Ettore Ximenes la Fama al palazzo di Giustizia di Roma (manortiz)
Ettore Ximenes
(Palermo, 1855 – Roma, 1926)
XIMENES, Ettore
Enciclopedia Italiana (1937)
di Virgilio Guzzi
XIMENES, Ettore. - Scultore, nato a Palermo l'11 aprile 1855, morto a Roma il 20 dicembre 1926. Dopo i primi studî all'Istituto di belle arti della città natale si recò a Napoli. Nel 1874, ottenuta la pensione governativa, si trasferì a Firenze. Nel 1878 ottiene a Parigi, con L'equilibrio, la medaglia d'oro. Altro premio gli fu assegnato a Torino nell'80, per il gruppo di Ciceruacchio, che fu poi innalzato a Roma. Comincia allora quella sua partecipazione a concorsi dalla quale, se pure non escirà sempre vittorioso, trarrà tuttavia notorietà ed esperienza di lavoro. Suo primo monumento è quello a Garibaldi, commessogli da Pesaro (1887). Venuto a Roma, vince il concorso per la Quadriga del Palazzo di giustizia, esegue il gruppo del Diritto per il monumento a Vittorio, concepisce il Monumento a Bottego da erigersi a Parma (1907).
La sua produzione è grandissima. La tendenza illustrativa, baroccheggiante, ch'è pure nel suo temperamento, sovrasta d'ora in avanti l'osservazione a fondo naturalistico e la bonarietà di linguaggio che ci dànno il meglio della sua opera, in busti e frammenti: tendenza che si innesta e mescola volentieri ad aspirazioni simbolistiche - come fu del resto nel gusto celebrativo del tempo - traducendosi in una pittoresca eloquenza plastica e compositiva che forza spesso i limiti dell'organismo architettonico (secondo i modi proprî del liberty) e dove le figure si dispongono creando un effetto che, senza riuscire, come vorrebbe, a forti accenti drammatici, rimane di pura descrizione: quando l'immaginazione dell'artista non si tumefà addirittura dietro a spettacolose visioni da finale d'opera lirica; visioni che, sia pure fra contrasti, gli procureranno successi in America (a Buenos Aires e in Brasile) e in Russia. Al buon verismo caratteristico, d'impronta meridionale, donde poté nascere il bel Bozzetto per la statua del Meli e derivarono il busto di Zanardelli (1905), di G. Pitrè (1908), di C. Finocchiaro Aprile, di A. D'Antona, di Costanza Garibaldi, la testa di Dall'Oca Bianca e la statua della Benefattrice Argentina, lo X. si sforzò di sostituire un mondo eroico dove si fondessero storia e leggenda, costume e allegoria. Di qui un facile eclettismo, dove più dove meno dissimulato e di bell'aspetto, un mondo di reminiscenze, da Luca della Robbia al Rodin, dal Rossellino a Michelangelo, al Bernini, al Carpeaux. Delle sue opere in vario senso notevoli vanno ancora ricordate: Gli scolari del cuore (1887); il Monumento a Garibaldi a Milano (1895), il Mausoleo del generale Belgrano a Buenos Aires (1898); il Monumento a Dante e quello a G. da Verrazzano a New York; il Mon. a Verdi a Parma; il Mon. ad Alessandro II a Kiev; il Mon. dell'indipendenza del Brasile; il monumento sepolcrale a Raul Suarez de Moura (Brasile), il David, la Baccante, la statua di Alessandro I del monumento a Kišinev (Chisinǎu, Bessarabia).
Bibl.: U. Fleres, E. X., Bergamo 1928; S. Vigezzi, Scultura italiana dell'800, Milano 1933.
da Enciclopedia Treccani
Milano: strage a palazzo di giustizia, arrestato il killer, tre morti
L'uomo è stato bloccato a Vimercate dai carabinieri della compagnia di Monza, mentre era in fuga a bordo di una moto. Tra le vittime il giudice fallimentare Fernando Ciampi, e l'avvocato del killer Lorenzo Alberto Claris Appiani. L'assassino è un imputato per bancarotta fraudolenta, Claudio Giardiello. Servizio di Emanuela Garulli/L'inviato Guy Chiappaventi
Hotel Roxy Plaza - Meetings & Events nel Territorio Soave (Verona)
L'Hotel Roxy Plaza, cat. 4 stelle, interamente rinnovato e inaugurato nel Maggio di quest'anno, è sito appena fuori le mura del Castello Scaligero, le cui origini risalgono all'Alto Medioevo, e comodo a tutti i servizi che offre il paese di Soave, uno dei pochi comuni italiani certificati come Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano.
Ambiente raffinato e confortevole, l'Hotel Roxy Plaza è ideale per una clientela di lavoro che desidera un albergo riservato, ottimo per i turisti che possono visitare l'antico Castello Medievale e le cantine del Soave DOC, ottenuto dall'uva Garganega, frutto dell'ininterrotto tappeto verde che si estende come un verde mare intorno alla cinta muraria, vino noto in tutto il Mondo e considerato il CLASSICO VINO BIANCO D'ITALIA.
Le camere sono molto spaziose, con pavimento in parquet, elegantemente arredate e provviste dei migliori comfort compresi nel prezzo: telefono con linea diretta, aria climatizzata, minibar, nuove televisioni con programmi satellitari e Mediaset Premium, cassetta di sicurezza, bollitore con dotazione di the e caffè. I bagni, completamente rivestiti di marmo, dispongono di asciugacapelli, set cortesia e scalda salviette. Alcune camere offrono la vista sul Castello Medievale, principale attrazione del luogo.
L'albergo organizza escursioni nelle principali città d'arte e visite guidate con degustazione nelle cantine, nei frantoi e nei caseifici della zona, intrattenimento per turisti e per convegnisti.
La cittadina di Soave, strutturata come borgo medievale circondato dalle mura merlate scandite in ventiquattro torri che discendono dal Castello, si colloca a metà strada tra Verona, il Lago di Garda e Vicenza e a pochi Km da Padova e Venezia, città d'arte e di interesse commerciale, per businessman e turisti.
Al visitatore si presenta ancora oggi come un'intatta cittadina medioevale, suggestivo scenario fatto di torri e mura merlate che, quasi dipanandosi dall'imponente Castello, scendono a racchiudere il cuore più antico di Soave, il vecchio borgo con i suoi vicoli ombrosi ed suoi palazzi gotici.
Una fuga ondeggiante di fertili e verdi colline sembra volerla proteggere ed un piccolo fiume, il Tramigna, lambisce le sue mura.
Qui a Soave, la natura è disposta all'arte e la vite con il suo frutto ne esalta la magica bellezza.
Facile da visitare, Soave sembra entrare negli occhi in un solo colpo con una incomparabile prospettiva.
Al turista, comunque, offre una quantità di cose da vedere, testimonianze storiche ed artistiche bellezze piene di fascinose memorie, che sembrano ricreare un quadro vivente emerso dall'Alto Medioevo.
Soave, oltre al Castello, nel Suo centro storico offre numerosi altri monumenti come: il Palazzo dei Conti Sambonifacio del XIII sec., il Palazzo dei Conti Cavalli del 1411, il Palazzo di Giustizia ed il Palazzo del Capitano del 1375, il Palazzo Pullici del XV sec. Abitazione di Ippolito Nievo, il Palazzo dei Conti Moscardo del XVII sec., il Duomo di S.Lorenzo martire del 1303, le Chiese di S.Giorgio del XI sec., di Santa Maria di Monte Santo dei Padri Domenicani del 1443, di San Rocco del XV sec., di Sant'Antonio del 1667 ed il Santuario di Santa Maria della Bassanella del I sec.
Per maggiori informazioni:
BERNARDO PROVENZANO VITA DI UN BOSS (BINNU U TRATTURI)
MAFIA, INFORMAZIONI,CURIOSITA',PERSONAGGI DI MAFIA
Carriera di un evasore di Marco Travaglio 7 agosto 2013
Carriera di un evasore
di Marco Travaglio
Secondo Angelo Panebianco, editorialista del Corriere (e non solo lui), la condanna definitiva di B. per frode fiscale non dipende dal fatto che B. è un frodatore fiscale, ma dallo squilibrio di potenza fra magistrati e politica. Perché in Italia la politica sarebbe un potere debole e diviso che non riesce a riformare il potere molto più forte e unito della magistratura. Solo separando le carriere, abolendo l'azione penale obbligatoria, trasformando il pm in avvocato dell'accusa, spogliando il Csm, cambiando la scuola e il reclutamento delle toghe e rimpolpando i poteri del governo nella Costituzione si
eviteranno sentenze come quella del 1° agosto. Forse Panebianco non sa che in tutte le democrazie del mondo, anche quelle che hanno da sempre nel loro ordinamento le riforme da lui auspicate, capita di continuo che uomini politici vengano condannati se frodano il fisco, con l'aggiunta che vengono pure arrestati e, un attimo prima, cacciati dalla vita politica. Ma soprattutto il nostro esperto di nonsisachè ignora
la carriera criminale di B., che froda il fisco da quando aveva i calzoni corti. E se non fu scoperto all'epoca è perché con i fondi neri corrompeva politici, Guardia di Finanza e giudici che avrebbero potuto scoperchiare le sue frodi fin dagli anni 70. Chi conosce il curriculum del neo-pregiudicato non si stupisce per la condanna dell'altro giorno, ma per il fatto che un tale delinquente matricolato sia rimasto a piede libero fino a oggi.
La prima visita. Il 12 novembre 1979 una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l'Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano2, sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c'è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come semplice consulente della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P2.
I finanzieri vogliono sapere perché abbia prestato fideiussioni personali in favore di Edilnord e Sogeat, società il cui capitale è ufficialmente controllato da misteriosi soci svizzeri. Ma lui fa lo gnorri e mette a verbale: Ho svolto un ruolo molto importante
nei confronti dell'Edilnord Centri Residenziali e della Società generale attrezzature Sas, perché entrambe mi hanno fin dall'inizio affidato l'incarico professionale della progettazione e della direzione del complesso residenziale Milano 2. Anziché ridergli in faccia e approfondire le indagini, il maggiore Massimo Maria Berruti che guida la squadra si beve tutto, chiude l'ispezione in meno di un mese, nonostante le anomalie finanziarie riscontrate e archivia tutto con una relazione rose e fiori. Poi, il 12 marzo 1980, si dimette dalle Fiamme Gialle. Per qualche mese lavora per l'avvocato
d'affari Alessandro Carnelutti, titolare a Milano di un importante studio legale con sedi a New York e Londra, dove si appoggia all'avvocato inglese David Mackenzie Mills. Poi Berruti inizia a lavorare per il gruppo Fininvest, specializzandosi in operazioni finanziarie estere e in contratti per i calciatori stranieri del Milan. Gli altri due graduati che erano con lui nel blitz del '79 sono il colonnello Salvatore Gallo e il capitano Alberto Corrado. Il nome di Gallo verrà trovato nelle liste della loggia P2. Corrado verrà arrestato nel '94 e poi condannato con Berruti per i depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette Fininvest. Versate a chi? Alla Guardia di finanza, naturalmente. San Bettino vede e provvede. Nel 1980 Berlusconi rischia di ritrovarsi un'altra volta la Finanza in casa. Allarmatissimo, scrive una lettera all'amico Bettino Craxi, leader del Psi che sostiene il governo Cossiga:
Caro Bettino, come ti ho accennato verbalmente, Radio Fante ha annunciato che dopo la visita a Torino, Guffanti e Cabassi, la Polizia tributaria si interesserà a me... Ti
ringrazio per quello che crederai sia giusto fare
(lettera pubblicata dal fotografo di Craxi, Umberto Cicconi, in Segreti e misfatti, Roma 2005). Che si sappia, anche quella volta le Fiamme Gialle si tengono alla larga dal Biscione. Che evidentemente ha sempre più cose da nascondere............
..........Sarebbe questo il sintomo di una politica debole e di una giustizia forte?
E che c'entra, con questa fogna, la politica?
L'articolo integrale su
Palermo Milano la scorta di Leofonte
Scena del film Palermo Milano Solo Andata quando i poliziotti scortano a Leofonte per andare in tribunale
1998-1025 Diwali Puja Talk, Novi Ligure Italy _DP CC
Archive video: H.H. Shri Mataji Nirmala Devi at Diwali Puja 1998 in Novi Ligure (Italy).
more at:
subtitles:
#diwali #selfrealisation #selfrealization #sahajayoga #awakening #shrimataji #chakra
Noi per sempre al fianco della famiglia Aldrovandi
video da arravogliato aprilapupilla
articolo tratto da: zic.it
Dopo le polemiche di qualche settimana fa, oggi il Consiglio comunale ha conferito la cittadinanza onoraria di Bologna a Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il 18enne di Ferrara ucciso nel 2005 durante un controllo di Polizia. Fuori da Palazzo D'Accursio si sono radunati, per l'occasione, anche una cinquantina di tifosi del Bologna calcio e della Fossa dei leoni della Fortitudo, che hanno srotolato un enorme striscione con scritto: Noi per sempre al fianco della famiglia Aldrovandi. Si tratta dello stesso striscione che i tifosi della curva Andrea Costa avevano esposto, allo stadio, la domenica successiva al presidio di solidarieta' ai poliziotti condannati promosso dal sindacato Coisp, a Ferrara, proprio sotto l'ufficio dove lavora Moretti.
Intorno a me, in tutti questi anni, si e' creato un movimento- sono le parole della mamma di Aldro- persone che con ogni strumento e forma, fosse un documentario e un messaggio, una canzone o uno striscione allo stadio, mi hanno dimostrato solidarieta' e sostegno morale. Questa onorificenza la dedico a tutti loro, la considero un riconoscimento diffuso per tutte quelle persone che mi hanno accompagnato in questa lotta per chiedere giustizia. Per un lungo periodo abbiamo avuto lo Stato contro, quelle indagini che avrebbero dovuto essere fatte nella Questura di Ferrara per un periodo molto lungo non sono state fatte. Ci sono delle responsabilita' vere, oggettive, che vorrei non dovessero essere piu' a carico dei cittadini, le istituzioni stesse dovrebbero autotutelarsi.
NAPOLI +2 : RECUPERATI DUE PUNTI CANNAVARO E GRAVA
Il Napoli calcio si è visto annullare la sentenza di primo grado per i fatti accadute nella partita Samporia Napoli del 16/5/2010
The Great Gildersleeve: Jolly Boys Election / Marjorie's Shower / Gildy's Blade
Premiering on August 31, 1941, The Great Gildersleeve moved the title character from the McGees' Wistful Vista to Summerfield, where Gildersleeve now oversaw his late brother-in-law's estate and took on the rearing of his orphaned niece and nephew, Marjorie (originally played by Lurene Tuttle and followed by Louise Erickson and Mary Lee Robb) and Leroy Forester (Walter Tetley). The household also included a cook named Birdie. Curiously, while Gildersleeve had occasionally spoken of his (never-present) wife in some Fibber episodes, in his own series the character was a confirmed bachelor.
In a striking forerunner to such later television hits as Bachelor Father and Family Affair, both of which are centered on well-to-do uncles taking in their deceased siblings' children, Gildersleeve was a bachelor raising two children while, at first, administering a girdle manufacturing company (If you want a better corset, of course, it's a Gildersleeve) and then for the bulk of the show's run, serving as Summerfield's water commissioner, between time with the ladies and nights with the boys. The Great Gildersleeve may have been the first broadcast show to be centered on a single parent balancing child-rearing, work, and a social life, done with taste and genuine wit, often at the expense of Gildersleeve's now slightly understated pomposity.
Many of the original episodes were co-written by John Whedon, father of Tom Whedon (who wrote The Golden Girls), and grandfather of Deadwood scripter Zack Whedon and Joss Whedon (creator of Buffy the Vampire Slayer, Firefly and Dr. Horrible's Sing-Along Blog).
The key to the show was Peary, whose booming voice and facility with moans, groans, laughs, shudders and inflection was as close to body language and facial suggestion as a voice could get. Peary was so effective, and Gildersleeve became so familiar a character, that he was referenced and satirized periodically in other comedies and in a few cartoons.
Our Miss Brooks: Deacon Jones / Bye Bye / Planning a Trip to Europe / Non-Fraternization Policy
Our Miss Brooks is an American situation comedy starring Eve Arden as a sardonic high school English teacher. It began as a radio show broadcast from 1948 to 1957. When the show was adapted to television (1952--56), it became one of the medium's earliest hits. In 1956, the sitcom was adapted for big screen in the film of the same name.
Connie (Constance) Brooks (Eve Arden), an English teacher at fictional Madison High School.
Osgood Conklin (Gale Gordon), blustery, gruff, crooked and unsympathetic Madison High principal, a near-constant pain to his faculty and students. (Conklin was played by Joseph Forte in the show's first episode; Gordon succeeded him for the rest of the series' run.) Occasionally Conklin would rig competitions at the school--such as that for prom queen--so that his daughter Harriet would win.
Walter Denton (Richard Crenna, billed at the time as Dick Crenna), a Madison High student, well-intentioned and clumsy, with a nasally high, cracking voice, often driving Miss Brooks (his self-professed favorite teacher) to school in a broken-down jalopy. Miss Brooks' references to her own usually-in-the-shop car became one of the show's running gags.
Philip Boynton (Jeff Chandler on radio, billed sometimes under his birth name Ira Grossel); Robert Rockwell on both radio and television), Madison High biology teacher, the shy and often clueless object of Miss Brooks' affections.
Margaret Davis (Jane Morgan), Miss Brooks' absentminded landlady, whose two trademarks are a cat named Minerva, and a penchant for whipping up exotic and often inedible breakfasts.
Harriet Conklin (Gloria McMillan), Madison High student and daughter of principal Conklin. A sometime love interest for Walter Denton, Harriet was honest and guileless with none of her father's malevolence and dishonesty.
Stretch (Fabian) Snodgrass (Leonard Smith), dull-witted Madison High athletic star and Walter's best friend.
Daisy Enright (Mary Jane Croft), Madison High English teacher, and a scheming professional and romantic rival to Miss Brooks.
Jacques Monet (Gerald Mohr), a French teacher.
Our Miss Brooks was a hit on radio from the outset; within eight months of its launch as a regular series, the show landed several honors, including four for Eve Arden, who won polls in four individual publications of the time. Arden had actually been the third choice to play the title role. Harry Ackerman, West Coast director of programming, wanted Shirley Booth for the part, but as he told historian Gerald Nachman many years later, he realized Booth was too focused on the underpaid downside of public school teaching at the time to have fun with the role.
Lucille Ball was believed to have been the next choice, but she was already committed to My Favorite Husband and didn't audition. Chairman Bill Paley, who was friendly with Arden, persuaded her to audition for the part. With a slightly rewritten audition script--Osgood Conklin, for example, was originally written as a school board president but was now written as the incoming new Madison principal--Arden agreed to give the newly-revamped show a try.
Produced by Larry Berns and written by director Al Lewis, Our Miss Brooks premiered on July 19, 1948. According to radio critic John Crosby, her lines were very feline in dialogue scenes with principal Conklin and would-be boyfriend Boynton, with sharp, witty comebacks. The interplay between the cast--blustery Conklin, nebbishy Denton, accommodating Harriet, absentminded Mrs. Davis, clueless Boynton, scheming Miss Enright--also received positive reviews.
Arden won a radio listeners' poll by Radio Mirror magazine as the top ranking comedienne of 1948-49, receiving her award at the end of an Our Miss Brooks broadcast that March. I'm certainly going to try in the coming months to merit the honor you've bestowed upon me, because I understand that if I win this two years in a row, I get to keep Mr. Boynton, she joked. But she was also a hit with the critics; a winter 1949 poll of newspaper and magazine radio editors taken by Motion Picture Daily named her the year's best radio comedienne.
For its entire radio life, the show was sponsored by Colgate-Palmolive-Peet, promoting Palmolive soap, Lustre Creme shampoo and Toni hair care products. The radio series continued until 1957, a year after its television life ended.
Salvini: Ci chiameremo Lega. Rateizzare fondi? Sono soldi che non ho
Ci chiamiamo Lega e ci chiameremo Lega. Fino a prova contraria, uno è colpevole alla fine del giudizio e vedremo come andrà a finire. Il sequestro preventivo è bizzarro. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, torna sul verdetto del Tribunale del Riesame di Genova, che ha accolto il ricorso di Procura genovese sul sequestro dei fondi al partito in relazione alla presunta truffa ai danni dello Stato, fino a 49 milioni di euro, per i rimborsi elettorali dal 2008 al 2010. È meglio la rateizzazione del prelievo graduale dei soldi dai conti del Carroccio? Ma che rateizzazione? Non posso rateizzare quello che non ho, risponde ai cronisti che lo incalzano a margine di un evento alla Fondazione Don Gino Rigoldi di Milano. Certo è che entro la settimana presenteremo il ricorso in Cassazione, è l'annuncio dell'avvocato Giovanni Ponti nel pomeriggio al suo arrivo nella sede di via Bellerio per una riunione.
Le mie giornate sono talmente piene che parlare con un signore che i soldi li ha maneggiati, pare con estrema disinvoltura, lo fanno gli avvocati, tira dritto Salvini dopo le parole dell'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, che lo ha invitato a fare un confronto tv. Da quando Salvini è segretario - chiarisce il ministro dell'Interno e vicepremier - i bilanci della Lega sono certificati non da un uno ma da due istituti esterni. È chiaro che se uno è condannato a x anni, perché ha fatto qualcosa che non doveva fare cerca la qualunque. E non solo. C'è una vertenza legale. Posso solo assicurare - ribadisce Salvini - che, da quando sono segretario, conti e milioni all'estero non ce ne sono. Invito a risparmiare tempo. Se vanno in giro per il mondo a cercare soldi e conti della Lega, non li trovano perché non ci sono. Stiamo parlando di vicende del passato. La giustizia farà il suo corso, così bisogna dire.
Solleticato dalle domande del direttore del tg di La7, Enrico Mentana, il segretario del partito di via Bellerio torna a dire: Visto che i pm stanno spendendo soldi e impiegando uomini, dico non c'è una lira all'estero. Poi un botta e risposta. Belsito?, dice il giornalista. Attendibile come personaggio..., controbatte Salvini. Lo denuncerà?, torna alla carica Mentana. È già una vita grama così, sorride il leader del Carroccio.
Insomma - è il mantra del 'Capitano' leghista - siamo nati senza una lira, se c'è la fiducia degli italiani, possiamo andare avanti anche senza una lira. I soldi? Chiedete a chi li ha visti, stiamo parlando del 2008, 2009 e 2010. Siamo nel 2018. Avvocati e giudici, buon lavoro. Salvini continua a dire ai suoi di stare con i piedi per terra. Continuo a dire: i sondaggi ci danno al 33,5% ma non dimenticatevi che siamo partiti dal 3%. Il suo proposito è di non perdere mai l'umiltà, che secondo me è il peccato più grande di Matteo Renzi. A mio parere, il Pd ha perso consensi, perché aveva smesso di ascoltare, ma non solo il cassintegrato in Lorenteggio, che è la mia zona di Milano. Ma avevano s