Regno dei Borbone/Savoia - La Fortezza di Civitella del Tronto e la fuga di Vittorio Emanuele
ABRUZZO DOCUMENTARIO - Speciale di Rai 3 sull'assedio di Civitella e sulla fuga di Vittorio Emanuele III a Crecchio il 9 settembre 1943
Documentario del marzo 2012, diviso in due parti: la prima della fortezza borbonica, e la seconda della resistenza in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale, a cominciare dalla venuta del re Vittorio Emanuele III al castello di Crecchio, in fuga da Roma.
La rocca aragonese di Civitella, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi.
Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all'assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto.
Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L'Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d'armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati.
Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico.
All'interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti falconetti da marina.
Museo delle ARMI alla Fortezza di Civitella del Tronto (TE)
Museo delle ARMI alla Fortezza di Civitella del Tronto (TE)
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Museo delle Armi-Fortezza Civitella del Tronto (TE)
Museo delle ARMI
alla Fortezza di Civitella del Tronto (TE)
Video girato il 13 Febbraio 2010
Civitella del Tronto e la sua Fortezza per Russia News
Fortezza di Civitella del Tronto (TE)
Abbiamo trascorso una bellissima giornata insieme per visitare nel complesso quella che è la Fortezza di Civitella del Tronto. Una magnifica opera di ingegneria militare. Situata a circa a 600 metri sul livello del mare. Una vista unica! È possibile avvistare da un lato il Gran Sasso e i Monti della Laga, di fronte i Monti Gemelli!
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Fortezza di Civitella del Tronto
La Fortezza di Civitella del Tronto, l'imponente baluardo dei borboni, ultimo a cadere ai piemontesi prima dell'Unità d'Italia.
Storia della fortezza borbonica di Civitella del Tronto (Servizio Rai3)
La struttura della fortezza, ancora chiaramente distinguibile a dispetto dei posteriori lavori di manutenzione e dei restauri eseguiti nel dibattuto intervento moderno di ristrutturazione, mantiene la generale fisionomia della grandiosa sistemazione spagnola, che avvenne durante la seconda metà del 1500; questa ristrutturazione aveva mutato la già possente fortificazione aragonese, costruita su un più vecchio castello, appartenente all’epoca medievale, nella straordinaria piazzaforte vicereale ordinata da Filippo II, solo in parte modificata e resa più potente nell’Ottocento. La complessa struttura, costruita con la pietra calcarea giallognola, che proviene dalle cave di Ioannella, situate nelle vicinanze, occupa tutta la cima dell’altura ed è circondata da robuste mura che, grazie ad una serie di bastioni, assicuravano il fuoco di sbarramento incrociato sull’assalitore.
La salita di accesso
Sul lato meridionale, allo stesso livello del centro abitato una volta difeso da mura, la cinta protettiva è resa doppia da una “falsabraga”. La fortezza, non attaccabile a settentrione e a occidente, appariva più vulnerabile sul versante est dove per questo motivo si convogliarono le azioni difensive maggiormente consistenti, che furono costituite da solidi bastioni posti a diverse altezze e da piattaforme munite. Situando l’entrata della roccaforte dentro al nucleo abitato, gli spagnoli incorporarono inscindibilmente il centro urbano nel sistema di difesa. Superata, appunto, la “Porta di Napoli” ad oriente, sola porta urbana che si è conservata con l’aspetto di fine ’500 e moderno (della Porta di Vena ad occidente è rimasto il passaggio a volta, mentre è sparita la meridionale Porta delle Vigne), si attraversa una strada lastricata che conduce sino all’entrata della fortezza, difesa dal bastione di San Pietro.
La chiesa di San Giacomo
Un primo tratto di scalinata porta alla piazza d’armi del Cavaliere, protetta dai bastioni di Sant’Andrea e San Paolo; un’altra rampa conduce ad una seconda piazza d’armi difesa sul lato sud dal bastione di San Giovanni e risolta ad ovest dalle rovine di accampamenti militari. Si arriva dunque alla cima dell’altura dove si trovano i resti del Palazzo del Governatore, che fu inaugurato nel 1574, e della chiesa di San Giacomo, che fu costruita nel 1585 e fu consacrata nel 1604. Questi due edifici erano difesi a settentrione dall’omonimo baluardo. Alle loro spalle si succedono, lungo la via principale con direttrice est-ovest, alcune caserme, dei magazzini e delle armerie fino all’area dove una volta si ergeva la chiesa del Carmine e che termina ad occidente con un’enorme cisterna.
Le Caserme
Le tracce del castello angioino-aragonese sono tuttora riconoscibili nelle rimanenti parti di mura e fondazioni dietro la chiesa di San Giacomo e in certi susseguirsi di massi squadrati identificabili nelle abitazioni degli ufficiali e nel terrapieno della cerchia muraria. Si attribuiscono agli interventi degli spagnoli, eseguiti dopo l’assedio avvenuto nel 1557, la maggior parte delle strutture sopravvissute tranne i bastioni più avanzati ad oriente, ritoccati nell’Ottocento, e le costruzioni murarie dei recenti restauri.Fanno parte della ricostruzione del XVI secolo le strutture della prigione “Calabotto del Coccodrillo”, all’altezza della prima rampa, e la cinta delle mura difensive, compreso il terrapieno di rinforzo sul versante sud che porta la data del 1564. Civitella, citata per la prima volta in una fonte documentaria nel 1001, si collocava strategicamente sulla linea del confine tra la conca aprutina e quella ascolana e quindi molto presto prese un ruolo propriamente strategico-militare. Nessuna fonte testimonia quale fosse l’assetto originario della rocca; ma è documentata l’importanza rilevante del presidio nel XII e più in particolare nel XIII secolo.
La piazza d’armi
Furono proprio gli Angioini a iniziare un arrangiamento delle strutture sveve alle strategie militari più moderne, rendendo la rocca più potente con delle torri di fiancheggiamento. In un secondo momento, con l’arrivo delle artiglierie, la fortezza venne modificate strutturalmente; Alfonso I d’Aragona, infatti, verso la metà del 1400, ordinò che venisse rafforzata e ampliata con mura possenti equipaggiate di bastioni per farne il perno del sistema di difesa dei confini minacciati. Intorno alla metà del XV secolo Civitella appariva come una munita piazzaforte migliorata con le sue cinque torri che vennero successivamente distrutte, in parte, nel 1495 dai cittadini stessi che si opposero al giogo dei castellani.
CIVITELLA DEL TRONTO (TERAMO, ABRUZZO, ITALY)
Civitella del Tronto, comune di 5208 abitanti incluso nella Comunità Montana della Laga, provincia di Teramo, Abruzzo, Italia.
Civitella si ritiene sorga sull'antica area della picena Beregra. Le prime testimonianze storiche la collocano nei secoli IX-X. Il paese fu invaso dagli ascolani quattro anni dopo che nel 1251 avevano dichiarato guerra ai teramani per fini espansionistici. A salvare i civitellesi intervenne papa Alessandro IV che pose fine ai cruenti e sconsiderati saccheggi ascolani evidenziati dal vescovo aprutino Matteo I. Memore dell’invasione ascolana e consapevole dell’importanza strategica di avere in zona di confine un baluardo efficiente, Carlo d’Angiò ordinò la fortificazione di Civitella che iniziò il 25 marzo 1269. Già nel secolo XIII il paese appartenente al Regno di Napoli era cinto da mura e per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato della Chiesa ebbe sempre una grande rilevanza strategica. Passò dagli angioini agli aragonesi nel 1442. Alfonso d’Aragona, dopo aver sconfitto Francesco Sforza e riconquistato anche Civitella nel 1443, trasformò il castello civitellese in una piazzaforte nel 1450 in vista dei venti di guerra con la Francia. Nel 1495 i civitellesi continuarono però a subire gli abusi del castellano e per protesta danneggiarono ben quattro delle cinque torri del castello che venne brutalmente saccheggiato. Le tasse del tribunale della Grascia, il fenomeno del banditismo e le servitù militari che i civitellesi dovettero affrontare continuarono anche dopo il trattato di pace di Blois e portarono la popolazione allo stremo. Nel 1557 fu posta d'assedio da parte del francese Duca di Guisa, generale di Enrico II alleato con papa Paolo IV, che benché feroce e violento non riuscì a espugnare la città, tanto che nel maggio dello stesso anno tolse l'assedio e si ritirò presso Ancona. Proprio in questa guerra tra francesi e spagnoli Civitella cambiò il suo nome in Civitella del Tronto in quanto protagonista della Guerra del Tronto. La vittoriosa e valorosa resistenza che il popolo della cittadella riuscì a riportare venne apprezzata nell'intero regno, tanto che ai suoi cittadini furono tolti gli oneri fiscali per quarant'anni e a spese del demanio regio furono restaurati gli edifici e la fortezza. Per lo stesso episodio nel 1589 fu elevata al grado di Città e le fu conferito il titolo di Fidelissima da Filippo II di Spagna. Nel 1627 a Civitella furono avvertiti terremoti e un altro sisma si verificò il 21 gennaio 1703. La fedeltà di Civitella agli Asburgo continuò anche negli anni bui di Filippo IV e Carlo II. Nel 1707 i civitellesi caduti in mano austriaca anche per via del Trattato di Utrecht persero ogni beneficio fiscale. Il 16 agosto 1734 gli austriaci lasciarono Civitella alle truppe di Filippo V e la dominazione borbonica ebbe inizio. Venne assediata nuovamente dalle truppe francesi nel 1798 cadendo con disonore e nel 1806: in questo caso il forte difeso dal maggiore irlandese Matteo Wade sostenne un assedio di quattro mesi contro le ben più numerose truppe napoleoniche, capitolando onorevolmente il 22 maggio 1806. Una famosa pagina di storia legata a Civitella e alla sua fortezza è quella relativa al Risorgimento. Nel 1860 dopo aver attraversato l'Emilia-Romagna e le Marche l'esercito di Vittorio Emanuele II di Savoia il 26 ottobre strinse d'assedio Civitella, durante il quale i soldati borbonici resistettero per ben duecento giorni. Nonostante il Regno delle Due Sicilie fosse finito il 13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta e la resa fosse stata suggellata il 17 marzo con la proclamazione in parlamento a Torino del Regno d'Italia, Civitella continuò a combattere cadendo solamente il 20 marzo 1861, tre giorni dopo che fu sancita l'Unità d'Italia. Questo episodio ne fece l'ultima roccaforte borbonica che si arrese accettando di fatto la fine del Regno delle Due Sicilie. Come sempre durante un assedio, una volta isolata la fortezza da possibili aiuti esterni, gli assedianti guidati dal generale Luigi Mezzacapo (un napoletano di scuola borbonica) bombardarono la struttura per demoralizzare gli ultimi reparti borbonici. Sapendosi isolati e privi d'ogni speranza di soccorso diversi reparti situati in alcune ali della fortezza si arresero. Eppure un'ultima parte dei militari nonostante l'uscita dei camerati decisero pur allo stremo delle forze di resistere ancora per poi arrendersi solo alla fine. I superstiti furono presi prigionieri e trasferiti in strutture detentive tra cui il Forte di Fenestrelle, dove furono trattati in condizioni disumane con un’altissima mortalità per i maltrattamenti e le privazioni subite, ricordando che i Savoia erano molto più interessati all’espansione del loro regno che non agli ideali dei Patrioti risorgimentali che cercarono sempre di ostacolare.
Riprese video effettuate mercoledì 20 maggio 2015; protagonisti della visita Veniero Granacci e Sergio Sibilla.
Fortezza di Civitella del Tronto - TE
Video realizzato dentro la fortezza di Civitella del Tronto. Tra cunicoli e vie sotterranee, circondati da paesaggi mozzafiato a picco nel vuoto. Secondo me è un posto incantato e leggendario.
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Guarda il video: #34 Urbex Experience // IL MACABRO SEGRETO DELLA VILLA
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Cipriani: la resa della fortezza borbonica di Civitella del Tronto_20 marzo 2011
Settima conferenza del ciclo di otto che il Centro Studi Civitanovesi di Civitanova Marche ha organizzato nell'ambito delle iniziative dedicate al 150° anniversario dell'unità d'Italia. La conferenza si è tenuta domenica 20 marzo 2011, alle ore 21.30, presso il teatro Pier Alberto Conti di Civitanova Marche. Relatore il prof. Pucci Cipriani. Ha introdotto e concluso il dott. Alvise Manni, presidente del Centro Studi Civitanovesi.
Ripresa ed editing video di Sergio Fucchi (C)2011.
Civitella del Tronto la FORTEZZA
Storia e Fascino d'Abruzzo
by gopro hero4 silver
Presenze alla Fortezza di Civitella del Tronto - Docu-indagine EPAS (parte 1)
Indagine di E.P.A.S. alla Fortezza di Civitella del Tronto.
Gita a La Fortezza Civitella del Tronto
....luoghi incantevoli d'abruzzo....Dopo aver attraversato L'Emilia-Romagna e le Marche l'esercito di Vittorio Emanuele II di Savoia strinse d'assedio Civitella il 26 ottobre 1860; e nonostante il Regno di Francesco II finisse il 13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta, e la resa venisse suggellata il 17 marzo con la proclamazione in Parlamento, a Torino, del Regno d'Italia, Civitella cadde solo il 20 marzo 1861, tre giorni dopo che fu sancita l'Unità d'Italia.
Diario di viaggio: la fortezza di Civitella del Tronto
Fortezza di Civitella del Tronto, ultima fortezza dei borbonici a cadere. Video creato da Carla Mascioli Service (carlamascioliservice.com)
Intitolato al maggiore Tiscar il museo delle Armi di Civitella del Tronto
CIVITELLA DEL TRONTO - Il museo delle Armi di Civitella del Tronto è stato intitolato al maggiore Raffaele Tiscar, in presenza delle autorità locali e del pronipote Piergiorgio.
[Servizio di J News del 29/08/2015]
LA FORTEZZA DI CIVITELLA DEL TRONTO
resistenza ai francesi del 1806 e ai piemintesi del 1861 della fortezza borbonica di civitella del tronto.
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Presentazione del libro Pino Aprile Carnefici Civitella del Tronto
Carnefici, ecco le prove che fu genocidio», a Civitella del Tronto la presentazione del libro di Pino Aprile
L'evento, organizzato dai Comitati delle Due Sicilie Abruzzo e dall'associazione Briganti d'Abruzzo, si è svolta domenica alle 17.30 all'interno della Fortezza
Lo scrittore e giornalista Pino Aprile sarà a Civitella del Tronto domenica 17 luglio 2016 per presentare il suo ultimo libro, «Carnefici», edito da Piemme, al quale ha lavorato per 5 anni con lunghe ricerche storico-giornalistiche finalizzate a ricostruire quello che viene definito come un vero e proprio “genocidio” perpetrato a scapito della popolazione del Meridione durante il processo di unificazione nazionale. Raccontati i massacri di centinaia di migliaia di persone scomparse nella seconda metà dell’Ottocento attraverso una documentazione circostanziata, l’autore passa ad indagare sulle ripercussioni scaturite dalla negazione di questi fatti.
L’evento, in programma dalle ore 17,30 in poi nella Sala Conferenze San Giacomo all'interno della Fortezza, é organizzato dai Comitati delle Due Sicilie Abruzzo e dall'associazione Briganti d'Abruzzo, con la collaborazione ed il patrocinio del Comune di Civitella del Tronto, della Fondazione Francesco II di Borbone, del Movimento Neoborbonico, delle associazioni Brigantesse delle Due Sicilie d'Abruzzo, Cinqueborghi (affiliata ASI), Associazione Gianni Silvidii e Centro Zoè (affiliata AICS).
L’incontro, moderato dallo storico Elso Simone Serpentini, l'apertura a curata del cantastorie Franco Palumbo, noto al pubblico come Roppoppò. Con l'intervento di Fiore Marro, presidente dei Comitati delle Due Sicilie, che consegnato anche due onorificenze ai signori Bruno Martelli ed Erminio Di Pietro. Alle ore 19 è prevista la visita alla Fortezza di Civitella del Tronto e al Museo delle Armi, con una cena finale. Coordinano l’evento Franco De Angelis, Claudio D'Innocenzo e Simone Lesti.
“Che fine hanno fatto quei 390.000 mancanti che derivano dalla differenza fra l’ultimo conteggio borbonico e il primo sabaudo? Non sono stati contati? Li hanno contati in più i Borbone o li hanno contati in meno i Savoia? Non sono mai esistiti?”, si legge a pagina 10 dell’ultima opera di Pino Aprile, “Di sicuro, molti di loro sono esistiti e furono uccisi, perché scoprirono che «si fa l’Italia o si muore», per loro, voleva dire: «Io faccio l’Italia e tu muori». Di tutte quelle stragi nascoste per un secolo e mezzo, (…) i numeri veri forse non potranno più essere recuperati. Ma l’ordine di grandezza sì.”
FORTEZZA DI CIVITELLA DEL TRONTO - SUGGESTIONI
Immagini di Mario Granatiero
CIVITELLA DEL TRONTO L'ULTIMO BALUARDO
CIVITELLA DEL TRONTO
RESISTE ANCORA
Raduno Legittimista
Il 15, 16 e 17 aprile prossimi si terrà nel paese fortezza e sui gloriosi spalti della Fedelissima Civitella del Tronto, l'incontro degli eredi spirituali di coloro che vollero e seppero difendere, con tenacia e fino all'estremo sacrificio della vita, la Patria Napolitana ed i valori più profondi dell'identità e della Fede.
Negli spalti di Civitella i sentimenti, le sensazioni, le emozioni prendono il sopravvento sulla realtà e si diventa uomini, donne e bambini di quella Civitella che, assediata dai cannoni e dalle menzogne, ha resistito strenuamente e resiste ancora senza dare segni di cedimento da 150 anni.
Infatti, Civitella del Tronto, dove la resistenza degli ultimi Soldati delle Due Sicilie ha assunto il valore aggiunto del martirio, ha per tutti noi, figli ritrovati nel nome della Verità, un altissimo significato politico e morale, oltre che storico e culturale.
Ci ritroveremo a Civitella accomunati dal sentimento di appartenenza e come autentici fratelli ricorderemo insieme la nostra storia.
A presto.
Cap. Alessandro Romano
Speciale Kilimangiaro Di Borgo in Borgo Rai 3.