EDITRICE HOEPLI. Barbara HOEPLI. Salone del Libro di Torino 2018.
Dal 10 al 14 maggio 2018 ha avuto luogo, presso il Lingotto Fiere, la trentunesima edizione del “Salone Internazionale del Libro di Torino”, promossa dalla “Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura” e realizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori e dalla Fondazione per la Cultura Torino.
Tra gli editori presenti, provenienti da tutta Italia, c'era anche EDITRICE HOEPLI, rappresentata da Barbara HOEPLI.
@MarcoPolo_Pinocchio - Milanese XXXII
@MarcoPolo_Pinocchio a Gedda: traduzioni a distanza in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia - XIV Settimana della Lingua italiana nel mondo
Progetto di Maristella Tagliaferro e Clelia Francalanza
Dal capitolo XXXII de Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi
Traduzione e audiolettura in milanese di Roberta Giandelli
immagini della traduttrice
Video di Clelia Francalanza - Asinelli di Debora Serrentino
— Levami una curiosità, mio caro Lucignolo:
hai mai sofferto di malattia agli orecchi?
— Mai!... E tu?
— Mai! Per altro da questa mattina in poi
ho un orecchio che mi fa spasimare.
— Ho lo stesso male anch’io.
— Anche tu?... E qual è l’orecchio che ti duole?
— Tutti e due. E tu?
— Tutti e due. Che sia la medesima malattia?
— Ho paura di sì.
— Vuoi farmi un piacere, Lucignolo?
— Volentieri! Con tutto il cuore.
— Mi fai vedere i tuoi orecchi?
— Perché no?
Ma prima voglio vedere i tuoi, caro Pinocchio.
— No: il primo devi essere tu.
— No, carino! Prima tu, e dopo io!
— Ebbene, — disse allora il burattino —
facciamo un patto da buoni amici.
— Sentiamo il patto.
— Leviamoci tutti e due il berretto nello stesso tempo: accetti?
— Accetto.
— Dunque attenti!
E Pinocchio cominciò a contare a voce alta:
— Uno! Due! Tre! —
Alla parola tre i due ragazzi presero i loro berretti di capo e li gettarono in aria.
E allora avvenne una scena, che parrebbe incredibile, se non fosse vera.
Avvenne, cioè, che Pinocchio e Lucignolo, quando si videro colpiti tutti e due dalla medesima disgrazia, invece di restar mortificati e dolenti, cominciarono ad ammiccarsi i loro orecchi smisuratamente cresciuti, e dopo mille sguaiataggini finirono col dare in una bella risata.
Traduzione e audiolettura in romanesco di Davis Tagliaferro
Dimme una roba Lucignul te ghet na maladia a gli urecc?
No e ti?
No,ma da ogg gu un uegia che me fa mal
Ghe lu anca mi
Anca ti’'?Qual’è l’uregia che te fa’ mal?
Tus cos e ti?
Tu th ge la medesima maladia
Go paura de si
Me te fe un piase’ lucignolo?
Volentiar con el cor en man
te me fe veder gli ureg’?
si perche’ no?ma prima me car pinoc voia veder i to de ureg
l’è minga pusibil prima i to
prima i to e po i me
alura dis el butratin fasem con i bon amis
sentim el patto
cavem en el medesim temp el capel te va’?
el me va
e a quel punt pinoc cuntaria attension
vun du e tri
alura i bocia cavarun el capel e lo getarun in aria
el me parea come una favula
pinoc e lucifer el gaveven la medesima disgrazia incuminciaven a rid el perchè gaveven gli urec cresciu taln grand e finiren per rid supra.
Nota
I miei pensieri sulla traduzione e el milanes sono vari ed anche strani perché non avrei mai pensato che da lingua morta potesse rimanere un segno, un piccolo passaggio, un segno di Noi...
E tutto questo è fantastico, in quanto è destinato ad estinguersi, e non siamo molto lontani: no, rimarrà anche quando noi non ci saremo più...
Tutti si affannano a lasciare un segno del loro passaggio ed a volte ci vuole poco in una grande cosa...
Purtroppo il milanese in Milano non si parla più, è letteralmente impensabile. Ogni tanto in qualche bottega senti o un accento o una mezza parola all’interno di qualche discorso. Oramai è passato, ma è colpa nostra, dei milanesi, perché fin da piccoli ci hanno imposto l’italiano in casa e a scuola: quasi per rinnegare un nostro passato di cui dovremmo andare fieri in realtà, dato che Milano ha dato grandi natali; per farci sentire internazionali, cittadini, ma perdendo la nostra identità...
Il milanese per me rimane la lingua delle vacanze con i miei nonni, con la tata super milanese; della campagna, dei prati, della serenità che hanno solo i bambini e si perde come la lingua.
Didascalia delle fotografie:
01 Biblioteca Venezia, architetti Tettamanzi e Mainetti (1910): raccolta di musiche dal mondo
02, 03, 04, 05, 06, 07 - Casa Galimberti, architetto G. B. Bossi (1905)
08 e 09 Hotel Diana Majestic: all'interno, la prima piscina pubblica di Milano
10 e 11 Planetarium, architetto Piero Portaluppi (1930) su commissione dell'editore svizzero Ulrico Hoepli che lo donò alla città
12 L'uregia / L'orecchio il primo citofono
13 Androne di un palazzo in via Bellezza
14 Cartoleria Tipografia Bonvini
Leggi le notizie sull'evento @MarcoPolo a Gedda: @MarcoPolo_Pinocchio a Gedda: traduzioni a distanza in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia #MarcoPolo: viaggio a Mantova, traduzioni in 44 lingue/dialetti da Pinocchio
Il tema musicale è un estratto da Theme from Pinocchio - Bruskers Guitar Duo