Brescia chiesa San Giovanni Evangelista 18 ago 2018
Interno della chiesa San Giovanni Battista, restaurata.
Continuano i restauri per la chiesa di San Giovanni Evangelista
54ª puntata Le esplosioni bresciane
Insoliti botti nella Città di Brescia
BRESCIA Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Dopo la peste che aveva afflitto la città tra il 1480 e il 1484, si diffuse a Brescia la notizia che un affresco votivo raffigurante una Madonna col Bambino dipinto in facciata a una casa lungo il corso del quartiere di San Nazaro aveva poteri miracolosi. Sull'onda del fervore religioso popolare, il Comune avviò nel 1486 le trattative per l'acquisto della casa. Nel 1488 fu finalmente inaugurato il cantiere del primitivo santuario, costituito da una parte degli interni della chiesa e, soprattutto, dalla maestosa facciata in marmo cesellato, la cui esecuzione è probabilmente da attribuire alla bottega dei Sanmicheli, da poco insediatisi in città, forse proprio in concomitanza con l'ottenimento di questa eccezionale commessa, e all'epoca unica bottega di scultori attiva a Brescia in grado di operare su un manufatto di livello tecnico e culturale così elevato[1].
La facciata dei Sanmicheli, corrispondente al livello più basso e raffinato della facciata attuale, viene compiuta entro l'anno 1500. Nel frattempo, l'edificio religioso subisce un rapido sviluppo, anche grazie al crescere del numero di fedeli e delle elemosine e, probabilmente a cantieri ancora aperti, viene deciso per il suo ampliamento, portando il santuario alla dimensione definitiva. Le partiture architettoniche interne, connotate da caratteri decorativi elaborati e raffinati, vengono forse realizzati da Gasparo Cairano e bottega. Lo stesso scultore realizza inoltre il ciclo di Apostoli per la prima cupola, interposto al ciclo di Angeli del Tamagnino, entrambi consegnati e pagati nel 1489[1].
Nel corso dei secoli, il santuario si arricchisce di opere, soprattutto pittoriche, tra cui una tela del Moretto e il ciclo di teleri con le Storie di Gesù per il presbiterio, dipinto da una serie di autori bresciani tra cui Tommaso Bona e Pier Maria Bagnadore. Anche le pareti e le volte della chiesa vengono affrescate e stuccate da vari autori. Gran parte dell'apparato pittorico parietale viene distrutto durante la seconda guerra mondiale, quando l'edificio viene gravemente danneggiato dai bombardamenti che, miracolosamente, non intaccano la facciata e le pregiate sculture della prima cupola. Negli anni successivi il santuario viene profondamente ricostruito, salvando tuttavia gran parte del patrimonio originale, perlomeno scultoreo.
Il santuario di S. Maria dei Miracoli si presenta oggi come un edificio dalla configurazione assai originale, di complessa lettura a causa di una lunga vicenda di stratificazioni e aggiunte successive, costantemente limitate dai vincoli del preesistente, fitto tessuto urbano e sostanzialmente prive di un progetto unitario di base. In borgo S. Nazaro, sul muro esterno della casa di un certo Federico Pelaboschi, esisteva nel Quattrocento un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa; intorno a essa era sorta un'edicola votiva, probabilmente a contenere un altare e a ricovero delle offerte sollecitate dalla devozione popolare. Il luogo doveva tuttavia rivelarsi assai interessante sotto il rispetto economico, oltre che sotto il profilo devozionale, se nel 1486 il Consiglio comunale di Brescia deliberava di acquistare casa Pelaboschi e tre anni più tardi acquisiva altre case adiacenti. Nacque così l'idea di creare una prima cappella, concepita probabilmente come semplice stabilizzazione degli apparati provvisori e verosimilmente strutturata come un protiro a due ordini formato dalla sovrapposizione di due arcosolii voltati a lacunari, il superiore a protezione dell'immagine miracolosa, l'inferiore con accesso a un locale retrostante adibito a sagrestia, ricavato dalla stessa casa Pelaboschi.
Ben presto si manifestò l'esigenza di progettare un organismo più ampio; anche il vescovo della città e il doge veneziano si interessarono alla questione e il ruolo di procuratori della fabbrica spettò a due figure di spicco nella vita culturale bresciana del tempo come il nobile Giovan Pietro Averoldi, padre del mecenate Altobello e legato al governo della Serenissima, e l'umanista 'antiquario' Giovanni Maria Tiberino.
(I lavori per la costruzione della chiesa furono ultimati solo nel 1581, quando l'immagine sacra venne condotta all'interno,sull'altare maggiore).
CHIESA DI SAN GIORGIO - BRESCIA
Situata nell'omonima piazzetta San Giorgio, la chiesa contiene numerosi ed importanti frammenti dell'originale decorazione pittorica duecentesca, affiancati agli affreschi barocchi del Seicento.
Dopo imponenti lavori di restauro, la chiesa è stata riaperta al pubblico ed è gratuitamente visitabile.
Buona visione.
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“Firmato da te”, Acquasparta
Il terremoto del 30 ottobre 2011 colpì anche Acquasparta, in provincia di Terni. Da quel giorno non è stato più possibile celebrare la messa nella Chiesa di Santa Cecilia, danneggiata dalla scossa. Ma don Alessandro non ha mai perso la speranza. Ed è proprio nelle difficoltà che viene fuori il meglio delle persone. Così, accanto al desiderio di riappropriarsi di quel luogo in cui potersi ritrovare nel profondo, qui hanno riscoperto la bellezza dell’essere comunità a prescindere dagli edifici. Grazie ai fondi dell’8xmille la Chiesa è stata restaurata e la sua riapertura al culto ha generato qualcosa di inaspettato: Irene, Mattia, Lorenzo, Giulia e tanti altri giovani del posto si sono ritrovati intorno alla parrocchia travolti dall’emozione e dalla bellezza dello stare insieme.
Periferie esistenziali rimesse al centro dalla dedizione pastorale e caritativa, con il sostegno dell’ 8xmille della Chiesa Cattolica. Persone che dedicano la loro vita al servizio dei deboli e degli esclusi, attraverso la cui voce si può capire cosa significa per un territorio e per chi vi abita un’opera caritativa o un progetto pastorale, a cui i fondi 8xmille sono destinati.
Brescia: Visita della città e merenda da Iginio Massari
Visite a piedi a piazza Vittoria, Piazza Paolo VI con il Duomo Vecchio, duomo nuovo e Palazzo Broletto, per poi dirigerci in Piazza Loggia e nella chiesa di San Giovanni Evangelista per visitare uno dei capolavori dell'arte del '500 lombardo: la celebre cappella del Santissimo Sacramento decorata dai massimi artisti bresciani: Moretto e Romanino.
Visite in Via Musei dove si arriverà al parco archeologico dove si visiterà il Capitolium , il teatro romano e l'incredibile quarta cella del Santuario Repubblicano di epoca preromana che conserva ancora intatti gli affreschi parietali e i mosaici dei pavimenti.
Pasticceria Veneto tempio di Iginio Massari, tanto amato quanto temuto, Chef Massari è universalmente riconosciuto un talento assoluto. Vincitore, dal 1964 di oltre 300 concorsi, premi e riconoscimenti nazionale e internazionali. Insignito del Leon d'Oro alla carriera.
Thanks to: Zani Viaggi
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Santuario di Santa Maria delle Grazie,Brescia, Италия путешествуем с Ларуссия
Santuario di Santa Maria delle Grazie,Brescia, Италия путешествуем с Ларуссия
BRESCIA - Chiesa dei Santi Faustino e Govita 4K
La Chiesa dei Santi Faustino e Govita a Brescia filmata in 4K con Sony RX10M3.
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BRESCIA chiesa di S. Maria della Carità o chiesa del Buon Pastore
Esterno.
La facciata della chiesa è di genere tradizionale e non tradisce la conformazione ottagonale interna. Il colore dominante è l'ocra, che diventa giallo chiaro in corrispondenza delle lesene, che dividono la facciata in due ordini: lesene doriche su quello inferiore e corinzie su quello superiore. Sull'asse centrale si aprono il portale d'ingresso e, al di sopra, un grande finestrone rettangolare, mentre un timpano triangolare corona l'intera facciata. Ai lati di questa sono poste le due statue, prima citate, di Antonio Ferretti e Alessandro Calegari: in particolare quella di quest'ultimo, a destra, rappresenta una figura femminile che regge il modello di una casa, a testimonianza dell'originario scopo per cui la chiesa era stata costruita, cioè ospitare la riproduzione della Santa Casa.
Portale.
Il portale della chiesa di Santa Maria della Carità è, di solito, l'unico particolare per cui questo edificio è ricordato frequentemente. Le due colonne libere color ferro che lo compongono, difatti, provengono dall'antica Basilica di San Pietro de Dom, demolita nel 1603 per realizzare il Duomo nuovo: si tratta, perciò, di due delle sole dieci colonne giunte fino a noi delle ventotto originali che ne costituivano il colonnato interno. Il materiale che le compone è marmo egiziano scuro ed erano, a loro volta, già colonne di spoglio di epoca romana, probabilmente estratte nei pressi del foro romano della città. I capitelli ionici in sommità, ovviamente, sono successivi.
Interno e opere.
L'interno, come già detto, è impostato su una pianta ottagonale, dove è comunque favorito un asse principale grazie all'allineamento dell'ingresso e del grande altare maggiore, che si presenta come un grande involucro cubico in legno e marmo dentro il quale è custodita la riproduzione della Santa Casa. Sulle pareti, diametralmente opposti e in linea ortogonale con l'asse centrale, si trovano i due altari laterali in legno, già contenuti nella precedente chiesa e qui ricollocati. In quello di sinistra è posta una pala raffigurante la Maria Maddalena di Antonio Gandino, a destra i Santi Sebastiano, Antonio e Rocco di Francesco Paglia, entrambe opere seicentesche. Sull'altare maggiore, invece, è conservato l'affresco staccato della Madonna della Carità.
Alla chiesa è annesso un piccolo santuario e la canonica dove sono custodite altre opere degne di interesse, fra cui lapidi, affreschi del Cinquecento facenti parte della precedente struttura e tele di vari autori.
Legami in spazi aperti (parrocchia san Giovanni, Brescia)
Brescia, 3 giugno 2012, presso il chiostro della parrocchia di san Giovanni.
Chiesa Sant Alessandro a Milano
Scopriamo la grande chiesa di Sant Alessandro a Milano!
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Fort of Gavi, Gavi, Alessandria, Piedmont, Italy, Europe
The Fort is a historic fortress of Gavi type purely defensive built on an old medieval castle . It is state property and is used as a museum . It is located in the Piedmont town of Gavi, along the way Postojna that connected the Republic of Genoa to the Southern Piedmont (Monferrato ) and Lombardy . Since 1946 is delivered to the Ministry of Culture that is responsible for maintenance and promotion by the Superintendence for Architectural Heritage and Landscape of Piedmont. Since 2007, the Association of Friends of Forte di Gavi collaborate in promoting and enhancing the Superintendent said . Inside the fortress , which is inserted in the Open Castles , held periodically costumed historical re-enactments , lectures, debates and photographic and painting exhibitions . It is in the process of defining the project for the use of the structure for various art shows , music and theater . The fort stands on a natural rock overlooking the ancient village of Gavi. It was created by incorporating a pre-existing castle built , according to legend , at the time of the Saracen occupation and the Hungarian princess Gavia (or Gavina ) that in that locality had established his residence. According to legend, the princess was of French origin, so much so that even today the track leading to the fort, rising from the village , bears the name of Monserito ( by mon cheri ) . Out of the legend , it is difficult to establish with certainty - due to the lack of documentary evidence - the date of construction of the original castle though scholars do not exclude that in antiquity there was in that place a fortification of pre-Roman times . The first act that testifies to the existence of the castle is a notarized document from the year 973 . A subsequent imperial diploma signed by Henry VI of Swabia, son of Frederick Barbarossa, confirmation - on the date of 30 May 1191- the donation as a fief to the Republic of Genoa, both the castle and the nearby village of Gavi. The castle remained in the hands of the Genoese , albeit with ups and downs , at least up to 1418 when it passed first to the Signoria of the Visconti of Milan , then to the Fregoso and finally to the Alexandrian Guasco , Lords of Francavilla . The Guasco were lords of Gavi until 1528 : in that year the castle was sold again to the Republic of Genoa to coin minted by the Banco di San Giorgio ( thousand places the agreed amount ) . Only in the Napoleonic era , Genoa - which served as a defense outpost Oltregiogo advanced beyond the Ligurian Apennines - was forced to give up what had become a fortress Gavi . Over the centuries, the transformation from a strong castle has been slow but steady : the first radical surgery on the original structure were made in 1540 by the military in the service of the Republic Giovanni Maria Olgiati . The next project started in 1626 ( and completed three years later) by Fray Gaspar said Maculano between Fiorenzuola , which operated in collaboration with the Genoese architect Bartolomeo Bianco , endowed the structure of six impregnable bastions said St. Mary , St. John's Evangelista , Crescent , St. Bernard , St. Thomas ( or word of mouth ) and St. Anthony (or of the Banner ) , joined together by strong barrages of armed gunboats . They date back to 1673 , the fortifications on the hill next door ( Reduced Monte Moro ) . Subject of the expansionist ambitions of the rulers of Savoy , the fort underwent several sieges of Gavi : he was attacked and conquered for the first time in 1625 by the forces of Franco- Savoyard . Recaptured by the Genoese after only twenty-one days , it was decided at the end of the war the transformation into a fortress , more adequate to withstand the artillery of the time ( between Fiorenzuola project ) .
Attacked again in 1746 by the Austrians (see Portoria and Giovan Battista Perasso ) , surrendered at the request of the same Genoa. In 1799 , after the battle of Novi , remained one of the few strongholds still in the hands of the French. Passed to France in 1804, was finally attributed to the Kingdom of Sardinia by the Congress of Vienna in 1815 . Decommissioned in 1859 , the fort was turned into a prison civil . During the Second World War it was later used as a prison camp for officers in the Anglo- Americans. At the end of the conflict remained abandoned until 1978 , when he started on the restoration project . The life led by soldiers inside the fort has always been rather spartan and marked by tough guard duty. To preside over the control were two key figures: the castle, which was entitled decisions of major importance, and the Munizioniere, in charge of the supply of weapons and food.
Brescia - Museo Santa Giulia - chiesa di SAN SALVATORE e CRIPTA
Gitarella a Parma
Visita veloce a Parma prima di andare a cena da amici. Città con un bel centro storico, a misura d’uomo, ma che ti sa stupire. Bellissima la piazza con il Duomo e il Battistero, imponente il Palazzo della Pilotta. I parmensi dicono «sei pesante come la Pilotta» e il motivo è ben chiaro appena se la si trova davanti! Assolutamente da vedere il Duomo con la magnifica cupola affrescata dal Correggio, il Battistero e anche l’Abbazia di San Giovanni non scherza. Subito fuori dal complesso ecclesiastico, da non perdere la Spezieria San Giovanni.
Parma, torneremo presto perché ci sono ancora molte cose che dobbiamo vedere!
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BRESCIA - chiesa dell'Ospedale di Sant'ORSOLA
La chiesa di Sant'Orsola è una chiesa di Brescia, situata lungo via Moretto, fra la chiesa di Santa Croce e l'intersezione con via Gramsci. Costruita all'inizio del Seicento dalle Orsoline con l'obiettivo di espandere la propria comunità religiosa cittadina, dopo la soppressione del 1797 fu recuperato dai frati del Fatebenefratelli che insediarono un grande ospedale nel convento annesso, ancora oggi attivo. La chiesa rappresenta oggi la cappella del centro sanitario, ma la messa serale giornaliera è sempre aperta al pubblico. Contiene varie opere pittoriche e scultoree di VITTORIO TRAININI e una tela il “Martirio di Sant’Orsola” di GIOVANNI BATTISTA PITTONI.
All'interno, la chiesa si sviluppa su navata unica coperta da volta a botte. Le pareti sono decorate da arcate incorniciate da lesene di ordine corinzio che accolgono le due cappelle laterali, poste a metà dell'aula.
Le spoliazioni operate all'inizio dell'Ottocento hanno portato alla dispersione delle varie opere d'arte che la chiesa doveva evidentemente contenere. La letteratura artistica antica segnala infatti la presenza di diverse opere tra cui una Sant'Orsola e le Vergini di BERNARDINO GANDINO, figlio del più noto Antonio Gandino, una Santa Caterina con il Bambino Gesù di OTTAVIO AMIGONI e uno stendardo con lo Sposalizio mistico di Santa Caterina e Sant'Orsola di PIETRO MARONE. Le opere oggi custodite, pertanto, sono in larga parte di produzione ottocentesca e novecentesca, posizionate dai frati del Fatebenefratelli.
In controfacciata risalta la tribuna dell'organo, sostituito nel 1933 da uno strumento di ARMANDO MACARINELLI sia per ragioni di vetustà del precedente, sia per un incendio che ne aveva danneggiato la cassa. I riquadri che adornano la balaustra lignea decorata a finto marmo recano vari strumenti musicali intagliati a bassorilievo e dorati. Lateralmente si aprono le vetrate ideate da Vittorio Trainini rappresentanti due grandi angeli, mentre nel finestrone sommitale è raffigurata la Madonna con Bambino e i santi Raffaele e Giovanni di Dio. Sempre al Trainini è attribuito il simbolico Pellicano dipinto a monocromo al centro della volta e i decori sul fregio sulla trabeazione, dove putti e angioletti si alternano ad anfore e motivi floreali.
La cappella a destra, rinnovata dopo il 1861, è dedicata a san Giovanni di Dio, vissuto nel Cinquecento e fondatore dell'ordine dei Fatebenefratelli. L'ancona lignea dorata, con alla base angeli reggi fiaccola, è opera della bottega dei POISA. La pala, dipinta nel 1989 da GABRIELE SALERI, raffigura San Giovanni di Dio mentre assiste gli abbandonati e i moribondi. Verso la pala centrale convergono le due figure ad affresco, collocate sulla parete, di San Raffaele arcangelo a sinistra e di San Giovanni Evangelista a destra, realizzate sempre dal TRAININI nel 1930.
Il presbiterio ha sviluppo ampio con soffitto coperto da una cupola emisferica sul cui fondo, dorato dalla ditta Poisa e inciso da fitto intreccio di ovati con volti angelici, nel 1950 il TRAININI ha rappresentato i Sette doni dello Spirito Santo, oltre alle Virtù nei tre lunettoni di imposta, ai simboli degli evangelisti nei pennacchi e alle architetture monocrome contornanti le bifore nelle pareti laterali, testimonianza dell'antico matroneo del convento. Sull'altare maggiore risalta la pala con il Martirio di Sant'Orsola, dai colori chiari e luminosi, realizzata nel 1748 da GIOVANNI BATTISTA PITTONI. Il pittore raffigura con grande vivacità la scena del martirio della santa, con quest'ultima attorniata dalle compagne sulla riva del mare mentre sta per cadere a terra colpita da una freccia.
Nella cappella di sinistra è collocata l'immagine della Madonna del Buon Consiglio, molto venerata dai Fatebenefratelli. La cornice lignea che contiene la pala viene realizzata nel 1950 dai Poisa su disegno del TRAININI. Nella chiesa sono esposte altre quattro opere di Gabriele Saleri, raffiguranti religiosi dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio e appese sugli architravi al centro di ogni intercolumnio tra le lesene perimetrali: la prima a sinistra rappresenta Sant'Eustachio Kugler, l'opposta il Beato Benedetto Menni, la seconda a destra è San Giovanni il Grande e la seconda a sinistra San Riccardo Pampuri.
Brescia - Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Giornata FAI d'Autunno 2017)
Brescia, Giornata FAI d'Autunno 2017 - Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Edificata all'inizio del Trecento e in seguito ricostruita nel Quattrocento, fino a un ultimo rifacimento nel Seicento, la chiesa ospita importanti opere d'arte, fra le quali due tele di Luca Mombello, una di Giambettino Cignaroli e la preziosa arca di San Tiziano, scolpita nel 1506 e capolavoro della scultura bresciana del periodo.
Il chiostro quattrocentesco del monastero annesso, soppresso nel 1797, è noto come chiostro della Memoria, nome conferito dal poeta Angelo Canossi che qui fondò nel 1916 l'Istituzione della Memoria, scolpendo sulle colonne i nomi dei caduti bresciani della prima guerra mondiale. La chiesa è ancora oggi officiata ma è una chiesa ortodossa, affidata pertanto all'Arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta, che vi celebra regolarmente la Divina Liturgia.
VICENZA SOTTO LA NEVE
La nevicata del 27 dicembre 2014, giorno di San Giovanni apostolo ed evangelista, a Vicenza!
1° chiesa Battista Evangelista di Brescia,09/11/08
Brescia
GREST 21 02-08-11 MESTRE - S. GIOVANNI EVANGELISTA
Mestre - Il Grest della parrocchia di San Giovanni Evangelista (Cristina Pagnin)