CITTA' DELLA PIEVE Antica Città - Umbria - HD
© CLAUDIO MORTINI™◊
Città della Pieve, borgo medioevale situato in una delle più belle zone dell'Umbria, a 500 metri sul livello del mare
Abitata da poco più di 7.000 persone, è un borgo molto caratteristico basti pensare che il 70% delle strutture è costituita da mattoni in vista!
Luogo di confine, dove la natura dell'Umbria e della Toscana ci fa immergere in scenari paesaggistici fantastici.. e dove la cultura ne fa da padrone.
Città della Pieve è piena di luoghi d'interesse e porta con sé un alone di mistero..
Infatti non si conoscono bene le sue origini, e sicuramente nel corso dei secoli ha cambiato più volte nome (ad esempio Monte di Apollo o Pieve di San Gervasio).. solo nel 1600 su soprannominata Città di Castel della Pieve, nome che, data la sua estrema lunghezza nella pronuncia, diventò quasi subito Città della Pieve.
Fu abitata già ai tempi degli etruschi, nonostante, purtroppo, non ci siano più edifici che lo provino!
Certamente molto è rimasto invece dell' epoca romana, dove possiamo vedere ancora monumenti dell'epoca.
Non può mancare una visita al Palazzo della Corgna, edificato nel XVI° secolo, la Torre del Pubblico, dove sono visibili due differenti fasi storiche: la parte più bassa è di molto precedente all'anno 1000, mentre la parte più alta è più recente, indicativamente intorno al XV secolo.
Altro edificio molto affascinante è la Rocca, con una lunga ed incantevole storia; edificata intorno al 1326, fu una delle spese più care dell'epoca.
Per quanto riguarda gli edifici religiosi, la cattedrale, la cripta e il convento con la chiesa di San Francesco meritano sicuramente una visita.
Non tralasciare poi un giro nei vicoli del centro storico!
Intorno alla metà del sec. XV nasce Pietro Vannucci detto “Il Perugino”, che lascerà numerose testimonianze della sua arte in patria a partire dalla celebre “Adorazione dei Magi” del 1504 dell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi. Si segnalano inoltre le pregevoli opere pittoriche di ambiente peruginesco ascrivibili a Giannicola di Paolo e a Domenico di Paride Alfani presenti nella Cattedrale e a San Francesco
Città della Pieve - Perugia - Umbria (Italia)
Visita guidata dell'Associazione Culturale Iterarte (06/10/2012)
a Città della Pieve - Perugia - Umbria (Italia).
Foto e montaggio: Edoardo Pone.
Musiche: Tomaso Albinoni (Adagio in Sol min)
- Benedetto Marcello (concerto per oboe)
- Ludwig van Beethoven (Sonata al chiaro di luna).
REFERENZE
UMBRIA 4.0: il lago Trasimeno (PERUGIA, Italy)
Nel cuore verde dell’Umbria, tra i canneti e l’incantevole ninfea bianca, si stende il lago Trasimeno, un vero e proprio paradiso naturale in cui si affollano anatre selvatiche, cormorani, il nibbio, il martin pescatore. A fare da cornice, al di là del declivio pianeggiante, dolci colline con boschi che si alternano a campi di girasole e di mais, vigneti e distese di olivi.
Qui l’agricoltura è molto praticata e in maniera tradizionale. Diversi sono i comuni del Trasimeno: alcuni si affacciano direttamente sul lago, altri distano poco ma risentono del fascino e dell’attrattiva di questo specchio d’acqua.
Castiglione del Lago, per esempio, sorge su un promontorio di roccia calcarea, sotto il quale si trovano i resti di numerose tombe etrusche; qui si possono ammirare il castello e le mura medievali del Palazzo Ducale, collegato da un camminamento locale alla Rocca del Leone, uno dei più importanti esempi di architettura militare umbra.
A Città della Pieve, silenzioso e caratteristico borgo medioevale, anch’esso abitato dagli Etruschi e dai Romani, è presente il vicolo più stretto di Italia. Luogo natale del pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino, questo Comune ospita diverse opere dell’artista, dalla Madonna col Bambino, conservata nella cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio, allo stupendo affresco L’Adorazione dei Magi, presso l'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi.
Anche nella piccola Panicale, non distante da Città della Pieve, si possono ammirare due affreschi del Perugino, il Martirio di San Sebastiano e la Madonna in Gloria, custoditi nella quattrocentesca Chiesa di S.Sebastiano. Dal borgo medievale di Passignano, dove è presente la trecentesca Torre di Ponente, si può raggiungere in battello l’Isola Maggiore, ancora abitata.
In questo magnifico luogo in cui è conservato ancora il quattrocentesco villaggio dei pescatori sono anche presenti la chiesa romanica di San Salvatore del XII secolo, quella di San Michele Arcangelo del XIV secolo e la Villa Isabella dei Marchesi Guglielmi.
Maggiore è raggiungibile anche da Tuoro sul Trasimeno, antica città etrusca, nota perché sul suo territorio si svolsero le fasi decisive della battaglia tra Annibale e Caio Flaminio, e proprio sulla tomba del comandante romano si erge il rinascimentale palazzo Capra.
L’isola più estesa del lago (ce ne sono tre) è tuttavia quella di Polvese, disabitata e destinata a parco pubblico, qui si possono ammirare il Monastero di S.Secondo, la Chiesa di S.Giuliano e un castello del XIV sec., recentemente ristrutturato.
A circa dieci chilometri da Passignano, invece, si trova il piccolo paese di Castel Rigone, dove è conservato uno dei principali capolavori architettonici del Rinascimento umbro: il santuario Maria Santissima dei Miracoli.
Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia (Alessandria, Piemonte): Genova in Piemonte - slideshow
ARQUATA SCRIVIA
È situato sulla sinistra dello Scrivia, presso la confluenza del Borbera e dello Spinti nello Scrivia.
Il nome della città deriva dal Latino arcuata (a sua volta derivata da arcus) ossia fatta ad arco, riferito all'acquedotto che riforniva la vicina città romana di Libarna e alle sue arcate. Meno attendibile l'ipotesi dell'erudito ottocentesco Bottazzi che ne individua le origini nel latinoarcus aquae, ovvero arco dell'acqua. Priva di fondamento la teoria di Andrea Poggi che fa derivare Arquata dal dialettale A o coà ossia Al capo o Al promontorio: il toponimo infatti compare nelle fonti documentali secoli prima della formazione dei dialetti. Sorge alla sinistra del torrente Scrivia, lungo la Strada statale 35 dei Giovi, addossato alle prime pendici dei rilievi che fiancheggiano ad ovest la valle, separandola da quella del torrente Lemme. Il territorio del comune si estende anche a destra dello Scrivia, fin quasi all'imbocco della Val Borbera.
Il comune presenta due aspetti nettamente distinti, con il suo nucleo antico, di epoca medioevale, ricco di testimonianze storiche, sopravvissuto ai margini dei nuovi quartieri residenziali e industriali.
SERRAVALLE SCRIVIA.
Collegiata dei Ss. Martino e Stefano
Citata per la prima volta nel 1228, la chiesa già di S, Martino, assunse la denominazione attuale nel 1239 papa Gregorio IX la unì alla pieve di S. Stefano di Linverno. Originariamente dotata di un portico, la chiesa assunse la forma attuale a seguito dei lavori del 1572. L'attuale facciata, in travertino, risale al 1939, mentre le decorazioni interne, del 1911, sono opera di Luigi Gainotti e di Rodolfo Gambini. All'interno, fonte battesimale a vasca quadrangolare in marmo, risalente al 1486; la Beata Vergine del Rosario (1607), opera del pittore serravallese Bernardo Montessoro; il Martirio di S. Stefano, attribuito a Giovanni Andrea Carlone (seconda metà del XVII secolo);la cappella della Madonna Addolorata, dotato di un altare di fine '600, in marmi policromi intarsiati e contenente un gruppo ligneo ottocentesco raffigurante la Madonna attorniata da quattro angeli.
L'organo custodito nella collegiata fu realizzato nel 1834 dai maestri organari Serassi.
Oratorio dei Bianchi
L'oratorio dei Disciplinati dell'Assunta e della S. Croce, detto dei Bianchi per il colore delle vesti dei confratelli, è databile tra il XIII e il XIV secolo. Al suo interno conserva un gruppo ligneo raffigurante la Deposizione di Cristo, complesso composto da 8 figure dotate di forza espressiva nei volti e nei gesti. Il gonfalone dell'Assunta è opera di Nicolò Barabino.
Oratorio dei Rossi.
La Confraternita di San Giovanni Battista e della Santissima Trinità fu fondata nel 1532 ed era dedita all'assistenza dei pellegrini e dei carcerati. L'oratorio risale invece al 1727, in sostituzione del più antico situato, forse, in prossimità del castello. Tipico esempio di barocchetto genovese, presenta un notevole portale di ingresso caratterizzato da due grandi colonne di ordine dorico, provenienti da Libarna.
Visita Pastorale a Novi Ligure: intervista a don Fabrizio Pessina
Visita Pastorale a Novi Ligure (Parrocchia della Pieve): intervista al Parroco don Fabrizio Pessina
Le campane di Ravenna - Basilica di S.Francesco D'Assisi
Ravenna - Piazza S.Francesco - Basilica di S.Pietro Maggiore (chiamata S.Francesco per la presenza di un convento di frati francescani)
5 campane in scala diatonica maggiore di Do#3 elettrificate a slancio:
Do#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Re#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Sol#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
La Basilica di San Francesco, dedicata in origine ai SS. Apostoli e poi a San Pietro, risale alla metà del V secolo d.C. Ben poco rimane, però, della prima chiesa paleocristiana, soprattutto a causa dei continui rifacimenti che hanno interessato l'edificio nel corso dei secoli (il robusto campanile quadrato risale al X-XI secolo), sino a quelli radicali di fine Settecento. L'attuale denominazione si deve ai frati minori francescani che, tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 sino a oggi, la scelsero come loro sede. Durante il periodo medievale divenne la chiesa prediletta dei Polentani, signori della città e ospiti di Dante, e probabilmente la più frequentata dal poeta stesso, i cui funerali si celebrarono qui nel 1321. Le spoglie del Sommo Poeta riposano ancora oggi nell'adiacente Tomba di Dante. Come spesso accadeva alle chiese ravennati, anche San Francesco fu più volte sopraelevata. Il piano originario della basilica si trova, infatti, a 3,6 metri al di sotto dell'attuale livello stradale. La chiesa a tre navate presenta linee assai semplici, con la facciata in umile laterizio a vista movimentata al centro da una piccola bifora. Attraverso una finestra posta sotto l'altare maggiore, costituito da un sarcofago del V secolo, si scorge la cripta del X secolo, un ambiente a forma di oratorio sorretto da pilastrini destinato ad ospitare le reliquie del vescovo Neone, fondatore della chiesa. Il pavimento della cripta è costantemente sommerso dall'acqua, che tuttavia permette di ammirare i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria. Il campanile, alto 32,90 m., quadrato, inserito all’interno della navata destra, risale al X sec. Nel 1921 vennero riordinati i tre ordini di finestre per ogni lato: una bifora nell'ordine inferiore, una trifora in quello mediano ed una quadrifora in quello superiore. Il campanile custodisce cinque belle campane che ripetono l’austero squillante richiamo alla chiesa, in cui si trovano congiunti ed esaltati i due grandi spiriti tutelari d’Italia: FRANCESCO e DANTE. Tutte recano il simbolo del Crocifisso, lo stemma della Fonderia Bianchi di Varese e le scritte “Anno Santo 1951” e “Ablatum tempore belli A.D. MCMXL – MCMXLIV, restitutum publico sumptu, A.D. MCMLI” (Asportate durante la guerra 1940-1944, restituite a spese dello Stato l’anno del Signore 1951).Angeli, festoni, negli spazi molti gigli. Queste nuove campane, che hanno sostituito le precedenti danneggiate dalla II guerra mondiale, hanno le seguenti caratteristiche: Campana Maggiore (kg. 1403, Do#3; dedicata a S.Pietro Apostolo, titolare della basilica, con immagini di S. Pietro, S.Apollinare, S. Vitale, Basilica di S. Pietro Maggiore (vulgo S.Francesco), con stemmi del papa Pio XII, del Comune di Ravenna); Seconda Campana (Kg. 992, Re#3; dedicata ala B.V. Immacolata, con immagini di Maria Immacolata, S. Michele Arcangelo, S. Antonio di Padova, Battistero Neoniano, con stemmi); Terza Campana (kg. 720, Fa3; dedicata a S. Francesco di Assisi, patrono d’Italia, con immagini di S.Francesco, S. Domenico, S. Romualdo, basilica di S. Apollinare in Classe, con stemma francescano e una scritta che sintetizza le vicende dei Francescani cacciati dalla Chiesa nel 1810 e ritornati nel 1949); Quarta Campana (kg. 616, Fa#3; dedicata a S. Pier Damiano, con stemmi di Firenze e dell’Arcivescovo di Ravenna, con immagini di S. Pier Damiano, chiesa di Porto Fuori, S. Bonaventura, S.Giuseppe, Sposo della B.V.Maria); Quinta campana (Kg. 420, Sol#3; dedicata a Dante
Suonate:
-Plenum alle 17:00 come primo segno per la S.Messa Prefestiva delle Ore 17:30
-Plenum alle 17:15 come 2° segno
2 Marzo 2019
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
MARENO DI PIAVE (TREVISO).
Bellissima serie di foto di questa ridente cittadina veneta.
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Le campane di Craveggia (VB)
Craveggia (VB), Chiesa Arcipretale dei Santi Giacomo e Cristoforo
Concerto di 8 campane in SIb2 calante
Angelo Bianchi 1901
Concerto a 8 campane
Le prime notizie di un oratorio dedicato a san Giacomo risalgono al 1300; accanto al piccolo oratorio venne edificata un'altra chiesa dedicata ai santi Giacomo e Cristorofo. L'edificio del 1409 venne successivamente ampliato ed eretto a parrocchia nel 1519, anno in cui si staccò dalla pieve di Santa Maria Maggiore. L'attuale chiesa arcipretale dei Santi Giacomo e Cristoforo, con il suo complesso comprendente il battistero e la chiesa di Santa Marta, è frutto di una riedificazione sulla base della chiesa precedente a tre navate, consacrata nel 1609. La chiesa venne ultimata nel 1734 su disegno dell’architetto romano Marco Bianchi, anche se la tradizione attesta la paternità dell'edificio al pittore craveggese Giuseppe Mattia Borgnis. Il tempio venne costruito grazie alla generosità dei craveggesi, in parte emigrati, e solennemente consacrato nel 1770. La struttura architettonica della facciata è anticipata da una gradinata e dall'elegante portico tripartito; il maestoso campanile venne costruito con grandi blocchi di pietra a vista e svetta sulla valle circostante. Il porticato venne affrescato dal noto pittore locale Lorenzo Peretti, che rappresentò le figure dei sue santi cui è intitolata la chiesa e l'incoronazione della Vergine. L'interno della chiesa è a tre navate, impreziosito da notevoli affreschi sulle volte; spicca per bellezza l'affresco del Paradiso. Lungo le pareti sono appese grandi tele che raffigurano episodi della vita dei santi patroni Giacomo e Cristoforo, che impreziosiscono le numerose cappelle laterali. In una stanza nei pressi della chiesa è stato da poco allestito un piccolo museo, contenente il noto Tesoro di Craveggia. I paramenti religiosi, gli oggetti liturgici e dipinti qui contenuti rappresentano un piccolo nucleo di un grandissimo patrimonio, la cui raccolta fu cominciata nel primo Cinquecento. Accanto a numerosissime pianete in sete antiche ricamate con oro e argento, ostensori, calici, pissidi e croci decorati con pietre preziose, il tesoro possiede eccezionale interesse dal punto di vista storico. Nel museo sono infatti contenuti il celebre manto funebre di re Luigi XIV, un piviale ricavato dallo storico manto nuziale della regina Maria Antonietta, alcuni dipinti fiamminghi provenienti dalla Cappella Reale della reggia di Versailles, un clamoroso ostensorio di quasi un metro e numerose altre opere lavorate a sbalzo. Il campanile della chiesa ospita un concerto di otto campane (1901) dalle dimensioni considerevoli, mentre è presente un piccolo richiamo sulla torre della sacrestia; questo è usato come ultimo cenno per le funzioni, mentre le campane della torre scandiscono la vita quotidiana dei fedeli. L'imponente organo a canne posto in controfacciata è opera del varesino Bernasconi, che lo ultimò nel 1852.
Un sentito ringraziamento all'arciprete don Stefano e alle sagrestane per la cortese disponibilità.
Grande Presepe artistico della Parrocchia di Oste - Natale 2016
Video del grande Presepe Artistico della Parrocchia di Oste realizzato ogni anno all'interno della Chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa in Oste - Montemurlo (Prato) - Diocesi di Pistoia. Il presepe del Natale 2016 prende vita dalle figure di Marta e Maria di Betania, ed è dedicato alle popolazioni colpite in questi mesi dal terremoto del centro Italia, e trova ispirazione da una catechesi del vescovo Mansueto Bianchi, scomparso lo scorso agosto.
Il Presepe quest’anno è cresciuto di dimensione, raggiungendo una superficie di 35 mq; l’ambientazione è sempre più impreziosita da effetti scenici e sonori con una minuziosa cura dei dettagli. E' visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 19, fino al 2 Febbraio di ogni anno.
celebrazioni di san venerio stasera la messa e la processione 12092017
La processione di Santa Lucia all'ombra del nostro campanile
13 dicembre 2017: la processione di Santa Lucia e Sant'Aniello passa all'ombra del nostro campanile.
Portogruaro - Incredulità di San Tommaso, scuola veneziana della prima metà del 1500
Portogruaro, 5 Ottobre 2013 - Chiesa San Giovanni Evangelista, Borgo S. Giovanni
Presentazione della tela INCREDULITA' DI SAN TOMMASO, della prima metà del 1500. La dott.ssa Elisabetta Francescutti e la restauratrice Anna Comoretto descrivono rispettivamente l'opera e il lavoro di restauro. La tela sarà collocata nella cappella dell'Addolorata sopra la porta della sacrestia.
Le Suore Pianzoline hanno 100 anni La gratitudine di Vercelli per la loro opera
Uomo di Dio, uomo del Mondo.
Se c’è un titolo indovinato è proprio questo, per presentare questo avvincente ed ispirato pomeriggio di riflessione sulla figura profetica di Don Francesco Pianzola.
Che di sé diceva:”Sarò un don Niente nelle mani di Gesù Onnipotente”.
Gesù aveva, evidentemente, dei progetti per lui e lui seppe assecondare quella vocazione, aderire al progetto di Dio.
In questo 2019 si è compiuto il primo Centenario della Fondazione della Congregazione della Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
Una realtà ecclesiale pensata per testimoniare la fede soprattutto traducendo l’amore di Dio, in opere di concreto aiuto ai fratelli che versano in condizioni di difficoltà.
Un tempo le difficoltà di chi fosse più “prossimo” ai luoghi dell’impegno e della fatica di Padre Francesco e dei suoi Oblati Diocesani, la congregazione maschile, così come delle Suore Missionarie.
Era la realtà rurale, le campagne intorno a Sartirana Lomellina.
Così simili a quelle vercellesi e, infatti, le nostre plaghe divennero tra le prime terre di Missione.
Qui era lo sfruttamento “diversamente” umano del lavoro delle mondine e qui il bisogno di portare conforto materiale e spirituale a tante donne sradicate, per venire a lavorare qui, dalle proprie famiglie.
Ma le Suore “Pianzoline” arrivarono anche in città di Vercelli, dove – la città incominciava a conoscere il proprio sviluppo industriale – non c’era meno bisogno di loro.
Furono coadiutori pastorali nella Parrocchia di San Salvatore, aprirono con Don Nicola Rulla e Don Mario Zulian l’Oratorio di Via Parini.
Aiutarono tanti bambini e ragazzi a crescere, asciugarono tante lacrime, non lasciarono mai solo nessuno, senza fare gli esami del sangue: aiutavano e basta.
Prima l’aiuto concreto, poi, se l’interessato aveva piacere, le domande reciproche, le risposte possibili.
***
Oggi il Convegno si dedica allo studio dell’opera di Padre Pianzola, profetico ancitipatore delle moderne forme di Stato Sociale: il nostro video offre una sintesi a cura dei tre Relatori (Debora Guazzoni, Flavio Quaranta e Sr. Azia Ciairano) poi dell’Arcivescovo Marco Arnolfo, che ha sempre avuto particolarmente a cuore la missione di questa Congregazione così operosa, attiva ancora oggi in città all’Isola, con il Parroco Don Augusto Scavarda.
La traversa colpita da Vignoni della Leoncelli contro la Cicognolese sullo 0-1
Le campane di Craveggia (VB) v.02
Craveggia (VB), Chiesa Arcipretale dei Santi Giacomo e Cristoforo
Concerto di 8 campane in SIb2 calante
Angelo Bianchi 1901
Concerto delle 5 campane maggiori
Le prime notizie di un oratorio dedicato a san Giacomo risalgono al 1300; accanto al piccolo oratorio venne edificata un'altra chiesa dedicata ai santi Giacomo e Cristorofo. L'edificio del 1409 venne successivamente ampliato ed eretto a parrocchia nel 1519, anno in cui si staccò dalla pieve di Santa Maria Maggiore. L'attuale chiesa arcipretale dei Santi Giacomo e Cristoforo, con il suo complesso comprendente il battistero e la chiesa di Santa Marta, è frutto di una riedificazione sulla base della chiesa precedente a tre navate, consacrata nel 1609. La chiesa venne ultimata nel 1734 su disegno dell’architetto romano Marco Bianchi, anche se la tradizione attesta la paternità dell'edificio al pittore craveggese Giuseppe Mattia Borgnis. Il tempio venne costruito grazie alla generosità dei craveggesi, in parte emigrati, e solennemente consacrato nel 1770. La struttura architettonica della facciata è anticipata da una gradinata e dall'elegante portico tripartito; il maestoso campanile venne costruito con grandi blocchi di pietra a vista e svetta sulla valle circostante. Il porticato venne affrescato dal noto pittore locale Lorenzo Peretti, che rappresentò le figure dei sue santi cui è intitolata la chiesa e l'incoronazione della Vergine. L'interno della chiesa è a tre navate, impreziosito da notevoli affreschi sulle volte; spicca per bellezza l'affresco del Paradiso. Lungo le pareti sono appese grandi tele che raffigurano episodi della vita dei santi patroni Giacomo e Cristoforo, che impreziosiscono le numerose cappelle laterali. In una stanza nei pressi della chiesa è stato da poco allestito un piccolo museo, contenente il noto Tesoro di Craveggia. I paramenti religiosi, gli oggetti liturgici e dipinti qui contenuti rappresentano un piccolo nucleo di un grandissimo patrimonio, la cui raccolta fu cominciata nel primo Cinquecento. Accanto a numerosissime pianete in sete antiche ricamate con oro e argento, ostensori, calici, pissidi e croci decorati con pietre preziose, il tesoro possiede eccezionale interesse dal punto di vista storico. Nel museo sono infatti contenuti il celebre manto funebre di re Luigi XIV, un piviale ricavato dallo storico manto nuziale della regina Maria Antonietta, alcuni dipinti fiamminghi provenienti dalla Cappella Reale della reggia di Versailles, un clamoroso ostensorio di quasi un metro e numerose altre opere lavorate a sbalzo. Il campanile della chiesa ospita un concerto di otto campane (1901) dalle dimensioni considerevoli, mentre è presente un piccolo richiamo sulla torre della sacrestia; questo è usato come ultimo cenno per le funzioni, mentre le campane della torre scandiscono la vita quotidiana dei fedeli. L'imponente organo a canne posto in controfacciata è opera del varesino Bernasconi, che lo ultimò nel 1852.
Un sentito ringraziamento all'arciprete don Stefano e alle sagrestane per la cortese disponibilità.
2) Le Campane di San Benedetto del Querceto 30 agosto 2014.
Tirate di Medeo con le campane di San Benedetto del Querceto (Monterenzio Bo Italy, per la Festa Grossa, 30 agosto 2014) suonato da una squadra di campanari dell' Unione Campanari Bolognese, provenienti da diverse località della provincia di Bologna. Il campanile di San Benedetto del Querceto, con lo zelo pazientissimo del Parroco Don Pietro Fagioli, e l'obolo del suo popolo, fu portato a felice compimento l'Anno 1893. Le 5 campane di questo campanile furono fuse, insieme a quelle gemelle di Valgattara, nel 1894 dalla fonderia Cav. Giuseppe Brighenti. Riprese di Gilberto Tedeschi da Campeggio.
ALBA FESTIVA
Che hanno le campane,
che squillano vicine,
che ronzano lontane?
E’ un inno senza fine,
or d’oro ora d’argento,
nell’ombre mattutine.
Con un dondolio lento,
implori, o voce d’oro,
nel cielo sonnolento.
Tra il cantico sonoro
il tuo tintinno squilla,
voce argentina. Adoro,
adoro – Dilla, dilla,
la nota d’oro. L’onda
pende dal ciel, tranquilla
ma voce più profonda
sotto l’amor rimbomba,
par che al desio risponda:
la voce della tomba.
G. Pascoli
CONCESIO (Bs) - Festa sotto la pioggia per i 75 anni degli alpini
Nonostante la pioggia che ha imperversato per tutta la giornata, c'è stata grande partecipazione da parte del pubblico per gli alpini di Concesio (Bs) che hanno celebrato i 75 anni dalla fondazione. In occasione dell'importante ricorrenza, le penne nere locali, l'amministrazione comunale e i vertici del gruppo si sono presentati al lungo weekend che si è tenuto dal 26 al 28 ottobre scorso. Il video racconta in particolare la giornata più suggestiva, con l'alzabandiera alla sede degli alpini, lo scoprimento di un'aquila e una cerimonia nella Chiesa parrocchiale di Sant'Antonino di Pieve. All'anniversario ha presenziato anche il presidente provinciale degli alpini Davide Forlani. Le immagini mettono in evidenza proprio il suo intervento nella Chiesa. Presenti diversi membri della giunta a partire dal sindaco Stefano Retali (Produzione: Intv News).
Santina Campana
Serva di Dio Santina Campana
dalla casa natale di Alfedena (L'Aquila)
Le campane di Grazzano Badoglio (AT) Chiesa Parrocchiale dei Santi Vincenzo e Corona
Grazzano Badoglio, Chiesa Parrocchiale dei Santi Vincenzo e Corona
Diocesi di Casale Monferrato
Concerto di 3 campane in Mib3
Fuse da: ??
Sistema: Ambrosiano
Distesa delle 2 campane minori per l'Angelus Prefestivo - Ore 19.30
Ed ecco le campane del Paese della Sagra, purtroppo mi sono scordato il cavalletto in macchina e ho dovuto farne a meno! Le campane sono belle, spero presto di riprendere il plenum! Con questo video un augurio di Buona Domenica da Campanaro29! Appuntamento a Domenica prossima, XV di T.O., a presto!