Alessandro Perini Forking Clocks - Terme Romane di Como / Valduce - Tec Art Eco 2011
Alessandro Perini - Forking Clocks
installazione site-specific di luci e suoni
29 Settembre 2011
Scavi Archeologici delle Terme Romane di COMO
ingresso da Viale Lecco -- Autosilo VALDUCE
evento realizzato grazie al patrocinio del Comune di Como, Assessorati Cultura e Politiche Giovanili
si ringrazia la Soprintendenza ai Beni Archeologici
L'idea di un percorso che sia insieme spaziale e temporale è il cuore di questo lavoro. Le sorgenti sonore utilizzate sono limitate a suoni di orologi e metronomi: questi oggetti sonori, simboli della misurazione oggettiva del tempo, vengono deportati dal loro hic et nunc e adagiati in un nuovo contesto multistrato, dove gli eventi seguono sentieri paralleli, divergenti o convergenti, del tutto simili a quelli prospettati da Borges nel celebre Giardino. Emerge dunque la caducità della nostra percezione rispetto a una realtà che sfugge al nostro tentativo di definirla come univoca; perfino i rapporti tra lo spazio e il tempo, il movimento e la stasi, l'ombra e la luce sembrano essere sovvertiti.
Como Romana al Tempo delle Terme (attività TCI e prima parte Giovio) Terme
18/04/2015: incontro alle Terme di Como Romana (Viale Lecco, Como)
Giovanni Menna: il Touring Club Italiano e l'attività Aperti per voi
Como Romana al Tempo delle Terme (prima parte relazione Prof.sa Scionti e alunne Liceo Giovio)
Relazioni:
Dott.sa Nicoletta Cecchini, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Prof.sa Serena Scionti con studentesse del Liceo Giovio, Como
Coordinamento: Giovanni Menna, Coordinatore Volontari Aperti Per Voi Touring Club Italiano, Como
Como Romana al Tempo delle Terme (chiusura) Terme
18/04/2015: incontro alle Terme di Como Romana (Viale Lecco, Como)
Como Romana al Tempo delle Terme (chiusura)
Relazioni:
Dott.sa Nicoletta Cecchini, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Prof.sa Serena Scionti con studentesse del Liceo Giovio, Como
Coordinamento: Giovanni Menna, Coordinatore Volontari Aperti Per Voi Touring Club Italiano, Como
Terme Romane di Fordongianus ~ 2 Giugno 2019 | Sardegna
Le terme romane di Fordongianus sono un importante sito archeologico della Sardegna, situato sulla riva sinistra del fiume Tirso, nell'alto Oristanese.
Sono ancora presenti sorgenti dalle quali sgorgano acque che, attraversato il sottostante banco vulcanico, raggiungono la temperatura di 54°.
Le terme si trovano nelle vicinanze dell'abitato di Fordongianus, antico centro urbano conosciuto già nel 170 d.C. con il nome di Aquae Ypsitanae e successivamente cambiato in Forum Traiani dell'imperatore Traiano che assegno alla colonia il titolo di città con statuto municipale.
Il complesso termale è costituito da due stabilimenti: un impianto originario incentrato sulla natatio, che sfruttava le fonti d'acqua calda, ed un altro a riscaldamento artificiale composto da diversi ambienti.
La mancanza di dati di scavo impedisce una precisa datazione della loro costruzione ma, sulla base delle tecniche architettoniche adottate, si ritiene che gli edifici risalgano ad un periodo compreso tra il 100 e il 300 d.C.
Lo stabilimento del I secolo
Il primo edificio, posto a nord, è stato edificato con la tecnica dell'opus quadratum, che consiste nella sovrapposizione di blocchi di trachite squadrati in forma parallelepipeda e di altezza uniforme, messi in opera senza legante.
Al centro vi è la natatio, un'ampia piscina rettangolare lunga 13 metri, larga 6,5 metri e profonda 1,5 metri e dotata ai lati di quattro scalini per scendere sul fondo della vasca.
Al suo interno veniva immessa l'acqua calda della sorgente precedentemente mescolata con acqua fredda proveniente da alcuni serbatoi posti a monte; un sistema di chiuse in bronzo permetteva di regolarne i flussi e garantire una efficace regolazione della temperatura.
L'acqua veniva immessa nella piscina attraverso un terminale decorativo, una protome scolpita a forma di testa di pantera, dalla cui bocca sgorga tuttora.
Nei due lati più lunghi della natatio erano presenti due porticati sorretti da sette pilastri che sorreggevano un'ampia volta a botte posta a copertura della piscina; la presenza di tre lucernari garantiva l'illuminazione interna.
Nelle vicinanze della natatio sono presenti altre vasche minori tra le quali quella di ninfeo, una piscina dedicata al culto delle ninfe con tanto di iscrizione portata alla luce di recente.
Lo stabilimento del III secolo
Il secondo stabilimento venne costruito alle spalle del primo ed risulta accessibile tramite un portale e una piccola scalinata. La tecnica di costruzione utilizzata era chiamata opus caementicium con paramento in opus vittatum mixtum .
Originariamente era dotato di un pavimento in mosaico con motivi romboidali rossi e neri; venne successivamente ricoperto con uno spesso strato di coccio pesto. Le pareti erano rivestite da lastre di marmo spesso un centimetro.
Lo stabilimento era composto da quattro ambienti: l'apodyterium, cioè lo spogliatoio, il frigidarium dotato di due piccole vasche di acqua fredda, il tepidarium con acqua tiepida e il calidarium con l'acqua calda. Il riscaldamento delle acque avveniva tramite due fornaci adiacenti al calidarium.
L'edificio si affaccia su un ampio piazzale trapezoidale di quasi 700 metri quadrati e interamente pavimentato con grandi lastre in trachite, che costituiva il forum cittadino, luogo dove si riuniva la popolazione per discutere problemi di grande rilevanza per la comunità e per commerciare.
Alla sinistra era presente un lungo edificio con pianta ad L dotato di sette vani, uno dei quali forse un hospitium, ossia un alloggio temporaneo per gli ospiti della struttura. Questo edificio era ampiamente affrescato con una decorazione a riquadri ottagonali in rossobruno con figure di animali contornate da motivi vegetali.
In tutta l'area archeologica si nota ancora oggi il sofisticato sistema di canalette, pozzi e cisterne predisposto per la gestione dell'impianto idrico delle terme.
Storia degli scavi
Il primo a localizzare i resti di Aquae Ypsitanae e Forum Traiani fù lo storico Giuseppe Manno nel 1825, ma soltanto nel 1860 pubblicò la Descrizione di Forum Traiani.
Il sito venne scavano regolarmente soltanto quarant'anni dopo, tra il 1899 ed il 1902 ad opera del regio commissario dei Musei e scavi di antichità in Sardegna, con illustrazione del sito a cura dell'allora giovanissimo archeologo Antonio Taramelli.
Successivo scavi nel sito vennero eseguiti dalla Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Cagliari e Oristano a partire dal 1969.
FONTE:
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
#terme #fordongianus #sardegna #thesilentube83
???? Track Info:
––––––––––––––––––––––––––––––
Music for Manatees
Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0
––––––––––––––––––––––––––––––
Como Romana al Tempo delle Terme (parte 1) Museo
11/04/2015: incontro al Museo Civico Archeologico di Como
Como Romana al Tempo delle Terme (parte 1)
Introduzione dell'Assessore alla Cultura del Comune di Como Luigi Cavadini e di Giovanni Menna, Coordinatore Volontari Aperti Per Voi Touring Club Italiano, Como
Etg - Riapriranno le Terme di Como romana: appuntamento il 24 marzo con i volontari del Touring Club
Etg - Tesoro di Como, l’esperto: “Paga annuale di 15 legionari romani”
Como Romana al Tempo delle Terme (seconda parte Giovio) Terme
18/04/2015: incontro alle Terme di Como Romana (Viale Lecco, Como)
Como Romana al Tempo delle Terme (seconda parte relazione Prof.sa Scionti e alunne Liceo Giovio)
Relazioni:
Dott.sa Nicoletta Cecchini, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Prof.sa Serena Scionti con studentesse del Liceo Giovio, Como
Coordinamento: Giovanni Menna, Coordinatore Volontari Aperti Per Voi Touring Club Italiano, Como
Terme di Diocleziano 3D
Ricostruzione virtuale delle Terme di Diocleziano, 298-306
Baths Of Caracalla
Rome, Natatio of the Baths of Caracalla
These baths, whose official name
was Thermae Antoninianae, were located along the Appian Way. Their construction was long and laborious;
initiated by Caracalla in 212 AD, were inaugurated by him in 216 AD.
Roma, Natatio delle Terme di Caracalla.
Queste terme, il cui nome ufficiale era
Thermae Antoninianae, si trovavano sulla Via Appia. La loro costruzione fu lunga e laboriosa: furono iniziate
da Caracalla nel 212 d.C. e da lui inaugurate nel 216 d.C.
Terme di Caracalla - Roma - Virtual Video 360° HDR
Le Terme di Caracalla a Roma si trovano nel Viale delle Terme di Caracalla 52, nei pressi di Porta San Sebastiano e vicino l'Appia Antica. Costruite dall’imperatore Caracalla tra il 212 e il 217 d.C. rappresentano uno dei più grandiosi esempi di terme imperiali romane ancora ben conservate. Si tratta di un enorme complesso pubblico dove potevano accedere anche i più poveri, perché l’ingresso era gratuito, e attorno agli spazi principali, con vasche di acqua calda e fredda, erano presenti anche saune, palestre, piccoli teatri, biblioteche, sale di studio e piccole botteghe. Negli scavi effettuati a partire dal XVI secolo, vennero alla luce molte opere d’arte, tra le quali le due grandi vasche di granito che furono poste ad ornamento di Piazza Farnese. Scenografico è il mitreo, probabilmente il più grande dell'impero romano, inserito in uno dei sotterranei delle terme, lungo oltre 25 metri e largo 15. Suggestiva invece la fossa sanguinis, un profonda buca di due metri e mezzo, dove veniva sacrificato il toro già drogato, in modo che il sangue che colava nella buca veniva utilizzato per battezzare i nuovi iniziati al culto di Mitra.
Il progetto Obiettivi Comuni mira a promuovere e sviluppare piani personalizzati di marketing territoriale integrato, finalizzati alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio.
Obiettivicomuni.it è realizzato dalla Società Comunicando Leader Srl che si occupa di Marketing e pubblicità per gli Enti pubblici.
Seguici su:
- Obiettivi Comuni:
- Comunicando Leader Srl: comunicandoleader.it
- Italia Virtual Tour:
- Facebook:
- Twitter:
- Instagram:
- Google +:
Via Gallica - PROMO
Via Gallica è una app multimediale (scaricabile gratuitamente at viagallica.it) dedicata alla riscoperta dell’antica via Gallica con l’obiettivo di valorizzare un itinerario culturale, archeologico e turistico che collega Como, Milano, Bergamo, Brescia e il lago di Garda, oltre a una ventina di località minori.
Realizzata da ArcheoFrame IULM nell'ambito del progetto di ricerca applicata finanziato dalla Regione Lombardia, la app Via Gallica illustra il patrimonio storico-archeologico delle località situate lungo il tracciato attraverso gallerie fotografiche, videoclip, audioguide, modelli 3D di antichi manufatti e mappe interattive che presentano il tracciato e le tappe, suggerendo itinerari cronologici e tematici o permettendo la pianificazione di un’esperienza di visita personalizzata.
Como Romana al Tempo delle Terme (parte 4) Museo
11/04/2015: incontro al Museo Civico Archeologico di Como
Como Romana al Tempo delle Terme (parte 4)
Letture di fonti storiche da parte degli studenti del Liceo Volta di Como
Visita a Salice Terme - Rivanazzano - Pavia #lombardia
Epoca romana
Inizialmente, la località termale veniva indicata con il nome di locum salis, ad indicare la presenza di una fonte da cui sgorga acqua termale salsobromoiodica, che è tuttora viva e attiva, e che originava delle efflorescenze saline rossastre sul terreno.
Epoca medioevale
Documenti meno antichi riportano, come primo nome della località, quello di Sarzi. Sarzi, nel Medioevo, contava solo diciotto famiglie residenti. Solo più tardi, al luogo venne attribuito il nome di Sales, con la riscoperta dell'omonima fonte di acqua solforosa di origini romane: di qui l'attuale toponimo di Salice.
Le prime notizie del centro termale risalgono alla bolla papale di Adriano IV (1153), nella quale venne confermata all'abbazia di San Marziano di Tortona la chiesa di S. Bartolomeo con i suoi beni, il castello di Monte Alfeo con la chiesa di S. Maria e la piccola chiesa di Sarzi, risalente all'anno Mille e intitolata alla natività di Maria Vergine. Federico Barbarossa nel 1164 infeudò Monte Alfeo ai Marchesi Malaspina e con esso il suo castello.
Lo sviluppo termale
Il dominio di Casa Savoia, diede nuova tranquillità al centro e permise di riscoprire l’importanza dell’acqua termale[senza fonte]. Nel secolo XIX grazie all'opera del dottore pavese Ernesto Brugnatelli le due più antiche fonti termali, quella salsobromojodica e quella sulfurea, vennero riportate in auge: un altro medico, il milanese Ernesto Stoppani, si adoperò per la costruzione del primo stabilimento per le cure e per l'erezione della prima ala del Grand Hotel, trasformando le terme in un fattore di crescita per l'economia locale.
Lo stesso dottore diventò il principale azionista della società, la quale ben presto fu tuttavia messa all'asta. Poiché le aste andarono completamente deserte, Stoppani ne approfittò per liquidare i soci, diventando di diritto unico proprietario dei pozzi, delle concessioni minerarie, delle attrezzature di cura e di altri luoghi di Salice, tra cui i 20 ettari di superficie di quello che sarebbe diventato un parco.
A lui il merito anche della realizzazione della seconda ala del Grand Hotel, del Teatro delle Terme, del Caffè delle Terme e di un impianto di canalizzazione delle acque, opere che rafforzarono il ruolo della cittadina come centro termale: tutto ciò portò alla costituzione della “Società Anonima delle Terme di Salice”, ufficialmente costituita nel dicembre del 1901. Notevole importanza venne data alla parte sanitaria, tanto da nominare immediatamente Direttore Sanitario il dottor Eugenio Diviani, che per oltre trentenni legherà il suo nome a Salice e sarà promotore dello sviluppo di questa stazione termale.
Tra le prime iniziative della neo costituita società ci fu la volontà di arricchire il patrimonio idrominerale, aggiungendo nuovi pozzi. Nel giro di una decina d'anni, gli stabilimenti termali di Voghera e Rivanazzano scomparvero soppiantati dal nuovo e meglio organizzato centro, che dalla sua aveva anche un clima ed un ambiente più consono ad un soggiorno di cura. Inoltre a Salice mancavano strutture ricettive in grado ospitare i clienti; così dal 1902 partì la costruzione di uno stabilimento in grado di soddisfare il preventivato aumento delle richieste di cura. La nuova costruzione, di stile pompeiano, aveva un piano rialzato comprendente due reparti, per dividere gli uomini e le donne per i bagni salsobromojodici, mentre in quello inferiore i reparti per le fangature ed i bagni solforosi. Il completamento dei reparti di cura si ebbe nel 1913: da allora Salice iniziò una continua ascesa verso una posizione di prestigio che raggiunse negli anni '30, complice il nuovo stabilimento e le qualità terapeutiche delle acque utilizzate.
La località, che ancora a inizio Novecento contava 22 famiglie e 400 abitanti allo scoppio della prima guerra mondiale, si espanse progressivamente fino ai 2000 abitanti attuali.
Mosaici delle Terme Romane di Bonaria a Karalis | Museo Archeologico di Cagliari | Sardegna
Nel 1907 il soprintendente archeologo Antonio Taramelli scavò un edificio termale in località Bonaria.
La struttura non è stata conservata ma furono asportati alcuni pannelli del grande mosaico pavimentale, composto da riquadri con motivi geometrici floreali e figurativi, databile attorno alla metà del III° secolo d.C.
Taramelli individuò il frigidarium, cioè la sala destinata ai bagni freddi in quanto nell'ambiente scavato mancavano la suspensurae, ossia i pilastrini che sostenevano la pavimentazione delle vasca e consentivano all'aria calda di passare sotto il pavimento a riscaldare l'ambiente che veniva chiamato calidarium.
Osserviamo i mosaici da vicino:
- Pannello di mosaici di cui si conserva parte della fascia che formava il riquadro, con motivo a treccia e bordo esterno a greca.
- Mosaico decorato con fiore a quattro petali dotati di tre punte, agli angoli su steli ricurvi sono presenti quattro boccioli.
- Pannello di mosaico di cui si conserva parte della treccia del riquadro, decorato agli angoli con quattro petali allungati neri che terminano con un bocciolo.
- Mosaico con corteo di creature mitologiche marine, un Nereide a torso nudo siede su un toro marino, tenendo il velo con la mano destra alzata. Del toro rimangono la parte anteriore e la coda.
FONTI e APPROFONDIMENTI:
ISCRIVITI ➜
FACEBOOK ➜
INSTAGRAM ➜
TWITTER ➜
MAPPA VIDEO ➜
BLOG SARDEGNA ➜
SUPPORTACI ➜
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
#MuseoArcheologicoCagliari #Cagliari #sardegna #thesilentube83
???? Track Info:
––––––––––––––––––––––––––––––
Mystery by GoSoundtrack
Creative Commons — Attribution 4.0 International — CC BY 4.0
Free Download / Stream:
Music promoted by Audio Library
––––––––––––––––––––––––––––––
VILLA D'ESTE Patrimonio Unesco - TIVOLI - HD
© CLAUDIO MORTINI™◊ Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano è inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale, con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.
Il giardino va per di più considerato nello straordinario contesto paesaggistico, artistico e storico di Tivoli, che presenta sia i resti prestigiosi di ville antiche come Villa Adriana, sia un territorio ricco di forre , caverne e cascate, simbolo di una guerra millenaria tra pietra e acque. Le imponenti costruzioni e le terrazze sopra terrazze fanno pensare ai Giardini pensili di Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico, mentre l’adduzione delle acque, con un acquedotto e un traforo sotto la città, rievoca la sapienza ingegneresca dei romani.
Il cardinale Ippolito II d’Este, dopo le delusioni per la mancata elezione pontificia, fece rivivere qui i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e rinascere la magnificenza di Villa Adriana. Governatore di Tivoli dal 1550, carezzò subito l’idea di realizzare un giardino nel pendio dirupato della “Valle gaudente”, ma soltanto dopo il 1560 si chiarì il programma architettonico e iconologico della Villa, ideato dal pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani.
Le sale del Palazzo vennero decorate sotto la direzione di protagonisti del tardo manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia e Antonio Tempesta. La sistemazione era quasi completata alla morte del cardinale (1572).
Dal 1605 il cardinale Alessandro d'Este diede avvio ad un nuovo programma di interventi per il restauro e la riparazione dei danni alla vegetazione e agli impianti idraulici, ma anche per creare una serie di innovazioni all'assetto del giardino e alla decorazione delle fontane.
Altri lavori furono eseguiti negli anni 1660 - 70, quando fu coinvolto lo stesso Gianlorenzo Bernini.
Nel XVIII secolo la mancata manutenzione provocò la decadenza del complesso, che si aggravò con il passaggio di proprietà alla Casa d'Asburgo. Il giardino fu pian piano abbandonato, i giochi idraulici, non più utilizzati, andarono in rovina e la collezione di statue antiche, risalente all'epoca del Cardinal Ippolito, fu smembrata e trasferita altrove.
Questo stato di degrado proseguì ininterrotto fino alla metà del XIX secolo, quando il cardinale Gustav von Hohelohe, ottenuta in enfiteusi la villa dai duchi di Modena nel 1851, avviò una serie di lavori per sottrarre il complesso alla rovina. La villa ricominciò così ad essere punto di riferimento culturale, e il cardinale ospitò spesso, tra il 1867 e il 1882, il musicista Franz Liszt (1811 - 1886), che proprio qui compose Giochi d'acqua a Villa d'Este, per pianoforte, e tenne, nel 1879, uno dei suoi ultimi concerti.
Allo scoppio della prima guerra mondiale la villa entrò a far parte delle proprietà dello Stato Italiano, fu aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni 1920-30. Un altro radicale restauro fu eseguito, subito dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni provocati dal bombardamento del 1944. A causa delle condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli, i restauri si sono da allora susseguiti quasi ininterrottamente nell’ultimo ventennio (fra questi va segnalato almeno il recente ripristino delle Fontane dell’Organo e del “Canto degli Uccelli”).
como: piazza verdi - del popolo
RICOMPOSIZIONE DEGLI SPAZI APERTI
Il sito in esame è costituito dal sistema degli spazi aperti delle piazze Verdi e del Popolo, in un'area, prossima alla riva del Lago di Como, collocata entro un ambito urbano di notevole rilevanza storico-paesaggistica. Il processo progettuale, focalizzato sulla definizione di una sequenza di spazi aperti pubblici per molteplici possibilità di fruizione, approda ad una ipotesi di ricomposizione mirata ad armonizzare le testimonianze storiche, tra antico e moderno, dislocate lungo l'area di intervento. A tal fine, si cerca di costituire una scena urbana che possa coinvolgere il fruitore, abitante o visitatore, mediante nuove concatenazioni visuali e spaziali di narrazione e di attraversamento. La stratificazione storico-paesaggistica viene assunta a motivo dominante nella concezione del nuovo assetto: ciò comporta l'adozione di una strategia dello spazio vuoto atta a riconfigurare, secondo un disegno unitario, le molteplici componenti del paesaggio urbano contestuale, allo scopo di valorizzare la specificità e l'identità dei luoghi evitando il ricorso ad addizioni estranee o aleatorie. Così, rileggendo la misura della maglia urbana dell'impianto romano (I-III d.C.), si estrapola un ritmo che viene ritracciato come segno trasversale rispetto alla giacitura delle antiche mura (attuale sede della linea ferroviaria di cui si ipotizza la riconversione in pista ciclabile) nel duplice obiettivo di scandire la dimensione oblunga del sito e di sottolineare la relazione spaziale tra piazza Verdi, posta all'interno della città murata, e piazza del Popolo, appena all'esterno. Nell'incontro tra le due piazze può infine risolversi la tensione dinamica indotta della dimensione oblunga prevalente: ciò, in particolare, accade nello spazio aperto conformato dalla Casa del Fascio di Terragni, dal teatro comunale e dalla cattedrale.
Il nuovo sistema configurato è strutturato secondo un'asse ideale che intercetta la dimensione dell'intervento: tale asse, che talvolta affiora materializzandosi come aiuola lineare o come gradonata, si appoggia alla giacitura dell'area archeologica delle terme romane, ora evidenziata dalla sistemazione degli spazi antistanti. All'estremo opposto, la proiezione della giacitura della Casa del Fascio viene tracciata con una campitura della pavimentazione che, spingendosi oltre piazza Verdi, coinvolge il teatro e si arresta poco prima della piazza del duomo. Nello spazio aperto che si interpone tra la Casa del Fascio e la cattedrale sono disposti un padiglione multifunzionale a servizio dei fruitori e alcune sedute coordinate con il disegno tracciato dai punti luce integrati nella pavimentazione; sono inoltre presenti alcune aiuole romboidali che alludono ad un pregresso progetto di sistemazione della piazza elaborato dal Comune di Como. Sulla scorta di una analisi preliminare del sistema della viabilità ed in coerenza alle recenti scelte adottate dall'Ente, si ipotizza di deviare il traffico veicolare dal viale Lecco alle vie Dante e Manzoni per conseguire una complessiva reinterpretazione del sistema degli spazi aperti diretta a privilegiare la fruibilità pedonale. Rimane così possibile una disposizione seriale di campi relazionati alle giaciture degli edifici emergenti secondo una pluralità di nuovi percorsi e spazi di sosta, come preludio al vicino lungolago. L'asse viario mantenuto viene ritracciato secondo una curvilinea fluida allo scopo di segnare un margine in cui la nuova sede stradale viene a porsi come uno degli elementi strutturanti nella sequenza visuale che associa gli edifici agli spazi aperti. Gli elementi dell'arredo urbano sono integrati nella modellazione del suolo che contempla la sistemazione a verde con tappeti erbosi e la dimora di piante arboree nuove e preesistenti.
(c) 2001-2013 landarchitecture
tutti i diritti riservati
soundtrack: Melancolie, di Exxasens
aerofoto: Portale Geografico Nazionale, Ministero dell'Ambiente
Terme Romane Acconia - Curinga CZ
Il complesso termale, unico in Calabria e facente forse parte di una grande villa dell'aristocrazia senatoria, si presenta in un ottimo stato di conservazione. Sono oggi visibili diversi ambienti, fra i quali il calidarium, la zona dedicata al bagno caldo, e il frigidarium, la zona dedicata ai bagni freddi, a pianta rettangolare e abside, segno della presenza della Cultura Cristiana nella Piana Lametina.
Forking Clocks insite (specific) performance di ALESSANDRO PERINI - Tecarteco #03
Tecarteco #03 - 21.09.11 - 09.10.11- Lugano/Gallarate/Como.
Per il FESTIVAL 03 PERFORMAZIONI, TEC ART ECO affida ad Alessandro Perini il compito di valorizzare i suggestivi spazi degli scavi archeologici delle terme romane di Como. Attraverso l'istallazionie FORKING CLOCKS insite (specific), questo giovane e poliedrico artista, crea un percorso spazio temporale. Le sorgenti sonore utilizzate ,orologi e metronomi, fanno emergere la caducità della nostra percezione rispetto ad una realtà che spesso sfugge ad ogni tentativo di definizione condivisa.
Video di Matteo Battistini