Il castello di Comano (MS)
l castello di Comano è una fortificazione medievale che si trova nel comune omonimo, in provincia di Massa Carrara nella storica regione della Lunigiana. È situato sopra un colle a circa 600 metri di altitudine nella profonda valle del Taverone. In passato fu importante per la sua posizione strategica al confine tra l'Emilia-Romagna e la Toscana e per il grande valore economico del suo centro agricolo. La prima fonte scritta relativa all'antico castello risale all'884 anche se ritrovamenti settecenteschi rivelano frequentazioni della valle già in epoca romana.
Castello di Treschietto | Lunigiana | Bagnone (MS) (4K)
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Treschietto è stato un'importante roccaforte a strapiombo su una vallata, attraversabile esclusivamente tramite due ponticelli con arco a tutto sesto in pietra arenaria, accessibile solo via mulattiere e circondato dal torrente Acquetta ad ovest, dal Bagnone a sud e dal Tanagorda a nordest. La sua importanza era legata alla sua posizione, punto obbligato di passaggio tra corsi d’acqua e valloni. L’agglomerato urbano si divide in cinque nuclei ben definiti: Castello, nella parte più alta a 455 metri sul livello del mare, Chiesa, Querceto, Palestro e Valle. Fino al 1950, anno di apertura della odierna strada carrozzabile, il borgo è stato praticamente inaccessibile.
Treschietto fu dominio dei marchesi Malaspina dello Spino Fiorito di Filattiera. Il feudo toccò, in seguito alla divisione ereditaria del 1351, a Giovanni Malaspina detto il Berretta, che fece costruire il castello e lo usò come sua residenza principale. Il territorio si componeva del capoluogo e delle ville di Agnola, Corlaga, Finale, Iera, Leorgio (Leugio), Palestro, Stazzone e Vico ma in seguito a divisioni ereditarie Corlaga con Iera e Vico divenne feudo autonomo. Nel 1698 il marchese Ferdinando, l'ultimo della dinastia, vendette il suo feudo al granduca Cosimo III. Dopo alterne vicende Treschietto col suo territorio fu ceduto al principe Corsini di Firenze, nel 1800 fu occupato dai Francesi e nel 1814 unito agli Stati Estensi della Lunigiana. Dal 1805 al 1849 fu sede di Comune finendo poi aggregato al Comune di Bagnone.
I ruderi del castello sono accessibili solo dal lato nord-est e sono costituiti da ciò che resta della cinta muraria, di forma quadrilatera allungata sulla cresta, sovrastati dalla slanciata torre circolare, oggi semimozzata da un fulmine ma un tempo coronata da merlatura e apparato difensivo a sporgere retto da beccatelli, dei quali restano alcune tracce. E' evidente la sua somiglianza con le alte torri dei castelli malaspiniani di Malgrate e Comano, tanto da far supporre che le maestranze usate per la loro costruzione siano state le stesse. Degli edifici interni restano poche tracce. Anche la cappella castrense, della quale è identificabile l'abside, è stata ricoperta dai crolli delle strutture difensive. Il complesso è oggi invaso dalla vegetazione e a perenne rischio di ulteriori collassi strutturali. Poco lontano dai ruderi nel 1969 è venuta alla luce una statua-stele femminile che porta frontalmente un monile a goliera formato da anelli a bande parallele sullo stile degli amuleti metallici in uso nella prima fase dell'età del Bronzo. Questa è nota oggi come la 'Venere di Pietra' di Treschietto.
La leggenda narra di un locale don Rodrigo, il marchese Giovan Gasparro Malaspina che dal 1616 vessò i suoi sudditi con ogni sorta di male azioni e si coprì di turpitudini sino al 1678 [veniva infatti chiamato dalla gente 'il mostro'] quando all'età di 62 anni, con grande sollievo dei suoi sudditi, morì. Un'altra leggenda tramandata ci fa credere che nei sotterranei del Castello vi sia stato nascosto un vitellino d’oro, ricercato da tanti al punto arrivare a distruggerne le parti migliori, e come tutte le leggende, mai trovato.
FONTE:
ll castello di Malgrate - www.terredilunigiana.com
Castello e borgo di Bibola. Terre di Lunigiana - Saverio Pepe
Su una collina a dominio di Aulla, sorge Bibola, visibile da lontano con i resti spuntati del castello. La sua origine risale probabilmente al periodo romano, come segnala il suo toponimo. In età bizantina, agli inizi del VII secolo, l'Anonimo Ravennate indicò nella sua Cosmographia, un itinerario fortificato che da Luni andava fino a Lucca e, in direzione contraria, attraverso Pulica, Bibola, Rubra (Terrarossa), Corneda portava verso la Liguria. Bibola fu uno dei kastron bizantini a difesa del porto di Luni e andò acquistando importanza con l'affermarsi della Via Francigena che toccava Bibola nella sua principale variante in Lunigiana, passando anche dal vicino castello di Burcione, oggi scomparso.
L'insediamento bizantino sorse probabilmente dove si trovano i ruderi del castello, che era collegato visivamente con le torri di Filattiera e Grondola e con i castelli di Bastia, Monti, Lusuolo, Castiglion del Terziere. Bibola fu ceduta dai Malaspina in subfeudo ad altri nobili allíinizio del XIII secolo, mentre con la pace di Castelnuovo nel 1306, ritornò in loro possesso. Nel 1355 fu tra i feudi dei Malaspina di Aulla confermato da Carlo IV, e fu poi venduto dagli eredi nel 1451 ai marchesi di Fosdinovo.
Il borgo in galleria con numerosi passaggi coperti con volte di pietra si raccoglie in modo circolare intorno al castello. Una leggenda narra che nella chiesa di San Bartolomeo siano conservati i resti della moglie del conte Ugolino.
Ritrovamenti metal detector 2018...L' INESAURIBILE LOCATION !!
Ancora lassù...ancora target...ancora noi !!
PARCO ARCHEOLOGICO DI LUNI
Il percorso museale che si sviluppa nell'area della città antica di Luna lega i monumenti con il museo e le strutture espositive allestite nei casali rustici, siti all'interno del perimetro urbano della colonia romana. La sede del museo è articolata in sezioni rivolte alla documentazione delle attività commerciali della colonia, dalla lavorazione del marmo (con esposizione di statue e ritratti) alla circolazione di vasellame da mensa e da cucina dall'epoca tardorepubblicana all'alto medioevo. Nel portico, adiacente i resti del Capitolium, sono raccolti i frammenti architettonici e il notevole apparato decorativo in terracotta dipinta del complesso. Una sezione allestita nel casale alle spalle dei ruderi del Grande Tempio illustra, attraverso un ampio apparato didattico, ricostruzioni grafiche e modelli in scala le fasi del santuario urbano dedicato a Selene-Luna, mentre nel casale presso la Porta settentrionale trovano spazio le testimonianze scritte della vita pubblica e privata (tituli su basi di marmo, epigrafi di età imperiale). Sotto la basilica paleocristiana sono stati trovati alcuni mosaici del dio Oceano. Una sintesi di tutte le abitazioni finora scavate a Luni è presentata nel casale presso la Porta orientale, dove ogni complesso è illustrato nel suo sviluppo planimetrico con l'esposizione di materiali significativi; al piano superiore la sezione Lavori in corso mostra al pubblico i risultati preliminari delle indagini scientifiche avviate in diversi settori della città.
La colonia romana di Luna si dotò di un anfiteatro in un periodo non meglio specificato del II secolo, forse in età antoniniana.
L'anfiteatro sorgeva al di fuori della cinta muraria delle colonia, nel suburbio orientale, lungo l'antico tracciato della Via Aurelia. Il monumento è orientato sulla base della ripartizione agraria di età augustea che si sovrappone, con orientamento diverso, a quella risalente alla fondazione repubblicana della colonia.
Di forma ellittica, presenta un'asse maggiore di 88,5 m e un asse minore di 70,2 m e si sviluppa in maniera simmetrica rispetto all'asse maggiore. Si calcola che dovesse avere una capienza di circa 7 000 spettatori.