San Severino Marche (MC) - Campane della Chiesa di San Lorenzo in Doliolo
Chiesa più antica della città di San Severino. Primitiva Cattedrale. Distesa a slancio delle due campane per la messa domenicale.
SAN SEVERINO MARCHE ...dove il presente rivive nelle splendide vestigia del passato
Abbazia di San Lorenzo in Doliolo, una delle chiese più antiche e suggestive della città, costruita probabilmente sui resti del tempio della Dea Feronia fra i quali si ritirò a vita eremitica il futuro Vescovo e poi Patrono della città Santo Severino nel VI
secolo.
CASTELLO DI PITINO (SAN SEVERINO MARCHE, MACERATA, ITALY)
CASTELLO DI PITINO / CASTLE OF PITINO, frazione di S.Severino Marche, provincia di Macerata, Marche, Italia. Secondo un'antica leggenda medioevale nelle notti senza luna il fantasma di una dama si aggira tra queste mura: è quello di una bellissima nobildonna che vi fu strangolata per gelosia da messer Sigismondo da Montesanto (attualmente Potenza Picena) nel XIII secolo. Il riferimento storico è stato suffragato da pergamene recentemente rinvenute nell'Archivio di Stato di Norimberga. Il castello di Pitino sorge a circa 10,5 km da S.Severino Marche su di un colle alto 602 metri s.l.m. Il sito per la sua posizione strategica doveva essere fortificato ben prima del Mille, epoca a cui risalgono i documenti storici più antichi attualmente disponibili. I reperti preistorici rinvenuti tuttavia dimostrano che il colle ospitava insediamenti umani fin dal Paleolitico. Altri ritrovamenti archeologici hanno portato alla luce materiale della cosiddetta età del bronzo, ma la civiltà più importante che si sviluppò a Pitino tra l'VIII ed il VI secolo a.C. fu quella dei Piceni. Gli studi hanno dimostrato che a Pitino si stabilì uno dei principali insediamenti piceni dell'entroterra maceratese, la cui importanza è ampliamente documentata dai corredi funebri di alta qualità e dall'estrema varietà di materiali rinvenuti nella necropoli del monte Penna di Pitino. Con l'arrivo dei Romani e la sconfitta dei Piceni gli abitanti di Pitino furono costretti a lasciare la loro città arroccata sul colle ed a trasferirsi a Septempeda, luogo più facilmente controllabile dai vincitori. Il castello di cui ancora oggi ammiriamo i resti risale invece al Medioevo. La tradizione popolare vuole che esso sia stato fondato da un nobile septempedano, Marco Petilio, che diede il nome al castello e governò la città di Septempeda dopo le invasioni barbariche. Per tutto il Medioevo Pitino fu conteso dai vicini comuni di S.Severino, Montecchio (Treia), Camerino, Tolentino e Cingoli. Avere il possesso di Pitino infatti, significava avere il controllo dell'intera valle del Potenza e dell'importante via di comunicazione che collegava l'Umbria al mare Adriatico. Numerosi scontri si susseguirono per tutto il XII e XIII secolo ed a causa di uno di questi nel 1199 Pitino fu assediato, distrutto ed immediatamente ricostruito. Solo dalla fine del XIII secolo pur con diverse vicende il castello rimase definitivamente in possesso del comune di S.Severino. In questa epoca era cinto da una cerchia muraria realizzata in pietra silico-arenaria che misurava 400 metri ed era alta oltre 8, interrotta da torrioni rettangolari di 12 metri distanti 40 l'uno dall'altro. Oggi abbiamo i resti di quattro torrioni ed in uno di questi a sud-est si apre la porta principale. Dovevano comunque esserci ingressi anche in altri punti della cinta. Attualmente i settori di mura ad occidente e verso meridione non esistono più: infatti le pietre sono state utilizzate per la costruzione delle case coloniche della zona. Nella parte settentrionale del perimetro ci sono alcune feritoie che rappresentano tentativi di adeguamento alle armi da fuoco, ma per il resto l'impianto ha mantenuto la struttura originaria. Nel punto più alto del colle c'è la torre maestra, anch'essa in pietra silico-arenaria, alta circa 23 metri e larga 5,75 per lato con 175 centimetri di spessore murario, risalente all'inizio del XIII secolo quando il castello fu riedificato. Quasi sicuramente in origine essa era sormontata da merli per cui la sua altezza doveva essere ancora maggiore tale da permettere segnalazioni visibili a tutti gli altri castelli del comune di S.Severino. La torre aveva una grande importanza strategica in quanto dalla sua sommità si controllavano il pendio del colle e le valli intorno, avvistando ogni movimento di una certa rilevanza che provenisse dal territorio circostante. La torre non ha porte in quanto vi si accedeva dai sotterranei di un fabbricato attiguo dal quale si diramavano in varie direzioni camminamenti sotterranei. Uno di questi portava alla torre mentre altri uscivano fuori dalle mura. Oggi gli ingressi sono murati, i camminamenti sono ostruiti da pietre e in alcuni casi sono stati utilizzati come ossari. In prossimità della torre si trova una piccola chiesetta dedicata a S.Antonio, che rappresenta un sicuro riadattamento di un antico edificio adibito ad alloggio degli armati, o a scopi logistici militari. Inoltre all'interno della cerchia muraria dove in origine c'erano case ed edifici militari, oggi restano un nucleo di case diroccate di costruzione relativamente recente, la canonica e la chiesa parrocchiale. La prima parrocchia risale al 1292, anno in cui l'abate di S.Lorenzo in Doliolo al quale il territorio era soggetto fece ricostruire la chiesa principale del castello e la eresse a parrocchia. Sulle rovine di questa chiesa è stata costruita quella attualmente visibile risalente alla fine del XVIII secolo. Fotografie scattate lunedì 15 aprile 2013.
San Severino Marche - tutto in una piazza
San Severino Marche e la sua piazza ellittica, piazza del Popolo.
La particolarissima ed elegante Piazza del Popolo, di forma ellittica, dove si affacciano il palazzo comunale, la chiesa di San Giuseppe dalla facciata in stile rococò, il teatro Feronia, il palazzo Gentili di Rovellone e il palazzo della Gendarmeria Pontificia.
E' piacevole passeggiare sotto i portici tra locali e negozi col naso all'insù per ammirare la torre dell'Orologio.
Una curiosità: la città anticamente si chiamava Septempeda (municipio romano nel I secolo a. C.)
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Salimbeni Lorenzo e Iacopo, Crocifissione, affresco, Pinacoteca di Cingoli (manortiz)
Salimbeni Lorenzo (s. Severino Marche 1374 ca./ 1420 ante)
Salimbeni Jacopo (fratello)
(s. Severino Marche ?/ 1427 post)
Crocifissione di Cristo, 1406 ca. - 1407 ca.
affresco trasportato su tela, cm 285 × 200
Chiesa di S. Domenico, Cingoli
ora nella Pinacoteca
SALIMBENI, Lorenzo e Iacopo. - Pittori. La personalità dei due fratelli non è distinguibile, mancando dati precisi riguardanti Iacopo, la cui firma è sempre unita a quella del fratello. Si dicono sanseverinati e dall'iscrizione di un trittico firmato dal solo Lorenzo nella pinacoteca di San Severino Marche (1400), apprendiamo che egli è nato nel 1374. È questa la prima sua opera conosciuta e in essa ci si rivela un artista che segue le formule decorative gotiche, come ancora nella seconda opera da lui firmata e datata (un sottarco con la figura del Cristo tra girari di acanto, nella chiesa sanseverinate della Misericordia, del 1404), e in una terza opera pure firmata e datata: la Crocifissione frammentaria nella sagrestia di S. Lorenzo in Doliolo (1407). Fanno gruppo con questi primi dipinti alcuni affreschi votivi in S. Maria della Pieve e pochi frammenti nella cappella Caccialupi di S. Domenico.
L'arte dei S. deve essere ricollegata al cosiddetto stile gotico internazionale, diffuso probabilmente nelle Marche da miniature settentrionali, che vi portavano la caratteristica disposizione narrativo-episodica alla quale aderì anche un altro marchigiano: Gentile da Fabriano. Non è stato tuttavia ancora precisato l'artista che abbia potuto influire sui S. Nelle storie di S. Giovanni Evangelista, da essi dipinte nel Duomo Vecchio di Sanseverino, è un'iscrizione frammentaria e ora illeggibile, in cui s'è voluto decifrare il nome d'un Liviero supposto loro maestro, la cui personalità è del tutto ipotetica. Questi affreschi, di data non precisa, traggono ispirazione dalla vita esteriore, traducendola in mille episodiche scenette colte dal vero con una gustosa immediatezza, che è completamente lontana dalle tre opere firmate e datate già ricordate. Essi non si possono quindi inserire nella prima attività dei S., la quale si dovette dunque trasformare dopo il 1407. La vita, in tutti i suoi particolari episodî, viene rappresentata solo dopo quest'anno dai due fratelli, che ora firmano insieme le loro opere; i colori si fanno più cristallini, i movimenti dei corpi più intensi. A questo secondo periodo appartengono anche le storie di S. Andrea Apostolo con altre decorazioni nella cripta di S. Lorenzo in Doliolo; e a Urbino le storie di S. Giovanni Battista e la Crocifissione (1416), nella chiesa di S. Giovanni. Specialmente in queste due ultime opere l'arte dei S. trova le più alte affermazioni. Altri sicuri dipinti di questi artisti non si conoscono, ma nuovi loro affreschi si vanno scoprendo nell'oratorio di S. Monica a Fermo. Lorenzo S. dovette morire prima del 1420 (data d'un documento che lo dice già defunto), mentre invece l'ultima notizia riferentesi a Iacopo è del 1427, quando cioè lo si nomina come consigliere del comune nativo (...)
SALIMBENI, Lorenzo
(b. 1374, San Severino, d. ca. 1420, San Severino)
Italian painter. Biographical data regarding the brothers Lorenzo and Jacopo Salimbeni (c. 1370/80-after 1426) are sparse. The most precise information we have is their few surviving works, which are signed. Between 1400 and 1416 they were quite active as fresco painters in the region of the Marches. Their most accomplished work is the St John cycle in the Oratory of San Giovanni Battista in Urbino.
Lorenzo was apparently the older of the two. His first signed altarpiece, The Mystical Marriage of St Catherine, is in the Pinacoteca Comunale, San Severino Marche. His most extensive cycle of wall paintings is in the crypt of the church of San Lorenzo in Doliolo, also in San Severino. He also depicted the story of Sts Vittorino and Severino in the old cathedral at San Severino. His brother Jacopo was doubtless a collaborator in all of these works.
Both of the Salimbeni conform in style to the school of Gentile da Fabriano, who in fact belonged to the same generation. It would appear that they had direct knowledge of his work. Moreover, both must have been very familiar with the painting of Siena, for it is possible to see clear parallels with the work of Bartolo di Fredi.
San Severino Marche
Un filmato realizzato da Riccardo Elefante ed Edoardo Cellocco in collaborazione con il Comune, che mostra alcune magnificenze paesaggistiche e storiche di San Severino Marche.
San Severino Marche (MC) - Operazioni su Chiesa S. Giuseppe (02.11.16)
- San Severino Marche (MC) - Operazioni su Chiesa S. Giuseppe (02.11.16)
Parco archeologico di Septempeda - San Severino Marche
Il Parco Archeologico della città romana di Settempeda si trova ad est dell'attuale San Severino Marche, in prossimità della chiesa di S. Maria della Pieve, lungo la S.S. 361, che ricalca quasi pedissequamente il tracciato della antica via Flaminia Prolaquense (diverticolo della via Flaminia che collegava Nuceria Camellaria ad Ancona, seguendo per gran tratto la vallata del Potenza).
La strada costituiva il decumano massimo della città; alcuni tratti di essa sono stati scavati, ma non sono attualmente visibili. Nei pressi della chiesa di S. Maria della Pieve è stato messo in luce un incrocio di due strade urbane lastricate con grossi basoli e con crepidini laterali.
Le mura della città erano costruite in opera quadrata con blocchi di arenaria; il circuito ne è stato quasi completamente individuato e sono ora visibili la porta est e quella sud-ovest, monumentale e di tipo ad esedra. Nella zona a nord della strada statale è situato un edificio termale di notevole ampiezza, i cui ambienti si sviluppano attorno ad un vasto cortile pavimentato in opus spicatum.
Più ad ovest, sono stati di recente resi visibili i resti di un complesso artigianale con fornaci per la produzione di vasi di terra sigillata.
info: turismo.marche.it - musei.marche.it
SAN SEVERINO MARCHE
Tour di San Severino Marche
Montaggio e riprese video: Edoardo Cellocco e Riccardo Elefante
8/06/2010 RIAPERTURA DUOMO SAN SEVERINO MARCHE
Riapertura del Duomo di San Severino Marche - Servizio di VIDEO TOLENTINO
San Severino Marche: al via la seconda edizione di “Seven Eleven”, itinerario culturale
A San Severino Marche al via la seconda edizione di “Seven Eleven”, itinerario culturale che propone eventi musicali, recital di poesie, racconti di architettura e del paesaggio, percorsi tematici in realtà aumentata, degustazioni di vini e prodotti tipici.
Novità dell'edizione 2016 sarà l'Instagram Contest “C'entra l'impresa”, un concorso rivolto a chi ha meno di 35 anni, per raccogliere idee e azioni con lo scopo di valorizzare le eccellenze.
Chiesa di San Giovanni Battista - MECCIANO ( Camerino ) Mc - Marche - Italy
Il ciclo di affreschi presenti all`interno dell`edificio sono opera di tre autori: la Madonna in Trono con Bambino, la Mater Misericordiae con S.Venanzio e la Madonna con Bambino chiusa nell'ovale sono stati realizzati dal Maestro di Arnano; la crocifissione absidale, di cui permangono poche tracce, è probabilmente opera di Girolamo di Giovanni. I rimanenti affreschi sono di autore ignoto del cinquecento.
diario PRESENTATA LA VARIANTE DEL GLORIOSO DI SAN SEVERINO MARCHE
Diario Maceratese 385. È giunto nei gironi scorsi il via ufficiale ai lavori per la variante del glorioso, la bretella stradale alla periferia nord di San Severino Marche che porterà la strada provinciale 502 di Cingoli ad innestarsi sulla strada 361 Septempedana. Con un bando e emanato nei giorni scorsi la provincia di macerata ha reso pubblico il progetto esecutivo dell'ammontare di 3 milioni e mezzo di euro finanziato dal programma governo-regione per il post-terremoto. Servizio di Roberto Properzi.
SAN SEVERINO MARCHE. L'AMICO D'INFANZIA DEL NUOVO CARDINALE MENICHELLI
San Severino Marche. 13 gennaio 2015. Siamo stati a Serripola, il suo paese natale ed abbiamo incontrato un suo amico d'infanzia ... Vediamo
PREMIAZIONE CONCORSO DI DISEGNI - AVIS SAN SEVERINO MARCHE
Concorso di disegno sul tema dell'amicizia tra i popoli organizzato dall'AVIS di San Severino Marche (MC)- 2001
La chiesa di Granali
Interno della chiesa di Granali, San Severino Marche - 9/10/2016
La chiesa è lesionata per le ripercussioni del terremoto del 24 agosto ma restano intatti affreschi e struttura che ricordano fasti e un'importanza incredibile per il piccolo borgo di Granali. Un gioiellino sconosciuto ai più.
Italian Renaissance Painting (1425-1499)
Works:
1.Masolino, Tentazione di Adamo ed Eva,1424-1425, affresco, Cappella Brancacci, Firenze.
2. Masaccio, Pagamento del tributo, 1425 ca.,affresco, Chiesa di Santa Maria del Carmine, Firenze.
3. Pisanello, Visione di S. Eustachio,1436-1438, tempera su tavola, National Gallery, Londra.
4. Paolo Uccello, Battaglia di S. Romano,1436-1440,tecnica mista su tavola, Uffizi, Firenze.
5. Beato Angelico, Annunciazione,1442-1443,affresco, Convento di San Marco, Firenze.
6. Piero della Francesca, Flagellazione, 1444-1470, olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino.
7. Domenico Veneziano, Pala di Santa Lucia de´Magnoli (Sacra Conversazione), 1445, tempera su tavola, Uffizi, Firenze.
8. Benozzo Gozzoli, Cavalcata dei Magi (parete est), 1459-1460, affresco, Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
9. Giovanni Bellini, Pietà, 1465-1470, tempera su tavola, Pinacoteca di Brera, Milano.
10. Mantegna, Camera degli Sposi (Oculo), 1465-1474, affresco, Castello di San Giorgio, Mantova.
11. Antonello da Messina, San Girolamo nello studio, 1474-1475, olio su tavola, National Gallery, Londra.
12. Lorenzo di Credi, Annunciazione, 1480-1485, olio su tavola, Uffizi, Firenze.
13. Melozzo da Forlì, Angelo con liuto, 1472 (?), affresco, Pinacoteca Vaticana, Vaticano.
14. Perugino, Consegna delle chiavi, 1481-1482, affresco, Cappella Sistina.
15. Sandro Botticelli, Nascita di Venere, 1482-1485, tempera su tela di lino, Uffizi, Firenze.
16. Carlo Crivelli, Annunciazione, 1486, tempera e oro, National Gallery, Londra.
17. Ghirlandaio, Nascita di Maria, 1485-1490, affresco, Cappella Tornabuoni, S.M. Novella, Firenze.
18. Leonardo, Dama con ermellino, 1488-1490, olio su tavola, Castello del Wawel, Cracovia.
19. Pinturicchio, Madonna della Pace, 1490, olio su tavola, Pinacoteca Civica Tacchi Venturi, San Severino Marche.
20. Luca Signorelli, I Dannati (part.), 1499-1502 ca., affresco, Duomo di Orvieto.
Music: Cafè (Piano and Strings) by Vladimir Sterzer
Appello di Vittoria Sgarbi al Papa: Atterri a San Severino
COME ERAVAMO... - La scelta di Chiara (1989)
Sono passati ventisette anni da quell’incontro a San Severino Marche, nel monastero Santa Chiara. Anno 1989, suor Chiara Laura, pochi giorni prima, aveva fatto la professione solenne per tutta la vita. Per la prima volta fuori dalle antiche mura del convento delle Clarisse, segno evidente che la clausura stava cambiando. Aveva 28 anni la livornese Chiara Serboli, quando aveva scelto di vivere in clausura, dopo esperienze di vita a sostegno di tossicodipendenti e handicappati.
Suor Chiara Laura che, nel frattempo, è diventata madre badessa del Monastero Santa Chiara a Camerino, in quell’intervista, realizzata per Rai Marche, ci confidava con straordinaria serenità il perché della sua scelta: l’impossibilità di arrivare a tutti e di aiutare chi vive ai margini della società. “Solo attraverso la preghiera – diceva – posso arrivare dappertutto”.
Dopo tanti anni quelle sue parole suscitano ancora una forte emozione, pronunciate da quella giovane che si rivolge ai giovani con un messaggio che sicuramente resta attuale.
“Avevo pensato di andare in missione – confidava – e se il Signore non mi avesse chiamata a questa vita, forse avrei fatto la scelta della strada: un giovane ha dentro tanta carica che ha bisogno di donare agli altri, altrimenti s’inaridisce, io penso di dover dare amore così”.
“Ci sono due atti d’amore diversi: uno è concreto, quello che l’uomo di oggi si aspetta di più, e cioè il fare; l’altro che s’ispira all’essere; quello dell’amore che passa attraverso Dio perché le creature ai margini della società siano aiutate direttamente da Lui e questa è la dimensione della nostra vita in convento”. Spiegava così suor Chiara Laura la scelta di vivere secondo le regole delle Clarisse: silenzio, povertà, preghiera e lavoro in una clausura che già a quel tempo viveva una fase di rinnovamento, meno distaccata dalla vita esterna.
Un aspetto sottolineato da suor Luigia, madre badessa del monastero di San Severino Marche che all’epoca, con già 27 anni di clausura alle spalle, affermava: “Non ho mai avvertito la mancanza di qualcosa e mi sono sentita pienamente realizzata e felice in una comunità francescana in cui la perfetta letizia è la caratteristica principale”.
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(a.p)
Bandiera arancione a San Severino Lucano
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