La basilica di San Vittore al Corpo di Milano, un gioiello sconosciuto a troppi!
Nel mio video sia l’interno della chiesa che la vista dal campanile, la skyline completa e tante chicche!
Era la basilica degli Olivetani che abitavano nell'annesso convento, oggi sede del Museo della Scienza e della Tecnologia. Le notizie sul primitivo edificio sono incerte anche perché, con la ricostruzione avvenuta nel '500, sono rimaste pochissime tracce della struttura originaria.
L'interno della chiesa è rivestito di una ricchissima decorazione a stucco e affreschi della fine del Cinquecento. La maggior parte dei dipinti è invece posteriore, opera di artisti lombardi del primo Seicento.
La chiesa è visitabile gratuitamente grazie alla collaborazione con i volontari per il patrimonio culturale del Touring Club Italiano.
San Vittore al corpo
Che cielo....entrando nella chiesa di San Vittore al corpo alzando la testa si vede questa meraviglia
(2/2) Milano Chiesa di S. Vittore al Corpo - Cappella Arese con L'Assunta di Vismara
L'interno della chiesa è a croce latina, a tre navate e sei arcate per lato, separate da pilastri rettangolari con lesene corinzie decorate a vari motivi, con una struttura che richiama in scala minore San Pietro in Vaticano, avendo un asse maggiore della lunghezza di settanta metri[13]. Gli interni si caratterizzano per la separazione strutturale della zona del transetto e dell'abside da quella delle tre navate antistanti per la presenza di una cupola, sorretta da quattro grossi pilastri. Al di sotto del capocroce vi è la cripta, anch'essa a tre navate, con volte a crociera rette da colonne toscane, in granito. La navata centrale della chiesa è coperta da una volta a botte a cassettoni, adornata con raffigurazioni di santi le cui spoglie dovrebbero essere conservate all'interno della chiesa; le due navate laterali, divise da pilastri, presentano volte a cupola suddivise in eleganti riquadri. Disposte lungo le navate laterali si trovano dodici cappelle, sei per parte. Tutti gli interni si caratterizzano per una ricchissima decorazione a stucco, con affreschi risalenti alla fine del Cinquecento e ai primi del Seicento.
La cappella più notevole della basilica è la sesta della navata destra, commissionata dal conte Bartolomeo Arese, presidente del Senato di Milano, che vi fu sepolto all'interno. L'elaborata cancellata in ferro battuto che la racchiude prepara il visitatore alla vista del sontuoso interno. La fastosa decorazione fu realizzata con la collaborazione di importanti artisti del secondo seicento milanese: l’architetto Gerolamo Quadrio, il pittore Antonio Brusca e lo scultore Giuseppe Vismara. L'elaborato apparato decorativo è una creazione di chiara ispirazione berniniana, che mira a sconcertare lo spettatore con il contrasto dei marmi pregiati, degli stucchi dorati e delle candide sculture. Al centro è l'Assunta del Vismara affiancata da due profeti, che si stagliano fra le colonne in marmo nero. Fanno da sfondo agli stucchi dorati con il tripudio di angeli gli affreschi del Brusca, che dipinge nei pennacchi della cupola i quattro profeti: Zaccaria, Daniele, Geremia e Isaia.
La volta a botte della navata centrale, completata a metà Seicento, è opera del pittore Ercole Procaccini il Giovane, nipote e allievo dei più famosi Giulio Cesare e Camillo, che vi ha raffigurato santi e angeli che si stagliano contro un cielo azzurro solcato da nubi entro cornici ovali. Gli affreschi sono intervallati da rosoni e testine angeliche a stucco, di chiara ispirazione classica. Insieme a san Vittore al centro, sono i santi Satiro e Francesca Romana, i vescovi Mirocle, Protaso e Dazio, i martiri Saturnino, Valeriano, Cecilia, Valentiniano, le vergini Diateria e Daria, il confessore Anatore, l’abate Mauro e il vescovo Fortunato, dei quali sono conservati nella basilica le reliquie.
Alla cupola lavorarono gli artisti barocchi Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone, 1568 – Moncalvo, 1625) e Daniele Crespi (Busto Arsizio, 1598 – Milano, 1630), ricordata già nel 1619 dal Tarantola come «stuccata e dorata, distinguesi in ottanta quadretti».[1][14] Il rivestimento interno a lacunari quadrati, di dimensioni decrescenti, contenenti cisacuno un angelo musicante, è concepito per aumentare l'illusione di altezza dell'invaso. Il concerto celeste che ne risulta raffigurato mostra una rassegna degli strumenti musicali in uso nel XVII secolo. Di maggiori dimensioni e di più elevata qualità pittorica sono i Quattro Evangelisti nei pennacchi, e le Sibille che si alternano ai finestroni nel tamburo. Del Crespi sicuramente San Giovanni, San Luca e San Marco; San Matteo è solitamente attribuito al Moncalvo, mentre le Sibille e gli Angeli sono frutto di più mani. Di Daniele Crespi anche la decorazione della Cappella di Sant'Antonio Abate, lungo la navata sinistra.
Basilica di San Vittore al Corpo Milano
Costruita sui resti di un'antica basilica del IV secolo d.C., la chiesa di San Vittore al Corpo di Milano si contende con la Basilica di Sant'Eustorgio e la Basilica di San Lorenzo la possibile identificazione con la storica e antica basilica Porziana.
Di certo, sorge su un'area molto antica: la chiesa di San Vittore è infatti già nominata negli scritti di Sant'Ambrogio e la dicitura al Corpo deriva dal fatto che la chiesa sorge su un'antica area cimiteriale cristiana, posta al di fuori delle mura dell'antica città di Milano. A quell'epoca sorgeva in loco una basilica paleocristiana, che venne poi sostituita da un nuovo luogo di culto nel IX secolo.
L'interno presenta dodici cappelle decorate a stucco, che conservano pregiati affreschi delle grande scuola del Seicento milanese legata all'istituzione dell'Ambrosiana.
Negli anni '50 e '60 del Novecento, alcuni importanti scavi archeologici hanno portato alla luce il Mausoleo imperiale: questa struttura, di forma ottagonale e pavimentata in mattoni ed opus sectile e decorato con mosaici e tarsie marmoree, era nata per accogliere le spoglie di Massimiano Erculeo, imperatore dell'Impero Romano d'Occidente e residente a Milano, una delle capitali imperiali dell'epoca. Vi vennero poi sepolti gli imperatori Valentiniano II e forse Graziano e addirittura Teodosio. Il mausoleo aveva un enorme recinto protettivo, le cui pareti intervallate da torrette si ergevano fino all'attuale zona del Museo della Scienza e della Tecnica, i cui chiostri sono proprio quelli dell'antico monastero di San Vittore.
Ridotta a commenda, il complesso passò il 29 agosto 1507 agli Olivetani, che ne intrapresero una trasformazione radicale. Gli unici resti del periodo benedettino sono oggi il lavabo in marmo bianco, risalente al tardo Quattrocento e il Cristo deposto in terracotta, opera del bolognese Vincenzo Onofri, conservato nella Cappella di San Gregorio. Al rifacimento del monastero concorsero diverse personalità del tempo, fra cui Vincenzo Seregni (di cui si ricordano inoltre diversi disegni raffiguranti la chiesa nelle sue forme precedenti) e Galeazzo Alessi, entrambi attestati qui nel 1553. I lavori per il rifacimento della chiesa cominciarono il 31 marzo 1560 e rispondevano alla volontà degli Olivetani di avere un piazzale antistante il monastero che fungesse anche da sagrato della chiesa; il progetto della nuova chiesa sarebbe da attribuirsi secondo padre Agostino Delfinone, che nel corso del Seicento riordinò l'archivio del monastero, all'Alessi, secondo Costantino Baroni,al Seregni. In realtà è oggi universalmente concordato che il progetto del Seregni non corrisponda a quello realmente portato a termine come definitivo, ad opera invece dell'Alessi, subentrato al primo - che comunque mantenne la supervisione dei lavori - per motivi tuttora sconosciuti. Nei progetti del Seregni vi era infatti il mantenimento delle strutture già esistenti, come la Cappella di San Gregorio, che avrebbe costituito la parte destra del nuovo accesso simmetrico, che avrebbe visto l'erezione di un secondo corpo simmetrico ad affiancarla. Diverso sarebbe stata anche la tribuna, che sarebbe stata impostata su un quadrato con cupola a impianto ottagonale.
Il progetto dell'Alessi, irrealizzato, per la nuova chiesa.
Il nuovo progetto, che venne poi realizzato ad eccezione della facciata rimasta compiuta, comportava la completa eliminazione della Cappella di San Gregorio e il totale stravolgimento degli spazi della precedente basilica. L'intervento suscitò allora diverse critiche; fra queste sono particolarmente note le parole di padre Puccinelli che nel suo Zodiaco della Chiesa Milanese considerava il rifacimento come una «spesa superflua ed enorme, solo fu fatta per levare il titolo di basilica Porziana ed introdurre il titolo di Abbazia, la cappella maggiore fu levata verso levante per collocarla a ponente; dove già era la porta della chiesa qui è il coro e dove è ora la porta, ivi erano i tumuli dei Santi». I lavori procedettero particolarmente celeri grazie all'ingente disponibilità economica degli Olivetani; a partire dal 1570 è attestata la presenza di Martino Bassi, che curò alcune cappelle laterali e il campanile; successiva invece quella di Tolomeo Rinaldi e Francesco Sitone. I lavori si protrassero fino agli inizi del XVII secolo (l'altare maggiore era comunque già stato consacrato da Carlo Borromeo nel 1576). L'Oratorio di San Martino, distrutto nel corso dei lavori, venne ricostruito nell'angolo settentrionale dell'attuale sagrato, «formato da una sola nave, senza alcun ornamento ragguardevole», secondo il Latuada.
Verso la metà del XVII secolo la chiesa aveva ormai assunto l'aspetto attuale: i secoli successivi non avrebbero infatti apportato modifiche rilevanti, ad eccezione della sostituzione del pulpito e del settecentesco altare maggiore in marmo e bronzo (il secondo), sostituito con uno ad opera di Giovanni Muzio (il terzo).
Milano - Basilica di Santa Maria delle Grazie -- Milan - Basilica of Santa Maria delle Grazie
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è una Basilica e Santuario situata a Milano, appartenente all'Ordine Domenicano e facente capo alla parrocchia di San Vittore al Corpo. L'architettura della tribuna, edificata fra il 1492 e il 1493 per volere del Duca di Milano Ludovico il Moro come mausoleo per la propria famiglia, costituisce una delle più alte realizzazioni del Rinascimento nell'Italia settentrionale.
Fu il secondo sito italiano dopo le incisioni rupestri in Valcamonica a essere classificato come patrimonio dell'umanità dall'Unesco, insieme con l'affresco del Cenacolo di Leonardo da Vinci che si trova nel refettorio del convento (di proprietà del Comune di Milano).
Basilica di San Lorenzo (Milan - Italy)
Basilica di San Lorenzo
Milano da scoprire, Sala del Cenacolo di San Vittore
Il 16 luglio del 2013 grande serata di apertura straordinaria del Museo di Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. In questa occasione siamo riusciti a visitare la Sala del cenacolo dell'ex Monastero degli Olivetani di San Vittore al Corpo. Si tratta di un'opera notevole dell'artista settecentesco Pietro Gilardi che ha affrescato e prodotto stucchi nel refettorio del convento delle dimensioni di 220 mq. L'opera maggiore ricopre la parete di fondo del salone e rappresenta Le nozze di Cana ambientate in un classico scenario settecentesco. Tutto il salone venne non completamente restaurato nel 2004, ma necessita di ulteriori interventi di salvaguardia e restauro. Questo rappresenta l'ennesimo tesoro nascosto della nostra città.
Segnaliamo altre opere dello stesso autore presso : Duomo di Monza, Biblioteca Ambrosiana, Palazzo Cacciapiatti Novara, Sacro Monte di Varese
Una giornata particolare a San Vittore
Milano, le chiese si attrezzano per sordomuti e non vedenti
CRONACA (Milano). Tra i patrimoni storico culturali che Milano vanta, ci sono alcune delle chiese più belle d'Italia. Per un turista in visita alla città è d'obbligo la tappa a Santa Maria delle Grazie e alla Basilica di Sant'Ambrogio. A volte, però, non è così semplice godersi una visita guidata, soprattutto se si è non vedenti o sordomuti. Il comune di Milano ha cercato di trovare un rimedio e ha installato in 15 chiese dei pannelli multisensoriali e multimediali accessibili a chi ha un handicap. Si tratta di veri e proprio percorsi che abbattono le barriere e permettono a tutti di apprezzare la bellezza cittadina. La storia di questi luoghi viene raccontata attraverso una comunicazione visiva, tattile e uditiva. E' molto semplice. All'interno delle chiese scelte, tra cui la Basilica di Sant'Ambrogio, vi è una piantina della struttura con un breve testo in italiano e in inglese con caratteri Braille, per agevolare i non vedenti.
Sul pannello vi è un codice QR. Vi si posiziona lo smartphone ed ecco che parte un video con il racconto della storia della chiesa. Appare, così, una donna che spiega il tutto con il linguaggio dei segni. Non mancano i sottotitoli. Passo dopo passo Si segue il percorso indicato nel video. Il progetto “Le chiese di Milano in tutti i sensi” è stato realizzato dalla Tactile Vision Onlus con il patrocinio dell'Unione italiana dei ciechi. è sponsorizzato dal Comune e ne fanno parte le chiese di San Vittore al Corpo, Santa Maria delle Grazie, Sant'Ambrogio, San Maurizio, San Lorenzo, Sant'Eustorgio, San Simpliciano, Sant'Alessandro, Santa Maria presso San Satiro, San Marco, Santa Maria dei Miracoli, San Nazaro in Brolo, San Fedele, Sant'Antonio e Santa Maria della Passione. Niente più barriere, né ostacoli di alcun genere. Anche andare in chiesa adesso diventa più semplice per chiunque. (Carmen la Gatta/alaNEWS)
Lamberet Italia - Sede di San Vittore del Lazio
Consegna a Morini in occasione dell'apertura della sede Lamberet S.p.a. del centro sud
San Bernardino alle Ossa - Milano
Le prime origini, tanto dell'ossario quanto della chiesa di S. Bernardino, risalgono al secolo XIII.
Non regge alla critica storica la tradizione che molte delle ossa qui esposte siano di cristiani uccisi dagli eretici ariani nel tempo in cui S. Ambrogio era vescovo della Chiesa milanese, tradizione che giustifica un culto arrivato ai limiti dell'ortodossia. Quindi queste ossa non possono essere ritenute di Santi o di Martiri ma semplicemente di:
- Povere persone inferme morte sui pagliericci del vecchi ospedale di Brolo
- Priori e Fratelli che lo dirigevano
- Condannati alla decapitazione
- Carcerati morti nelle prigioni dopo che nel 1622 il loro apposito cimitero risultò insufficiente
- Appartenenti alla più alta nobiltà milanese che riposavano nei sepolcri gentili delle chiese vicine
- Canonici della basilica di S. Stefano
Nel 1738 Re Giovanni V del Portogallo fu tanto colpito dalla cappella-Ossario che la fece copiare in ogni particolare per erigerne una simile a Evora, vicino a Lisbona.
Museo della scienza e tecnologia di Milano - Leonardo da Vinci
Il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci ha sede a Milano; aperto nel 1953, con i suoi 50.000 m² complessivi è il più ampio museo tecnico-scientifico in Italia e uno dei maggiori in Europa. Possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo da Vinci. È visitato da 500.000 persone all'anno.
Le collezioni contano 16.000 beni storici e includono testimonianze rappresentative della storia della scienza, della tecnologia e dell'industria italiane dal XIX secolo ai giorni nostri. Nei suoi 13 laboratori interattivi si svolgono attività che seguono il metodo educativo basato sull'educazione informale. Il museo collabora con i principali musei scientifici europei e mondiali e dal 2003 è membro di ECSITE (European Collaborative for Science, Industry and Technology Exhibitions).
Il museo è dal 2000 una fondazione di diritto privato, i cui soci fondatori sono il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; i partecipanti sostenitori sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Milano; le principali università milanesi fanno parte del consiglio scientifico.
Il museo è collocato in via San Vittore 21 nell'antico monastero di San Vittore al Corpo,[3] a fianco alla chiesa omonima, nelle vicinanze del luogo dove Leonardo possedeva alcuni terreni coltivati a vigna, all'epoca appena fuori le mura cittadine. È anche non lontano dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si trova il celebre Cenacolo, e dalla Basilica di Sant'Ambrogio.
CARCERE DI SAN VITTORE, MILANO, 1 MAGGIO 2015 “PENSANDO EXPOSITIVO”
CARCERE DI SAN VITTORE, MILANO, 1 MAGGIO 2015 “PENSANDO EXPOSITIVO”
Clip di Backstage girata e montata da Bentobox.pro s.r.l, Verona.
LINK:
avanguardiaverona.it
bentobox.pro
La Compagnia alla Scoperta di Milano: Puntata nr 03
SunSmile63 & La Compagnia Viaggia & Magna (e bevi) Presenta: 03^ pt Alla scoperta di Milano
Visita a Museo della scienza e della tecnica; Basilica di San Vittore al Corpo; Basilica di Sant'Ambrogio Made by ©SunSmile63 ????????
- Il Museo nasce per ospitare i monaci dell'ordine degli Olivetani, il corpo centrale del Museo è stato costruito agli inizi del '500 come monastero. L'8 giugno 1805 con decreto napoleonico viene disposto che il monastero venga convertito in ospedale militare. L'esercito francese cedette il quartiere a quello austriaco; poi giunse l'esercito italiano con i Cavalleggeri, infine con il glorioso 27° Reggimento Artiglieria da Campagna. Nella cartografia dell'epoca troviamo l'edificio con la sua nuova denominazione Caserma Villata. nell'agosto del 1943 i bombardamenti su Milano colpirono l'edificio, nonostante fosse già disposto il trasferimento della caserma nella Cittadella delle Milizie di Baggio, l'esercito ne era ancora ospite. Per un paio d'anni, la Caserma Villata non esistette se non come cava di materiale; le intemperie si incaricarono di fare il resto. Il 27 aprile 1947 al numero civico 17 di via S. Vittore viene esposto il cartello che annuncia la nascita del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica. 15 febbraio 1953 avviene l’ inaugurazione ufficiale del Museo con la mostra su Leonardo da Vinci. Partecipa il Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi.
- La Basilica di S.Vittore ha una storia molto antica, che inizia nel IV secolo quando veniva denominata Porziana, dal nome di Porzio, suo antico fondatore, che la edificò forse ampliando un tempio imperiale già esistente (intitolato a Ercole, divinità protettrice di Massimiano). La storia del martirio di S.Vittore si intreccia con quella dell’imperatore, difatti Vittore era un soldato appartenente alla guardia del corpo dell’imperatore medesimo, il quale piuttosto che abiurare preferì affrontare tutti i supplizi, fino alla decapitazione e alla dispersione delle sue spoglie (qualcuno sostiene a Lodi, qualcun altro a Milano).nel 1507 quando viene ceduta agli Olivetani, che ne entrano definitivamente in possesso nel 1542, che ha inizio la sua grande stagione come importante centro di raccolta per i fedeli e per la storia artistica della città. La chiesa fortemente in rovina necessitava di essere ricostruita, il progetto fu affidato a Vincenzo Seregni[i] poi, in via definitiva a Galeazzo Alessi[ii]. La facciata rimasta incompiuta racconta dell’invalso uso lombardo di dar spazio all’interno, alla sua costruzione e al suo rifinimento, prima di rivolgere attenzione alla realizzazione, e qualche volta anche allo studio, della facciata. L’aspetto della facciata oggi è di disarmante semplicità, quasi grettezza, specialmente visto in contrasto con la sontuosità dell’interno.
***** CAPPELLA PORTINARI nella Basilica di S. Eustorgio - MILANO
La cappella Portinari si trova all'interno della basilica di San Eustorgio a Milano e fu avviata nel 1462 e già conclusa nel 1468. Si tratta di uno degli esempi più completi e meglio conservati di Rinascimento lombardo dell'epoca di Francesco Sforza.
La struttura si ispira alla brunelleschiana Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze, con un vano quadrato dotato di scarsella e coperto da cupola a sedici spicchi costolonati. Alcuni particolari nella decorazione si ispirano pure al modello fiorentino, come il fregio dei cherubini o i tondi nei pennacchi della cupola, ma altri, preponderanti, se ne allontanano rifacendosi piuttosto alla tradizione lombarda. È il caso del tiburio che protegge la cupola, della decorazione in cotto, della presenza di bifore a sesto acuto o dell'esuberanza decorativa generale.
L'interno in particolare si allontana dal modello fiorentino per la ricchezza vibrante di decorazioni, quali la ricca embricatura della cupola a tinte digradanti, il fregio con gli angeli sul tamburo e i numerosi affreschi di Vincenzo Foppa nella parte alta delle pareti.
Vincenzo Foppa fu il responsabile dell'ideazione e della regia della decorazione pittorica, che ebbe luogo tra il 1464 e il 1468. Si tratta della prima importante commissione pubblica del pittore bresciano, considerato il padre del rinascimento lombardo in pittura.
L'interno della cupola è interamente affrescato a fasce policrome, a tinte digradanti dalla base verso la sommità, mentre la raggera dei costoloni è evidenziata da tinte più scure. Dei sedici oculi alla base, otto sono aperti alla luce solare, alternati ad altri otto che contengono Busti di santi, privi di attributi specifici. Al di sotto di questi il tamburo è percorso da una teoria di angeli policromi a rilievo, inseriti in un finto colonnato ad archetti. Nei pennacchi alla base, quattro tondi ospitano i Dottori della Chiesa, dipinti con un virtuosistico scorcio prospettico. Il tutto è stato interpretato come una rappresentazione allegorica del Paradiso.
La decorazione ad affresco sottostante comprende:
• Quattro Storie di san Pietro Martire nelle pareti laterali:
• Miracolo della nuvola, rappresenta l'apparizione miracolosa di una nuvola a dar ombra ai fedeli in una giornata torrida, durante una predica del santo.
• Miracolo della falsa Madonna, ove san Pietro espone l'ostia consacrata e smaschera il diavolo che era apparso sotto le spoglie della Madonna.
• Miracolo di Narni o del piede risanato, in cui un giovane, che aveva colpito con un calcio la madre e pentitosene se lo era amputato, viene guarito dal santo che gli riattacca l'arto.
• Martirio di san Pietro da Verona rappresenta l'assassinio dell'inquisitore Pietro, avvenuto nei boschi del comasco ad opera di uno degli eretici condannati dal santo. Questi è rappresentato mentre, colpito a morte, scrive sulla terra con il sangue Credo.
• Annunciazione entro una complessa architettura con cori angelici nella parte superiore dell'arco trionfale, sopra la scarsella
• Assunzione della Vergine nell'arco della controfacciata
Il pittore curò particolarmente il rapporto con l'architettura, cercando un'integrazione illusiva tra spazio reale e spazio dipinto. Le quattro scene di storie del santo sono armonizzate da un punto di fuga comune, posto al di fuori delle scene (al centro della parete, sulla colonnina della bifora centrale) su un orizzonte che cade all'altezza degli occhi dei personaggi (secondo le indicazioni di Leon Battista Alberti). Notevole è la moltiplicazione scenografica degli spazi dipinti, sia nelle storie sulle pareti, che nei tondi e nei pennacchi della cupola, oltre che nei finti loggiati del tamburo.
Foppa si distaccò però dalla classica prospettiva geometrica alla toscana per l'originale sensibilità atmosferica, che smorza i contorni e la rigidità geometrica: è infatti la luce a rendere umanamente reale la scena. Questa particolare sensibilità viene anche detta prospettiva lombarda.
In generale prevale un gusto per il racconto semplice ma efficace e comprensibile, ambientato in luoghi realistici con personaggi che ricordano tipi quotidiani, in linea con le preferenze per la narrazione didascalica dei Domenicani. I toni pacati della descrizione, così come le tinte chiare e luminose prevalenti nella decorazione, sono stati accostati dai critici alle opere fiorentine dell'Angelico e di Masolino da Panicale. Gli scorci prospettici mostrano invece forti rimandi al Mantegna degli Eremitani.
SANTA MARIA DEI MIRACOLI - MILANO
La Chiesa di Santa Maria presso San Celso è stata una delle prime costruzioni pienamente rinascimentali realizzate a Milano: venne progettata a fine Quattrocento per ospitare un’icona miracolosa della Madonna, ancora oggi conservata nel presbiterio. La venerata immagine della Madonna che il 30 dicembre 1485 offrì in adorazione ai fedeli il bambino che porta in braccio. Le navate laterali con l’ornato delle volte in barocco, sono ricoperte da un tripudio di stucchi e decorazioni ed affreschi
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Basilica Santa Maria delle Grazie (Milan - Italy)
Basilica Santa Maria delle Grazie
Il Cenacolo Vinciano,la Crocifissione di Montorfano,Basilica Santa Maria delle Grazie Milano
’Ultima Cena che gli estensori delle Costituzioni domenicane avevano davanti agli occhi nel 1505, il dipinto di Leonardo, dobbiamo subito notare che nel refettorio di Santa Maria delle Grazie e ci sono due dipinti, e là dove le Costituzioni domenicane parlavano dell’inchino da farsi ad crucem vel imaginem, nel caso specifico avrebbero dovuto dire ad crucem et imaginem. Negli stessi anni in cui Leonardo dipinse l‘Ultima Cena, un artista milanese, Donato Montorfano, affrescò la parete di fronte a essa con una monumentale Crocifissione, tuttora visibile all’altro capo della sala. Così, “lavate le mani” con fede nella misericordia divina, i frati che accedevano al refettorio si trovavano abbracciati da quella misericordia: davanti e dietro avevano immagini della “grande redenzione” operata a favore dei peccatori da Cristo. Su una delle due pareti di fondo vedevano (nell’Ultima Cena) l’impegno di Gesù a offrire il suo corpo e sangue “per la remissione dei peccati”, e sull’altra parete vedevano l’adempimento dell’impegno, quando Cristo offrì la sua vita fisicamente sulla croce.
La Basilica Santa Maria delle Grazie risale al 1459 la fondazione di un secondo nucleo di frati domenicani a Milano, in aggiunta al primo, antico insediamento di Sant’Eustorgio risalente al 1227, di soli undici anni successivo alla fondazione dell'ordine.
La congregazione di Domenicani, stabilitisi presso l'odierna San Vittore al Corpo, ricevette in dono nel 1460 un appezzamento di terreno dal conte Gaspare Vimercati, condottiero al servizio degli Sforza. Su questo terreno si trovavano una piccola cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie, e un edificio a corte a uso delle truppe del Vimercati. Il 10 settembre 1463 viene posata la prima pietra del complesso conventuale. La costruzione prese avvio da quello che è oggi il Chiostro dei Morti, adiacente alla primitiva cappella della Vergine delle Grazie, che oggi corrisponde all'ultima cappella della navata sinistra della chiesa. A dirigere i lavori fu chiamato Guiniforte Solari, architetto egemone in quegli anni a Milano, già ingegnere capo della fabbrica del Duomo, dell'Ospedale maggiore e della Certosa di Pavia. Grazie al mecenatismo del Vimercati, il convento fu completato nel 1469, come racconta il domenicano Padre Gattico, il cui racconto è prezioso per ricostruire le fasi edificatorie del complesso
La chiesa di San Fedele
Dietro palazzo Marino, a due passi dalla Scala, ecco la chiesa di San Fedele, un vero e proprio gioiello in pieno centro
Il Colosseo di Milano || Milano in 90 secondi (o quasi) #19
Tra i principali edifici della Milano di epoca romana spiccava un gigantesco anfiteatro, uno dei più grandi di tutto l’Impero.
Purtroppo fu demolito alla fine del V secolo. I pochi resti rimasti sono visibili all’interno del Parco dell’Anfiteatro.
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Produzione: La Tenda Rossa
Testi e riprese: Gian Luca Margheriti
Montaggio: Monica Diani
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Musica: Future Gladiator di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
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