San Gimignano - Toscana - I Like Italy
SAN GIMIGNANO
Il borgo di San Gimignano ha origini molto antiche, anche se il vero sviluppo si ha verso la fine dell'Alto Medioevo, quando si passò alla formazione del nucleo più antico dell'attuale centro storico.
Uno degli elementi che caratterizza sicuramente questa splendida cittadina sono le torri, oggi ne rimangono solamente 13, ma si dice che in passato se ne potevano ammirare ben 72, queste costruzioni erano simbolo della potenza delle famiglie benestanti che risiedevano la.
In tempi più recenti la città è divenuta patrimonio mondiale dell'umanità da parte dell'UNESCO.
Lungo tutta la cinta muraria è possibile percorrere la passeggiata che circoscrive il borgo, da cui è possibile ammirare dei bellissimi panorami della Valdelsa, ed accedere da una delle numerose entrate al paese.
In piazza Sant'Agostino troviamo l'omonima chiesa a lui dedicata, in stile romanico con alcuni elementi gotici, la costruzione risale al 1298.
Sulla piazza si affaccia anche la Chiesa di S.Pietro in Forliano, una delle più antiche di San Gimignano, risalente al XII secolo.
Continuando verso Porta S.Jacopo incontriamo la chiesa di S. Girolamo, fondata nel 1337.
Poco più giù, a ridosso della porta, troviamo la chiesa romanica di S.Jacopo dei Templari, che la tradizione vuole sia stata edificata dai cavalieri al ritorno dalla I crociata.
Uscendo dalla porta di S. Jacopo e scendendo una ripida discesa arriviamo alla porta delle Fonti.
Questo era l'antico accesso alle fonti pubbliche, dove anticamente si attingeva l'acqua e si lavavano i panni; la costruzione risale al Trecento, a nascondere l'antica fonte in pietra longobarda del IX secolo.
Risalendo verso il centro, in prossimità del grande edificio di San Domenico incontriamo la chiesa di San Lorenzo in Ponte, in stile romanico, risalente al 1240.
Percorrendo gli stretti vicoli del paese troviamo la Casa di Santa Fina, giovanissima beata a cui i sangimignanesi dedicano una festa il 12 marzo.
Risalendo le caratteristiche vie del paese arriviamo in Piazza della Cisterna, antica sede di botteghe e taverne, che deve il suo nome al pozzo ottagonale posto al centro della piazza. L'atmosfera magica che vi si respira sembra davvero rapire e portare i visitatori indietro nel tempo.
Poco distante troviamo Piazza del duomo, su cui si affacciano numerose torri, il duomo, anch'esso in stile romanico, la cui prima edificazione risale intorno all'anno 1000 di fianco è situato il museo di arte sacra, che si collega al palazzo comunale edificato sui resti di un antico edificio nel 1298, è possibile accedere alla torre, la più alta di tutto il borgo, da cui è possibile godere di uno splendido paesaggio.
Salendo dalla via che costeggia il duomo arriviamo alla Rocca di Montestaffoli, di forma pentagonale, si dice che ospitasse in origine un castello e successivamente un convento. Dall'unica torretta rimasta è possibile godersi uno splendido panorama a 360° della Valdelsa.
- Per i percorsi del gusto ci vogliamo soffermare su due prodotti caratteristici di questo splendido borgo.
Il primo è un vino bianco prodotto in una zona molto ristretta della toscana, la Vernaccia, controllato e garantito dal marchio DOCG, è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio DOC.
Questo vino ha una sapore asciutto e fresco, di buon corpo, con un caratteristico gusto amarognolo, ha un odore fine e penetrante. È caratterizzato da un colore giallo paglierino tenue, tendente al dorato con l'invecchiamento.
Il secondo prodotto invece è lo zafferano, una spezia impiegata come aromatizzante e colorante per alimenti, ottenuta dagli stimmi dei fori di una piccola pianta bulbosa, dai fiori violacei, nota anch'essa come Zafferano.
San Gimignano offre le giuste condizioni per la coltivazione e per la crescita spontanea di varie qualità.
Museo di Arte Sacra S. Giovanni De Fiorentini, Rome, Italy - idea for vacation.
Museo di Arte Sacra S. Giovanni De Fiorentini - bird's-eye view. Idea for vacation in Rome.
Robert Capa a San Gimignano
Settantotto scatti della II Guerra Mondiale in Italia. Le fotografie di Robert Capa (1943-1944) nella Galleria d'arte moderna e contemporanea Raffaele De Grada a San Gimignano. La mostra sarà visitabile fino al 10 luglio 2016.
Museo Diocesano di Arte Sacra - Volterra
Museo Diocesano di Arte Sacra - Volterra
Il Museo ha sede nel Palazzo Vescovile, un tempo antica canonica, dove fu inaugurato nel 1932. Danneggiato durante la guerra, riaperto nel 1956, rimasto chiuso alcuni anni per restauri, è stato riaperto nel 1992, ed espone opere provenienti dalla Cattedrale e da chiese della Diocesi. Nei locali di accesso e lungo la rampa di scale sono esposti manufatti provenienti da varie Chiese: colonne con capitello, acquasantiere, l'architrave della chiesa di San Lorenzo a Montalbano, sec. X, uno stemma in alabastro, sec. XV, resti di archetti trilobati trecenteschi, dal Chiostro della Badia Camaldolese, con ritratti di abati ed angeli ed iscrizioni gotiche e latine. Nella prima sala, fra opere provenienti dalla Cattedrale, vi sono i più importanti e noti marmi trecenteschi, sette formelle rettangolari a rilievo che illustrano episodi della vita dei santi Ottaviano e Vittore, attribuiti ad Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura, e i quattro medaglioni circolari, raffiguranti i busti dei santi Giusto, Clemente, Ottaviano e Vittore, a bassorilievo, attribuiti a Tino di Camaino. Da segnalare inoltre un'Annunciazione lignea del sec. XIV proveniente da Tojano, un arcangelo Michele in terracotta, di scuola rabbiana (sec. XVI), e la lastra tombale che ritrae il cavaliere Michele Pigi de' Bonaguidi, morto nel 1378. Nella seconda sala la Madonna col Bambino del pittore senese Niccolò di Segna (1331-1345), un crocifisso giuntesco del sec. XIII, un gruppo statuario con Madonna col Bambino e due angeli, forse di Giovanni d'Agostino, il busto in terracotta invetriata di San Lino Papa, attribuito a Giovanni della Robbia o Benedetto Buglioni (sec. XVI). Testimone importante dello stile manierista la pala dipinta dal Rosso Fiorentino per la pieve di Villamagna, raffigurante la Madonna ed il Bambino fra i santi Giovanni Battista e Bartolomeo (1521). In una vetrina la testa reliquiario di San Vittore, argento sbalzato, cesellato e smaltato, del sec. XII, di produzione francese o tedesca. Un secondo reliquiario a cofanetto, in bronzo dorato, con finiture a cesello e bulino, un tempo attribuito a Benvenuto Cellini, viene invece ora assegnato al grande orafo tedesco Wenzel Jamnitzer (1508-1585). Ad Antonio del Pollajolo sono invece attribuiti una croce in argento del sec. XV, a doppia faccia, con disegni niellati a cesello e smalti, foglie e ghiande, e dodici figure smaltate entro formelle quadrilobate, e il busto reliquiario di Sant'Ottaviano, la cui testa è posteriore, fatta eseguire in sostituzione dell'originale, razziata dai mercenari di Francesco Ferrucci nel 1530. È interessante il confronto della croce con la vicina di epoca medievale (sec. XII) rappresentante il Cristo triumphans, ad occhi aperti. Seguono il reliquiario Maffei in bronzo e rame dorato di manifattura fiorentina della metà del sec. XVI; la Madonna in trono con il Bambino e due angeli (1451), attribuita a Neri di Bicci, una Madonna con Bambino, parte centrale di un polittico attribuito a Taddeo di Bartolo, e la Madonna in trono fra i Santi Pietro e Paolo opera eseguita nel 1545 dal volterrano Daniele Ricciarelli. Nella sala seguente un pregevole Ciborio del 1574 ed un'acquasantiera del 1567 testimoniano la ripresa della lavorazione dell'alabastro nel sec. XVI. Nelle vetrine oggetti liturgici di varie provenienze ed epoche fra i quali si segnalano il crocifisso in rame dorato eseguito dal Giambologna per la Cappella di San Paolo in Cattedrale, il calice in rame dorato attribuito alla bottega francese degli orafi André Chasteau e Antoine Crochet (fine sec. XVI), e un reliquiario della Santa Croce, opera dell'argentiere romano Domenico de' Rossi (fine sec. XVII). Sulla parete, sopra una vetrina, una Madonna col bambino fra i Santi Cornelio e Cipriano, con aggiunta posteriore di altri 4 santi camaldolesi, attribuita, dopo un recente restauro, a Benozzo Gozzoli. Nell'ultima sala una serie di parati liturgici e nelle vetrine libri corali che venivano usati per il servizio dei Canonici del Duomo di Volterra, del 1299 i primi due, antifonari diurni compilati da Frate Agostino di origine sangimignanese, mentre gli altri antifonari furono eseguiti da una bottega miniatoria fiorentina forse dei fratelli Gherardo e Mone di Giovanni, operanti fra la fine del sec. XV e gli inizi del successivo. Sulle pareti Madonna in trono e Santi (sec. XV) attribuita a Domenico di Michelino e un'Annunciazione del senese Benvenuto di Giovanni (1466).
Benozzo Gozzoli a San Gimignano - Gerardo de Simone
Gerardo de Simone - curatore della mostra Benozzo Gozzoli a San Gemignano - racconta l'attività artistica sviluppata dal maestro fiorentino negli anni della sua permanenza a San Gimignano. Il grande ciclo dedicato a Sant'Agostino, gli affreschi dedicati a San Sebastiano protettore dalla peste, le grandi pale d'altare ma anche le opere di arti applicate realizzate insieme alla sua bottega. In particolare, l'attenzione di accentra sulla tavola Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta la quale, in occasione della mostra, è stata ricomposta per la prima volta nella sua interezza grazie ai frammenti di predella oggi divisi tra i musei di Brera, Avignone e Madrid. Leggi anche su salutepiu.info l'articolo dedicato alla mostra
VOLTERRA IN CORNICE 2014
VOLTERRA IN CORNICE 2014
Pienza - Il museo Diocesano
Que Visitar en Siena Turismo (Toscana - Italia)
Siena es una ciudad italiana de la región de la Toscana (Italia), capital de la provincia de Siena. Es una ciudad de ladrillo contruida sobre tres colinas, de ahí la división en terzi, es decir, en tres barrios. La torre del Ayuntamiento emerge como una flecha del centro de la colina con su maraña de casas color ladrillo y sus callejuelas empinadas. En constraste, la catedral es de mármol blanco y negro descansando majestuosamente sobre la loma más alta.
- Visite: en Siena, todo el casco antiguo; en Rapolano, la feligresía de SanVittore, de estilo románico, y las termas; en Asciano la iglesia de Sant’Agostino y la de Sant’Agata; en Monte Oliveto Maggiore, la abadía benedictina del siglo I XIV; en Buonconvento, la iglesia de San Roberto e San Paolo y el Palazzo Pretorio; Gaiole, Badia a Coltibuono, Radda y Castellina están en el Chianti, territorio famosos por sus viñedos y por las feligresías y los castillos como el de Brolio y el de Meleto; en Poggibonsi, la basílica de San Lucchese; en Colle di Val d’Elsa, el casco antiguo, con el Palazzo Campana, magnífico ejemplo de arquitectura manierista; en San Gimignano, las torres, la plaza de la Cisterna, el Palazzo del Podestà y el del Comune (Ayuntamiento); en Monteriggioni, el burgo amurallado.
- Museos: en Siena, el Museo dell’Opera Metropolitana y la Pinacoteca Nazionale; en Asciano, el Museo Etrusco y el Museo d’Arte Sacra; en Buonconvento, el Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia.
- Gastronomía: pecorino delle Crete (queso de cabra), lentejas con faisán, zuppa di fagioli alla senese (alubias), ribollita (sopa de verduras), cavallucci, panforte. Enoteca Italiana (Fortezza Medicea).
Certaldo - Toscana - I Like Italy
CERTALDO
A pochi chilometri da Firenze, nel territorio della Val d'Elsa troviamo Certaldo, interessante città d'arte che ha dato i natali a Boccaccio.
Per la sua tradizione storica e per la sua bellezza artistica, rappresenta una città da visitare.
Si può parlare dell'origine del borgo dal 1164, anno in cui Federico Barbarossa concesse il territorio ai Conti Alberti. A partire dal XIII secolo che Certaldo venne presa definitivamente dai fiorentini a cui si legheranno strettamente le sue sorti.
La parte più interessante è sicuramente quella più antica, Certaldo Alto. Ciò che più interessa è la conservazione del tessuto urbanistico medievale.
Tra gli edifici troviamo il Palazzo Pretorio, simbolo di Certaldo, nasce come castello dei conti Alberti, di cui rimane il mastio. Oggi al suo interno si tengono esposizioni di arte contemporanea.
Tra le architetture religiose che troviamo nel centro storico è da nominare la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, in stile romanico risale al XIII secolo, oggi ospita la sede del museo di Arte Sacra. Al suo interno sono conservate le spoglie del Boccaccio.
Nella via principale del borgo, via Boccaccio, troviamo la casa del noto scrittore, ricostruita dopo la distruzione a causa di un bombardamento, ospita oggi la sede di un'importante Biblioteca e del Centro Studi Boccaccio.
Continuando la visita incontriamo il Palazzo Stiozzi Ridolfi, risalente al XIV secolo, occupa un intero isolato nel vecchio castello, è formato da un palazzo e due torri e da un grande cortile interno con loggiato.
Uscendo dal paese sono ancora visibili le porte di accesso al borgo (Porta al Sole, Porta Alberti, Porta del Rivellino).
Nei dintorni di Certaldo si trovano splendide costruzioni, testimonianza della storicità della zona, come le Rovine del Castello di Pogni,
originariamente uno dei più potenti avamposti della Famiglia Alberti, di cui oggi restano solamente una torre dimezzata in senso verticale e alcuni resti del vecchio palazzo.
La Pieve di San Lazzaro a Lucardo, risalente al X secolo, con la sua pianta di tipo basilicale a tre navate, rimane l'esempio più tipico di architettura romanica nella Valdelsa.
La Cappella di San Michele Arcangelo (o cupola di San Donnino) del 1597 costruita da Santi Tito, che si presenta come una riproduzione in scala 1:8 della Cupola del Duomo di Firenze occupa solitaria la cima del colle ad indicare il luogo in cui sorgeva la città di Semifonte.
Un evento molto particolare ed interessante che si tiene nel mese di luglio è Mercantia, una kermesse, ormai conosciuta in Italia ed Europa, che fonde teatro di strada, musica, danza e artigianato nella zona di Certaldo Alto
in un atmosfera medioevale e poetica, con spettacoli e bancarelle di artigiani sparse nelle vie e nelle piazzette del vecchio castello.
-Per la nostra sezione i percorsi del gusto ci vogliamo soffermare su uno dei prodotti tipici di questo borgo, a cui è dedicata una sagra nel mese di marzo, in cui vengono proposti piatti della tradizione toscana a base di questa prelibata pietanza, il tartufo Marzuolo o Bianchetto.
Il nome Marzuolo deriva dal mese prediletto per la sua raccolta.
È un'altra specie del tartufo bianco, ma meno apprezzato e quindi dai costi più contenuti, anche se ne vengono raccolte grandi quantità.
Dalle dimensioni medio piccole, appare di colore biancastro. La polpa è di colore fulvo che a maturazione tende al violaceo-bruno con numerose venature sottili,
il suo aroma è abbastanza forte, un po' piccante e agliaceo, ma gradevole in quantità moderate. Può essere cucinato nello stesso modo del tartufo bianco pregiato.
TOSCANA - ASCIANO Borgo Bello - Full HD
© CLAUDIO MORTINI™◊
Asciano (SI) sorge su un'altura dell'alta valle del fiume Ombrone
Il piccolo e ricco viaggio nel centro di Asciano comincia al cospetto della basilica di Sant’Agata (XI sec. e modifiche del ‘500, ‘600, ‘800) in cui si possono ammirare una Madonna con Bambino del Signorelli e una Pietà del Sodoma . Nei pressi della chiesa si trova il Museo di Arte Sacra che conserva una collezione di opere trecentesche e quattrocentesche.
Corso Matteotti passa nel cuore della piccola città affacciandosi sulla chiesa gotica di San Bernardino (sede del Museo Etrusco) e la chiesa tardogotica di Sant’Agostino.
Molto bella per l’essenzialità della sua architettura la chiesa di San Francesco (XIII sec).
Il viaggio termina nella piazza del Grano che si identifica nella bellissima fontana in travertino (XV sec) di Paolo Ghini e nella facciata del Palazzo del Podestà.
Province of Prato & Pistoia | Family time in Tuscany, Central Italy, Europe | Kate Claudia ✔
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Province of Prato & Pistoia, Family time in Tuscany, Central Italy, Europe | Kate Claudia ✔
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Province of Pistoia
A few miles away from the major Tuscan tourist resorts, between Florence, Lucca and Pisa and off the most famous routes, the beautiful landscape, the rich cultural and artistic heritage of the Province of Pistoia reveals itself to explorers via its harmonious natural beauty and artistic masterpieces.
The traveler of a thousand interests is welcomed by the rich variety of attractions the region has to offer: art tours, mountain excursions, spas, conference tourism, green tourism and culinary holidays - all of them any time of the year.
Prato
Prato sits in the heart of Tuscany, near some of the most famous of the world's cities of art: Florence, Lucca, Pisa, Siena. It is the second-largest city in the Region, as well as the third in Central Italy for number of inhabitants.
The city's roots lie in the realms of art and nature, even if its economy - and that of the Province - was historically founded on the textile sector. Such a history is still alive and kicking, spurring on its growth beyond the riches it created; the area remains particularly rich in its values of hospitality, and in its cultural diversity.
Prato offers visitors significant historical-artistic attractions: for instance, in its historic center, the Emperor's Castle (Castello dell'Imperatore) stands out as a testimony to the unique Swabian architecture of central southern Italy), just as its singular Duomo boasts the venerated relic of the Holy Belt of the Madonna (the Sacra Cintola), along with splendid frescoes by Filippo Lippi, recently restored.
The visit should then proceed towards Palazzo Datini, Palazzo Pretorio, the Basilica of Santa Maria delle Carceri in Giuliano da Sangallo, and the Churches of San Francesco and San Domenico; in these structures and in the civic museums, e.g. the Museum of Mural Painting and the Duomo Museum, masterpieces by Agnolo Gaddi, Paolo Uccello, Filippo and Filippino Lippi, Donatello, Michelozzo and other famous 14th-Century and Renaissance artists make their homes.
Prato is home to many museums and other cultural monuments, including the Filippo Lippi frescoes in the Cathedral of Santo Stefano, recently restored. The Cathedral has an external pulpit by Donatello and Michelozzo, built and still used for the display of the cathedral's famous relic of the Virgin Mary, the Girdle of Thomas (Sacra Cintola, a cord belt), which had a great reputation in the late Middle Ages and is often shown in Florentine art.
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Music:
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BUONCONVENTO Borgo bello della TOSCANA - Beautiful village of TUSCANY - Full HD
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È importante centro agricolo sulla Via Cassia, nel breve piano dove nell'Ombrone confluisce l'Arbia, formatosi come luogo di tappa sulla Via Francigena. Il toponimo, dal latino «Bonus Conventus», luogo felice, si riferisce probabilmente alla fertilità delle sue terre, coltivate a grano e vigne.
Tuttora cinto dalle mura trecentesche, nelle quali si apre l'imponente porta Senese, il borgo ha conservato il tessuto urbano del Medioevo, con qualche bell'inserto liberty. Ne è esempio, lungo la via centrale, palazzo Ricci-Socini, dove ha sede il Museo d'Arte sacra della val d'Arbia, che conserva arredi liturgici, oreficerie, sculture e dipinti di scuola senese dal XIV al XVII secolo.
Lungo le mura, nelle antiche cantine comunali, ha trovato invece allestimento il Museo etnografico della Mezzadria, che ricostruisce gli ambienti e l'usanza della società contadina del recente passato.
La robusta cinta muraria trecentesca, che conserva nella forma architettonica il carattere senese, un tempo racchiudeva tutto il borgo come una farfalla nel bozzolo.
Su di essa non esistevano aperture, all´infuori di due porte di accesso munite di robusti infissi in legno con ferrature: Porta Senese sul lato nord verso Siena, e sul lato sud Porta Romana, distrutta nel 1944 dai tedeschi in ritirata.
Rimasto intatto per secoli, al riparo del fossato e dei merli guelfi del cammino di ronda, il borgo ha subito grandi trasformazioni nell´800, con la costruzione di fabbricati a ridosso delle mura, tra cui il Teatro dei Risorti.
La pieve di Sant'Innocenza a Piana è un edificio sacro che si trova in località Piana nella campagna vicino a Buonconvento.
Documentata dal 1081, si presenta come un organismo fortificato, con i caratteri tipici dell'architettura militare senese del XIII-XIV secolo; uno dei lati è costituito dalla chiesa. Questa, realizzata in cotto, come la maggior parte del complesso, ma con filari di pietra nella semplice facciata, si presenta a un'unica navata con capriate in vista, ma risente già di suggerimenti gotici nella cappella quadrilatera che la conclude, coperta con volta a botte e con monofore ad arco acuto.
Benozzo Gozzoli a San Gimignano
Inaugura oggi, presso la Pinacoteca di San Gimignano, la mostra Benozzo Gozzoli a San Gimignano. La mostra sarà visitabile fino al primo novembre prossimo.
Il Borgo di MAZZOLLA - by Volterra Television
Il Borgo di MAZZOLLA - by Volterra Television
Mostra Ada Sorrentino al Museo di Grosseto
Mostra Ada Sorrentino al Museo di Grosseto
Tv9 Telemaremma
Museo della Tortura
Presentazione del sito dei Musei della Tortura in Italia - museodellatortura.com
Marybel Gallegos a Mazzolla - Volterra
Benozzo in the Heart and Memorie - Benozzo Gozzoli Museum
Discover Benozzo and his Museum in Castelfiorentino
Rocca di San Leo
San Leo è situata a metri 583 s.m., a 32 km. da Rimini, nella Val Marecchia , su un enorme masso roccioso tutt'intorno invalicabile; vi si accede per un'unica strada tagliata nella roccia.
Sulla punta più alta dello sperone si eleva l'inespugnabile Forte, rimaneggiato da Francesco di Giorgio Martini, nel XV secolo, per ordine di Federico lll da Montefeltro.
Nel forte, trasformato in prigione durante il dominio pontificio, furono rinchiusi il Conte di Cagliostro, che vi morì nel 1795, e Felice Orsini (1844).
Notevole il patrimonio architettonico conservato: la Pieve preromanica, il Duomo romanico lombardo del sec. Xll, il Forte; Il Museo di Arte Sacra recentemente allestito nel Palazzo Mediceo, sparsi sul territorio comunale, i ruderi di diversi castelli, tra i quali quelli di Pietracuta, e di Piega, il convento francescano di S. Igne, il convento domenicano di Monte di Pietracuta, la chiesa di Montemaggio, con un pregevole soffitto di legno a cassettoni.
Il panorama che si gode da San Leo è uno dei più belli e caratteristici della regione la vista spazia sui monti circostanti e lungo, la vallata del Marecchia, fino al mare.
Se i Magi di Durer visitano il Museo Diocesano di Milano
Milano (askanews) - L'adorazione dei Magi di Albrecht Durer arriva a Milano in occasione delle celebrazioni per i quindici anni di attività del Museo Diocesano, che coincidono pure con l'inaugurazione del nuovo Complesso museale dei Chiostri di Sant'Eustorgio. Un'occasione per guardare a un dipinto che, in qualche modo, è una summa del Rinascimento europeo. Nadia Righi, conservatore del Museo Diocesano e curatrice dell'esposizione.
Siamo nel 1504 - ci ha spiegato - Durer dipinge quest'opera in un momento di grandi cambiamenti, anche per l'arte europea, non soltanto italiana. È come se, in qualche modo, fosse una sintesi di quello che era tutto il suo bagaglio culturale, fino a quel momento.
Un bagaglio che affonda anche nei viaggi di Durer nel nostro Paese, ma la realizzazione del dipinto, poi, si compie a Norimberga, città natale dell'artista.
Viene nel Nord Italia - ha aggiunto Nadia Righi - vede anche la cultura prospettica di Mantegna, passa sicuramente da Venezia, addirittura quando tornerà verra specificamente per incontrare le novità della pittura veneziana. Però è un artista nordico. Sicuramente l'opera è una sintesi di queste due culture, da una parte c'è una grande monumentalità, c'è una ricerca di impostazione prospettica e di solennità, potremmo dire. C'è sicuramente Leonardo in alcuni aspetti. Ma nello stesso tempo, se noi guardiamo con la lente d'ingrandimento questo dipinto ci accorgiamo che la cultura è sicuramente nordica, attenta ai dettagli, dove ogni dettaglio ha un grande significato.
E un significato particolare lo ha anche la scelta del tema dell'adorazione dei Magi nella chiesa milanese che proprio conserva le reliquie dei sovrani orientali che la tradizione vuole resero omaggio al piccolo Gesù.
I Chiostri di Sant'Eustorgio - ha concluso la curatrice - hanno sede nei chiostri della Basilica dei Magi e infatti in questa occasione la mostra ha un proseguimento naturale del percorso nella Basilica dei Magi per vedere il bellissimo reliquiario che viene esposto per l'occasione.
Proveniente dagli Uffizi di Firenze, il dipinto di Durer resterà esposto a Milano fino al 5 febbraio 2017.