Benvenuti a TRIESTE ♥ Welcome to ITALY ♥ Visit FRIULI VENEZIA GIULIA ♥
Il clima, col secco vento della bora che soffia dall’altopiano verso il golfo, la storia, influenzata dalla dominazione asburgica, la posizione geografica, verso i Balcani, fanno di Trieste una città particolare, dallo spiccato carattere mittleuropeo. Situata nell’estremo nord-orientale dell’Italia, in Friuli Venezia Giulia, Trieste è stata, per secoli, luogo di frontiera il cui segno si rivela in eleganti capolavori, storici, artistici e architettonici.
Un tour a Trieste non può che partire dalla magnifica piazza dell’Unità d’Italia, con lo stile neoclassico e viennese dei suoi palazzi e la vista suggestiva che offre aprendosi, su un lato, al golfo: una delle più grandi piazze d’Europa che si affacciano sul mare. La piazza ospita diversi edifici d’interesse: il palazzo del Governo, ex palazzo della Luogotenenza austriaca e ora sede della Prefettura, splendido per la sua balconata rivestita di mosaici in vetro di Murano e pietra bianca; il Palazzo Stratti col suo storico caffè degli Specchi; il Municipio cittadino sovrastato dalla torre campanaria e con la fontana dei Continenti dirimpetto; il bianchissimo palazzo del Lloyd Triestino, ex palazzo Pitteri, oggi sede della Regione.
Da visitare è la trecentesca Cattedrale di San Giusto, risultato dell’unione fra l'omonima chiesa romanica e quella dell'Assunta. La chiesa, con i suoi mosaici, lo splendido rosone gotico e il campanile adiacente, domina il nucleo storico della città. Poco lontano c’è la fortezza-museo del Castello di San Giusto. Testimonianze storiche di epoca più antica sono offerte dall’Arco di Riccardo, del I sec. d.C., e dal Teatro romano, del II sec.d.C., oggi utilizzato per spettacoli teatrali estivi.
Famosissimo è, sul colle Gretta, l’imponente Faro della Vittoria, monumento di pietra istriana di Orsera e di pietra carsica di Gabria, dedicato ai caduti della Prima Guerra mondiale. Merita senz’altro una visita il bianco Castello di Miramare, che sembra uscito dalle favole, immerso in un parco verde e con vista sul mare. Fra gli altri punti d’interesse della città c’è poi il Canal Grande, prolungamento del porto del centro urbano, chiuso sul fondo dalla facciata neoclassica della chiesa di Sant’Antonio Nuovo; la Basilica di San Silvestro, uno dei più antichi luoghi di culto della città, la Sinagoga e il bellissimo Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, testimonianze del melting-pot culturale e religioso della città.
Ma Trieste non è solo monumenti, chiese, musei e palazzi. Molto visitati dai turisti sono i suoi caffè storici, come quelli di via san Nicolò, simboli della passione tutta triestina per il caffè e per questo luoghi d’incontro e di fermenti letterari, dove scrittori e poeti del calibro di James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba, politici e uomini d’affari, si riunivano per letture e dibattiti. Una città viva oggi come ieri, da vivere di giorno e di notte.
Its climate, with the dry Bora wind that blows over the karst plateau and towards the gulf; its history, shaped by Habsburg domination; and its geographic position, almost part of the Balkans; render the fascinating city of Trieste one of the most particular art cities in Italy, and of a notably mitteleurope character. Located in Italy’s extreme northeast (in Friuli Venezia Giulia), Trieste sat on what was a contested border for centuries; diverse populations intersected, and made their marks in the elegant and historic masterpieces, from the artistic to the architectonic, throughout the city.
OSPEDALE PSICHIATRICO DI GORIZIA 4 3
L'idea di questo video nasce dalla pubblicazione di una mia raccolta poetica dal titolo Le Stanze del Sale, che nel 2010 vince il Premio letterario Renato Giorgi, di Sasso Marconi _Bologna_edito da Le Voci della Luna, dove i numerosi esergo ai vari componimenti, sorta di monologhi drammatici, vanno a confluire in una specie di percorso del sangue, come in un fiume di confine. Dei molti personaggi familiari che costellano la raccolta, come nella collina di Spoon River, così a ridosso del Monte Quarin, a Cormòns, la bisnonna Stefania, si stacca e si staglia in contesto imprevisto, scoperto di recente, una realtà manicomiale lontana nel tempo. Cercando d'immaginare la sorte dei suoi ultimi anni di vita, ho raggelato il descrizione/testimonianza che qui riporto da Le Stanze del Sale e da immagini riprese nel 2010, al Parco Basaglia, in un pomeriggio di dicembre, in cui Gorizia era ammantata di neve. Li ho cercato lo sguardo e la voce di Stefania. Le immagini della seconda parte del video sono invece relative all'inaugurazione avvenuta nel 1933, a seguito della ricostruzione modernista da parte dell'architetto Silvano Barich.
Parco Basaglia
Il parco si trova a Gorizia, all'interno dall'area dell'ex Ospedale psichiatrico provinciale e si estende dal n.174 della via Vittorio Veneto fino al confine di stato con la Repubblica di Slovenia. Le origini dell'area risalgono agli inizi del '900.
L'Ospedale fu realizzato in un settore esclusivamente agricolo della città, dove vennero progettati gli edifici amministrativi e sanitari circondati da ampi spazi di verde, un parco centrale ornamentale e gli impianti di una colonia agricola all'interno della quale gli ammalati potessero svolgere quelle attività lavorative ritenute valide per il recupero, secondo una metodologia terapeutica innovativa.
Fin dal secolo XVII, a Gorizia, i mentecatti venivano ospitati presso l'ospedale generale Fatebenefratelli e successivamente anche presso il separato Ospedale Civico Femminile. Con il primo Novecento, la città ebbe uno specifico ospedale per i malati di mente.
La moderna struttura a padiglioni fu inaugurata nel 1911, ma funzionò fino al 1916, quando fu distrutta dai bombardamenti della I Guerra Mondiale; gli ammalati vennero ricoverati presso altri ospedali locali, in Friuli e nel Veneto, in Tentino, a Pergine. Da lì per alcuni il viaggio proseguì fino a Kremsier in Moravia, città famosa per il suo manicomio oltre che per l'Assemblea omonima tenutasi nel 1849.
La mia bisnonna Stefania fu una delle prime degenti del nuovo Ospedale Psichiatrico di Gorizia e da lì, come molti altri, raggiunse in seguito la città di Kremsier, da cui, come molti altri, non fece ritorno. Morì di tubercolosi la notte di Natale del 1917, dimenticata da tutti i suoi familiari, compresi quelli di nobili origini.
Il complesso di Gorizia fu ricostruito e ampliato dallo Stato italiano nel 1933 secondo le linee generali di quello austro-ungarico.
(da Le Stanze del Sale, Edizioni Le Voci della Luna, Sasso Marconi, Bo, 2010)
Patrizia Dughero