Santuario Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca - Monteprandone
San Giacomo della Marca, al secolo Domenico Gangale, nacque a Monteprandone, provincia di Ascoli Piceno, il 1 settembre 1393. In gioventù intraprese gli studi ad Ascoli Piceno e successivamente a Perugia, dove si laureò in diritto civile ed ecclesiastico. Esercitò dapprima il ruolo di notaio a Firenze e in seguito di giudice a Bibbiena, ma l’ambiente delle corti di giustizia, lontano dalle sue aspirazioni spirituali, lo indussero ad abbandonare il mondo giudiziario ed entrare nel convento di S. Maria degli Angeli di Assisi.
Il 13 giugno 1420 fu ordinato sacerdote e subito si distinse per l’efficacia delle sue prediche che attiravano numerosi fedeli in ogni luogo egli si recasse. La predicazione di San Giacomo, che trattava i temi basilari della fede cristiana, si estese contro i gruppi di eretici, principalmente i fraticelli, che attentarono più volte alla sua vita. Papa Eugenio IV gli conferì incarichi speciali per la predicazione contro le eresie oltre l’Adriatico e per missioni diplomatiche nell’Europa centro orientale. Fu un convinto assertore delle Crociate e, grazie al suo intervento in veste di pacificatore, le città di Fermo ed Ascoli, eterne nemiche, stipularono una storica pace nel 1446 e poi nel 1463. Nello stesso anno risolse ancora una volta una questione di confine tra Monteprandone e Acquaviva.
Il santo si prodigò a dare Statuti Civili ad undici città e creò i Monte di Pietà, per combattere l’usura. Scrisse diciotto libri. Istituì nel Convento di Santa Maria delle Grazie, da lui fondato, una ricca libreria per l’istruzione dei religiosi e di quanti coltivassero l’amore per lo studio. Morì a Napoli il 28 novembre 1476. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli.
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
Santuario San Giacomo della Marca Monteprandone
Entrando dal portale della chiesa, datato 1546, sulla sinistra sono visibili i resti dell’affresco di un anonimo artista del 1500 raffigurante San Bernardino da Siena e San Sebastiano. Troviamo poi un altare in legno di stile barocco che racchiude una pregevole tavola di Vincenzo Pagani da Monterubbiano (1525). Pochi metri più avanti, c’è un secondo altare in legno con la tela attribuita a Durante Nobili di Caldarola (sec. XVI). Osservando l’abside, si possono notare tre opere d’arte di stupendo valore. C’è uncrocifisso ligneo del sec. XVI attribuito a Cola dell’Amatrice, ci sono le tavole sagomate e dipinte da Vincenzo Pagani intorno al 1540 che raffigurano la Madonna e San Giovanni evangelista. Nella cappella di San Giacomo, significative sono le pitture di Mario Pesarini (1956) che ricordano la protezione che il santo ha concesso ai monteprandonesi durante la seconda guerra mondiale. Sotto l’altare in travertino c’è il corpo incorrotto di San Giacomo. Fino al 2001 al suo posto c’era un simulacro in cera. Quell’anno, coronando un’attesa lunga secoli, il corpo del Santo tornò finalmente da Napoli, città dove morì nel 1476. Sulla parete di fondo c’e l’arco in pietra del 1543, che faceva parte dell’altare esistente nell’antica cappella di San Giacomo. Nella cappella della Madonna delle Grazie è conservato il quadretto della Vergine che fudonato al santo dal Cardinale Francesco della Rovere nel 1468. La terracotta policroma è un prodotto dell’arte Toscana del sec. XV. Da non perdere la visita al bellissimo chiostro del 1500; attorno al pozzo in pietra sono visibili 25 lunette affrescate con la vita di San Giacomo, opera di Emidio Tegli (1848). In una sala del chiostro si trova il Museo di San Giacomo (consulta la sezione apposita). Per antica tradizione San Giacomo viene invocato come protettore dei bambini; molti dei miracoli da lui compiuti in vita riguardano proprio i fanciulli. Il santuario è meta di numerosi pellegrinaggi da ogni parte d’Italia e non solo.
Riapertura della restaurata Chiesa di Santa Maria delle Grazie
SABATO 19 Novembre
Riapertura della restaurata Chiesa di Santa Maria delle
Grazie nel Santuario di San Giacomo della Marca a
Monteprandone
Siamo Noi - Monteprandone (Ap), San Giacomo Della Marca
di Giorgio Brancia
Con Giorgio Brancia siamo andati a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, per conoscere la storia e i luoghi di San Giacomo della Marca. Nato a Monteprandone (Ascoli Piceno) nel 1394, fu discepolo di san Bernardino da Siena, dal quale ricevette a 22 anni il saio francescano. Come il maestro, anch'egli si diede alla predicazione, in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e in Ungheria dove si recò per ordine del Papa.
Santuario di San Giacomo della Marca - Monteprandone (AP)
Inaugurazione 26 Luglio 2015 Santuario San Giacomo della Marca
Domenica 26 luglio 2015 ore 12.30, Santuario San Giacomo della Marca inaugurata la mostra Il Cantico di San Francesco da S. Ecc. Mons. Carlo Bresciani, dal Ministro Provinciale P. Ferdinando Campana. Presenti l’assessore alla cultura della Regione Marche Moreno Pieroni, il Sindaco di Monteprandone Stefano Stracci, il Presidente del Consiglio del comune di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, l'assessore alla cultura Margherita Sorge.
In occasione degli 800 anni della venuta di San Francesco in Ascoli Piceno nel 1215, in uno dei suoi viaggi nella cosiddetta “Marca di Ancona”, a Monteprandone, il Santuario “San Giacomo della Marca” dei Frati Minori presenta nel periodo estivo la mostra: “Il Cantico di San Francesco”, un evento francescano che vuole ricordare questo importante anniversario, promosso dai Comuni di Monteprandone, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e dalla Provincia francescana “San Giacomo della Marca” dei Frati Minori delle Marche. Nel Chiostro del Convento che custodisce le spoglie di San Giacomo della Marca e un Museo a lui dedicato, ci sarà l’esposizione: “San Francesco, la natura e gli animali” con i quadri dei pittori americani Earl Gustaveson (oggi scomparso) e Linda Greigg, che sarà presente, curata da padre Nicola Iachini. Una seconda esposizione dal titolo “San Francesco e Santa Chiara: due sguardi, un unico carisma”, presenterà le opere delle due pittrici locali Antonella Spinelli e Katja Amabili.
MONTEPRANDONE SAN GIACOMO DELLA MARCA
Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,
in onda ogni giorno alle 6.30 - 7.30 - 11.50 - 13.30 - 19.30 - 20.30 - 23.00
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Il Santo del giorno San Giacomo della Marca
Liturgia del giorno: Is 4,2-6; Sal 121; Mt 8,5-11
Nato nel 1394 a Monteprandone (Ascoli Piceno), dopo gli studi compiuti a Perugia e il conseguimento del dottorato a Firenze, nel 1416 vestì il saio francescano dell’Osservanza e tre anni dopo fu ordinato sacerdote. Nel 1426 papa Martino V lo autorizzò a predicare contro gli eretici e Giacomo iniziò i suoi viaggi apostolici fuori Italia, in Dalmazia, in Bosnia, in Ungheria e in Austria con grande frutto di conversioni; da Niccolò V fu mandato poi nell’Illirico, in Germania e in Valacchia, dove bandì la crociata contro i turchi e promosse la riunione degli scismatici. Nel 1472 fu chiamato a Napoli dove morì il 28 novembre 1476; nel 1624 gli fu concesso il titolo di beato da Urbano VIII, due anni dopo venne dichiarato compatrono di Napoli e solo il 10 dicembre 1726 Benedetto XIII lo iscrisse nell’albo dei santi.
il finale del concerto con le corali San Giacomo della Marca, San Giuseppe, Santa Chiara.
Concerto di brani popolari mariani eseguiti dalle corali:
San Giacomo della Marca, San Giuseppe, Santa Chiara.
Chiesa San Giacomo della Marca Monteprandone (AP)
Soliste e Direttori:
Su Hyun Han (direttrice e solista corale Santa Chiara)
Michaela Magagnino (direttrice e solista corale San Giuseppe)
direttore della corale San Giacomo il maestro Primo Scipioni
gli strumentisti:
P. Pierpaolo Fabbri - chitarra e organo
Guido Mateucci - fisarmonica
Gregori Livia - organo
MONTEPRANDONE
Monteprandone è una bellissima cittadina storica nella provincia di Ascoli Piceno e vicinissima alla famosa San Benedetto del Tronto, anche chiamata Riviera delle Plame. Il vecchio casato di epoca medioevale è incastonato su di una collina da dove si possono ammirare sia i monti che il fantastico mare Adriatico.
Visitando questo centro storico si può ammirare la vecchia Cinta Muraria, appartenente al XIV-XV secolo, ancora intatta e girare per gli stretti vicoli. Altri luoghi di interesse storico sono la Chiesa di San Nicola di Bari, dove al suo interno troviamo un antichissimo crocifisso ligneo del sec. XVIII e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie che fu eretta proprio per il volere di San Giacomo della Marca, ora Santo Patrono di Monteprandone.
Un altro motivo per visitare questo bellissimo centro storico, è per degustare i vini del loro territorio: qui vengono prodotti il Rosso Piceno Superiore e il Bianco Falerio dei Colli Ascolani.
redazione@progettocomune.tv
Matrimonio Agggratis a Monteprandone - Elena e Roberto
Монастырь Санта-Мария-делле-Грацие в Милане и «Тайная вечеря» Леонардо / Италия
Леонардо да Винчи — итальянский художник, один из крупнейших представителей искусства Высокого Возрождения. «Тайная вечеря» — монументальная роспись работы Леонардо да Винчи, изображающая сцену последней трапезы Христа со своими учениками. Создана в 1495—1498 годы в доминиканском монастыре Санта-Мария-делле-Грацие в Милане.
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SAN BENEDETTO DEL TRONTO - IL SALUTO DI UBU (ITA)
MONTEPRANDONE (Ascoli Piceno)
Immagini di Mario Granatiero
Eremo di Santa Maria Infra Saxa - Genga
Sul versante sinistro della Gola di Frasassi si apre un vasto fornice nel quale è collocato l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa che le carte del monastero di San Vittore citano in documenti del 1029 e che un tempo era associato a un monastero di monache benedettine denominato Monasterium S. Mariae Bucca sassorum posto sul vicino Monte Ginguno e di cui si è persa ogni traccia. Nato come oratorio, l’edificio fu poi utilizzato come monastero di clausura retto dalle monache benedettine. E’ caratterizzato da un’architettura semplice, in pietra il cui interno è in parte scavato nella viva roccia. Nell’eremo si venerava un’immagine lignea della Madonna dalle origini incerte, che subì numerosi tentativi di trafugamento. Finita accidentalmente bruciata negli anni Quaranta, fu poi sostituita dall’attuale in pietra.
Durante le festività natalizie si tiene in questo luogo suggestivo un tipico presepe vivente. Per saperne di più clicca:
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
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Jesi : Museo Diocesano
Il Museo Diocesano di Jesi, ospitato nel Palazzo Ripanti Nuovo, è stato fondato nel 1966 con lo scopo di raccogliere le testimonianze dell'arte religiosa della Vallesina. Con il passare del tempo la raccolta diocesana si è arricchita notevolmente grazie all'acquisizione di nuove importanti opere, sottratte al rischio di dispersione e di trafugamenti, purtroppo estremamente probabili in chiese chiuse o prive di sorveglianza costante. Attualmente il Museo Diocesano conta circa 200 opere tra dipinti, sculture, apparati liturgici, reliquiari ed ex voto che coprono un arco di tempo che va dall'VIII al XIX secolo.
Proveniente dal Monastero delle Clarisse di Jesi, il Cristo ligneo processionale è opera del XIV sec. Nonostante i ripetuti interventi di restauro, la struttura originaria dell'opera è integra e capace di comunicare il profondo desiderio di realismo attraverso un'anatomia accurata ed un'espressione serena e consapevole del volto.
D'impronta compiutamente rinascimentale sono alcune tavole di soggetto mariano riconducibili ad autori marchigiani. In particolare si segnalano la Madonna col Bambino di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro che costituiva la parte centrale di un trittico le cui tavole laterali sono oggi conservate a Palazzo Venezia a Roma, e un'altra Madonna con Bambino del 1504 commissionata dal Vescovo Tommaso Ghislieri, come riporta una scritta sulla parte bassa del dipinto. D'insolita impostazione è l'Immacolata Concezione di Antonino Sarti (1580-1647) proveniente della Collegiata di Montecarotto. Pur datata 1627, la pala riprende moduli quattrocenteschi nel tema iconografico della Vergine, nel fondo oro popolato di angeli, nella presenza di ghirlande e vasi fioriti. Di Claudio Ridolfi (1570-1640) è l'Assunzione della Vergine e Santi. Al XVI sec. va ascritta una bella scultura in legno dorato che ritrae la Madonna del Soccorso, proveniente dal Santuario del Soccorso di Poggio San Marcello.
Lo Stendardo Processionale, in legno intagliato e dorato, è opera probabile degli Scoccianti, una famiglia di intagliatori attivi tra il XVII e il XVIII secolo, il cui capostipite Andrea è noto con l'appellativo di Raffaello delle fogliarelle per l'abilità nel modellare decorazioni a motivi floreali. Il Museo Diocesano di Jesi si segnala per un consistente gruppo di dipinti di Ercole Ramazzani (1530-1598), pittore originario di Arcevia per alcuni anni allievo di Lorenzo Lotto; rappresentano l'Ascensione, opera firmata e datata 1582, di proprietà del Santuario di Poggio San Marcello, una Madonna con Bambino e Santi, firmata e datata 1593, della Parrocchia di Rosora, Vergine in Gloria e Santi del 1586, proveniente da Poggio San Marcello e la Circoncisione di Gesù, del 1588, proveniente dalla Badia di Castelplanio.
Di straordinario impatto visivo e valore artistico è sicuramente la grande Croce Processionale, proveniente dal Santuario dell'Adorazione, unico esempio conservato nelle Marche, in legno a fondo oro monocromato color seppia. E' istoriata con 11 pannelli dipinti a olio che illustrano, nelle due facce, episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento. La Croce è di autore ignoto ma altamente qualificato e presenta caratteristici tratti rinascimentali già inflessi verso lo stile barocco; risale pertanto a un periodo che va dalla fine del XVI sec. all'inizio del secolo successivo.
Di notevole interesse sono 4 miniature su pergamena datate 1653, a riproduzione e memoria degli scomparsi affreschi di Andrea di Bartolo eseguiti nel 1470 per commemorare la fondazione del Santuario di S. Maria fuor di Monsano. Tabernacoli, calici e candelabri completano una raccolta che trae interesse anche dalle espressioni di devozione popolare.
Il Museo Diocesano di Jesi ospita una particolare e ricca collezione di opere d'arte contemporanea realizzate da alcuni dei maggiori artisti della regione. La sezione contemporanea nasce come esposizione dei lavori donati al Museo dai partecipanti alla Rassegna d'Arte Contemporanea Biblia pauperum, organizzata con cadenza triennale dalla Diocesi; essa si è arricchita negli anni di ulteriori donazioni fatte da privati. Tra le numerose opere presenti, si possono ammirare una serie di chine di Orfeo Tamburi, una Madonna con Bambino di Eugenio Azzocchi e alcune incisioni di Valeriano Trubbiani.
Poesia Povero di Betlemme Card. Comastri -Madonna Povertà
O Signore,
mentre il tempo logora tutte le speranze,
Tu rimani l'unica speranza!
Mentre si consumano i secoli e anche i millenni,
tu resti sempre giovane
e conservi la freschezza di un fiore, di un'aurora,
di una sorgente zampillante.
Mentre le ricchezze svelano sempre di più il volto fragile deludente,
Tu stupisci ancora e attiri con la sola, con la pura, con la totale
povertà di Betlemme.
Tu povero di Betlemme, sei la risposta che noi non sentiamo,
Tu povero di Betlemme, sei la ricchezza che noi non capiamo,
Tu, povero di Betlemme, sei la pace che drammaticamente ci manca.
Musica nel Chiostro
Povero di Betlemme
Signore, nato Betlemme,
la città della nostra povertà e della nostra piccolezza,
noi ci accostiamo a Maria per guardarti con il suo sguardo
e amarti con il suo amore per essere finalmente felici con te,
povero di Betlemme, unico capace di farci sorridere ancora!
Amen!
Angelo Card. Comastri
Monteprandone – 800 presepi nel percorso della “Cometa”
In Piazza Dell'Aquila l’albero della solidarietà realizzato dagli studenti dell’Isc per i bambini terremotati
CAPIZZI - SPOT drone SAN GIACOMO - 2018