VEGLIE (Le) - Sant'Antonio Abate 2018 - Fratelli COSMA (Notturno)
VEGLIE (Le) - Sant'Antonio Abate 2018 - 28 Gennaio
Spettacolo pirotecnico notturno a cura di:
PIROTECNICA Fratelli COSMA da Arnesano (Le)
Arnesano 26.01.2019
Accensione della Fòcara in onore di Sant'Antonio Abate a cura della Pirotecnica F.lli Cosma.
© Video Gianni Mele Photographer
Monteruga, il paese fantasma
La vita, a Monteruga, se n'è andata trent'anni fa. Qui il tempo sembra essersi fermato, si possono ancora percepire momenti di vita contadina tra le vie e gli spiazzi di questa piccola comunità.
Monteruga è un tipico esempio di villaggio dell'Ente Riforma, nato nel ventennio fascista. Si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che qui vi si stabilirono. La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell'azienda agricola negli anni ottanta; restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola, l'azienda vinicola, il frantoio, l'enorme deposito tabacchi, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant'Antonio Abate.
Il piccolo borgo sorge nel territorio del Comune di Veglie, tra le campagne di San Pancrazio e Salice Salentino, in provincia di Lecce.
A volerci entrare non è semplice. Bisogna ignorare i cartelli arrugginiti che indicano la proprietà privata, e una volta arrivati in quella che un tempo era la piazza centrale, non farsi prendere dalla suggestione.
Monteruga arrivò a contare ben 800 abitanti e negli Anni 50 era il progresso, qui erano arrivate famiglie intere dal basso Salento e da altre regioni. C'era una comunità autonoma che viveva dei prodotti della terra, c'erano amori e matrimoni, campi estivi e comunioni. La festa più attesa era quella di Sant'Antonio, il 17 gennaio.
Oggi Monteruga è un paese fantasma, un villaggio dell'oblio, ma con tanta voglia di raccontarsi e di resistere al tempo.
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A Giovinazzo, c'è stato l'annuale appuntamento con i fuochi di Sant'Antonio Abate.
Nel rispetto di una antica tradizione, sono divampati grandi falò intorno ai quali, nei caratteristici pegnatìdde, sono state cucinate le caprjéte (grosse fave, ndr) e le succulente braciole fatte con carne di cavallo.
È consuetudine offrire agli ospiti un piatto di caprjéte, accompagnate da olive verdi, ed un bicchiere di buon vino rosso. In tempi meno recenti, attorno a questi fuochi si improvvisavano musiche e balli popolari.
Le ceneri dei falò, una volta, venivano sparse nei campi per invocare la protezione di Sant'Antonio.
E la giornata di ieri, come ci ricorda il detto popolare dialettale «Sand'Andunje mascechere e sune», è anche coincisa con il primo giorno del periodo carnevalesco.
Fonte: giovinazzomia.it.
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San Giorgio - 22 Agosto 2011 - Sternatia (Lecce)
09 novembre 2018 Arnesano LE Esplode fabbrica di fuochi pirotecnici Muore 19enne
ARNESANO 3 OTTOBRE 2010 GARA DI DUATLHON
PER LA PRIMA VOLTA LA CICLISTICA ARNESANO SI CIMENTA IN QUESTA ATTIVITA' SPORTIVA
INNO SAN GIORGIO - San Giorgio Ionico (Ta)
INNO SAN GIORGIO
Soprano ADELE NICOLETTI
Pianista/Compositrice ELEONORA ARNESANO
Testo DANIELE MEO
© NDOJ Agency (
Rit: SAN GIORGIO CAVALIERE
SEI SEMPRE QUI CON NOI
IL TUO ONORE E’ UN GRAN SOSTEGNO
PER LA NOSTRA GIOVENTU’.
QUESTA E’ LA CITTA‘
DI GIOIE E UMILTA’
DOVE LA TUA SCIA CI HA DATO UNA VIA
FRA ITALIA ED ALBANIA.
rit: SAN GIORGIO CAVALIERE
LA TUA LUCE IN OGNI CUOR
QUANDO INDOSSI IL TUO MANTELLO
LA GUIDA PER NOI SEI TU
QUI C'E’ LA TUA PRESENZA
RADIOSA DI SPERANZA
IL DRAGO CHE VINCESTI TU
ORMAI TIMORE NON FA PIU'.
rit: SAN GIORGIO CAVALIERE
LA PAURA NON SAI COS' E‘
SUL TUO GRAN CAVALLO BIANCO
HAI SALVATO LE NOSTRE VIRTU’.
CON GLI SGUARDI E TANTO ZELO
QUESTA CITTA‘ VEDE IL CIELO IN TE
TU VEGLIA SU DI NOI.
rit: SAN GIORGIO CAVALIERE
LA TUA LANCIA E’ QUI PER NOI
CORAGGIOSO, FORTE E DEGNO
LA RICCHEZZA PER NOI SEI TU
Registrato al Tribunale di (Ta) n. 638 del 23/11/2004 -
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Lunedì 19 e martedì 20 luglio, a Carmiano, Note e Sapori. Degustiamo i nostri sapori.
Note e Sapori. Degustiamo i nostri sapori è una manifestazione organizzata nel borgo antico, nelle giornate di lunedì 19 e martedì 20 luglio, di Carmiano dall'associazione Aleda onlus con il Patrocinio della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce e di Carmiano, dell'Union 3, dell'Università del Salento e in collaborazione con le cantine vinicole e le aziende gastronomiche di Carmiano e Magliano.
Si tratta di un evento che mira a coinvolgere tutta la cittadinanza, dagli anziani ai giovani e le loro famiglie, rivalutando i prodotti tipici della nostra terra, della musica popolare e gli antichi mestieri che valorizzeranno ulteriormente il centro storico del Paese che, per l'occasione, verrà allestito con suggestivi arredi scenografici.
NOVOLI (Lecce) - Fratelli DI CANDIA (2016)
NOVOLI (Lecce) - 17 Gennaio 2016
Festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate
Gara pirotecnica diurna
L'Artificiosa dei Fratelli DI CANDIA da Sassano (Sa)
MONTERUGA (LE) IL PAESE FANTASMA
Sorta nel ventennio fascista, è un tipico esempio di villaggio dell'Ente Riforma. Si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che qui vi si stabilirono. La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell'azienda agricola negli anni ottanta; restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant'Antonio Abate. Il toponimo allude ad un colle solcato da un fosso.
Video e foto sono di proprietà esclusiva della
NICCOLI SERVICE ART
Si precisa altresì che l'accesso ai luoghi è avvenuto secondo il rispetto della legge italiana,per un lasso di tempo abbastanza breve,senza alcuna violazione od invasione di proprietà altrui,in quanto il posto si presentava aperto al pubblico ed in totale stato di decadimento ed abbandono, privo di opere di recinzione e/o protezione,quali porte o finestre,e dunque non idoneo per essere considerato un domicilio,una privata dimora od un edificio attualmente in uso.
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fuochi ss. crocifisso monteroni di lecce 11 10 2015 video valerio74
ditta f.lli cosma da monteroni di lecce
BACIO DELLA SANTA CROCE 11-14 SETT.2015
presenze assenze monteruga
L&N Carmiano.3GP
Carmiano (LE): Band di giovanissimi con uno splendido futuro alle spalle !!!
Festa SS. Crocifisso al Mojo Alcantara (ME) 2014 e Spettacolo Pirotecnico Ditta Alessandro Spina
Solenni Festeggiamenti in Onore del Santissimo Crocifisso.
Venerato presso la Chiesa Madre di Mojo Alcantara (ME).
Chiusura dei Festeggiamenti e Spettacolo Pirotecnico, eseguito e curato dalla Ditta Pirotecnica Alessandro Spina da Pennisi - Acireale (CT).
Mojo Alcantara (ME), Domenica 28 Settembre 2014 - Ore 24:00.
Buona Visione!!!
Monteroni - Don Elio è il nuovo parroco del Sacro Cuore
Don Elio Quarta è il nuovo parroco della Comunità “Sacro Cuore di Gesù” di Monteroni di Lecce; l’insediamento è avvenuto domenica 2 settembre alla presenza di S. E. Mons. Michele Seccia, Arcivescovo Metropolita di Lecce
Monteruga - il villaggio fantasma - HORUS RECORDER - video e foto Full-HD in volo con i droni
fonte: bari.repubblica.it
La vita, a Monteruga, se n'è andata trent'anni fa. E non è vero che a volte il tempo si ferma: qui ha scavato lentamente, permettendo all'incuria e alla desolazione di trasformare una fiorente azienda agricola in un paese fantasma. Salento, sulla strada che congiunge San Pancrazio salentino a Torre Lapillo: Monteruga è un borgo nato in epoca fascista, dallo sviluppo dell'omonima masseria che come tante altre costellava le campagne tra San Pancrazio, Salice e Veglie. La frazione appartiene tuttora a quest'ultimo comune, e continua a essere segnalata dalle indicazioni stradali di recente fattura. Eppure, a voler entrarci, non è semplice. Bisogna ignorare i cartelli arrugginiti che indicano la proprietà privata, e una volta arrivati in quella che un tempo era la piazza centrale, non farsi prendere dalla suggestione.
Il portone della chiesa è sfondato, come nel più banale dei film dell'orrore. All'interno i calcinacci hanno invaso l'altare, e fuori la scena non è poi tanto diversa: il porticato dove un tempo c'erano le dimore dei contadini - anche stagionali, fino ad arrivare a 800 abitanti - sta crollando, come il soffitto di buona parte degli edifici, di quello che un tempo era il frantoio, del deposito tabacchi e della cantina. Sì, perché a Monteruga c'era tutto il necessario perché si parlasse di un vero e proprio paese: la scuola rurale e la caserma, la chiesa e il dopolavoro, la piazza e il campo da bocce. Qui la vita c'era, fino a metà degli anni '80, e ha lasciato il segno. Quell'agglomerato di epoca fascista - con i motti tipici del regime ancora leggibili all'interno dello stabilimento vitivinicolo - riuniva le masserie dei dintorni, nuclei isolati che avevano visto la possibilità del salto di qualità quando la Sebi (Società elettrica per bonifiche e irrigazioni) aveva acquistato un paio di strutture dell'Arneo, accaparrandosi oltre mille ettari di terreno.
Era il progresso, e a Monteruga erano arrivate famiglie intere dal basso Salento e da altre regioni. C'era una comunità autonoma che viveva dei prodotti della terra - divisi ovviamente in percentuali, a favore dell'azienda - c'erano amori e matrimoni, campi estivi e comunioni. La festa più attesa era quella di sant'Antonio, il 17 gennaio. Nostro padre comprava i regali per i bambini, per conto dell'azienda, ricordano Elio e Adriana Diso. Loro a Monteruga ci sono nati, erano i figli del fattore Pippi, privilegiati perché la nostra casa era l'unica con il bagno interno. Le altre, una cucina e una camera da letto per famiglia, ce l'avevano all'esterno. I ricordi di Elio e Adriana sono quelli di ogni infanzia spensierata, vissuta inseguendo un pallone all'aria aperta o giocando con le bambole, in una distesa di pini infinita. Adriana a Monteruga si è pure sposata, alla fine degli anni '70. Il declino del suo paese d'origine, di quel luogo del cuore che ormai esiste solo nella sua memoria, sarebbe arrivato di lì a poco. Complice la privatizzazione, la spartizione dei terreni, la pulsione dei centri urbani che attiravano a sé sempre più agricoltori. Monteruga si è sfaldato come una zolla, passando da una mano all'altra: dopo l'Ente riforma e l'Iri, si è parlato di un influente esponente del partito socialista dell'era Craxi, di un borgo usato come merce di scambio politico - soprattutto per il valore degli sconfinati terreni circostanti, molto fertili - dell'interesse di vari imprenditori fino a Maurizio Zamparini, il presidente del Palermo calcio che un paio d'anni fa aveva messo gli occhi sulla proprietà, con l'obiettivo - poi sfumato - di trasformarla nel più grande parco fotovoltaico d'Europa. Il risultato è che Monteruga è ormai morto, se non fosse per la memoria di chi ci ha vissuto. Le istituzioni hanno chinato troppo spesso il capo, non hanno voluto vederne le potenzialità: altrove una realtà del genere sarebbe già listata come uno dei borghi più belli d'Italia.
Così come sarebbe stato semplice intravedere l'attrattiva turistica che il Salento aveva cominciato a esercitare per farne un resort di lusso, di quelli che tanto piacciono agli stranieri. Ancora, Monteruga è in una posizione strategica, sulla linea che congiunge l'Adriatico allo Ionio, proprio accanto alla pista Prototipo acquisita di recente dalla Porsche. Invece niente, il borgo resta a guardare e diventa ogni giorno più spettrale. L'unico turismo che sembra conoscere è quello dell'abbandono, quello di curiosi o audaci che si infilano tra sterpaglie ed edifici fatiscenti alla ricerca di nulla in particolare. È un fantasma, che ogni tanto ritorna agli onori delle cronache. L'ultima volta lo scorso autunno, l'ennesimo schiaffo alla purezza dei ricordi di Elio e Adriana Diso: due fratelli - ironia della sorte - sono stati arrestati perché avevano trasformato i casolari in un night club, avviando un giro di prostituzione.
Il suono delle campane del Duomo di Lecce