la Cuba - necropoli punica
La Cuba (dall'arabo Qubba, cupola) fu costruita nel 1180 per il re Guglielmo II, al centro di un ampio parco che si chiamava Jannat al-ard (il Giardino - o Paradiso - in terra), il Genoardo. Il Genoardo comprendeva anche la Cuba Soprana e la Cubula, e faceva parte dei Sollazzi Regi, un circuito di splendidi palazzi della corte normanna situati intorno a Palermo.
L'uso originale della Cuba era di padiglione di delizie, ossia di un luogo in cui il Re e la sua Corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco delle fontane e dei giardini di agrumi, riposandosi nelle ore diurne o assistendo a feste e cerimonie alla sera. La Cuba Sottana, appare oggi di proporzioni turriformi abbastanza sgraziate. La spiegazione è semplice. Era circondata da un bacino artificiale profondo quasi due metri e mezzo. L'apertura più grande, sul fronte settentrionale, si affacciava sull'acqua ad un'altezza oggi inspiegabile.
La necropoli punica, all'interno della caserma Tuköry di Corso Calatafimi, fu rinvenuta, esplorata e musealizzata negli anni 1989-1998 dalla Soprintendenza BB.CC. di Palermo e rappresenta un piccolo lembo di quella che dovette essere la vastissima città dei morti tra il VI e la prima metà del III sec. A.C.
Necropoli punica
Una necropoli nel centro di Palermo Sicily
Palermo, necropoli araba al Castello a Mare: scheletri alla luce del sole
Giungiamo spesso, nei nostri vari articoli sulle tragiche condizioni di determinati Beni Culturali, alla conclusione che molti dei luoghi che abbiamo visitato, fotografato, ripreso e descritto siano ben oltre i limiti delle corrette condizioni di conservazione e fruizione (quando è possibile parlare di fruizione). Purtroppo, più passa il tempo e più avanziamo nelle ricerche e nei nostri sopralluoghi, più ci rendiamo conto che non cè limite al peggio. Tale breve introduzione è indispensabile per iniziare a descrivere ciò di cui siamo stati testimoni allinterno del parco archeologico del Castello a Mare di Palermo, inaugurato proprio lo scorso 5 agosto 2009. Allinterno dellarea, nella zona adiacente al sentiero diretto alluscita, accanto al mastio arabo, giace a cielo aperto e senza alcuna salvaguardia la necropoli di rito musulmano. Fin qui potrebbe non esserci alcuna eccezionalità: molte sono le sepolture lasciate, purtroppo, allaria aperta anche in siti ben più importanti. Purtroppo, però, alcune delle tombe in questione contengono ancora i resti dei corpi ivi seppelliti.
In merito, abbiamo ricevuto la segnalazione di una ragazza sul social network Facebook, Marisa Caruso, la quale ci ha inviato unimmagine della zona della necropoli scattata proprio ad agosto, ovvero poco dopo lapertura al pubblico del parco. Con limmenso rammarico di chi vede dei resti umani giacere sulla nuda terra, o anche sparpagliati come si trattasse di tutto, fuorché di ossa umane, a distanza di circa cinque mesi, dobbiamo purtroppo segnalare che gli scheletri, ormai solo parzialmente intatti ma ben riconoscibili come umani, si trovano ancora lì. Rispetto alla fotografia inviataci da Marisa Caruso, il luogo si presenta adesso inverdito dalle erbacce, ed è facile immaginare che le tombe aperte e con dentro quei resti si trasformino in delle pozzanghere, durante le piogge.
Non crediamo vi sia molto altro da aggiungere. Se risulta interessante e curioso visitare o scoprire un edificio, una costruzione, dei mosaici, delle statue o delle tombe stesse, o aver a che fare e parlare con le persone in quanto scrigni ricchi di umanità e saperi che possono arricchirci ed arricchire, meno piacevole è senzaltro trovarsi innanzi a simili assurdità, per cui un uomo, solo perché morto da secoli (e non vogliamo essere così cattivi da insinuare che si tratti di uno scempio dovuto anche allappartenenza musulmana della necropoli) meriti di rimanere dove è stato trovato.
TgR Fatti un giro bellezza!: Il Museo Salinas va al carcere di Palermo
“Fatti un giro Bellezza!”
Il Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo il 20 maggio 2014 è stato protagonista di un progetto pilota insieme all’Istituto di rieducazione minorile Malaspina di Palermo e all’ICOM (International Council of Museums).
“Fatti un giro Bellezza!” è un progetto per la condivisione sociale del Patrimonio Culturale promosso dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali per la Giornata internazionale dei Musei, organizzata dall’ICOM sul tema Make connections with collections- Creare connessioni con le collezioni.
La Direttrice del Museo Salinas, Francesca Spatafora, ha portato in visione ai ragazzi del Malaspina alcuni reperti archeologici provenienti dalla necropoli punica di Palermo. Si tratta di manufatti ceramici connessi alla vita quotidiana, di vasi utilizzati per cucinare, nelle mense per i cibi o per il vino e l’acqua.
La finalità è quella di far comprendere ai ragazzi, molti dei quali extracomunitari provenienti dal Nord Africa, come l’origine di alcune forme dei vasi vada ricercata nei loro paesi di nascita, come anche in queste semplici suppellettili si possa riconoscere un patrimonio culturale comune a tutto il Mediterraneo. I corredi funerari della necropoli di Palermo sono inoltre specchio di una società multirazziale della città, ove etnie diverse Punici, Greci e altre popolazioni, convivevano pacificamente, integrandosi armonicamente e facendo prosperare economia e cultura.
La presentazione dei reperti archeologici è stata curata da Dario Scarpati, archeologo e coordinatore della Commissione ICOM accessibilità museale coadiuvato da Michelangelo Capitano, Direttore del Malaspina.
L’obiettivo è quello di rendere accessibile la Bellezza del nostro patrimonio culturale a utenti non autonomi; utenti con disabilità psichica, visiva o motoria, o che per diversi motivi non possono recarsi nei luoghi di cultura perché detenuti negli istituti penitenziari, i malati degli ospedali e gli anziani delle Residenze Sanitarie Assistite. Saranno le opere del Museo Salinas che – per la prima volta in Italia - usciranno dalla loro sede espositiva per raccontare la nostra storia e per farsi comprendere dal pubblico.
Articolo:
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✈️Hors série à Palerme : Archéologie et histoire . ????
Palerme archéologique et funéraire. Vlog à Palerme entre sites archéologiques, églises, momies, mafia et vues spectaculaires ! Cette vidéo est mon premier Vlog et j'espère qu'elle vous plaira. Vos commentaires constructifs sont les bienvenus :)
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Sources :
- Documentation sur place
- La necropoli punica di Palermo. Dieci anni di scavi nell'area della Caserma Tuköry - C. Angela Di Stefano 2009
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- Ceramica punica da necropole de Palermo A. Ramazzina
- IL TESORO DELLA CATTEDRALE DI PALERMO, Dispense di Storia Dell'arte. Università degli Studi di Palermo
- I beati Paoli. Storia, letteratura e leggenda Francesco Renda
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Nutrire la città. A tavola nella Palermo antica
Catalogo:
l giorno 22 maggio alle ore 18,30 si inaugura, al Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo, la mostra “Nutrire la città. A tavola nella Palermo antica” (curatrice Francesca Spatafora, Direttore Museo Salinas).
L’esposizione, che si inserisce tra le iniziative collaterali di Expo Milano, tratta il tema dell’alimentazione sotto diversi aspetti: il contesto naturale e il paesaggio agricolo, l’approvvigionamento delle risorse, il cibo e le consuetudini ad esso connesse, le suppellettili della tavola.
Il percorso si snoda cronologicamente dalle più antiche fasi preistoriche fino all’età dei Viceré con particolari focus sulla città fenicio-punica e sulla città romana.
Accompagnate da un articolato apparato descrittivo a cui si associano specie arboree, suoni e immagini, odori, saranno presentate suppellettili e ceramiche da trasporto, da cucina e da mensa relative ai diversi periodi considerati: alcuni di questi materiali vengono esposti al pubblico per la prima volta; tra essi - ritrovato nel corso delle ricerche archeologiche condotte allo Steri e apparecchiato su un’ampia tavola – il pregiato servizio da mensa recante lo stemma dei Chiaromonte utilizzato dalla potente famiglia aristocratica che, nel XIV secolo, costruì a Palermo la sua sontuosa dimora o ancora le suppellettili utilizzate dai Viceré che all’inizio del secolo successivo abitarono lo stesso Palazzo.
Il periodo punico della città (VII-III sec. a.C.) sarà documentato attraverso alcuni dei materiali rinvenuti nella necropoli e utilizzati per i banchetti funebri; tra il vasellame da mensa si ricordano alcuni piatti che conservano ancora al loro interno i resti dei pasti consumati oltre 2700 anni fa nel corso delle cerimonie funebri: gusci di uova, lische di pesce, ossa di volatili.
L’età romana, invece, verrà evocata grazie all’esposizione di ceramiche e suppellettili in vetro provenienti da Palermo e da altri siti della Sicilia occidentale nonché da pentole e vasi di bronzo rinvenuti in una lussuosa dimora scavata a Pompei agli inizi dell’ottocento, i cui arredi furono donati al Museo di Palermo da Ferdinando II di Borbone nel 1831.
Ma, soprattutto, il cibo e le modalità di rifornimento e consumo del cibo stesso, saranno presentati come il riflesso della interculturalità della città, un luogo emblematico caratterizzato da continui arrivi, da incontri tra genti di varia e diversa provenienza, da mescolanze e da ininterrotte contaminazioni.
Una Palermo che, con il suo grande porto e il suo fertile entroterra, ma soprattutto con la sua naturale propensione all’accoglienza, ha già nell’antichità il volto multiforme di una grande città mediterranea aperta alle novità e pronta ai cambiamenti.
La clip, la prima di una serie, è stata ideata e realizzata da Giusi Garrubbo.
Palermo questa la città antica
IL CASTELLO A MARE DI PALERMO (ipotesi ricostruttiva)
IL CASTELLO A MARE DI PALERMO
Oggi siete tutti invitati al Castello a Mare di Palermo :)
E' vero, il Castello a Mare non c'è più, è stato demolito molto tempo fa, ma quando il sapiente e attento lavoro dello Storico, dell'Archeologo, dell'Architetto e del Ricercatore s'incontrano con la Computer-Grafica allora anche i sogni diventano realtà.
Ed ecco qua il Castello a Mare di Palermo ricostruito in tutta la sua forza.
E se in Francia c'è chi vorrebbe ricostruire il Palazzo delle Tuileries, in Sicilia c'è chi vorrebbe ricostruito il Castello a Mare di Palermo?
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Università degli Studi di Palermo
Dipartimento d'Architettura - Sezione Sfera
Museo Archeologico Salinas - Palermo
Laboratorio di Computer-Grafica:
Coordinatore: F. Agnello
Modello 3D: T. Abbate
Editing Video: T.Abbate M.Cannella
Musiche: Green Ideas di Rodrigo Souza
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Del Museo Salinas-Polo regionale di Palermo per i Parchi e Musei Archeologici fa parte anche una delle realtà monumentali più importanti della città: Il Castello a Mare - che fin dall’antichità chiudeva l’imbocco al porto dal lato Nord - è menzionato per la prima volta nel Liber de regno Siciliae (1154) e rappresentato già nel XII secolo (Liber ad honorem Augusti di Pietro da Eboli).
La struttura fortificata, tuttavia, si adeguò, dal punto di vista architettonico, alle esigenze dei diversi momenti storici e all’evolversi dell’ars fortificatoria; in particolare l’avvento delle artiglierie, provocò la necessità di adeguamenti ed ampliamenti delle vecchie strutture che si sarebbero accresciute e modificate fino alla fine del ‘700.
Tra il XII ed il XIV secolo il Castello mantenne probabilmente una configurazione planimetrica in forma di quadrilatero, mentre nel cinquecento la fortezza venne dotata di un nuovo sistema bastionato: sono di quest’epoca i grandi baluardi dei lati occidentale e meridionale. Il primo, che ingloba il quattrocentesco Bastione di S.Pietro, prende il nome di Baluardo di S.Giorgio, quello meridionale è chiamato Baluardo di S.Pasquale.
Entrambi i baluardi, dalla tipica forma a punta di lancia, con i relativi grandi fossati, sono stati riscoperti nel corso dei recenti lavori di scavo, essendosi parzialmente salvati dalla demolizione.
Risalgono al 1860 le prime demolizioni di alcune parti significative dei poderosi apprestamenti difensivi costruiti a sentinella del porto e a difesa della città almeno a partire da età normanna; si trattò allora di una azione motivata, sotto il profilo ideologico, dall’identificazione del presidio militare con l’abbattuto potere borbonico, ma, con l’unità d’Italia, il grande complesso fortificato fu nuovamente adibito a caserma, svolgendo tale funzione sino a quando se ne decretò il definitivo abbattimento.
Questa volta furono ragioni economiche a sancire la fine del Castello a Mare, distrutto per far posto a quel molo trapezoidale che doveva segnare lo sviluppo del porto di Palermo. Nel 1922 la Ditta McArthur di Londra ne intraprese la demolizione, tra le proteste accorate degli intellettuali dell’epoca e nel giro di poco più di un anno, tra il 1922 e il 1923, portò a compimento l’opera da cui si salvarono, in parte, solo il Mastio e l’antica Porta di accesso al complesso fortificato.
Nell’area del Castello - affacciato sulla Cala, l’antico porto della città - e sulle sue rovine cominciarono allora ad accumularsi detriti di ogni genere, compresi quelli della seconda guerra mondiale, e, successivamente, a sorgere edifici e capannoni di diversa specie e destinazione, avviandosi quel lento e progressivo degrado causato anche dal proliferare di numerose e inquietanti attività illecite. La città perse così memoria di uno dei suoi luoghi”simbolo”, un luogo che, attraverso sovrapposizioni, rifacimenti, adeguamenti, aveva attraversato almeno un millennio di storia.
Dopo un lungo e colpevole oblio e con ritrovata consapevolezza del valore della memoria, si è avviato, a partire dal 1988, il recupero del monumento attraverso imponenti demolizioni, scavi archeologici e restauri architettonici, un recupero che può assurgere a metafora del doveroso quanto difficile riscatto della città dallo stato di degrado a cui per decenni è stata brutalmente sottoposta.
Oggi sono visibili nuovamente la Porta Aragonese, accesso principale alla fortezza, la testa del ponte a due archi sul quale si andava ad attestare il ponte levatoio, il cosiddetto Rivellino, struttura difensiva avanzata di forma cuspidata, con la punta rivolta in direzione della città, l’imponente Baluardo di S. Giorgio, il quattrocentesco torrione circolare, il Bastione di S.Pietro, il Baluardo di S. Pasquale, la Piazza d’armi, la Torre Mastra e il muro di cinta originariamente lambito dal mare.
L'ampliamento del settore di scavo antistante il lato settentrionale della Torre Mastra ha portato, infine, al rinvenimento di una vasta necropoli di rito islamico.
(Museo Archeologico Salinas - Palermo)
Visita guidata mostra Nutrire La Città, Palermo Museo Salinas
L’esposizione, che si inserisce tra le iniziative collaterali di Expo Milano, tratta il tema dell’alimentazione sotto diversi aspetti: il contesto naturale e il paesaggio agricolo, l’approvvigionamento delle risorse, il cibo e le consuetudini ad esso connesse, le suppellettili della tavola.
Il percorso si snoda cronologicamente dalle più antiche fasi preistoriche fino all’età dei Viceré con particolari focus sulla città fenicio-punica e sulla città romana.
Accompagnate da un articolato apparato descrittivo, saranno presentate suppellettili e ceramiche da trasporto, da cucina e da mensa relative ai diversi periodi considerati: alcuni di questi materiali vengono esposti al pubblico per la prima volta; tra essi - ritrovato nel corso delle ricerche archeologiche condotte allo Steri – il servizio da mensa utilizzato dalla potente famiglia aristocratica dei Chiaromonte che, nel XIV secolo, costruì a Palermo la sua sontuosa dimora o ancora le suppellettili utilizzate dai Viceré che all’inizio del secolo successivo abitarono lo stesso Palazzo.
Il periodo punico della città (VII-III sec.a.C.) sarà documentato attraverso alcuni dei materiali rinvenuti nella necropoli e utilizzati per i banchetti funebri, mentre l’età romana verrà evocata grazie all’esposizione di ceramiche, vasi di bronzo e suppellettili in vetro provenienti da Palermo e da altri siti della Sicilia occidentale.
Ma, soprattutto, il cibo e le modalità di rifornimento e consumo del cibo stesso, saranno presentati come il riflesso della interculturalità della città, un luogo emblematico caratterizzato da continui arrivi, da incontri tra genti di varia e diversa provenienza, da mescolanze e da ininterrotte contaminazioni.
Una Palermo che, con il suo grande porto e il suo fertile entroterra, ma soprattutto con la sua naturale propensione all’accoglienza, ha già nell’antichità il volto multiforme di una grande città mediterranea aperta alle novità e pronta ai cambiamenti.
La clip è stata realizzata da Giusi Garrubbo.
La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre con i seguenti orari:
Lunedì- Venerdì 9.30 – 19.00
Sabato-Domenica e Festivi 9.30 – 13.30. Ingresso libero.
PALERMO STORIA
Descrizione
Profile - Il Qanat del Gesuitico Alto
Con il gruppo speleologico del CAI Palermo alla riscoperta del Qanat del Gesuitico Alto: una suggestiva ed emozionante esperienza nella città invisibile sotto i nostri piedi.
Conduce Paola Carella
Riprese Mario Castellana
Tecnico del montaggio Simone Pagliaro
Produzione T&T advertising
Postproduzione Promoitalia srl
profilemagazinetv.it
Mettiamo insieme i cocci
Mettiamo insieme i cocci
Progetto sociale del Museo Salinas e dell'Istituto penale per i minorenni di Palermo
In Mostra i vasi della Palermo Punica restaurati dai ragazzi dell’Istituto penale per i minori di Palermo
Fino a domenica 25 marzo in una sala del Museo alcuni vasi della Palermo punica, risalenti e circa 2.500 anni fa, ritrovati in frammenti e appena restaurati dai “ragazzi del Malaspina”.
Il progetto sociale “Mettiamo insieme i cocci” - è stato realizzato dal Museo Salinas di Palermo in collaborazione con l’Istituto penale dei minori di Palermo e ha avuto una durata di tre mesi. Sette ragazzi (italiani e stranieri) dell’Istituto penale sono stati coinvolti in un ciclo di incontri pluridisciplinari propedeutici al vero e proprio laboratorio di restauro realizzato, per la prima volta in Italia, all’interno di un Istituto penale con la guida di antropologi (Emanuela Palmisano), archeologi (Alessandra Merra, Emanuele Tornatore), restauratori (Alessandra Barreca, Alessandra Carrubba) e video maker (Giusi Garrubbo) del Museo Salinas.
Il progetto nasce dalla volontà di realizzare un’esperienza utile e significativa, sotto il profilo dell’apprendimento e dell’impegno, per alcuni dei ragazzi, italiani e non, ospitati dell’Istituto penale dei minori di Palermo.
Il Museo Salinas ha portato all’interno dell’Istituto penale sette reperti archeologici autentici della Palermo punica rinvenuti in frammenti nel corso di diverse campagne di scavo svolte all’interno della necropoli dell’antica città di fondazione fenicia.
Nel corso delle attività di laboratorio, poi, i ragazzi hanno appreso modalità e tecniche propri del restauro ricostruendo con pazienza ed estrema attenzione i manufatti antichi attraverso l’assemblaggio dei vari frammenti che originariamente li componevano. Si è inteso così stimolare, oltre che possibili orientamenti professionali, l’idea che qualsiasi vita possa ricostruirsi attraverso percorsi di consapevolezza e di impegno.
Il progetto ha avuto sempre come sponda autorevole e qualificata il personale dell’Istituto Penale, a cominciare dal suo Direttore Dott. Michelangelo Capitano e a tutti gli operatori che hanno affiancato i ragazzi in questo percorso di apprendimento e conoscenza.
Nella piena consapevolezza che chiunque ha diritto di accesso alla propria eredità culturale e a forme di cittadinanza attiva, il museo dunque, in nome di quella “responsabilità sociale” che è propria degli istituti di cultura, si è adoperato per utilizzare la storia e le testimonianze del passato come straordinari mediatori culturali capaci di superare barriere e creare autentici valori relazionali.
Ingresso libero - Orario visite:
martedì-sabato ore 9.30-18.30
domenica: ore 9.30-13
Lunedi: riposo settimanale
Videomaker Giusi Garrubbo
Malaspina, original soundtrack Salvo Ferrara
Fontana Pretoria Fountain Part 1, Palermo
Palermo Giardino di Villa Napoli Quartiere Cuba Calatafimi
Servizio TGS su la rivalutazione di un bene culturale ...il Giardino di Villa Napoli Quartiere Cuba Calatafimi da anni nell'abbandono totale... nel fondo è compresa appunto la Villa di Napoli, cognome adottato per via dell'ultima famiglia che ne detenne il possesso: che vede in Quinto Di Napoli, (ultimo discendente e fautore della vendita al Comune di Palermo) personalita' eclettica e appartata della cultura siciliana, noto nel secondo dopoguerra per aver coltivato, come fu allora definita, ''l'utopia del cinema siciliano''. Tramontato il suo breve impegno nella produzione cinematografica, si ritiro' a vita privata, dedicandosi a tempo pieno alla pittura, inserendosi nel solco dell'arte figurativa contemporanea. Discendente di una famiglia aristocratica siciliana, era cugino dei principi Alliata: era cugino di Topazia, madre della scrittrice Dacia Maraini. ''La sua scomparsa e' una grave perdita per la famiglia di cui rappresentava con esemplare dignita' i valori morali ed artistici'', ha commentato Topazia Alliata Maraini.
Quinto Di Napoli si guadagno' l'appellativo di ''gentiluomo cineasta'' nel 1945, quando con il principe Francesco Alliata e il barone Giuseppe Moncada costitui' la societa' Panaria Film, i cui registi furono i primi in Italia ad immergere le macchine da presa sotto il livello del mare. A quella scuola di riprese subacque si formo' il giovane documentarista Folco Quilici.
La sfortunata impresa della Panaria Film si infranse nel 1949, con la fine di un sogno: quello di fare concorrenza alle grandi produzioni neorealiste della terraferma. Quinto Di Napoli fu uno dei piu' accesi sostenitori del film ''Vulcano'' di William Dieterle, con Anna Magnani e Rossano Brazzi, uscito piu' o meno nello stesso periodo di ''Stromboli terra di Dio'' di Roberto Rossellini, interpretato da Ingrid Bergman. Morto a Palermo, all'eta' di 77 anni. (Pam/Pe/Adnkronos). Ancora all'interno sussiste la Piccola Cuba costruzione del perido arabo-normanno eretto per il sollazzo dei Regi imperatori.
chiesa di san cataldo palermo
Treccani Palermo - Immagini
Un nuovo videolibro dedicato alla collana I luoghi dellarte. Protagonista la città di Palermo e il suo grande patrimonio storico-artistico. Un appassionante percorso testuale, curato da illustri studiosi legati a Palermo, accompagna il lettore nelle vicende storiche, politiche ed economiche della città, così come un ricco apparato iconografico, di oltre 900 immagini, consente di cogliere le meraviglie artistiche di un luogo nel quale ogni cultura e ogni stile ha lasciato il suo segno profondo nelle strade, nei palazzi, nelle chiese, nelle piazze, nelle collezioni darte.
In questa preziosa opera, ideata e curata con Giovanni Puglisi, si coglie il senso pieno di una stratificazione, nella quale le diverse culture e le tante dominazioni non si sono semplicemente sovrapposte, ma si sono intergate creando un'armonia e un fascino senza eguali.
Il volume, a tiratura limitata e finemente rilegato, è un suggestivo viaggio nella storia, nella cultura e nei luoghi di una città unica al mondo.
Nel video Percorsi Maria Andaloro, preside e docente di Storia dellarte medievale presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dellUniversità degli Studi della Tuscia, ci introduce in questa preziosa opera.
Nei video Parole e Immagini, la musica è tratta dal brano Prigioniero d'amore di Alessandro Russo.
Palermo - Lo stato dell'arte
Un'opera d'arte lunga 5 metri lascia la stazione dopo due anni chiusa in uno spazio espositivo.
Una composizione fotografica che ricostruisce il profilo di una città taglia Palermo dalla Zisa alla Kalsa suscitando lo stesso effetto che un treno, ad inizio '900, avrebbe suscitato nella gente che non lo aveva mai visto: stupore
Roberto Rinella: L'Osservatore, 100x500, intersezione analogica di stampe fotografiche. 2013
IL MODERATORE 210 - BAUCINA: RIPRENDONO GLI SCAVI NELLA NECROPOLI DI MONTE FALCONE
Alla scoperta dei Qanat Arabi di Palermo
Prodotto da Telesud Palermo e Condotto dal Mitico Filippo Marsala, un itinerario sotterraneo alla scoperta dei QANAT, gli acquedotti scavati dagli arabi a Palermo.
Lo dedichiamo al compianto Ernesto Raia studioso del sottosuolo palermitano.
Per sapere tutto sui Qanat: