puntata di Pronti Partenza ...Via viene presentata TREVISO, città veneta capoluogo della Marca, territorio ricco e operoso, nonché capitale della gastronomia veneta.
Se le donne di Calmaggiore, la principale via della città, facevano innamorare gli uomini di mezza Europa, la città paragonata alla donna-dea Venere sembra nascere dall'acqua. Il centro storico è circondato da mura cinquecentesche e da canali. Il principale fiume è il tranquillo Sile che riceve le acque del Botteniga, il quale passando sotto le mura di divide nel canale dei Buranelli, nel Cagnan e nel Siletto.
Le caratteristiche vie del centro, con le case, spesso porticate, raccontano la storia della città, chiamata un tempo Urbs picta, la città dipinta. Usanza era quella di affrescare le case, a volte con semplici motivi che rievocavano la tessitura dei mattoni, per nobilitarne l'aspetto e celare i materiali poveri con cui erano costruite.
Inoltre Treviso è famosa per aver ricevuto l'appellativo di Marca gioiosa et amorosa per il piacere di vivere dei suoi abitanti, il principale simbolo di questa abbondanza è la Fontana delle Tette che elargiva dai seni vino bianco e rosso.
Indubbiamente la città è stata un importante tassello del dominio veneziano, numerosi sono anche gli edifici medioevali, dalle chiese (San Francesco, San Nicolò, Santa Lucia), ai palazzi (Palazzo dei Trecento, Palazzo della Prefettura, Loggia dei Cavalieri).
Da non dimenticare i musei e i teatri cittadini (restaurati recentemente grazie all'interessamento della fondazione Cassamarca): l'ottocentesco Teatro Comunale e il Teatro Eden in stile liberty.
Una realizzazione di Fabrizio Vaghi e Paolo Vaghi
Testi, grafica, montaggio e regia di Fabrizio Vaghi
Una produzione Vaghi per il mondo
Puntata condotta da Fabrizio Vaghi e Laura D'Angiolella,
con la partecipazione di Luciano Franchin (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Treviso) e Gianfranco Gagliardi (Amministratore Unico della Teatri e Umanesimo Latino, società strumentale della Fondazione Cassamarca).
Si ringrazia inoltre l'Ufficio Diocesano di arte sacra e beni culturali della Curia Vescovile di Treviso per l'autorizzazione alle immagini dei beni di loro proprietà e il settore Cultura e Turismo del Comune per la collaborazione.
Tutti i diritti riservati, Vaghi per il mondo, 2014 -
Vietata la duplicazione e la diffusione non autorizzata al di fuori del canale
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Guarda altre puntate di Pronti Partenza...Via, alla scoperta delle più belle città d'arte in Italia:
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Nonantola (Modena) - Borghi d'Italia (Tv2000)
La IV puntata stagionale di Borghi d’Italia ci porta alla scoperta di Nonantola (Modena). Il Comune, edificato sul tracciato dell’antica Romea Nonantolana, è conosciuto al mondo per l’omonima Abbazia dedicata a San Silvestro Papa. L’Abbazia fu fondata nel 752 dal benedettino Sant’Anselmo su incarico del re longobardo Astolfo. Col favore di re ed imperatori, divenne ben presto uno dei maggiori centri monastici d’Europa. Nel corso del programma incontriamo il sindaco, il priore del capitolo abbaziale e gli altri protagonisti della vita cittadina. Visitiamo il centro storico, le due torri, il museo di Nonantola ed i luoghi più significativi dell’Abbazia. Tra le tante bellezze raccontiamo anche il museo benedettino e diocesano d’arte sacra che conserva la pergamena con il monogramma di Carlo Magno e le altre pergamene di Matilde di Canossa e Federico Barbarossa. Ma il cuore del museo è senz’altro la sala della reliquia della Santa Croce.
Non manca l’itinerario del gusto con in testa gli speciali cappelletti in brodo.
Buona visione!
Vittorio Veneto - Museo Diocesiano di Arte Sacra a Ceneda
Si trova allestito all'ultimo piano del seminario vescovile di Ceneda, in piazza Giovanni Paolo I.
You can visit it in the diocesan seminary in Vittorio Veneto - Ceneda
101217 mostra icone a Vittorio Veneto
treviso - Il museo d'arte sacra di Vittorio Veneto ospita la mostra Icone di Nikla Fadelli De Polo (Elena Mattiuzzo)
Arte sacra a Morano Calabro
La veste della Sposa, preziosa esposizione permanente nella Chiesa del Carmine di paramenti, argenti e arredi che il parroco della Maddalena e tre giovani di Morano hanno sottratto all'oblio.
Jesi : Museo Diocesano
Il Museo Diocesano di Jesi, ospitato nel Palazzo Ripanti Nuovo, è stato fondato nel 1966 con lo scopo di raccogliere le testimonianze dell'arte religiosa della Vallesina. Con il passare del tempo la raccolta diocesana si è arricchita notevolmente grazie all'acquisizione di nuove importanti opere, sottratte al rischio di dispersione e di trafugamenti, purtroppo estremamente probabili in chiese chiuse o prive di sorveglianza costante. Attualmente il Museo Diocesano conta circa 200 opere tra dipinti, sculture, apparati liturgici, reliquiari ed ex voto che coprono un arco di tempo che va dall'VIII al XIX secolo.
Proveniente dal Monastero delle Clarisse di Jesi, il Cristo ligneo processionale è opera del XIV sec. Nonostante i ripetuti interventi di restauro, la struttura originaria dell'opera è integra e capace di comunicare il profondo desiderio di realismo attraverso un'anatomia accurata ed un'espressione serena e consapevole del volto.
D'impronta compiutamente rinascimentale sono alcune tavole di soggetto mariano riconducibili ad autori marchigiani. In particolare si segnalano la Madonna col Bambino di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro che costituiva la parte centrale di un trittico le cui tavole laterali sono oggi conservate a Palazzo Venezia a Roma, e un'altra Madonna con Bambino del 1504 commissionata dal Vescovo Tommaso Ghislieri, come riporta una scritta sulla parte bassa del dipinto. D'insolita impostazione è l'Immacolata Concezione di Antonino Sarti (1580-1647) proveniente della Collegiata di Montecarotto. Pur datata 1627, la pala riprende moduli quattrocenteschi nel tema iconografico della Vergine, nel fondo oro popolato di angeli, nella presenza di ghirlande e vasi fioriti. Di Claudio Ridolfi (1570-1640) è l'Assunzione della Vergine e Santi. Al XVI sec. va ascritta una bella scultura in legno dorato che ritrae la Madonna del Soccorso, proveniente dal Santuario del Soccorso di Poggio San Marcello.
Lo Stendardo Processionale, in legno intagliato e dorato, è opera probabile degli Scoccianti, una famiglia di intagliatori attivi tra il XVII e il XVIII secolo, il cui capostipite Andrea è noto con l'appellativo di Raffaello delle fogliarelle per l'abilità nel modellare decorazioni a motivi floreali. Il Museo Diocesano di Jesi si segnala per un consistente gruppo di dipinti di Ercole Ramazzani (1530-1598), pittore originario di Arcevia per alcuni anni allievo di Lorenzo Lotto; rappresentano l'Ascensione, opera firmata e datata 1582, di proprietà del Santuario di Poggio San Marcello, una Madonna con Bambino e Santi, firmata e datata 1593, della Parrocchia di Rosora, Vergine in Gloria e Santi del 1586, proveniente da Poggio San Marcello e la Circoncisione di Gesù, del 1588, proveniente dalla Badia di Castelplanio.
Di straordinario impatto visivo e valore artistico è sicuramente la grande Croce Processionale, proveniente dal Santuario dell'Adorazione, unico esempio conservato nelle Marche, in legno a fondo oro monocromato color seppia. E' istoriata con 11 pannelli dipinti a olio che illustrano, nelle due facce, episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento. La Croce è di autore ignoto ma altamente qualificato e presenta caratteristici tratti rinascimentali già inflessi verso lo stile barocco; risale pertanto a un periodo che va dalla fine del XVI sec. all'inizio del secolo successivo.
Di notevole interesse sono 4 miniature su pergamena datate 1653, a riproduzione e memoria degli scomparsi affreschi di Andrea di Bartolo eseguiti nel 1470 per commemorare la fondazione del Santuario di S. Maria fuor di Monsano. Tabernacoli, calici e candelabri completano una raccolta che trae interesse anche dalle espressioni di devozione popolare.
Il Museo Diocesano di Jesi ospita una particolare e ricca collezione di opere d'arte contemporanea realizzate da alcuni dei maggiori artisti della regione. La sezione contemporanea nasce come esposizione dei lavori donati al Museo dai partecipanti alla Rassegna d'Arte Contemporanea Biblia pauperum, organizzata con cadenza triennale dalla Diocesi; essa si è arricchita negli anni di ulteriori donazioni fatte da privati. Tra le numerose opere presenti, si possono ammirare una serie di chine di Orfeo Tamburi, una Madonna con Bambino di Eugenio Azzocchi e alcune incisioni di Valeriano Trubbiani.
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Centri commerciali, Cinema, Teatri, Discoteche, Locali divertimento, Eventi sportivi in Conegliano e dintorni di Conegliano quali: Appartamento Hoffmann, Mamilla, Conè Centro Commerciale, Cinema Meliè, Zoppas Arena, Teatro Accademia, Diamantik, Cupido, ecc.
Strutture di cura: Ospedale di Conegliano, Ospedale di Vittorio Veneto, Centro Medicina, CRO di Aviano, Ospedale Sacile, Ospedale Pordenone, Ospedale di Vittorio Veneto otorinolaringoiatria laringe ULSS7, Costa di Vittorio Veneto reparto ORL, Ospedale di Rovigo, da aeroporto Treviso a ospedale Vittorio Veneto, da aeroporto Venezia a Ospedale Vittorio Veneto.
Turismo a Vittorio Veneto, Ceneda, Serravalle : Museo del Cenedese Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco della Confraternita di S. Maria dei Battuti di Serravalle, Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, Galleria civica di arte medievale, moderna e contemporanea Vittorio Emanuele II, Museo del baco da seta, Palazzo Minucci-De Carlo, Museo diocesano di Arte Sacra Albino Luciani, Museo di scienze naturali Antonio De Nardi, Museo della Cattedrale,Museo di geologia, Cattedrale di S. Maria Assunta e San Tiziano, Duomo di Santa Maria Nova, Pieve di Sant'Andrea di Bigonzo, Chiesa di Santa Maria del Meschio, Chiesa di Santa Giustina, Chiesa di San Giovanni, Oratorio di San Marco e Lorenzo dei Battuti, Santuario di Santa Augusta, Chiesa di S. Maria Maggiore a Ceneda, Chiesa di San Paolo in Piano, Castrum di Serravalle, Castello di San Martino, Palazzo Minucci - De Carlo, Torre dell'Orologio, Ville Liberty lungo Viale della Vittoria, Palazzo Cavalcanti Casoni detto Il Cason, Palazzo Flaminio, Palazzo Borsoi, Casa Antonello, Palazzo Galletti, Palazzo Sarcinelli, Palazzo Racola de Fontanellis Troyer, Borgo Caloneghe, Borgo Maren, Borgo Sangusè, Borgo Olarigo, Borgo di Costa, Borgo Gallina, Borgo Carpesica, Borgo Cozzuolo, Borgo Formeniga e Manzana, Borgo S. Antonio alle Perdonanze, Borgo Olivi (Fais), Borgo al Ponte, Piazza del Popolo, Piazza Marcantonio Flaminio, Piazza Papa Giovanni Paolo I, Piazza Minucci, Piazza San Michele Arcangelo detta Piazza Salsa, Piazza Meschio, Villa Posocco, Villa Segat, Villa Palatini, Villa Costantini, Morosini, Papadopoli, Palazzo Doro-Althann, Villa Zuliani, Villa Pasqualis, Villa Costantini Vettore, Villa Franceschin, Villa della Colletta, Fassina, Raumer-Zanchetta, Villa Calbo-Crotta, Villa Vicentini, Breda, Berretta, Villa Bianchi, Rosada, Altoè, Cortuso, Villa Bianchi Rosada detta Casa Rossa, Villa Palazzo Lucheschi, Villa Balbinot, Villa Croze, Villa Chiggiato, Villa Errera , Villa Vianello-Passi, ecc.
MILANO - Chiesa di San Bartolomeo - via Moscova
LA STORIA - Per avere un quadro completo della Storia della Chiesa di S. Bartolomeo è necessario conoscere alcuni precedenti storici. Nei secoli antecedenti il XIX secolo la Chiesa di S. Bartolomeo si trovava presso il Naviglio e precisamente alla confluenza delle attuali via Manzoni, Fatebenefratelli e Piazza Cavour, accanto agli Archi di Porta Nuova ancora visibili. Ne dà testimonianza di questa stupenda veduta Marcantonio del Re.
Di questo periodo rimangono scarsissime testimonianze di quanto S. Carlo Borromeo prima e il Cardinale Federico Borromeo poi dedicarono la loro illuminata e concreta attenzione per l'ampliamento e la crescita di quel tempio.
Occorre tuttavia tenere presente alcune date che rivestono una certa importanza e che mettono in evidenza l'importanza di questa Chiesa
Fino al 1805 questa Chiesa fu Parrocchia sempre bene frequentata ed amata. Diverse famiglie nobili infatti vollero, per la loro ultima pietosa dimora, monumenti funebri e lapidi in questa Chiesa. Tra i vari casati significativi di quell'epoca si ricordano in modo particolare quelli di Bascapè, Bodio, Brivio, d'Adda, Fagnani. Lattuada, Meda, Melzi, Porta, Recalcati, Simonetta, Zanardi. In particolare viene ricordato la posa di un monumento di un nobile tirolese il Conte Carlo di Firmian, che fù Ministro Plenipotenziario di Milano di Maria Teresa D'Austria presso il Governo della Lombardia.
Nel 1683 la Contessa Teresa Godrone Serbelloni, pochi mesi dopo la vittoria contro i Turchi, attribuita alla intercessione di Maria, donò a questa Chiesa l'icone della Madonna del Buon Aiuto, che fu collocata all'altare laterale di S. Isidoro.
Questo quadro era una copia del quadro originale attribuito a Luca Muller de Kranack, pittore aulico di Federico III di Sassonia, che fu posto all'altare principale della Chiesa Cattedrale di Insbruck.
Le cronache di quel tempo raccontano che nell'archivio di quella Cattedrale, esistono 4400 certificati di favori spirituali e temporali ottenuti per l'intercessione della Beata Vergine dell'Aiuto.
Anche nella nostra Chiesa questa icone destò sempre molta devozione. Nacque un Pio Consorzio della Beata Vergine dell'Aiuto che raggruppava devoti e che in seguito fu chiamato Associazione della B. V. dell'Aiuto nel cui statuto venivano precisati alcuni doveri diretti a tenere viva la devozione ed al ricordo vicendevole dei partecipanti.
Continuando l'analisi di quei tempi è rimasto noto un episodio che si è verificato nel periodo delle Cinque Giornate di Milano per la presenza degli Austriaci, che merita di essere particolarmente ricordato.
Un reparto di soldati agli ordini di un certo Tenente Wolf aveva sfondato la porta della canonica della Chiesa di S. Bartolomeo alla ricerca di un noto antiaustriaco. Non avendolo trovato un soldato volle salire al primo piano di quella casa dove abitava un Sacerdote di nome Don Marino, noto in città perché considerato un ottimo quaresimalista e come Sacerdote dal carattere molto mite.
Non si seppe mai cosa realmente fosse successo. Forse si era soltanto rifiutato di dare le informazioni richieste riguardante la persona che veniva ricercata. Di fronte a questo rifiuto, quel soldato si era forse imbestialito. Conclusione Don Marino fù trovato sul pavimento esanime. L'austriaco non si era fermato nemmeno di fronte alla sacralità della veste talare.
In seguito e cioè dal 1805 per varie ragioni fu aggregata alla Chiesa vicina di S. Francesco da Paola come sussidiaria.
Fu in concomitanza con l'unità di Italia e cioè col 1861 che si decise, unicamente per sole ragioni di ristrutturazione urbanistica , l'abbattimento dell'antica chiesa che venne ricostruita nella attuale posizione di Via della Moscova, 6. L'architetto di questo tempio fu Maurizio Garavaglia che diede un taglio architettonico egregio. Nel recente restauro sono stati messi in evidenza ornamenti particolari che sono stati trattati dai restauratori con speciali attenzioni. Tra l'altro questa Chiesa viene molto apprezzata per la particolare acustica, che rende gradevole anche l'ascolto dei vari concerti.
Nel 1901 la Chiesa di S. Bartolomeo Ap. fu riconfermata Parrocchia. Il presente sito è stato voluto anche per ricordare questo centenario.
Monsignor Cesare Boga
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video prodotto da TELENOVA
testo da chiesadimilano.it
mostra Orsola e Caterina le radici di una santità 21.X - 25.XI.2007
Per la prima volta esposte in Italia gli affreschi di santa Caterina dei musei Vaticani. La mostra accosta la figura della martire alessandrina a quella di un'altra martire, sant'Orsola, entrambe ispiratrici di sant'Angela Merici per la sua Compagnia.
Esposto in mostra anche lo stupendo trittico di Antonio Vivarini, l'opera pittorica più bella e rappresentartiva dell'arte del '400 a Brescia.
Provincia di Cosenza: inaugurazione del Museo delle Arti e dei Mestieri
Con la mostra orafa Cosenza Preziosa, è stato inaugurato il Museo delle Arti e dei Mestieri della Provincia di Cosenza. Un museo che sorge nel cuore antico della città, nello storico Palazzo della Fondazione Carical, e che vuole essere il luogo d'elezione per un ciclo di mostre dedicate ai saperi artigianali del territorio. Di volta in volta, ospitate nelle ampie sale, troveranno posto le produzioni tessili, la liuteria, la ceramica e il legno. Si comincia con le opere di una ventina di maestri orafi. La mostra Cosenza Preziosa è visitabile fino al 22 gennaio.
LO SCULTORE DEI PAPI
Floriano Bodini (1933/2005) dedicò tutta la sua vita alla scultura, con una attenzione particolare alla rappresentazione Sacra.
Nato a Gemonio (VA), pur avendo trasferito il suo studio a Milano e aver lavorato all'estero, è sempre stato legato al proprio territorio, dove, il Museo Civico del paese natio, raccoglie opere significative dell'intero arco della sua vita artistica.
450° Cremona per Monteverdi 2017
Da aprile a dicembre 2017 concerti, mostre, eventi e convegni per celebrare il più grande compositore cremonese di tutti i tempi.
Luce su Giovanni Bellini
Luce su Giovanni Bellini è un progetto che coinvolge numerosi enti, pubblici e privati, per invitare alla riscoperta dell’artista veneziano in occasione del quinto centenario della morte.
L’obiettivo è quello di sollecitare la visione e la conoscenza delle sue opere presenti tanto nei musei quanto in diverse sedi nel territorio del Veneto:
A Venezia…
Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Nicola da Bari, Benedetto e Marco, e angeli musicanti - Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari;
Santi Cristoforo, Vincenzo Ferreri e Sebastiano - Basilica dei Santi Giovanni e Paolo;
Assunta in Gloria - Museo Diocesano;
Madonna con il bambino San Marco, Sant’Agostino e il Doge Agostino Barbarigo - Chiesa di San Pietro Martire, Isola di Murano;
Madonna con il Bambino e santi e un angelo musicante - Chiesa di San Zaccaria;
La Vergine con il Bambino fra i santi Giovanni Battista,
Francesco, Girolamo, Sebastiano e il committente inginocchiato Giacomo Dolfin - Chiesa di San Francesco della Vigna;
Santi Girolamo, Cristoforo e Ludovico da Tolosa - Chiesa di San Giovanni Crisostomo;
Battesimo di Cristo con due angeli e il committente, gran Priore Sebastiano Michiel - Chiesa Gran priorale di san Giovanni del Tempio dell’Ordine di Malta;
Pietà – Palazzo Ducale;
Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor - Museo Correr;
Crocifissione - Museo Correr;
Cristo morto sorretto da due angeli - Museo Correr;
Madonna col Bambino (Madonna Frizzoni) - Museo Correr;
Presentazione di Gesù al Tempio - Fondazione Querini Stampalia;
Ricostruzione fotografica del Martirio di San Marco - Scuola Grande di San Marco;
Pala di San Giobbe - Gallerie dell’Accademia;
Sant’Orsola con le compagne e monaca benedicente - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino benedicente - Gallerie dell’Accademia;
Trittico di S. Sebastiano - Gallerie dell’Accademia;
Trittico di S. Lorenzo - Gallerie dell’Accademia;
Trittico della Natività - Gallerie dell’Accademia;
Trittico della Madonna - Gallerie dell’Accademia;
Madonna in trono in adorazione del Bambino dormiente - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino benedicente - Gallerie dell’Accademia;
Madonna con il Bambino, sei Santi e Angeli Musici (Pala di S. Giobbe) - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino (Madonna degli Alberetti) - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino e cherubini (Madonna dei cherubini rossi) - Gallerie dell’Accademia;
Il Restello di Vincenzo Catena - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino e le Sante Caterina e Maddalena - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino e i Santi Paolo e Giorgio - Gallerie dell’Accademia;
Portelle dell’organo di S. Maria dei Miracoli - Gallerie dell’Accademia;
Frammenti di Pala (Testa del Redentore; Alberello e cartiglio) - Gallerie dell’Accademia;
Madonna col Bambino, S. Giovanni Battista e una Santa (Sacra Conversazione Giovanelli) - Gallerie dell’Accademia;
Cristo morto in grembo alla Madonna (Pietà) - Gallerie dell’Accademia;
…e nella terraferma
Ritratto di giovane senatore - Padova, Musei Civici agli Eremitani;
Cristo portacroce - Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi a Palazzo Roverella;
Madonna con il Bambino - Treviso, Musei Civici di Santa Caterina;
Madonna con il Bambino - Verona, Museo di Castelvecchio;
Battesimo di Cristo - Vicenza, Chiesa di Santa Corona.
Il progetto “Luce su Giovanni Bellini” è promosso e gestito dal Polo Museale del Veneto e dalla Regione del Veneto in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia ed è supportato, sotto il profilo tecnico, da Fondaco con il fondamentale apporto delle Soprintendenze alle Belle Arti e Paesaggio di Venezia e di Verona e di tutti gli enti, pubblici e privati, che ospitano opere del celebre pittore o iniziative ad esso dedicate.
musica:
ANDREA GABRIELI (1510-1586) - MISSA BREVIS 4.VOCUM (in Re)
Coro da Camera del Concentus Musicus Patavinus - direttore e organo: Fabio Framba
Schola Gregoriana Scriptoria - direttore: Nicola M. Bellinazzo
Etichetta discografica: TACTUS
Teremoto Amatrice recupero campana secolare museo civico
I Vigili del Fuoco hanno recuperato in Via Cola, in piena zona rossa ad Amatrice, una secolare campana posta sopra la Torre Urbica nell'ex Chiesa di Sant'Emidio da anni adibita a Museo Civico. Attraverso l'uso di tecniche SAF Speleo Alpine Fluviali, anche grazie all'ausilio di una Autoscala, la vecchia campana cittadina dapprima è stata imbracata e messa in sicurezza nella sommità della torre e poi si è fatta successivamente giungere a terra. Al termine delle operazioni, grazie ad un Bobcat dei Vigili del Fuoco, è stata portata fuori dalla zona rossa e messa a disposizione delle autorità competenti.
Vigili del Fuoco - Colle - Recupero oggetti religiosi chiesa di Santa Maria del Rosario - www.HTO.tv
Vigili del Fuoco - Colle di Altino - Recupero oggetti religiosi chiesa di Santa Maria del Rosario -
Nelle immagini dei Vigili del Fuoco, le drammatiche conseguenze del sisma che ha colpito diversi comuni dell’Italia centrale il 24 Agosto, le repliche del 26 Ottobre e del 30 Ottobre.
Di parole sull’argomento ne sono già state profuse a fiumi ma, personalmente, credo non ne esistano di tali da riuscire a descrivere esaustivamente la devastazione ed il dolore generati da questa tragedia. Credo che la cosa più sensata sia “demandare” il compito, direttamente, alle immagini girate dai Vigili del Fuoco.
Le immagini testimoniano la violenza del terremoto, le immediate operazioni di soccorso alle popolazioni colpite, l’incessante, ed instancabile, opera dei Vigili del Fuoco per cercare ed estrarre dalle macerie, il più delle volte a mani nude, i sopravvissuti e recuperare i corpi dei meno fortunati.
Un lavoro immane, svolto con la proverbiale abnegazione tipica del Corpo, non solo nei momenti immediatamente successivi alla catastrofe, ma che continua ancor oggi per rendere possibile la vita dei sopravvissuti e di quanti sono impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazione perché crollate o gravemente danneggiate, in maniera dignitosa.
Un’opera che si perpetua ben oltre la “mera” emergenza e che prosegue anche per recuperare, e mettere in salvo, l’enorme patrimonio artistico di quei territori.
Agli Uomini ed alle Donne del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, impegnati nei soccorsi, va tutta la nostra gratitudine ed incondizionata riconoscenza.
Michela Cossidente
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SPAZI DEL COLLEZIONISMO, Presentazione 2 ottobre 2014, Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore
studi che nell’ultimo trentennio hanno legittimato il consolidarsi di una accezione locale – pur nel quadro di una koiné internazionale, così consono a una classe di potere “europea” – del termine Barocco applicato alla cultura artistica e alla qualità di vita dell’aristocrazia dominante nella Repubblica di Genova. Proprio la ricchezza con la quale i due termini si sono venuti a configurare nella cultura e nella socialità di uomini e donne nei secoli del Barocco spinge a considerare in piena libertà, senza vincoli di sudditanza a tradizionali consuetudini accademiche, la categoria di spazio e le modalità di collezionismo, tradotte anzitutto in senso antropologico, come “circostanza” del vivere di quei personaggi. Lo spazio del collezionismo deve quindi in prima istanza configurarsi come spazio culturale del collezionista e la tessitura della collezione come prova visiva, oggi, di una potenzialità di lettura della realtà, allora.
Il caso genovese appare, in questo senso, ambito di indagine particolarmente fertile. Allargando programmaticamente l’orizzonte della ricerca, si sono indagati aspetti diversi della cultura materiale e visuale della casa genovese tra Sei e Settecento. Tra XVI e XVII secolo, l'investimento immobiliare compiuto dall'oligarchia della Repubblica di Genova assume una misura direttamente proporzionale alla ricchezza frutto della posizione egemone conquistata sulle piazze finanziarie d'Europa. Un dinamismo segnato da novità e spunti di aggiornamento, percepito e rilanciato da Rubens, Joseph Furttenbach, i viaggiatori del Grand Tour. Ricchezza e immagine, articolazione e identità del casato di appartenenza, caratteri autoctoni delle pratiche decorative e degli stili artistici e architettonici, modelli di acquisizione degli oggetti - attributi del lifestyle aristocratico - sono tutti elementi in grado d'intersecarsi, garantendo una lettura da cui emerge la valenza non provinciale della scena genovese.
I due volumi che in questa occasione si presentano - “Collezionismo e spazi del collezionismo: temi e sperimentazioni” e “Genoese Way of Life” - raccolgono i risultati del gruppo di lavoro attivo intorno al progetto finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “Collezionismo e spazi del collezionismo a Genova nel XVII e nel XVIII secolo: unità e rapporti nella dimora aristocratica tra architettura, apparati decorativi, scelte collezionistiche e di committenza”, coordinato da Lauro Magnani.
Interventi:
Prof.ssa Maria Giulia Aurigemma, Università degli Studi ‘G. d’Annunzio’, Chieti-Pescara
Prof. Marcello Fagiolo, Accademia Nazionale dei Lincei
Prof.ssa Silvia Danesi Squarzina, Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’
Presenti gli autori
Giro Castello Roganzuolo
A metà giro ho fatto una breve tappa presso la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Castello Roganzuolo
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, stile architettonico romanico.
Inizio della costruzione XII secolo, come cappella del Castello di Reggenza
Completamento XIX secolo
La chiesa monumentale dei Santi Pietro e Paolo è l'edificio sacro più importante di Castello Roganzuolo, nel comune di San Fior, in provincia di Treviso. Si innalza sul colle più elevato del paese, a 119 m s.l.m., laddove nel medioevo sorgeva il Castello di Reggenza.
Nasce nel XII secolo, presso il Castello di Reggenza, presente sul colle dal VI secolo. Il primo nucleo è costituito dall'antica cappella (attuale coro della chiesa).
Nel 1490 viene allungata di 6 metri.
Nel 1898 viene allungata di altri 6 metri, con l'erezione dei casteàri.
La facciata è romanica e risale agli anni 1890. Fu alla fine del XIX secolo (1898) che la comunità di Castello Roganzuolo, quando la parrocchia era retta da don Luigi Colmagro (parroco di Castello Roganzuolo dal 1886 al 1916), si adoperò al fine di allungare la chiesa. Operazione non facile, data la sua posizione, sulla sommità di un colle.
L'interno della pieve, costituito da una navata coperta a capriate lignee, dal presbiterio e da cinque cappelle laterali, assume grande importanza artistica, in quanto ospita numerose opere di pittori grandi e minori della tradizione veneta: si tratta di nomi come Tiziano Vecellio, Francesco da Milano, Francesco Frigimelica il vecchio.
La Pala di Tiziano
Le tele originali sono conservate nel Museo Diocesano d'Arte Sacra Albino Luciani di Vittorio Veneto, tuttavia nella chiesa parrocchiale di Castello sono visibili le copie del trittico e della cimasa, inserite nel contesto originale: un'elegante cornice lignea intagliata e dorata nel XVI secolo, sulla base della quale vi sono gli stemmi di Mons. Francesco Barbaro e di Mons. Jeronimo Grimani.
L'opera fu commissionata nel 1543, ma consegnata dopo lunghe peripezie sul piano economico, da relazionare coll'edificazione della casa di Col di Manza, solo nel 1549, luogo strategico per il pittore, sia sul piano artistico sia sul piano economico.
Malgrado il restauro, lo stato delle tele originali è pessimo, causa le vicissitudini della Grande Guerra, quando il parroco di allora, Giovanni Pizzinato, fu costretto a nascondere i dipinti del Tiziano in un tragicamente umido sottotetto.
Le non buone condizioni dell'opera rendono difficile anche il lavoro della critica, che discute sull'attribuzione: l'orientamento definitivo sembra verso l'attribuzione alla scuola di Tiziano.
Pronti Partenza...Via - MANTOVA lo splendore dei Gonzaga #documentario
In questa puntata di Pronti Partenza ...Via viene presentata MANTOVA, città della pianura lombarda lambita dalle acque del Mincio che si dispongono nei laghi Superiore, di Mezzo e Inferiore.
La città ebbe il suo massimo splendore con i Gonzaga che divennero Signori di Mantova e Duchi per una dinastia di quattro secoli, chiamando a Corte artisti e letterati da tutta Italia e facendo di Mantova una fervente culla della cultura rinascimentale.
Il Palazzo Ducale è una 'città nella città' con centinaia di stanze, giardini, cortili interni, costruito in varie fasi espansive e arricchito da affreschi e dipinti (Mantegna, Pisanello, Tintoretto, Rubens).
Fuori dal centro cittadino, nella località del Teieto, sorge Palazzo Te eretto per lo svago e gli ozi di Corte, esempio del manierismo Italiano frutto del genio di Giulio Romano.
Il centro cittadino ruota attorno alle tre piazze: Piazza Sordello su cui si affaccia il Duomo (oltre al prospetto più antico di Palazzo Ducale), Piazza Broletto e la contigua Piazza delle Erbe, cuore della vita cittadina medioevale e sede dei mercanti.
La chiesa più antica della città è la Rotonda di San Lorenzo fatta costruire da Matilde di Canossa, mentre la più celebre è la Basilica di Sant'Andrea progettata da Leon Battista Alberti nelle forme perfette della geometria rinascimentale, che ospita al suo interno le Sacre Reliquie del Sangue di Cristo.
Mantova è la patria di Virgilio e la città in cui nacque l'opera lirica, nonché ambientazione del Rigoletto.
Uno dei teatri più belli del mondo è il Teatro Scientifico all'interno dell'Accademia Virgiliana opera di Antonio Galli Bibiena, che aggiunge lustro ad una città già ricca di monumenti e opere d'arte.
Una realizzazione di Fabrizio Vaghi e Paolo Vaghi
Testi, grafica, montaggio e regia di Fabrizio Vaghi
Una produzione Vaghi per il mondo
Puntata condotta da Fabrizio Vaghi e Silvia Sissa,
con la partecipazione della prof.ssa Renata Casarin (Vice-Direttrice di Palazzo Ducale), Riccardo Braglia (Giornalista e storico dell'arte) e Marco Tonelli (Assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Mantova).
Si ringrazia per la collaborazione il Comune di Mantova, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Mantova, l'Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Mantova, la Provincia di Mantova, Casa Andreasi, il ristorante Rigoletto.
Nella puntata sono incluse le immagini esclusive di Palazzo Ducale su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
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