Montagnana (Pd), uno dei Borghi più belli d'Italia
Montagnana è un comune di 9.532 abitanti della provincia di Padova.Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la città si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale Sulla grande piazza centrale, si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. Sempre sulla piazza, si affaccia l'elegante Palazzo Valeri e l'antico Monte di Pietà. In via Matteotti sta il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata. In via Carrarese, si trova il Municipio, opera attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli (1532). In via Scaligera vi è la chiesa tardo-romanica di S.Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via S.Benedetto si affaccia la barocca omonima chiesa (in corso di restauro). Subito fuori dell' abitato, a ridosso di Porta Padova, vi è la Villa Pisani, uno dei capolavori del Palladio, che all' interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608). Da segnalare, in via dei Montagnana l'antico Ospedale di S.Maria e, nell'omonima via, la chiesetta di S.Antonio Abate, con tracce di presenza templare.I monumenti più insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla Rocca degli Alberi e dal Castello di San Zeno. Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X sec. d.C. in difesa delle scorrerie degli Ungari, erano costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne). Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dellapparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti. Ezzelino da Romano il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, munì il luogo di fortificazioni adeguate allepoca (ziron). Il mastio del Castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommità) è a lui attribuito.Le mura attuali, che costituiscono uno degli esempi più insigni e meglio conservati di architettura militare medioevale in Europa, salvo il complesso di Castel San Zeno e i tratti di cinta ad oriente ed occidente che sono più antichi, risalgono alla metà del '300, quando i Carraresi, signori di Padova, vollero ampliare e rafforzare quello che era un essenziale luogo forte di frontiera dello stato padovano contro la Verona degli Scaligeri.
Montagnana is a town and comune in the province of Padova, in Veneto (northern Italy). It is bounded by other communes of Saletto, Megliadino San Fidenzio, Casale di Scodosia, Urbana, Bevilacqua, Pojana Maggiore and Noventa Vicentina. As of 2007 the population of Montagnana was 9,355. The famous medieval walls, are one of the best preserved examples of medieval walls in Europe.
Font : Wikipedia
Padova 2018 - mercoledi 26 settembre: Montagnana
Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la città si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale e, parte, durante la ripresa economica del XIX secolo.
Sulla piazza centrale si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. All'interno sono esposte la Trasfigurazione di Paolo Veronese, tre tavole di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco (XVI secolo), una grande tela votiva di notevole valore documentale riproducente la battaglia di Lepanto (1571). Le pareti sono ornate di raffinate decorazioni e di affreschi, tra i quali, notevolissimi, quello del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell'ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al Giorgione.
Sempre sulla piazza, si affaccia l'elegante palazzo Valeri e l'antico Monte di Pietà. In via Matteotti sorge il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata.
In via Carrarese si trova il municipio, opera attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli (1538). In via Scaligera vi è la chiesa tardo-romanica di San Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via San Benedetto si affaccia l'omonima chiesa barocca. Subito fuori dell'abitato, a ridosso di porta Padova, vi è villa Pisani, uno dei capolavori di Palladio, che all'interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608).
Da segnalare, in via dei Montagnana, l'antico ospedale di Santa Maria con un affresco di Giovanni Buonconsiglio e, nell'omonima via, la chiesetta di Sant'Antonio Abate, con tracce di presenza templare.
I monumenti più insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla rocca degli Alberi e dal castello di San Zeno.
Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X secolo in difesa delle scorrerie degli Ungari, erano costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne). Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dell'apparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti. Ezzelino III da Romano detto il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, munì il luogo di fortificazioni adeguate all'epoca (ziron). Il mastio del castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommità) è a lui attribuito.
Villa Alisia - Agrigento - Italy
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Villa Alisia hotel city: Agrigento - Country: Italy
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Conegliano Contrada Granda
Conegliano, Contrada Granda attuale Via XX Settembre
Tratto dal sito Geoplan.it
Via XX Settembre è il cuore della città di Conegliano. Anticamente denominata Contrada Grande, perché fulcro della vita sociale ed economica della città, via XX Settembre è uno scrigno di palazzi settecenteschi incastonati gli uni sugli altri. Una passeggiata in questo elegante centro storico è sicuramente uno degli itinerari più significativi per chi desidera assaporare appieno la bellezza di questa città. Le vie d'accesso alla Contrada Grande sono le tre Porte: Porta Monticano, a Nord, che raffigura il Leone di San Marco, Porta Dante e Porta San Polo. Il gioiello più prezioso, custodito in questo pugno di palazzi storici, è sicuramente il Duomo con la Pala d'Altare di Gianbattista Cima, ma anche lo storico Teatro Accademia che sovrasta Piazza Cima, Palazzo Sarcinelli, un tempo sede della biblioteca civica oggi pinacoteca e l'Ex Monte di Pietà, oggi riconvertito in hotel. Seguendo l'originario progetto di Andrea Scala, il Teatro Accademia venne inaugurato nella seconda metà dell'Ottocento, la prima rappresentazione fu il Conte Ory di Rossini. Dal 1946 il Teatro Accademia divenne cinema, poi verso la fine degli anni '90 ridivenne Teatro. L'edificio presenta un'elegante architettura neoclassica, ai lati dei gradini, che danno accesso alle sale, troviamo le due sculture raffiguranti le sfingi. Ogni anno, in Piazza Cima, viene celebrata la rievocazione storica della Dama Castellana. Palazzo Sarcinelli era l'antica dimora rinascimentale della nobile famiglia Sarcinelli. Numerosi personaggi illustri sono stati ospitati tra le mura di questo antico palazzo fra cui: la Regina di Polonia ed Enrico III di Francia. Negli anni '80 l'edificio venne acquistato dal Comune di Conegliano che ne fece un'importante galleria d'arte, che ha ospitato, fra le ultime esposizioni, anche il ciclo pittorico dedicato a Cima da Conegliano: Maestro del Paesaggio. Rilevante dal punto di vista artistico per la sua bella facciata affrescata, è anche l'ex Monte di Pietà, un tempo gestito dalle famiglie ebree di Conegliano, ora riconvertito in struttura ricettiva di classe.
CROCIFISSO ADI MICHELANGELO, NUOVE PROVE PER L'ATTRIBUZIONE
Una Tac eseguita all'ospedale di Careggi ha fornito nuovi elementi per attribuire a un giovane Michelangelo Buonarroti il crocifisso policromo venduto nel 2008 da un antiquario torinese allo stato italiano e da oggi esposto al pubblico nel museo del Bargello di Firenze
SPECIALE FIERA FESTA DEL TORO E PALIO DELLE CONTRADE 2012
Sanguinetto channel presenta uno speciale della 26/a edizione della Fiera festa del toro e palio delle contrade, fatta a Sanguinetto il 18/19/20/21 Maggio 2012, una carellata di quello che è stato fatto. il video lo troverete anche su TELE CARPANEA
Le campane di Aicurzio (MB) - Santuario di Campegorino - Concerto solenne
Aicurzio (MB)
Santuario del Ss. Crocifisso in Campegorino
Concerto di 3 campane in La♭³
Fratelli Barigozzi - Milano 1905
Concerto solenne a 3 campane per la S. Messa Solenne delle ore 20:30 nella Solennità del Corpus Domini, seguita dalla processione fino alla chiesa di Brentana. Primo e secondo segno, ore 20:00 e 20:15.
Suonano Aleadda (1^ e 2^) e Marco (3^).
Ringrazio la sacrestana Giuseppina, i custodi del santuario e la popolazione di Aicurzio per la consueta accoglienza.
*A fine video, la partenza della processione.
IL MIRACOLO DEL SS. CROCIFISSO e il SANTUARIO
Il Santuario è edificato poco fuori dal centro abitato, esattamente in corrispondenza del cimitero locale che si inserisce attorno all’edificio sacro. Curiosa come collocazione, che però ha avuto una storia affascinante.
La comunità di Aicurzio fu pesantemente colpita dalle epidemie di peste del 1576 e del 1630 e i morti vennero seppelliti nell’attuale frazione di Campegorino dove sorgeva un oratorio dedicato a San Rocco, motivo per cui si intensificò la devozione al santo.
Nel 1705 Aicurzio visse un periodo intenso a causa della guerra di secessione spagnola dal momento che l’esercito francese e quello austriaco si battevano in zona ed erano pronti a saccheggiare i paesi malcapitati. E così gli abitanti, indifesi, vivevano nel terrore dei soldati stranieri.
Tutto questo finì quando misteriosamente comparve un terzo esercito sconosciuto privo di insegne e di riferimenti che in breve tempo sconfisse e mise in fuga sia gli austriaci che i francesi. L’apparizione dell’esercito fu considerata un miracolo divino perché i soldati non erano altro che gli antenati degli aicurziesi che erano morti a causa della peste e che erano stati seppelliti nei pressi del’oratorio di San Rocco. L’esercito mise in fuga gli stranieri proprio quando si trovavano davanti alla chiesetta che divenne un centro importante per la comunità.
Cominciò la costruzione di un altro oratorio con funzione di santuario nei pressi della chiesina di San Rocco e poi una vera e propria chiesa Santuario detta “Chiesa dei morti”.
L’attuale chiesa è frutto di successivi ampliamenti che videro la costruzione della cappella di sinistra, con l’immagine del S. Crocefisso a cui gli aicurziesi sono molto devoti, e della cappella di destra dedicata alla B. V. Addolorata.
In occasione del bicentenario del miracolo, nel 1905 venne abbattuto il vecchio campanile dotato di una campana fusa nel 1745 a favore della costruzione di un campanile più imponente - alto 20 metri - che venne completato da una voce di 3 bronzi provenienti dalla fonderia Fratelli Barigozzi di Milano in La♭³.
“Le tre Campane, fuse dalla Ditta Barigozzi, sono tre voci che cantano la fede e l’amore di Aicurzio al suo Crocifisso. Sulla seconda sta scritto, in forma latina: “ Nella ricorrenza del II Centenario del miracolo del S. Crocifisso le tre campane furono donate dai Confratelli del SS. Sacramento”. Sulla terza sta scritto: “ Il popolo di Aicurzio, con offerte eresse questa sacra torre, come monumento di pietà verso il SS. Crocifisso, ricorrendo il II Centenario del miracolo”. Le campane furono benedette, per delegazione di S. E. il Card. Arcivescovo, da Mons. Emilio Girola, la mattina del 10 Agosto 1905 sul piazzale di Campegorino, davanti a una moltitudine di popolo commosso e riverente.,,
Più recenti sono invece il sagrato e il porticato con la facciata anteriore del Santuario.